17 Luglio 2024
Tradizione Classica

La Luna è un’amante meravigliosa – Mirco A. Mannucci

Prima che gli dèi olimpici prevalessero, prima che il Dio della Terra di Israele conquistasse il mondo con la sua mano gelosa, la Madre regnava.

Era la Luna, una Padrona molto dura.

Era la vita, era la morte.

Cambiava, eppure era sempre la stessa. Non c’erano tempi, solo cicli, cicli su cicli, come gli infiniti cicli mestruali delle donne, che erano le Sue vestali, le
Sue sacerdotesse, le Sue ipostasi.

Lei governava sovrana. La Luna, lungo tempi immemoriali, unse i re con il suo sangue rosso per essere signori tra gli uomini, finché venivano sacrificati per nominare un nuovo re.

Selene era Madre, era Amante, era Padrona.

Per lei gli antichi bardi cantavano le loro canzoni notturne, le loro grida alte e strazianti raggiungevano il cielo. E i lupi ululavano nelle notti desolate.

Uomini e lupi, uniti sotto la sua regola.

Aveva un compagno, il suo potente campione, ma di lui parlero` in altra sede.

Ho detto abbastanza, anche troppo. Della Luna possono dire solo le donne, quando confabulano tra di loro, in segreti ginecei. Dicono, oggi come allora:

La Lune, c’est nous. La Luna siamo noi.

Vi lascio con la voce della sua ultima sacerdotessa, una tragica poetessa americana nota come Silvia Plath:

“Questa è la luce della mente, fredda e planetaria.

Gli alberi della mente sono neri. La luce è blu
Le erbe scaricano i loro dolori ai miei piedi
come se fossi un Dio,
Pungendo le caviglie e mormorando la loro umiltà.
Nebbie fumose e colme di spirito abitano questo posto
Separato da casa mia da una fila di lapidi.

Semplicemente non riesco a vedere dove si arriva.

La luna non è una porta.

È un volto a sé stante,
Bianco come una nocca e terribilmente turbato.
Trascina il mare dietro di sé come un crimine oscuro;
è tranquillo
Con la sua mascella spalancata in completa disperazione.

Io vivo qui
Due volte domenica, le campane fanno sobbalzare il cielo –
Otto grandi lingue che affermano la risurrezione.
Alla fine, cancellano sobriamente i loro nomi.

L’albero di tasso indica l’ alto e ha una forma gotica.
Gli occhi si sollevano e trovano la luna.

La luna è mia madre.

Non è dolce come Maria.

I suoi indumenti blu sciolsero piccoli pipistrelli e gufi.
Come vorrei credere nella tenerezza –
Il volto dell’effigie, ingentilito da candele,
Piegando, su di me in particolare, i suoi occhi miti.

Ho una lunga strada. Le nuvole stanno fiorendo
blu mistico sulla faccia delle stelle.

All’interno della chiesa, i santi vogliono essere tutti blu,
Galleggiano i loro piedi delicati su banchi freddi,
Le loro mani e le loro facce sono rigide di santità.

La luna non è nulla di questo. Lei è celere e selvaggia.
E il messaggio dell’albero di tasso è l’oscurità:

oscurità e silenzio. ”

Mirco A. Mannucci

1 Comment

  • Walter 21 Luglio 2019

    Buongiorno,
    vorrei sapere per favore di chi è quella bella immagine della Luna posta all’inizio dell’articolo.

    Vi ringrazio anticipatamente.
    Cordiali saluti
    W. Giuntini

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