( Gardone Riviera, 1/3/ 1938…Stanza della Zambracca )
Lascia che il tuo corpo sia mio, istante sciamano di luna e
sorriderò, apnea d’ astri e lago, tra versi di spuma e ghiaia .
… Velivolo del cuore. Il morso delle nubi , oltre il nero e il viola dei velluti.
Spagiria di alcool e rose sullo specchio di Leda.
E l’ ombra del guerriero insonne si dissolve.
E ogni corridoio è una scheggianello sguardo.
Lascia che il tuo corpo sia mio. istante sciamano di luna.
Angiporti di postriboli, polverosi stivali sul sentiero dei rovi.
tra il nardo che riveste, luci fioca, la nuda danza delle ombre sugli arazzi.
Cerile visoni di maree ancillari, oltre le nubi zoppe e nere di Scione.
Lascia che il suo corpo sia mio , istante sciamano di luna.
e gli angeli nell’ amore inermi, sotto i ponti di Fiume
tutti i Do diesis nel cuore segneranno.
Incanti di stelle, muschio e vento d’ iprite, agrodolce essenza di utopie e abbracci.
Oltre il refrain alle mie orecchie amaro
“ Giovinezza di stoltezza
Presto muore chi disprezza , frode nera
e faccendiera, del feroce mascheraio…”
Lascia che il suo corpo sia mio, istante sciamano di luna e
risarai l’ ’ ora dei canneti d’ estate, il pugnale e lo sbadiglio del sole,
il mandala della rotta più estrema.
Aelis… Angizia delle anse e delle bisce.
Eterna lotta delle nubi e della zolla
Radulidjembè di greto e foce, un sentiero di foglie ogni
cuscino, le tue braccia di ghiaccio e di braci,
Aelis , tra nude anfore e penomba, il mozzo vociare delle vele e degli
Deidei derelitti sul rivo Pescaio.
Il tocco del lebbroso in me eterno.
Aelis, sorella di Eliphas mago… d’ alghe e malva
i mille sentieri delle mani.
L’ arpeggio che sfuma con la vita.
Bistro e salmastro abisso di correnti
Sabbia e vetri di clessidra sul tappeto,
i riflessi del dorso della Kely…
puzzle eterni… altre ali.
Stefano Stringini
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