8 Ottobre 2024
Filosofia

“Le basi esoteriche della microbiologia. Principi per una nuova teoria della vita basata sul Pensiero Esteso” di Emanuele Franz

“Le basi esoteriche della microbiologia.

Principi per una nuova teoria della vita basata sul Pensiero Esteso” di Emanuele Franz

In questo lavoro, frutto di otto anni di studi e ricerche, viene avanzata una teoria, la teoria del “Pensiero Esteso”, che pretende, tra le altre, di spiegare la vita senza l’ausilio dell’evoluzionismo e per fare ciò elabora una nuova visione della mente. L’idea di fondo di questo studio è uno sviluppo, ma in una accezione completamente nuova, della morfologia goethiana che prevede che un modello interno all’organismo si manifesti e non viceversa come vuole l’evoluzionismo darwinista. Questo modello è preesistente e universale e abbraccia tutti gli organismi. Si tratta quindi di stabilire

Franz 2quale che sia questo modello originario e in che rapporti esso entri con la Psiche e il Pensiero fino a stimarne i rapporti e l’influenza sul corpo. Il risultato sarà che il Pensiero determina il corpo e non viceversa.

www.audaxeditrice.com

Emanuele Franz è un poliedrico scrittore, nel 2008 fonda Audax Editrice, che tutt’ora dirige, la casa editrice artigianale che rilega le proprie edizioni a mano conservando le tecniche di legatoria tramandateci dal passato. Spazia dai romanzi alla saggistica, dai dialoghi alle opere drammatiche, dalla letteratura di montagna all’ermetismo. Sua passione è anche la recitazione e come Attore ha prestato la sua attività in Friuli e in Lombardia.

Commenti a “Le basi esoteriche della microbiologia”

“Sono rimasto molto interessato da quest’opera, e mi auguro di poterla approfondire seriamente”
Noam Chomsky

“Questa teoria sembra aprire completamente nuovi orizzonti” Noam Chomsky, Professore emerito di linguistica al Massachusetts Institute of Technology (MIT) è riconosciuto come il fondatore della grammatica generativotrasformazionale,spesso indicata come il più rilevante contributo alla linguistica teorica del XX secolo.

“Sono sicuro che questo libro desterà molto interesse. Mi è sembrato essere vicino ad una impostazione filosofica, almeno in parte, vicina al pensiero di Platone”
Franco Fabbro, Professore Ordinario all’Università di Udine, neuropsicologo.

“Questo testo coltiva la grande ambizione di giungere ad una visione globale ed integrata di tutto l’esistente grazie al –Pensiero Esteso-, che può essere definito un principio vitale preesistente e comprendente ogni altra forma di esistenza sia materiale che astratta. Il tentativo è quello di dare una base scientifica, addirittura matematica, ad una idea che è essenzialmente il frutto di una intuizione molto più vasta, in grado di interpretare l’intera esistenza. Questo tentativo, accompagnato da lunghi studi e da approfonditeconsultazioni, merita un attento interesse e un qualche riconoscimento. Per quanto riguarda la mia esperienza professionale posso confermare che la consapevolezza è la vera essenza di ogni evoluzione. Lo stesso inconscio umano non è che la parte nascosta di quel –Pensiero Esteso- che qui è ipotizzato come sostanza di ogni cosa, tale da poter essere definito la mente diffusa di Dio. Un giorno qualcuno si spingerà oltre questi già arditi confini
e troverà il modo di accordare il valore di questa sintesi filosofica ad una prospettiva ancora più affascinante: quella di inserire l’amore nel destino
finale e nel significato originario di tutto il creato.” Albino Comelli, Poeta, scrittore e specialista nell’ipnosi regressiva.

“Franz ha azzardato un’ipotesi creazionista partendo dal pensiero di Dio e questa è una buona idea perché aggancia ogni cosa ad un disegno superiore. Apprezzo il coraggio di questo giovane e intelligente pensatore che ha affrontato un’avventura mentale non priva di rischi ma che è sostenuta dal fascino di una vasta immaginazione.”
Monsignor Dario Savoia, filosofo, teologo, presidente dell’Istituto di Antropologia Comparata, giàmagistrato del Supremo Tribunale della Sacra Rota del Vaticano.

“Un libro che sembra minare nelle fondamenta tutto lo scibile umano”
Paolo Maurensig Scrittore, autore de:-La variante di Lüneburg-;- Teoria delle ombre-;
(Adelphi Editore ) e -Canone inverso- (Mondadori Editore)

“Non so se la teoria di Emanuele Franz, la sua confutazione di Darwin e i suoi riferimenti matematici siano risolutivi e rivoluzionari. Ma trovo interessante lo sforzo verso una grande impresa, l’impeto spirituale che lo caratterizza, l’ispirazione presocratica, platonica e neoplatonica che percorre il suo pensiero esteso (che a dirlo, pare una sintesi tra le cartesiane res cogitans e res extensa). E la sua convinzione che il pensiero determini il corpo e non si riduca alla dimensione del singolo individuo. Raro è incontrare ingegni vivaci e appassionati che s’interrogano sul destino dell’uomo e del mondo e non si arrendono all’universo automatico e funzionale della tecnica. Cercano l’essere e non la password…”
Marcello Veneziani Giornalista, filosofo e saggista italiano.

“Un libro rivoluzionario che mette da parte la teoria della vita come l’abbiamo sempre imparata a scuola, manda in pensione il darwinismo per sostenere invece l’idea di un -Pensiero Esteso-”
Radio Rai Uno; 19 aprile 2016

“Un libro veramente notevole. È raro vedere opere filosofiche così dense oggi come oggi. E l’intuizione di fondo è veramente significativa”
Angelo Tonelli Grecista, fra i massimi viventi e poeta, vincitore Premio Montale 1998

2 Comments

  • Antonio 31 Agosto 2016

    Sul lavoro di questo autore non posso esprimermi, non avendolo ancora letto: posso solo dare qualche consiglio disinteressato.
    Tentare di contrastare qualche pregiudizio dello scientismo moderno usando magari la sua stessa logica e stando all’interno dello stesso, questo è controproducente perché finisce per andare a suo vantaggio, trattandosi di semplice contrasto dialettico.
    Fino a qualche tempo fa non passava anno senza che la Sinistra accusasse la Destra di non avere cultura. A destra si reagiva sempre nello stesso modo, come bambini colti in flagrante che cercano di giustificarsi: anche noi abbiamo questo, quello e quell’altro ancora, trasformando così i propri avversari nei “grandi”, in giudici supremi a cui noi dobbiamo rendere conto. Si doveva invece reagire attaccando, accusando la cosiddetta cultura di sinistra di essere culturismo straccione, un intellettualismo di maniera avente solo lo scopo di mascherare la nullità dei suoi contenuti.
    Nei confronti dello scientismo moderno, va sempre denunciato il suo grossolano riduzionismo, illogico e irrazionale, secondo il quale il più deriva dal meno e il superiore deriva dall’inferiore (intesi in senso qualitativo). Più che di materialismo, si deve sempre parlare di riduzionismo, perché il materialismo è solo la forma più grossolana di riduzionismo. L’elemento inferiore di base può essere variato a piacere: ciò che qua è la materia o l’atomo, là diventa il gene, l’energia, la forma geometrica, il subconscio o l’inconscio e perfino uno psichismo diffuso o coscienza immanente.
    In fondo alla china di ogni riduzionismo, c’è il ragionamento fatto da quel tontolone che, vedendo che l’edificio è fatto di mattoni e che senza di questi non potrebbe esistere, giunge alla geniale conclusione che sia stato il mattone a ideare e costruire l’edificio! L’orientamento della scienza moderna non è molto distante da simile ragionamento! E dire che basterebbe fare notare la sottile differenza esistente tra ciò che serve per manifestare e ciò che si manifesta, per assestare un colpo quasi mortale allo scientismo moderno.
    Ciò che serve per manifestare (carta e penna, atomo, gene, energia, forma geometrica ecc.) può essere magari in assonanza simpatica, ma in realtà è altra cosa e poco ha a che vedere con ciò che si manifesta; credere l’opposto, equivarrebbe a credere che siano stati la carta e la penna a concepire quei pensieri, e che il mattone abbia progettato e costruito l’edificio. Ciò che serve per manifestare è solamente un supporto passivo, ma non è affatto il responsabile di ciò che si manifesta, che esprime una valenza diversa (il senso e il significato).
    Concepire o creare non è la stessa cosa che il manifestare. L’architetto concepisce un progetto e lo manifesta a un certo livello per mezzo di un agente (il muratore) che agisce su di un elemento amorfo. Questa catena creativa è fatalmente gerarchica ( con buona pace per gli immanentisti!), né può essere evitata ricorrendo al solito trucco di una coscienza diffusa immanentemente nel tutto (nel molteplice). Per rendere l’idea, assegnando al singolo mattone un briciolo di coscienza, la riunione di una moltitudine di mattoni darà solo luogo a una coscienza collettiva che non sarà comunque in grado di andare oltre il mattone e l’ammasso informe di mattoni (oscillazione orizzontale tra l’individuale e il collettivo in rapporto interdipendente)
    Per quanto riguarda il pensiero, questo è un semplice elemento plasmante, ne deriva che devono certo esistere altri due fattori: un elemento da plasmare e colui che si serve del pensiero per plasmare, altra trinità funzionale in rapporto gerarchico.

  • Antonio 31 Agosto 2016

    Sul lavoro di questo autore non posso esprimermi, non avendolo ancora letto: posso solo dare qualche consiglio disinteressato.
    Tentare di contrastare qualche pregiudizio dello scientismo moderno usando magari la sua stessa logica e stando all’interno dello stesso, questo è controproducente perché finisce per andare a suo vantaggio, trattandosi di semplice contrasto dialettico.
    Fino a qualche tempo fa non passava anno senza che la Sinistra accusasse la Destra di non avere cultura. A destra si reagiva sempre nello stesso modo, come bambini colti in flagrante che cercano di giustificarsi: anche noi abbiamo questo, quello e quell’altro ancora, trasformando così i propri avversari nei “grandi”, in giudici supremi a cui noi dobbiamo rendere conto. Si doveva invece reagire attaccando, accusando la cosiddetta cultura di sinistra di essere culturismo straccione, un intellettualismo di maniera avente solo lo scopo di mascherare la nullità dei suoi contenuti.
    Nei confronti dello scientismo moderno, va sempre denunciato il suo grossolano riduzionismo, illogico e irrazionale, secondo il quale il più deriva dal meno e il superiore deriva dall’inferiore (intesi in senso qualitativo). Più che di materialismo, si deve sempre parlare di riduzionismo, perché il materialismo è solo la forma più grossolana di riduzionismo. L’elemento inferiore di base può essere variato a piacere: ciò che qua è la materia o l’atomo, là diventa il gene, l’energia, la forma geometrica, il subconscio o l’inconscio e perfino uno psichismo diffuso o coscienza immanente.
    In fondo alla china di ogni riduzionismo, c’è il ragionamento fatto da quel tontolone che, vedendo che l’edificio è fatto di mattoni e che senza di questi non potrebbe esistere, giunge alla geniale conclusione che sia stato il mattone a ideare e costruire l’edificio! L’orientamento della scienza moderna non è molto distante da simile ragionamento! E dire che basterebbe fare notare la sottile differenza esistente tra ciò che serve per manifestare e ciò che si manifesta, per assestare un colpo quasi mortale allo scientismo moderno.
    Ciò che serve per manifestare (carta e penna, atomo, gene, energia, forma geometrica ecc.) può essere magari in assonanza simpatica, ma in realtà è altra cosa e poco ha a che vedere con ciò che si manifesta; credere l’opposto, equivarrebbe a credere che siano stati la carta e la penna a concepire quei pensieri, e che il mattone abbia progettato e costruito l’edificio. Ciò che serve per manifestare è solamente un supporto passivo, ma non è affatto il responsabile di ciò che si manifesta, che esprime una valenza diversa (il senso e il significato).
    Concepire o creare non è la stessa cosa che il manifestare. L’architetto concepisce un progetto e lo manifesta a un certo livello per mezzo di un agente (il muratore) che agisce su di un elemento amorfo. Questa catena creativa è fatalmente gerarchica ( con buona pace per gli immanentisti!), né può essere evitata ricorrendo al solito trucco di una coscienza diffusa immanentemente nel tutto (nel molteplice). Per rendere l’idea, assegnando al singolo mattone un briciolo di coscienza, la riunione di una moltitudine di mattoni darà solo luogo a una coscienza collettiva che non sarà comunque in grado di andare oltre il mattone e l’ammasso informe di mattoni (oscillazione orizzontale tra l’individuale e il collettivo in rapporto interdipendente)
    Per quanto riguarda il pensiero, questo è un semplice elemento plasmante, ne deriva che devono certo esistere altri due fattori: un elemento da plasmare e colui che si serve del pensiero per plasmare, altra trinità funzionale in rapporto gerarchico.

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