26 Giugno 2024
Esoterismo

666: la Ka’ba, il Cubito Aureo e i rapporti dimensionali Sole-Terra-Luna secondo i Sumeri – Il Poliscriba

Avere una predilezione per le misure esatte o che rimandino ai solidi platonici, è cosa antica, profondamente indoeuropea e di questo non possiamo dolerci, anzi, dovrebbe esaltarci l’idea che l’iperuranico mondo della geometria dei solidi perfetti, stia sempre dietro alle forme imprecise con le quali si manifesta il visibile. L’invisibile, da parte sua, incollato alle forme come ombra lunghissima all’alba e al tramonto delle civiltà, non si darebbe pena di manifestarsi se gli umani non lo avessero invocato edificando dimore adatte o adattate al culto dell’Eternità.

La Kaaba o Ka’ba, era una di queste dimore. Significa cubo, e il cubo è un solido che ha un suo magnetismo a dir poco sovrannaturale, lo stesso tipo di attrazione che si può misurare in chi è sensibile alle forme che incutono stupore, timore e rispetto. La grandezza, la maestosità delle montagne, ad esempio, sono state maestre di forme da imitare; lo attestano le piramidi visibili e invisibili costruite nei millenni passati e in epoca recente (Astana), in quanto relazione geometrica indissolubile tra terra, cielo e inconscio. Il cubo è la materializzazione del numero 6 e della sua costante magica, 111, che si ottiene dalla formula (n³+n)/2, dove n è la misura del lato del quadrato magico, nel nostro caso, n= 6.

Per motivi esoterici, i matematici antichi associavano a questa relazione 6-111, il sole e da quanto abbiamo visto nel mio articolo precedente “666: il numero della vita e Sorat è il demone solare”, non è difficile ravvisare un’ origine ancestrale di un culto geometrico-solare. La Ka’ba al centro della Mecca era stata originariamente edificata secondo misure segrete risalenti a un corpus matematico abramitico, verosimilmente ereditato per vie iniziatiche fin dai Sumeri, passando per Accadici e Babilonesi.

Non ci sono notizie certe sulla struttura originale che non è opera di Maometto ma, si narra, di Ismaele figlio di Abramo. È sicuramente un’eredità sapienziale alla quale, per fasi successive, sono stati attribuiti altri valori, altri messaggi, altre simbologie. Si dice fosse più piccola delle misure odierne (11,3X12,86X13,1m) dovute ad interventi progressivi durante tutto l’arco della storia islamica privandola della perfetta forma cubica. L’ ipotesi è che la prima Ka’ba da cui discendono le altre, dovesse rispettare il numero 666, e i costruttori, per rendere tangibile tale numero, imposero al lato del cubo originale il valore di 11 metri.

Infatti, 666×2=1332 e 11x11x11=1331.

Quello che gli antichi sapevano per via indiretta riguardo alle misurazioni astronomiche e geodetiche, noi pensiamo sia impreciso rispetto alla tecnologia di cui disponiamo. Ma è indubbio che il loro modo di ragionare e di percepire il visibile, attendeva alla perfezione della geometria sacra che non risente, essendo metafisica, delle deformazioni sensoriali, strumentali e relativistiche. Quel legame tra i numeri 6 e 111, che gli astronomi-sacerdoti dall’alto delle Ziqqurat avevano scoperto, si riferiva al rapporto tra i diametri del Sole, della Terra e della Luna Per loro il Sole aveva verosimilmente un diametro 111 volte più grande del diametro della Terra che, stando ad alcune ricerche interessanti sul Cubito Aureo proposte da Vasile Droj (autore discusso e discutibile per certi versi, ma da non sottovalutare integralmente), rappresenterebbe la dimensione cubica del valore del cubitino(2,286) che si ottiene dalla radice quadrata del valore del cubito aureo (0,52286m), il vero cubito usato dai costruttori antichi per erigere i monumenti solari e lunari, che rispetto a quello “storicamente accettato” presenterebbe proprietà matematiche del tutto affini al Φ della sezione aurea.

Il caso che tutto spiega, ci edifica a considerare ogni relazione matematica tra oggetti, mere coincidenze, e le speculazioni astronomiche degli antichi frutto di un’infanzia scientifica ormai superata. Ora, prendendo in considerazione l’adimensionalità dei numeri che ci interessano, il 6 e il 111 della Ka’ba e il cubito aureo di Vasile Droj avremo:

666×5,2286 = 3.482 (diametro Luna)

questo valore adimensionale, che gli antichi conoscevano, è molto attendibile e corrisponde ai 3474km del valore attuale, perché le osservazioni delle eclissi erano precise e ponevano domande relative alle dimensioni apparenti del disco solare rispetto a quello lunare che risultavano misteriosamente coincidenti durante quelle totali; si noti anche che il mese siderale lunare è calcolabile in;

5,2286² = 27,34

contro i 27,32 giorni teorici;

666x400x5,2286 = 1.392.899 (diametro Sole)

 

molto vicino al valore attuale 1.391.400km, ma si può considerare esatto vista l’oscillazione periodica delle dimensioni del sole in eccesso o in difetto dai dati osservativi, dovute alla sua attività nucleare e magnetica;

(666×100)/5,2286 = 12.737 (diametro Terra)

 

il diametro della Terra oggi è quantificato in 12.742km;

666x110x5.2286 = 383.047 (distanza Terra-Luna)

il cui valore odierno è 384.400km;

666x11x5,2286⁶ = 149.685.394 (distanza Sole-Terra)

 

che molto si avvicina ai 149.600.000km adottati dagli astronomi come unità di misura standard codificata come u.a..

Il Poliscriba

 

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