In un saggio fondamentale riguardo alle tematiche religiose e alle loro implicazioni politiche, Origini del monoteismo e sue conseguenze in Europa, Gianantonio Valli e Silvano Lorenzoni hanno scritto che: “Sostituire la percezione del sacro con “una fede” è come sostituire un arto vivo con una protesi”. La loro critica è diretta principalmente al cristianesimo che con il paganesimo ha distrutto la religione naturale e spontanea degli Europei. Una riflessione tanto più importante oggi, che di fronte al fenomeno dell’immigrazione che lascia intravvedere la morte dell’Europa per sostituzione etnica, vediamo le Chiese cristiane, a cominciare da quella cattolica, nettamente schierate dalla parte degli invasori.
Qui occorre rifarsi prima di tutto a Nietzsche e respingere la morale buonista del cristianesimo, buonismo che oggi si traduce in masochismo etnico. D’altronde, però, bisogna riconoscere che questo buonismo suicida è fatto proprio anche dai cascami “laici” del cristianesimo, marxismo e ideologie di sinistra in primis. Non è possibile non fare nostra, anche sapendo che è stata pronunciata in un altro contesto culturale e ideologico, l’affermazione di Jean François Revel: “NE’ GESU’ NE’ MARX”.
Oggi il cristianesimo è senza dubbio in crisi, una crisi che appare irreversibile e sempre più grave, conseguenza necessaria, a mio parere, di essersi rivoltato contro quel contesto europeo che lo ha alimentato per quasi due millenni. Occorre tuttavia rilevare che l’unica vera via d’uscita da questa crisi, ritrovare le vere radici dell’Europa che si situano a prima e al di là del cristianesimo, è una via ancora intrapresa da pochi. Perlopiù, il RIFLUSSO del cristianesimo, come un calare della marea che lascia scoperta una spiaggia disseminata di immondizie, lascia il posto a forme “religiose” infantili che costituiscono un’ulteriore degenerazione del sacro o della sua percezione nel mondo occidentale contemporaneo, fenomeni di PATOLOGIA religiosa che contribuiscono ad aggravare la situazione di un mondo europeo-occidentale culturalmente e psicologicamente sbriciolato di fronte alle culture “colorate” non europee, non solo etnicamente esuberanti, ma spiritualmente coese; in primo luogo l’islam, che costituisce un pericolo che non può né deve essere sottovalutato, oltre a essere come un’eco particolarmente odiosa di quel fideismo fanatico e intollerante che era lo stesso cristianesimo ai tempi del suo splendore.
Vedremo di analizzare in questo articolo alcuni aspetti di questa patologia religiosa o religiosità patologica che testimoniano la regressione della percezione del sacro a livelli sempre più superficiali, infantili e ridicoli.
Lo stesso cattolicesimo oggi per la maggior parte dei “fedeli” si riduce a qualche rito esteriore (“andare a messa la domenica”) e a un generico buonismo (“vogliamoci bene”). Forse l’unico cattolicesimo che ha ancora una presa “forte” sui fedeli è quello legato ad alcune figure di santi-santoni-ciarlatani carismatici o al loro ricordo: da Padre Pio a Natuzza Evolo, personaggi che in altre epoche la Chiesa avrebbe probabilmente spediti dritti sul rogo, una “religiosità popolare” da cui gli intellettuali cattolici più smaliziati fingono di prendere le distanze, pur sapendo che senza di essa, della loro religione rimarrebbe assai poco.
Fuori dall’Europa, le cose camminano assai peggio: nell’America “latina” soprattutto presso le componenti “nere”, il cattolicesimo è solo una copertura (attraverso l’abbinamento tra Orisha, le divinità di origine africana e i santi cattolici) di culti tribali venuti dal Continente Nero: Candomblé, Vudu, Santeria.
Il che tra l’altro fa vedere l’impossibilità di una religione “cattolica” in senso etimologico, cioè universale, perché il senso del sacro è etnicamente determinato: laddove l’uomo europeo aspira al contatto con una dimensione sovrumana, il nero sembra anelare al subumano, a spiriti da cui farsi invasare, e non c’è differenza fra religiosità e possessione.
Se il cattolicesimo è messo male, il protestantesimo sta ancora peggio. Silvano Lorenzoni, che è un ricercatore che si è dimostrato particolarmente attento ai fenomeni religiosi, fa notare che al di là dell’aspetto estremamente frammentato che presentano le varie sette e conventicole in cui esso è diviso, il tono dominante è la bibliolatria, l’ossessione biblica, più o meno tutte le sette protestanti del mondo anglosassone non sono che varianti del calvinismo e, come fa notare Lorenzoni: “Un calvinista è un ebreo in tutto fuorché nel nome”. Prova ne sia che negli Stati Uniti molti si fanno circoncidere per motivi “religiosi”, ma forse la prova più evidente, è il costante appoggio fornito dagli USA alla politica di Israele, criminale e genocida nei confronti del popolo palestinese.
Questo tuttavia è un lato della questione, l’altro è rappresentato dal frazionismo in se stesso, dalla religione “fai da te”, dove domina una sorta di imprenditorialità privata, dove ogni tanto qualcuno fonda una Chiesa nello stesso spirito con cui aprirebbe un ristorante o un negozio di autoricambi, cioè la completa assenza dell’idea di CARISMA che noi non possiamo non associare alla religione.
Come era ovvio, la religione fai da te non ci ha poi messo molto a debordare fuori dal cristianesimo, non appena si è unito ad essa un totale lassismo intellettuale che mette disinvoltamente assieme cose incompatibili. Poniamo ad esempio che a qualcuno piaccia la figura di Gesù (nella sua versione più zuccherosa, s’intende) ma anche l’idea di reincarnazione, che è incompatibile con il cristianesimo, e naturalmente non rinunci a farsi fare l’oroscopo né ad appassionarsi ai presunti avvistamenti di UFO. Misceliamo il tutto, ed avremo la religione New Age, che ha tante facce, pressappoco quanti sono i suoi credenti, che è tutto e il contrario di tutto, i cui unici punti fermi sono buonismo zuccheroso, ottimismo fino ai limiti del ridicolo, rifiuto della razionalità, e naturalmente femminismo, per il semplice fatto che ha contagiato un pubblico prevalentemente femminile, di quel tipo di donne che sono sempre esistite e che non fanno un passo senza aver consultato la chiromante, ma un tempo non pretendevano di rappresentare un movimento di rinnovamento spirituale.
Se non sbaglio, è stato René Guenon a dire che il guaio degli uomini contemporanei non è di non credere più a nulla, ma di credere a tutto, e ne ha dato una chiara esemplificazione col suo testo sullo spiritismo, Lo spiritismo, storia di una pseudo-religione. La stessa diffidenza verso le presunte nuove religioni, l’ha giustamente manifestata Julius Evola in Maschera e volto dello spiritualismo contemporaneo, una casistica che oggi andrebbe notevolmente aggiornata e ampliata.
Soprattutto a partire dal ’68 e dagli anni della contestazione, abbiamo avuto prima negli Stati Uniti e poi in tutto il mondo cosiddetto occidentale, un florilegio di nuove religioni, di guru dalle dubbie ascendenze, venuti a insegnare un induismo volgarizzato e frainteso, e che più che ai progressi nella dimensione spirituale, hanno regolarmente dimostrato di essere interessati ai progressi nella dimensione del loro conto in banca.
C’è anche chi non ha preferito rifarsi a un modello pseudo-induista e ha preteso invece di costruire una religione “occidentale” pseudo-scientifica, che si è dimostrata “scientifica” soprattutto nello sfruttare con grande oculatezza e astuzia le risorse economiche degli adepti, sto parlando di Lafayette Ron Hubbard e della sua creatura: “Scientology”.
Devo essere sincero, tra i personaggi del mondo pseudo-religioso, Ron Hubbard è uno che mi sta particolarmente sullo stomaco. Il fatto è che quest’uomo ha iniziato la sua carriera come scrittore di fantascienza, prima di improvvisarsi guru e fondatore di una nuova religione. Questo “salto” può contribuire a confondere le idee della gente che di solito le ha già piuttosto confuse, facendo pensare che la fantascienza, genere letterario nel quale io stesso ho una carriera come autore, implichi una credenza di qualche genere, negli UFO o che so io, o sia sinonimo di assurdità, quando invece è un esercizio di libertà intellettuale e di apertura mentale.
Da autore, Hubbard è passato a fare il guaritore, creando di sana pianta una “nuova” psicologia, Dianetics, che è anche il titolo della sua principale opera teorica, che avrebbe lo scopo di rendere le persone “chiare” (clear) fugando i loro lati irrazionali e inconsci (le persone trattate con la sua terapia, di “chiaro” in realtà hanno mostrato soprattutto sintomi psicotici), il passo successivo è stato la creazione di Scientology, presunta religione scientifica, che di scientifico pare abbia soprattutto il metodo di spennare i gonzi che si affidano a essa. Come avvenne “la rivelazione” di Hubbard, la sua “caduta sulla via di Damasco”, lo sappiamo perché lui stesso l’ha raccontato. Poco prima di lanciarsi nell’avventura di Dianetics-Scientology confidò ad alcuni colleghi scrittori:
“E’ impossibile diventare ricchi scrivendo fantascienza, il modo per arricchire è fondare una religione”.
E a quanto pare, ci è riuscito.
Vi cito come curiosità il fatto che oltre a Scientology esiste anche Tolkienology, una “religione” che ha voluto vedere nell’autore del “Signore degli anelli” una sorta di profeta, e prende per reale la mitologia letteraria da lui inventata, vedendo nei suoi romanzi una “storia prima della storia”, supponendo che nel nostro mondo siano realmente esistiti in un’epoca remota elfi, nani, troll, hobbit, draghi parlanti e compagnia cantando, e che i Valar, le divinità immaginate da Tolkien siano appunto reali. In questo caso, però, la colpa non è di Tolkien, ma di alcuni suoi ammiratori troppo zelanti. Io non so se sia il primo caso di una religione nata di sana pianta da un romanzo di fantasy, ma scommetterei che a ogni modo non sarà neanche l’ultimo, e questo ci fa capire a quale livello infimo sia giunta oggi la degenerazione del sacro, o quanto meno della sua percezione, nel mondo occidentale contemporaneo.
Io mi sono chiesto più di una volta se sia possibile formulare un’idea talmente assurda, talmente in contrasto con i dati di fatto e le conoscenze più elementari, da non trovare nessuno disposto a crederci, o se invece un’idea per quanto assurda, sciocca, irrazionale possa essere, finisca sempre per trovare dei seguaci. Un esempio palmare in questo senso, mi sembra l’idea della Terra piatta che oggi, a quanto pare, impazza sul web, imponendo alla nostra conoscenza del mondo un regresso di tre millenni.
(A volte mi viene da ringraziare il Cielo per il fatto che la frase del vangelo “Andate e predicate ai quattro angoli del mondo” non sia stata presa alla lettera, altrimenti qualcuno vorrebbe imporci l’idea di una Terra non solo piatta, ma quadrata).
Naturalmente, esempi dello stesso genere non potevano mancare nemmeno in campo religioso, e se ci pensate, questa è una cosa davvero tragica, poiché in una cultura normale il significato dell’esistenza, il posto dell’uomo nel mondo, il suo destino ultimo, sono tematiche che andrebbero prese con la massima serietà. Un esempio in questo senso è rappresentato dalla cosiddetta religione pastafariana. Questa “religione” è nata a margine del dibattito sull’insegnamento del creazionismo a lato della teoria dell’evoluzione nelle scuole. Il suo inventore (“profeta” secondo i suoi seguaci), Bobby Henderson, laureato in fisica alla Ohio State University, ha rilevato una falla nella posizione creazionista: quando il creazionismo cerca di presentarsi come scientifico sotto la specie della “teoria del disegno intelligente”, non ne consegue affatto che il creatore che esso da per presupposto coincida con Geova, o in qualunque modo volete chiamare il Dio dell’antico e del nuovo testamento, potrebbe essere anche un’entità del tutto diversa, e Bobby Henderson, certamente con intenti polemici e parodistici, ha proposto che questo Dio creatore potrebbe essere un mostro volante fatto di spaghetti. Suppongo che l’idea gli sia venuta a tavola. Gli americani amano gli spaghetti con le polpette, e due polpette messe in posizione strategica su un piatto di spaghetti possono rozzamente ricordare gli occhi di un volto, e questo è appunto il disegno che si vede nelle raffigurazioni del “Dio” pastafariano.
Vi immaginerete, naturalmente, che nessuno sia disposto a credere in una religione nata con così evidenti intenti polemici e parodistici. In questo caso, vi sbagliate: questa “religione” chiamata pastafarianesimo per analogia con quella rastafari, si è diffusa tramite internet, guadagnando seguaci un po’ dappertutto. In Olanda e in Nuova Zelanda è stata ufficialmente riconosciuta come religione, sono stati celebrati matrimoni pastafariani, esistono luoghi di culto. In diversi Paesi i credenti hanno ottenuto di farsi fotografare sui documenti con il simbolo della loro religione: uno scolapasta in testa. Esiste anche una Chiesa pastafariana italiana, che ha anche il suo santuario a Dolada nell’Alpago.
Un’altra “religione” simile a quella pastafariana, diffusasi anch’essa attraverso internet, ma dalle origini più oscure e che almeno finora ha avuto minor successo, è quella che al Mostro di Spaghetti sostituisce un più accattivante Invisibile Unicorno Rosa.
Come faccia poi qualcosa di invisibile a essere rosa o di qualsiasi altro colore, questo non riesco a capirlo, ma probabilmente si tratta di un mistero della fede che un miscredente come me non può comprendere.
Di fronte alle aberrazioni dello spiritualismo contemporaneo, oggi ben più grottesco e caricaturale di quando Julius Evola scrisse Maschera e volto, molti ambiranno semplicemente tornare alla semplice fede dei padri. Sfortunatamente, questo non è possibile. Il cristianesimo cattolico e ortodosso (ma non quello protestante), ha svolto per secoli più o meno bene una funzione di surroga di quelle tradizioni native europee che aveva soppresso, ma questo è irrimediabilmente finito con il concilio Vaticano II. Il beato Marco da Aviano che realizzò la coalizione degli stati europei che portò alla vittoria di Lepanto, visse nel XVI secolo, mentre i preti tutti pro migranti e che anelano a trasformare le loro chiese in moschee, vivono adesso. Ma quello che più conta, è che non sono il clero e le gerarchie ecclesiastiche di oggi in contraddizione con un vangelo egualitario e cosmopolita: lo era il cattolicesimo pre-conciliare, e lo sono i cattolici che vorrebbero tornare a quei tempi.
Di fronte all’incalzare dell’immigrazione e alla minaccia dell’islam, noi non abbiamo bisogno della morale cristiana del “porgi l’altra guancia”, abbiamo bisogno di quella di Leonida alle Termopili, di Poitiers, di Lepanto, della Charlemagne schierata in difesa di Berlino.
NOTA:
Nell’illustrazione, a sinistra Maschera e volto dello spiritualismo contemporaneo di Julius Evola, al centro Lafayette Ron Hubbard, inventore di Dianetics e di Scientology, a destra una devota pastafariana con il simbolo della sua fede, uno scolapasta in testa: un’immagine che vale più di mille parole.