Il mondo della letteratura fantastica riletto attraverso i cultural studies, un viaggio storico-letterario volto a inseguire un percorso immaginifico che si incrocia con il medievalismo, l’esotismo e soprattutto l’orientalismo. Una ricerca concentrata tesa a ridefinire il ruolo dell’Oriente nella narrativa di dell’immaginario, la sua percezione agli occhi del mondo occidentale, che ha posto così le basi per una dimensione distorsiva ricca di preconcetti, stereotipi e tropi di cui il fantastico è una lente d’ingrandimento e uno strumento di indagine. Dai poemi cavallereschi a Salgari, dal romanzo gotico agli orrori lovecraftiani, dalla penna di Robert E. Howard alle profezie del pianeta Dune, dalla Terra di Mezzo per finire alla contemporaneità del Trono di Spade e oltre.
Un lavoro inedito e del tutto originale nella sua sperimentazione di ricerca, un tentativo nel solco dei grandi intellettuali e orientalisti che negli anni hanno cercato di stabilire un contatto proficuo con le sfere culturali dell’Oriente. Può la letteratura fantastica essere un medium per analizzare le problematiche socio-storiche che intercorrono tra Occidente e Oriente? Possiamo affermare con certezza, usando le parole di Edward Said, che la controparte europea-americana abbia “orientalizzato” l’Oriente, rendendolo un “non-luogo” capace di recepire una carrellata incessante di stereotipi, tropi, topoi, comportamenti parodistici e cliché.
Questa distorsione prospettica dell’immagine-luogo Oriente ha radici antiche. Un esempio è la Colchide, descritta come terra arcana, misteriosa e patria di streghe sanguinarie nelle Argonautiche di Apollonio Rodio, o al prepotente esotismo evocato nell‘India, opera etnografica e storica di Arriano e dalle leggendarie descrizioni dei viaggiatori medievali cristiani che incontrarono il regno del Prete Gianni o conosciuto creature mostruose e demoniache. Questo aspetto fantastico e meraviglioso, tipico della tradizione orientalista, è stato abilmente analizzato da Rober Irwin nel saggio La favolosa storia delle «Mille e una notte». I racconti di Shahrazad tra realtà, scoperta e invenzione, che ha visto nel capolavoro della letteratura araba il prodromo del genere Fantasy.
Il mondo fantastico è, secondo un’analisi preliminare e pragmatica, un mondo meramente fittizio. Un Altrove sub-creato dall’immaginazione, che potenzialmente condivide la stessa natura dell’Oriente “orientalizzato”; ovvero una realtà inesistente riconducibile al mondo delle idee. Inoltre il fantasy è soggetto alle recenti attenzioni degli studiosi medievalisti, vedendo in esso il trionfo del medievalismo romantico e vittoriano. Il medievalismo è il frutto di una distorsione storiografica e percettiva, ciò ha prodotto numerose immagini del Medioevo, come epoca cavalleresca, barbarica, superstiziosa e buia. Notando il rapporto funzionale tra il fantastico e il medievalismo ho deciso di usare il fantasy come spettro per rintracciare ulteriori spunti di critica storico-esegetica per studiare l’Orientalismo inconsciamente presente nella narrativa di genere. Si è proceduto leggendo i grandi romanzi del fantasy eroico, nelle sue declinazioni Epic, Low, e grimdark caratterizzati da un’estrema cura del Wordbuilding componente necessaria per rintracciare l’Oriente immaginario nell’Altrove narrativo. Questo studio ha come ulteriore obiettivo di conferire una dignità storica e sociale al fantastico, da tempo evitato e glissato dagli ambienti accademici. Il saggio è diviso in quattro macro-parti caratterizzate da un tema fondamentale. La prima parte si concentra sull’analizzare la percezione dell’Oriente e dell’Altro nella letteratura europea, dall’età cavalleresca a Salgari.
La seconda parte si occupa di rintracciare il Diverso e l’Altrove orientaleggiante nella letteratura pulp americana; un fecondo terreno dove si svilupparono i temi cardini del fantasy e del weird. Una nazione, quella americana, che rincorre il predominio politico tanto quanto il mito di una comune identità, che si realizzò nel mimetismo del medievalismo vittoriano e del neogotico europeo. Un dominio socio-culturale che per riflesso intendeva mostrare l’Occidente statunitense come il principale interlocutore con l’Oriente; dialogo animato da numerose incomprensioni che portarono un forte revival dell’orientalismo.
La terza parte è dedicata ad alcuni “mostri sacri” della letteratura fantastica del novecento, come Tolkien e Martin. Si analizza una vasta produzione narrativa il cui pregio va soprattutto ricercato nell’estrema cura del secondary world. La quarta e ultima parte è un rapido sguardo verso l’attuale produzione fantastica, autori giovani (classe 70/80) che sono profondamente influenzati dalla contemporaneità e per questa ragione estremamente utili per analizzare l’orientalismo.
Cristiano Saccoccia (Fermo, 1993) è laureato in lettere curriculum storico con una tesi in storia delle religioni e dei conflitti medievali intitolata: L’assedio di Costantinopoli, 1453 presso l’università di Macerata. Consegue la laurea magistrale nel 2018 in ricerca storica e risorse della memoria nel medesimo ateneo. Non riesce a non ascoltare il richiamo del Fantastico così scrive la tesi intitolata: Il crocevia dei mondi: orientalismo e esotismo nella letteratura fantastica. Una ricerca dell’Oriente e della sua ricezione distorsiva nella letteratura fantastica. Marchigiano doc, è appassionato di storia antica, orientale e antropologia. Grazie alle odierne piattaforme social entra in contatto con una ricca community unita dall’amore per il fantastico, grazie alla quale conosce il concorso Thoth-Amon e le pubblicazioni di ItalianSword and Sorcery Books.
Titolo: Il crocevia dei mondi: orientalismo e esotismo nella letteratura fantastica. Una ricerca dell’Oriente e della sua ricezione distorsiva nella letteratura fantastica
Autore: Cristiano Saccoccia
Copertina: Andrea Piparo
Curatore: Francesco La Manno
Grafica e impaginazione: Mala Spina
Editore: ItalianSword&Sorcery Books
Collana: Valusia n.3
Genere: saggistica
Datadi pubblicazione: 10 luglio 2019
Pagine: 260 circa
ISBN: 978-88-943230-8-5
Prezzo: 4,99 euro
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