Dedica
Ai maestri che hanno indirizzato il mio cuore e le mia anima.
Ma anche a mia madre che ancor giovane mi fece conoscere libri sull’Arte.
Prefazione
Tutto è cominciato a causa di una piccola disattenzione. Anche se ho sempre pensato, forse troppo ingenuamente, di poter trovare nei libri qualcosa che mi desse una maggiore pienezza e profondità di vita, è stata la frequenza della Vibrazione Cosmica ricevuta in maniera banale, a dare maggior sentimento e vita alla mia coscienza e a tutto ciò con cui ero in contatto, compreso il mio passato. È lei che mi ha permesso di resettarmi e riformattarmie di conseguenza, tra le altre cose, di scrivere questo piccolo libro. A tutt’oggi penso di non aver ancor capito pienamente quello che ho ricevuto, ma vorrei comunque provare a parlarne e dedicare questepoche pagine a coloro che,confusi e senza sapere cosa fare, si trovano trascinati alla deriva dalla Marea Cosmica delle proprie incarnazioni, aggrappati sullazattera della propria coscienza. Spero che questo mio scritto possainiziare ad aiutare chi è nelle stesse condizioni in cui io mi sentivo e, in un qualche modo, possa aiutare a trovare la Vibrazione Cosmica che sorregge l’Esistenza e con essa gestire meglio gli accadimenti della propria vita terrena e se stessi.
Vi auguro una buona lettura.
Capitolo 1
Serata noiosa con piccolo imprevisto domestico
Avevo preso la decisione di starmene per un certo periodo di tempo nella mia casa in collina tra boschi, prati e campi coltivati, a contatto con il silenzio e la quiete; perché volevo eliminare da me tutto ciò che di stressante e negativo avevo assimilato negli ultimi tempi vivendo in città. La mattina mi piaceva alzarmi presto, per andare in paese al mercato, o per avventurarmi lungo i sentieri di campagna. Durante il pomeriggio, invece, molto spesso rimanevo in casa a leggere e a scrivere fino a poco prima di sera, momento in cui uscivo a osservare la bellezza del sole quando scende dietro i monti che racchiudono l’ampia valle.
Se ben ricordo, per tutto quel giorno il brutto tempo e la pioggia m’impedirono di uscire di casa. La sera, di conseguenza, mi sentivo un po’ triste e anche teso, sensazioni che più o meno a tutti capita di provare nei giorni di pioggia c
Pensai così all’unica possibilità che avevo sempre pronta in cucina, anche se non si trattava di una vera cena: uova cotte al tegamino con prosciutto, accompagnate dapane tostato e birra. Infine, per riempire l’ultimo sprazzo di serata, sarei andato nello studio, con il caminetto acceso, a riordinare pagine scritte. Così mi ritrovai seduto alla scrivania su cui, oltre al PC, c’era una gran confusione di libri e oggetti. Immerso in un’atmosfera fatta di semioscurità e del riverbero della luce emanata dal fuoco, diedi un’occhiata ad alcuni titoli davanti a me, nella speranza di trovare in essi qualcosa d’interessante che mi desse la spinta per superare la voglia di far niente. Allungai la mano e presi un libro, portandolo a me senza fare attenzione.
In mezzo a quel gran disordine, un lato del volume ne spostò un altro, che ne urtò un terzo su cui era appoggiato un piccolo vassoio d’ottone che iniziò a cadere con tutto ciò che vi stava sopra. Istintivamente, per evitare il peggio, allungai anche l’altra mano. Riuscii a fermare il rovesciamento del vassoio ma non del suo contenuto. Tra le cose di cui non riuscii ad impedire la caduta c’era una boccetta di vetro da10 ml, una di quelle che vengono date in omaggio alle conferenze. Quando arrivò sulla scrivania si frantumò, e tutto l’olio che conteneva si rovesciòsu un libro rimasto aperto e anche sulla mia mano. Poi tutto si fermò nuovamente e nel silenzio si udiva solo il fuoco del caminetto ardere, sfrigolando sui ciocchi di legno.
Sospirai: “Bene! Non ci mancava che questa…” Risistemai alla meglio libri e oggetti caduti e mi alzai per prendere della carta assorbente con cui pulire. Mentre mi recavo in cucina mi strofinai le mani, pensando di togliere l’olio dalla pelle, che invece penetrò più in profondità. Ritornai nello studio e, mentre raccoglievo ciò che rimaneva della boccetta e del suo contenuto, lessi l’etichetta: “Fluoil: 5° Chakra, Comunicazione- Laboratorio di produzione Logos 10. Strano nome – pensai – chissà poi perché collegato con il quinto Chakra. Ma se l’hanno chiamato così ci sarà un motivo…”
Cercai di asciugare anche le pagine del libro che si erano impregnate, ma capii da subito che sarebbero rimaste indelebilmente macchiate. L’unica cosa positiva di questo piccolo imprevisto domestico era l’aroma diffuso in maniera evidente in tutto lo studio e sulle mie mani. Cominciavo a sentirmi inebriato da ciò che inspiravo e mi accorsi che quella parte di me che prima diceva “Lascia stare. Non sei annoiato? Puoi farlo benissimo un’altra volta”, si stava convincendo che forse era meglio collaborare e cercare di fare qualcosa. Anche il mio umore iniziava a cambiare, e da triste diventava sereno e sorridente.
Per godere meglio di questo miglioramento mi affacciai alla porta finestra del mio studio, che offriva in quel momento un panorama serale della valle. Per qualche minuto restai lì a osservare poi, ritornando alla scrivania, mi resi conto che qualcosa vibrava silenziosamente, in me e intorno a me, creandomi uno stato di benessere fisico assai piacevole. Accesi la lampada sul tavolo, che illuminò meglio la stanza eil libro rimasto aperto mettendo in evidenza l’immagine diMaria col Bambino Gesù e S. Anna (Leonardo da Vinci, cartone incompiuto. London-National Gallery). In quella insolita atmosfera mi sembrò di vederla per la prima volta e per questo motivo continuai a osservarla con più attenzione, oltre la sua bellezza, cercando forse, in modo inconsapevole, qualche altro significato.
Continuai ad osservare l’immagine fino a quando, voltai la pagina e mi ritrovai davanti il dipinto raffigurante la Madonna del garofano. Anche questa volta però non mi soffermai solo sulla dimensione estetica dell’opera riprodotta: fui attratto dai dettagli che non avevo mai preso in considerazione prima di allora e a cui non avevo dato mai né peso né misura. Chissà cosa poteva significare questo mio nuovo modo di vedere: forse l’inizio della scoperta di una verità? Una verità nascosta in un’informazione vecchia di secoli e che aspettava soltanto un’opportunità, anche banale, per ripresentarsi?
Mentre continuavo ad osservare quei particolari e a riflettere su come potesse essere strana la mia vita, con tutto quell’intrecciarsi di eventi esteriori e interiori, non mi accorsi subito della presenza eterea e luminosa di Leonardo Da Vinci silenziosamente apparsa accanto a me. La sua immagine proveniva dalla dimensione in cui ora vive o era solo una mia visione? A tutt’oggi ancora non ho trovato una risposta. Comunque l’immagine era lì, ed era più vera di come appariva nei ritratti. Leonardo mi guardava senza dire nulla, con l’aria di uno che la sa lunga sulla vita e sulle persone, in particolar modo su di me. Sentivo che arrivava a percepire, nella mia coscienza, cose che io stesso non avevo mai avuto il coraggio di tirare fuori, rinviandole sempre con una scusa.
La cosa mi dava un po’ fastidio ma poi non più di tanto, perché comunque ciò mi lasciava intuire qualcosa di buono, che aveva profondamente a che fare con me stesso e che una volta capito ed accettato, avrebbe permesso al mio destino di rimettermi in gioco per qualcosa d’importante. Certo, Leonardo non mi diceva nulla di più di quello che solo ora cominciavo a vedere e capire nei suoi dipinti.
“Possibile che sia così?” pensavo, guardando per l’ultima volta la sua immagine che, sorridendo, lentamente spariva. “Tutta l’opera di Leonardo viene studiata da molti secoli e da veri studiosi, ma non mi sembra che alcuno ne abbia mai parlato. Di sicuro mi sbaglio: in fondo, per la mia semplice anima l’Arte è solo un hobby, le mie considerazioni non raggiungono mai l’accuratezza di analisi di un esperto. Sono solo un lettore curioso che vuole passare qualche ora del suo tempo libero immerso in qualcosa che ritiene interessante.”
Quello che ora cominciavo a capire avvalorava ancor di più l’ipotesi che Leonardo fosse stato un Maestro! Ricordavo di aver letto qualcosa sull’argomento, riferimenti a documenti storici (come Il Santo Graal di M. Baigent, R. Leigh, H. Lincoln), ma alla fine tutto era risultato un falso. “Sto solo fantasticando, è meglio lasciar perdere”.
In quel momento mi sforzai di tornare in me stesso e mi concentrai sul libro, ma qualche secondo dopo ci ripensai e togliendomi gli occhiali esclamai: “Però! Chissà quale potrebbe essere la verità?” Continuai a riflettere, senza peraltro arrivare a nessuna conclusione. Mi rimisi gli occhiali e ripresi a cercare, guardando e riguardando tutti i dipinti e i disegni. Così, usando la logica di ricerca scoperta poco tempo prima e tralasciando ogni considerazione estetica, lirica, o comunque sia poetica, in altri quadri trovai ancora qualcosa. “Un riferimento forse a un’altra Arte? Ripetuto sotto forma di vari codici, il più delle volte geometrici, ma anche numerici e coloristici? Quelle informazioni, Leonardo le avrà dipinte coscientemente affinché altri potessero vederle e sapere? Se anche fosse, non si tratta certo di informazioni facili da capire. Anzi, sembrano destinate solo a chi avrebbe saputo interpretarle.” Perché quelle informazioni mi sembravano così interessanti pur non essendo puramente estetiche? Di sicuro indicavano qualcosa oltre l’Arte della Pittura.
Continuando a seguire queste tracce ripetute in maniera diversa, cominciavo a cogliere il progredire del pensiero del Maestro sia nella sua Arte pittorica sia in un’altra Arte, e vedevo come entrambe si andavano affinando con l’esperienza e il passare degli anni. “Perché Leonardo ha voluto mostrare in diversi suoi quadri dei riferimenti a un’altra Arte? È possibile che, tra i tanti studiosi, nessuno abbia mai notato questo aspetto? Quest’Arte nascosta al linguaggio comune, a cosa può servire?” Queste erano alcune delle domande che cominciavano ad affacciarsi nella mia mente dopo aver letto e a mio modo interpretato i vari dipinti. Non sapevo con certezza se potessero considerarsi valide o meno, ma queste erano!
Massimo Di Muzio (1 – continua)
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