Come sputtanare un simbolo nazionale fra l’indifferenza di tutti compresa la cosiddetta Destra
Negli anni Sessanta del secolo scorso un deputato missino invalido di guerra che si chiamava Nino De Totto, andò a lavare i gradini dell’Altare della Patria, dove in precedenza si era recata una delegazione di partigiani, ritenendo così di sanare platealmente una “profanazione”. Intervenne la polizia e fu portato via di peso manu militai nonostante la sua grave menomazione a un braccio. Altri tempi, altri ministri, altro clima… In fondo il deputato stava facendo senza saperlo una azione lustrale… Oggi, sessant’anni dopo, è permesso tutto. O meglio: a certuni o a certune è permesso tutto. Se un gruppo di giovani “estremisti di destra” avesse fatto il saluto romano di fronte al Vittoriano sarebbero stati denunciati o magari arrestati per “apologia di fascismo” e subito condannati in quanto, hanno sentenziato alcuni giudici, alzare il braccio teso in pubblico implica un “atto di proselitismo”, mentre in privato sembrerebbe di no. Siamo o non siamo la “patria del diritto”? E comunque la democrazia vigila…
Non si è mossa paglia, come si dice a Roma, invece allorché un folto e giulivo gruppo di “femministe” lo scorso 8 marzo si è schierato sui medesimi gradini ed ha sollevato le coloratissime gonne mostrando, quelle senza indumenti intimi, il sesso. Accovacciato ai loro piedi un ragazzino (condotto lì con questo scopo?) osservava incuriosito la courbetiana “origine del mondo”. Alle loro spalle i due militari di guardia al Sacello del Milite Ignoto. E’ o non p questo “oltraggio al pudore” per di più di fronte ad un minorenne? Dovevano o non dovevano essere se non arrestate almeno identificate e denunciate queste allegre signorine? E poi sarebbe stato curioso vedere come se la sarebbero cavata i giudici per scovare i motivi per cui assolverle…
Ma a parte questo aspetto di mera attività di ordine pubblico, si deve o non si deve considerare il gesto come una offesa e una profanazione al simbolo della nazione, al luogo dove è custodito il soldato sconosciuto della Grande Guerra che rappresenta seicentomila morti? Magari se vi fosse stata sepolta una Milita Ignota il gesto non sarebbe stato fatto… E le nostre “femministe” ignorano evidentemente che esiste una Madre Patria, femminile e maschile allo sesso tempo. E di fronte a ciò non sarebbe stato il caso di un giudizio in merito da parte dei responsabili diretti, dato che anche l’immagine ha fatto il giro delle Reti Sociali e anche qualche quotidiano l’ha pubblicata? Se non far i almeno parole. Invece non solo nessuno è andato a lavare quei gradini, ma il mondo politico italiano ha taciuto in modo assoluto e completo. Non hanno trovato un accidente da dire il presidente della Repubblica, il presidente del Consiglio, il ministro della Difesa signora Pinotti, il ministro dell’Interno, il prefetto di Roma, il sindaco di Roma signora Raggi. Soprattutto hanno taciuto i rappresentanti della variegata Destra italiana, dai moderati agli estremisti, che in teoria dovrebbero essere i “gelosi custodi” dei valori che si concentrano nell’Altare della Patria. Evidentemente avevano cose più importanti cui preoccuparsi, o anch’essi soggiacciono al tabù femminista. Che io sappia, solo il senatore Maurizio Gasparri ha presentato una interrogazione (cui non verrà mai data risposta, scommetiamo?).
Allora ci si chiede: a certe persone, in questo caso le “femministe”, è consentito tutto? a loro è permesso tutto? Ad esempio non solo scoprire il sesso, ma anche simulare un aborto di fronte ad una chiesa romana, come è stato anche fatto, con una signorina vestita da Madonna? Allora la legge non è uguale per tutti? Nella Russia dello Zar Putin tre ragazze del movimento “Femen” che si sono presentate sull’altare di una chiesa ortodossa a seno nudo sono state arrestate subito, condannate e messe in galera. Ma noi non siamo a Mosca, bensì a Roma dove la presunta tolleranza è la regola almeno verso certe categorie. E infatti silenzio del Vaticano, del papa e dei presti in genere. Anche chi devasta le città, i pochissimi che sono fermati, in genere vengono immediatamente scarcerati e assolti, tanto per dire. Mostrare il sesso da parte di una donna ha molti significati archetipici e ancestrali noti sin dall’antichità, come ha ricordato Alessandro Giuli, il nuovo direttore del settimanale Tempi, unico in ambito giornalistico a sollevare il caso dell’Altare della Patria e a denunciare il silenzio delle istituzioni. Significa invito, orgoglio, sfregio, provocazione, disprezzo, rivendicazione, sfida. Ma le sciamannate femministe sui gradini del Vittoriano non sono certo Caterina Sforza che, di fronte a chi aveva presi prigionieri i suoi figli minacciando di ucciderli, si sollevò le gonne (allora non esistevano gli indumenti intimi) e disse: fate pure sono attrezzata per farne altri! Le poverette dell’8 marzo non hanno voluto dimostrare la loro femminilità ai piedi di un monumento maschilista, ma semplicemente provocare e disprezzare, compiere un plateale sfregio ad un simbolo che dovrebbe rappresentare l’intero Paese, praticamente sicure della loro impunità.
Non siamo in Russia, non siano in Thailandia dove tre italiani idioti hanno dato fuoco alla bandiera nazionale e subito sbattuti in cella, e quindi immaginate cosa sarebbe successo se qualche poliziotto o vigile urbano avesse cercato di identificarle e magari multarle e trascinarle via con le brutte maniere. Non siamo un Paese normale e quindi si sarebbe scatenato il putiferio. Il povero poliziotto o vigile urbano sarebbe stato messo sul banco degli imputati, avrebbe dovuto spiegare e giustificarsi dell’insano gesto e tutti avrebbero preso le difese delle povere ragazze a cui era stata negata la libertà di espressione.. Dai giornalisti in prima linea ai politici subito dopo, per non parlare ella canea della Rete. Un capovolgimento della realtà. Chi sta da una certa parte ha sempre ragione, o perlomeno sempre una giustificazione valida e accettata, il conformismo impera, il politicamente corretto detta legge, una legge che prevale su quelle scritte valide per tutti gli italiani e le italiane. Cetti e certe sono intoccabili e possono fare quel che vogliono senza problemi: si pensi solo ai volgarissimi cortei per l’orgoglio omosessuale, o gay prides, dove ci si presenta per le strade (non sulle spiagge) quasi nudi in una carnevalata grottesca e nessuno osa dire nulla. Anche qui, se intervenisse qualcuno per evitare le esagerazioni volute, le provocazioni ostentate, sarebbe additato al pubblico ludibrio, sarebbe metaforicamente linciato, e dovrebbe giustificarsi. Gli omosex di un tipo e di un altro, da discriminati che dicevano di essere ora sono diventati discriminatori di chi non la pensa come loro, degli intoccabili più uguali degli altri come i maiali di Orwell.
La decadenza di una nazione si manifesta attraverso molti aspetti, uno dei quali è la trascuratezza prima, e poi l’abbandono della propria identità rappresentata dalla lingua e da alcuni simboli patrii, come è la bandiera o il solennizzare alcune date fondamentali o momenti cruciali della nostra storia patria spesso rappresentati da opere d’arte o architettoniche. Uno di essi è il Vittoriano. E’ perfettamente inutile, se non grottesco e ipocrita, che il capo dello Stato o ministri sciolti o a pacchetti si rechino a deporre corone di alloro, a baciare le coccarde tricolori e a raccogliersi in qualche minuto di silenzio (magari con la mano sul petto), se lo si lascia deturpare e disonorare senza la minima reazione, fosse solo verbale. Se ad esempio si è consentito di costruire un orrendo ascensore esterno per arrivare alla sommità del Vittoriano (esistono le scale interne), se si realizza un bar e un fast food sul suo terrazzo, se nessun ministro della Difesa, nessuna Sovrintendenza delle Belle Arti, soprattutto nessun ministro dei Beni Culturali ha reagito a questi scempi estetici ma anche simbolici, nonostante le molte proteste, obbligando la loro rimozione, perché ci dovremmo meravigliare del silenzio delle istituzioni di fronte a qualcosa di più grave sul piano fattuale e simbolico? L’assuefazione allo scempio era già iniziata… E se si permette adesso la sua profanazione sessista da parte di alcune sciagurate certe della loro impunità, e comunque se non si pronuncia una sola parola di condanna e deprecazione avvenuto il fatto, come minimo, allora vuol dire che sin dai vertici abbiano rinunciato ad essere una nazione con una sua storia e un suo futuro. Provate a fare cose simili all’Arco di Trionfo in Francia o al cimitero di Arlington negli stati Uniti e poi vedete che succede…
Qualche bello spirito progressivo, a destra e a manca, dirà che esageriamo e che ragioniamo in base a parametri ornai obsoleti. Non solo sbagliano, ma sono stati accecati e non si rendono conto di quel che avvenendo nel mondo: sopravvivono, e sopravviveranno, soltanto quei popoli e quelle nazioni che hanno e avranno una solida identità culturale e religiosa, che non si faranno inglobare in un minestrone omogeneizzato. E prevarranno quei popoli e quelle nazioni che avranno una identità culturale e religiosa più forte degli altri, che non si piegheranno e difenderanno i loro simboli. Se la sensibilità si è atrofizzata, se addirittura la destra politica e culturale che ci dovrebbero rappresentare è distratta e menefreghista, se la stampa tace eccetto una eccezione, allora, per parafrasare Heidegger, nemmeno un dio ci potrà salvare. Alle femmine, poverine, è concesso tutto, ebbene prepariamoci alla Ginecocrazia… A meno che non giunga una Dea terribile a salvarci.
Gianfranco de Turris
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