21 Novembre 2024
Letteratura Fantastica

1937: Arthur Machen e altri autori del fantastico di fronte al Fascismo di Francesco G. Manetti

Alan Moore (n. 1953), inglese di Northampton, è uno dei più raffinati sceneggiatori di fumetti al mondo (Swamp Thing, From Hell, V for Vendetta, Watchmen, The League of the Extraordinary Gentlemen, etc.) e in anni più recenti, avendo parzialmente rinnegato i comic e soprattutto il fandom (ovvero il consesso dei “fanatici”, spesso fastidiosi, che vi ruota attorno), si è imposto come notevole scrittore di racconti e romanzi per certi versi e in buona parte inquadrabili nel genere “fantastico”. Nella prima parte della sua nuova pentalogia narrativa di The Great When – Il grande quando (Fanucci, ottobre 2024) Moore, con uno stile descrittivo “saturo” che si avvicina al Joyce di Ulysses, cita più volte il maestro del soprannaturale Arthur Machen (1863 – 1947), autore del capolavoro Il gran dio Pan, e la sua (presunta?) vicinanza al Fascismo spagnolo; una delle protagoniste del romanzo, ambientato a Londra alla fine degli anni Quaranta, dice che Machen…

Alan Moore

Era un vero scrittore, lui, mica come Hank Janson. (…) Veniva dal Galles. Ha perso la testa qua a Londra e ne ha combinate di tutti i colori. È morto uno o due anni fa, da qualche parte vicino a Buckingham. Alla fine era diventato un po’ fascista, ma, in ogni caso, ci sapeva proprio fare con le parole. (…), e lui si era espresso in favore di Franco.

Il genio americano del weird, H. P. Lovecraft (1890 – 1937) considerava Machen come uno dei maggiori autori nel panorama della letteratura fantastica internazionale e suo indiscutibile maestro. Nel 1927, pubblicando il suo saggio Supernatural horror in literature, affermò che nell’ambito degli scrittori di orrore cosmico, ben pochi, se non nessuno, poteva sperare di eguagliare il poliedrico Arthur Machen. Lo stesso pensava Frank Belknap Long – corrispondente, collega e amico di HPL – che a Machen dedicò addirittura un entusiastico sonetto. Le posizioni politiche del Sognatore di Providence – indagate nel nostro lungo excursus nella sua poesia “militante” – sono ai lettori di “EreticaMente” ormai ben note. Lovecraft morì nel marzo del 1937, pressoché sconosciuto fuori dal ristretto mondo delle pubblicazioni amatoriali e delle riviste popolari americane di fantascienza e horror, a differenza di Machen che fin dagli anni Venti fu molto apprezzato sia in Europa, sia in America. Un ulteriore legame tra Lovecraft e Machen si trova all’esterno della narrativa dell’immaginario, per l’appunto nell’idea favorevole che entrambi ebbero nei riguardi dei socialismi nazionali.

Copertina del libretto sulla Guerra in Spagna

A cosa si riferisce Moore scrivendo che uscì un libro negli anni Trenta, in cui diversi scrittori dicevano la loro sulla guerra civile spagnola? Nel novembre del 1937 fu pubblicato in Gran Bretagna l’opuscolo Authors Take Sides on the Spanish War (Gli autori prendono posizione sulla Guerra in Spagna) sotto l’egida della “Left Review”, una rivista socialista cominternista di Londra. Il pamphlet, seppur in lingua inglese, era stato pensato e allestito in giugno a Parigi da un gruppo internazionale di dodici celebri scrittori e intellettuali socialisti e comunisti, e tra questi alcuni surrealisti e dadaisti, vicini al PCF: (Louis) Aragon, W. H. Auden, José Bergamin, Jean Richard Bloch, Nancy Cunard (attivista britannica, la vera mente dietro l’iniziativa), Brian Howard, Heinrich Mann, Ivor Montagu, Pablo Neruda, Ramòn Sender, Stephen Spender e Tristan Tzara. Nell’introduzione i firmatari del libretto, i cui nomi apparivano in calce nell’introduzione, prendevano posizione dura e ferma contro il Nazismo e il Fascismo – colpevole di distruzione in Italia e di aver fatto rinascere la Roma imperiale conquistando con il favore del tradimento internazionale un immeritato posto al Sole in Abissinia ai danni delle popolazioni indigene. La lotta antifascista – ammoniva l’illustre dozzina – adesso infuria in Spagna, ma ben presto potrebbe coinvolgere altri paesi; e visto che, secondo gli estensori del libello, qualcuno ancora credeva nel Fascismo come baluardo della civiltà, nonostante il martirio di Durango e Guernica, l’agonia di Madrid e Bilbao e il bombardamento tedesco di Almeria, occorreva porre agli Scrittori e ai Poeti di Inghilterra, di Scozia, dell’Irlanda e del Galles, fra i più sensibili strumenti di una Nazione, le seguenti due cruciali domande:

Introduzione del libretto sulla Guerra in Spagna, con le due domande e le firme dei 12 promotori dell’iniziativa

1) Lei è a favore o contro il legale Governo e il Popolo della Spagna Repubblicana?

2) Lei è a favore o contro Franco e il Fascismo?

Come si vede retorica un tanto al chilo.

Nancy Cunard, la mente dietro l’iniziativa

Il volantino con queste domande fu inviato per posta dalla Cunard a centinaia di scrittori del Regno Unito, invitandoli a prendere parte all’iniziativa. Aderirono all’appello, secondo l’editore, così tanti letterati che occorse fare una pesante scrematura. Furono dunque pubblicate solo 148 risposte, corrispondenti ad altrettanti nomi di celebri e un po’ meno celebri artisti della penna interpellati, molti dei quali provenienti da ambienti marxisti, fabiani, sindacalisti, laburisti e socialisti o addirittura vicini al CPGB e al Comintern (qualcuno, si scoprì, era una spia sovietica); di questi, ben 127 si espressero a favore dei comunisti repubblicani, 16 rimasero “neutrali” (ma l’inclusione in questa categoria fu più che altro una scelta “politica” dell’editore, talvolta molto forzata, come vedremo) e solo 5 si pronunciarono a favore di Franco. Il commediografo G. B. Shaw, la cui risposta arrivò in ritardo, fu pubblicato in seconda di copertina come “ultim’ora: non classificato”, anche se l’autore si dichiarò senza giri di parole “comunista”.

La mancanza più vistosa è sicuramente quella dell’irlandese James Joyce. La Cunard, che era sua amica, gli aveva spedito il questionario, ma quando lo ricevette Joyce le telefonò piuttosto alterato, rifiutandosi di rispondere alle domande sulla Spagna. Pochi giorni prima, infatti, Joyce era stato invitato a una cena del P.E.N. (Poets Essayists Novelists) Club, dove sperava di poter parlare del fatto che capitoli del suo Ulysess venivano pubblicati negli USA senza rispettare i diritti d’autore (già nel 1918 Ezra Pound ne aveva pubblicati alcuni, sulla “Little Review”, ma in maniera autorizzata); ma poi, nonostante il divieto del presidente di parlare di politica, tutti si misero a discutere e a ribattere e a litigare sulla politica e lui non poté far valere le proprie ragioni; dunque, siccome il questionario per il pamphlet trattava di politica, e siccome questa dannata politica ce la infilavano dappertutto, lui non ne voleva più sapere; se proprio la Cunard voleva pubblicare qualcosa di suo, le disse Joyce, poteva pubblicare la sua protesta contro le copie pirata dei capitoli dell’Ulysses.

James Joyce

L’opuscolo suscitò nell’ambiente letterario inglese un certo interesse; a noi, però, interessa soprattutto capire come reagirono a quella inchiesta sul Fascismo gli scrittori del genere fantastico.

E guarda caso un altro grande assente (quello che sarebbe diventato negli anni Quaranta un famosissimo autore di opere distopiche e di fantapolitica, come 1984 e La fattoria degli animali) è George Orwell (1903 – 1950), che in Spagna ci andò addirittura a combattere – e proprio per questo si rifiutò di entrare nella rosa degli intellettuali chic schierati dalla “Left Review”, visto che gli organizzatori dell’iniziativa letteraria spingevano alla lotta contro il Fascismo… da dietro una scrivania (a parte Tzara, che andò anche lui in Spagna a sparare contro ai Franchisti); seppur non pubblicata è comunque giunta fino a noi la piccata risposta di Orwell ai solleciti via posta:

Vi prego di voler smettere di inviarmi questa dannata spazzatura. È la seconda o terza volta che mi arriva. Io non sono una delle vostre mammolette alla moda come Auden o Spender: sono stato sei mesi in Spagna e per la maggior parte del tempo ho combattuto. Ho in corpo un bel foro di proiettile e non intendo difendere la democrazia o chiunque altro scrivendo cavolate.

George Orwell

Successivamente, scrivendo a Spender nell’aprile del 1938, Orwell si scusò per averlo offeso in quella lettera alla Cunard, ma continuò a definire un dannato pattume il libretto Authors take sides.

Per quanto riguarda la non inclusione di J. R. R. Tolkien – se qualcuno si volesse porre una domanda in tal senso – va sottolineato che la sua notorietà, iniziata nel tardo 1937 con l’uscita di The Hobbit, risale a un periodo immediatamente successivo all’ideazione di Authors Take Sides. Lo stesso può dirsi di C. S. Lewis, sodale di Tolkien, visto che il titolo che gli diede imperitura fama, Le Cronache di Narnia, è del 1950.

Il libretto – poco più che un opuscolo – conteneva 10.000 parole, fu tirato in 3.000 copie e venne venduto a sei penny; gli incassi andarono tutti in Spagna, in sostegno degli anti-franchisti.

Tra i favorevoli al governo repubblicano troviamo il drammaturgo Samuel Beckett (1906 – 1989), che non fu certo autore del fantastico, ma il suo gusto per l’assurdo, come in Aspettando Godot del 1949, porta sicuramente in mondi lontani dal reale; Beckett rispose inneggiando ¡UPTHEREPUBLIC! (¡VIVALAREPUBBLICA!, tutto attaccato, in maiuscolo e con il punto esclamativo rovesciato all’inizio della frase, secondo l’uso spagnolo).

John Davys Beresford (1873 – 1947) fu un precursore del romanzo fantascientifico moderno e scrittore di racconti horror; si interessò di mistica e di parapsicologia; fra i suoi maestri dichiarati H. G. Wells, al quale dedicò un approfondito saggio critico nel 1915; fra i suoi allievi ideali Olaf Stapledon; anche Wells e Stapledon, come vedremo, furono inseriti nel volumetto “spagnolo”. Beresford è nella lista dei contrari a Franco, ma si espresse in maniera tutto sommato equilibrata:

Anche se non provo una particolare ammirazione o simpatia per i metodi del governo legale della Spagna, mi oppongo con tutte le forze di cui sono capace all’espansione del Fascismo.

Tra gli antifascisti figura Gerald Bullett (1893 – 1958), scrittore di romanzi fantasy (ambientati nel mondo di Fairyland) e opere per ragazzi; si interessò anche di misticismo, soprannaturale e spiritualità; antifascista sì, ma con una posizione molto articolata:

Non avendo alcuna ascia politica da brandire, non essendo collegato ad alcun partito politico e detestando qualunque governo tirannico indifferentemente di Destra o di Sinistra, credo che se il Popolo della Repubblica di Spagna cadrà sotto il gioco di Franco e dei suoi alleati stranieri, ciò segnerà la fine della libertà e della civiltà in Europa. Il Fascismo – che in pratica è un gangsterismo operato su scala nazionale – implica la schiavitù dei popoli, la distruzione della cultura e la persecuzione di tutte le vere religioni. E la sua sopravvivenza dipende solo dallo scatenare sempre nuove guerre. Alla luce della storia recente e della storia adesso in divenire, sono stupefatto che uomini o donne di buona volontà possano rimanere ciechi di fronte a questi fatti.

Aleister Crowley

Cucendo frasi tratte da altri suoi scritti, molto singolare fu la risposta (contraria al Fascismo o una sottile presa di giro del lettore?) di “Alastair” (errore di trascrizione da parte dell’editore per Aleister) Crowley (1875 – 1947), occultista e membro della Golden Dawn:

Fai quello che vuoi” diverrà l’Unica Legge. Franco è un volgare assassino e un pirata: dovrebbe penzolare in catene dalla forca. Mussolini, l’assassino che agisce in segreto, se possibile ancora peggio. Hitler potrebbe rivelarsi un “profeta”; il tempo giudicherà.

Hitler “profeta”, niente meno!

Anche Aldous Huxley (1894 – 1963), l’autore del romanzo distopico di anticipazione Il mondo nuovo, pur venendo annoverato fra gli avversari del Fascismo, si dichiarò essenzialmente anarchico, contrario a tutte le dittature, compresa quella comunista, e di fatto pacifista:

Le mie simpatie vanno di sicuro per il Governo, soprattutto per gli Anarchici, perché l’Anarchia mi sembra molto più adatta per operare un significativo cambiamento sociale rispetto al Comunismo, dittatoriale e altamente centralizzato. Quanto al “prendere posizione”, la scelta, secondo me, non è più tra due regimi violenti, tra due sistemi dittatoriali. La violenza e la dittatura non possono generare pace e libertà; possono solo generare i risultati della violenza e della dittatura, risultati dei quali la storia ci ha resi tristemente edotti. Adesso la scelta è tra militarismo e pacifismo. Secondo me, la necessità del pacifismo è assolutamente chiara.

Aldous Huxley

Il sionista Arthur Koestler (1905 – 1983) fu comunista da giovane (e infatti lo troviamo nel settore dei contrari al Franchismo) e fervente anticomunista negli anni della maturità (disgustato soprattutto dallo stalinismo e dalla repressione della rivolta in Ungheria), quando produsse anche opere fantastiche influenzate dal suo interesse verso la parapsicologia e la percezione extra-sensoriale (ESP):

Le altre guerre consistono in un susseguirsi di battaglie; questa guerra è un susseguirsi di tragedie, con il popolo spagnolo come vittima. Sia Hitler, sia Mussolini hanno pubblicamente ammesso di volere la vittoria di Franco e che lo aiuteranno a vincere; questo significa che l’aggressione straniera a una nazione indipendente è ormai un dato di fatto.

Amica di J. R. R. Tolkien e attenta lettrice delle bozze del Signore degli Anelli, Naomi Mitchison (1897 – 1999) fu una delle prime scrittrici a occuparsi del romanzo storico d’immaginazione per poi passare alla narrativa fantasy e fantascientifica; nel libello della Cunard è inserita nel gruppo antifranchista:

Nessun uomo o donna gentile e perbene dovrebbe avere dubbi su quali risposte dare, per non parlare di un poeta o di uno scrittore, che deve essere per forza più sensibile. Dobbiamo essere contro Franco e il Fascismo e per il popolo della Spagna, e per quel futuro di gentilezza e fratellanza che ogni uomo e donna normali vogliono per tutto il mondo.

Olaf Stapledon

Pure Olaf Stapledon (1886 – 1950), pacifista e obbiettore di coscienza durante la Prima Guerra Mondiale (guidava ambulanze in Francia, come fece Walt Disney, che però non prese parte ai combattimenti perché troppo giovane, non per pacifismo), uno dei maggiori autori di fantascienza e inventore del concetto di “stella di Dyson” (civiltà aliene molto avanzate potrebbero usare le stelle come fonte di energia, ricoprendole con gusci artificiali per sfruttarle), si schierò con il governo repubblicano, con molti “se” e “ma”; la sua risposta all’appello antifranchista, come si evince dalla lettera che scrisse alla Cunard, arrivò molto tardi (luglio 1937) perché era in vacanza nelle Shetland, ma non fuori tempo massimo come quella di G. B. Shaw e Stapledon fu dunque regolarmente inserito all’interno del fascicolo:

Sostengo il governo spagnolo perché, nonostante le sue colpe, difende gli oppressi e preserva la cultura. Credo che un governo britannico sinceramente solidale con la Spagna, o sinceramente neutrale, potrebbe porre fine all’aggressione fascista con una ferma azione diplomatica senza causare una guerra generalizzata. Ma la fermezza verso la Spagna dovrebbe essere combinata con la disponibilità a internazionalizzare i nostri illeciti guadagni e conquiste.

Passando al capitolo dedicato a coloro che non scelsero da che parte stare, notiamo che la parola “neutrali” fu stampata nel titolo con il punto interrogativo; cosa doverosa perché le risposte, in realtà, non furono mai del tutto “neutre”

Fra i “neutrali” troviamo così il modernista T. S. Eliot (1888 – 1965), esponente di punta (con Pound e Joyce) di quel movimento poetico-letterario sbeffeggiato da Lovecraft in alcuni suoi caustici versi (come abbiamo visto su “EreticaMente”): secondo l’autore degli allucinanti panorami da fine del mondo del poema La terra desolata era infatti meglio non immischiarsi su quella questione:

Anche se io sono istintivamente solidale col governo spagnolo, sono tuttavia convinto che almeno alcuni uomini di lettere debbano rimanere isolati e non prendere parte a queste iniziative collettive.

Persino l’altro modernista presente nell’opuscolo, l’americano Ezra Pound (1885 – 1972) – che non possiamo fare a meno di citare anche se non è uno “scrittore del fantastico” (ma nemmeno inglese, a dirla tutta) – fu inserito nel novero dei “neutrali?” (il punto interrogativo era una scelta ancor più obbligata nel suo caso); un beffardo Pound così rispose al breve quiz socialista:

Ezra Pound

Il questionario è un meccanismo di fuga per giovani idioti troppo codardi per pensare; e troppo pigri per indagare sulla vera natura del denaro, sulle sue procedure di emissione e sul controllo della sua emissione da parte della Banque de France e della Stank (gioco di parole intraducibile fra “bank/banca” e “stink/fetore”) of England. Siete stati tutti ingannati. La Spagna è una masturbazione mentale per una banda di teste di cavolo dilettanti.

Nella lettera con la quale Pound rispose alla Cunard/Connard il poeta americano fu ancora più duro:

Per quanto riguarda il questionario, credo che la vostra banda sia solo diarrea. Sono 15 anni che dico alle persone di guardare alla RADICE delle cose. Stalin è un gorilla, troppo stupido per occuparsi del denaro. Trotsky non è un vero ebreo, ma solo un giudeo del cavolo, un viscido impiastro… La Spagna è una barbarie e la Russia un’altra… La Spagna è un brutto fastidio… Nessuno di questi giovani seccatori conosce un dannato niente della lotta che sta avvenendo in Italia. No cara mia, è TUTTO un maledetto schifo. I giudei finanziano entrambe le parti. La Francia è tutta GIUDEIZZATA… NESSUNO dei suoi amici è CAPACE di spiegare cosa sia la Freiwirtschaft o di sapere dove e come una persona può controllare il suo proprio danaro.

Altro grande autore del fantastico, forse il fondatore stesso del genere fantascientifico, con L’uomo invisibile, La macchina del tempo, La guerra dei mondi e L’isola del Dr. Moreau, anche il socialista illuminato H. G. Wells (1866 – 1946) fu arruolato come “neutrale”. La chiosa finale della sua dichiarazione è un capolavoro:

Non sono un “anti” di alcun genere, a parte essere anti-gangsterismo o anti-nazionalismo. Le mie simpatie andavano al nuovo governo liberale di Madrid, ma è stato distrutto – da una parte dagli Anarco-sindacalisti e dall’altra dal “pronunciamento” di Franco. L’intervento dell’Italia e della Germania rientra nella tradizionale ottica nazionalista; c’era da aspettarselo ed è stato enormemente facilitato dalla stupida confusione che agita le teste britanniche. Il vero nemico dell’umanità non è il Fascista, ma l’Idiota Ignorante.

H. G. Wells

E meno male che era “neutrale”!

Fra i cinque scrittori che si schierarono a favore di Franco nell’opuscolo della “Left Review” ben due hanno a che fare con il fantastico. Gli altri tre erano Edmund Blunden (“poeta di guerra” e professore universitario), Geoffrey Moss (militare e scrittore di romanzi di ambientazione bellica) ed Evelyn Waugh (scrittore e giornalista cattolico).

Eleanor Smith (1902 – 1945) fu autrice molto apprezzata di ghost stories; fu affascinata in maniera romantica dal mondo degli zingari romeni di un tempo, credendo che la sua bisnonna appartenesse a quel popolo; essendo anticomunista e molto vicina agli ambienti del partito conservatore britannico, prese le parti di Francisco Franco, e rispose con raffinata ironia:

Sono stata felice di ricevere la vostra imparziale brochure. Naturalmente sono una calorosa sostenitrice del Generale Franco, essendo lui, come tutti noi, un umanitario. La distruzione di così tante bellissime opere d’arte e il massacro di così tante persone innocenti fa provare una profonda pietà per le ignoranti masse rosse in Spagna, sovvenzionate dalla Russia.

Chiudiamo il discorso tornando, come in un percorso circolare, ad Arthur Machen, che fu piuttosto telegrafico e distaccato e parlò in terza persona come Cesare nel De Bello Gallico:

Il signor Arthur Machen vi manda i suoi complimenti e si premura di informarvi che lui è, ed è sempre stato, interamente a favore del Generale Franco.

Arthur Machen

L’anno successivo un simile volume, più corposo, fu pubblicato negli USA, e fu intitolato Writers Take Sides: Letters about the war in Spain from 418 American writers (Gli scrittori prendono posizione: lettere sulla Guerra in Spagna da parte di 418 scrittori americani): tra quelli che aderirono all’appello, rispondendo alle due stesse domande poste agli Inglesi, molti erano giornalisti, tanti di origine ebraica, alcuni addirittura aderenti al PCUSA e corsivisti dell’organo di partito “Daily Worker”; fra gli interventi “famosi” ricordiamo quello di William Faulkner (contro Franco), del giallista Dashiel Hammett (contro), Ernest Hemingway (contro, ovviamente, essendo uno dei fautori dell’iniziativa), il poeta Edgar Lee Masters (contro), Irwin Shaw (contro), John Steinbeck (contro); anche il collega scrittore e amico di Lovecraft, continuatore dei Miti di Cthulhu, August Derleth si schierò contro Franco; E. E. Cummings, che faceva parte del circuito dei modernisti sulle riviste di Ezra Pound, rimandò al mittente le domande, in busta chiusa, senza pronunciarsi e fu dunque intruppato fra i “neutrali”.

Nei decenni apparirono negli ambienti anglofoni altri simili libelli: nel 1967 sulla guerra in Vietnam e nel 1982 sulla guerra delle Malvinas/Falkland.

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