12 Ottobre 2024
Politica

Sulle barricate, terza parte – Fabio Calabrese

Vi dico subito in premessa che non credo alla democrazia. Tre quarti di secolo di esperienza ci hanno dimostrato che esiste una bella distanza tra i regimi ideali, quasi idee platoniche, delineati dalle varie carte costituzionali e che appunto rimangono sulla carta, e la realtà concreta. La sovranità popolare è una chimera in regimi che non sono all’atto pratico altro che i proconsolati del dominio americano sull’Europa, e i cui margini decisionali sono in realtà molto stretti. La situazione si è ulteriormente aggravata con la creazione del mostro chiamato Unione Europea: questa entità che si fa pomposamente passare per “l’Europa” è in realtà uno strumento in mano al grande capitale finanziario internazionale privato per succhiare vampiristicamente risorse economiche e sovranità da quel che rimane degli stati nazionali. Siamo arrivati al punto che cercare di realizzare la volontà popolare (fondamento teorico della democrazia), essere appunto populisti, è diventata una bestemmia, l’accusa più infame che si possa fare oggi a un politico.

Quanto alla libertà (teoricamente garantita da tutte le costituzioni), è una tragica barzelletta: sappiamo troppo bene che chi osa esprimersi contro questo sistema si espone non solo ai peggiori vituperi (“fascista”, “razzista” e quant’altro) ma anche a pesanti ripercussioni legali.

Premesso questo, bisogna però riconoscere che non c’è una perfetta uniformità: vi sono democrazie che funzionano più o meno bene e altre che funzionano male, quella italiana funziona malissimo.

Il motivo per cui la situazione italiana si presenta come un’anomalia anche nell’ambito delle sedicenti democrazie, non è difficile da comprendere: in quasi tutta l’Europa occidentale si contrapponevano e si contrappongono una destra liberal-conservatrice e una sinistra socialista-socialdemocratica. In Italia no, lo spazio della sinistra era prevalentemente occupato da un grosso partito comunista, forte delle posizioni strategiche acquisite durante la guerra civile 1943-45. Questo ha avuto importanti conseguenze che perdurano tuttora.

Bisogna innanzi tutto tenere presente che per i comunisti il gioco elettorale e parlamentare che caratterizza le democrazie borghesi non ha rappresentato mai qualcosa da accettare in via definitiva, ma al massimo uno strumento, una fase intermedia in vista dell’instaurazione del loro sistema. Nonostante tutti i cambi di denominazioni e di etichette, questa mentalità è rimasta nel metabolismo basale della sinistra italiana, ma non solo italiana sebbene da noi si presenti con particolare accentuazione e gravità.

In più, occorre anche tenere conto del fatto che, poiché l’opposizione di sinistra era di fatto ingombrata dalla presenza del più grosso partito comunista dell’Europa occidentale, questo ha prodotto per tutto il periodo postbellico fino alla caduta dell’Unione Sovietica e alla fine della guerra fredda, dal 1945 al 1991, una situazione di democrazia bloccata, essendo improponibile che i comunisti potessero andare ufficialmente al governo in un Paese in ambito NATO.

Questo ha fatto si che il partito “borghese” allora al governo, la Democrazia Cristiana permanesse ininterrottamente al potere per tutto questo lungo periodo di quasi mezzo secolo, e ciò ha privato gli Italiani di quello che teoricamente dovrebbe essere uno dei vantaggi della democrazia, il fatto di obbligare i politici che governano a comportarsi decentemente almeno entro certi limiti per il timore di finire all’opposizione.

La Democrazia Cristiana ha dato vita al più ampio ed esteso e nello stesso tempo capillare sistema di corruzione dell’Europa occidentale, non solo, ha mostrato di considerare la cosa pubblica come fosse cosa propria o quanto meno “proprietà di famiglia”.

Si vede dunque che per motivi storicamente diversi, democristiani e comunisti erano giunti a formarsi una mentalità assai simile, in ogni caso caratterizzata dal fatto di non tenere in nessun conto o di considerare semmai un ostacolo da raggirare, l’espressione di quella volontà popolare che sulla carta dovrebbe essere l’anima della democrazia.

Non è tutto, perché di fatto i due partiti traevano il consenso delle rispettive basi l’uno in funzione dell’altro: gli Italiani erano divisi fra chi votava DC per paura dei comunisti, e chi votava comunista per rabbia verso la Democrazia Cristiana. Questa reciproca interdipendenza ha fatto sì che ben presto tra i due si instaurasse una collaborazione sottobanco al di là della contrapposizione di facciata che continuava a essere confezionata per gli elettori e i più ingenui fra i militanti.

Un rapporto sempre più stretto al punto che, come sappiamo, gli “ex” comunisti e gli “ex” democristiani, dopo la scomparsa dell’Unione Sovietica e la fine della guerra fredda, sono confluiti in un unico partito, il PD, il sedicente Partito Democratico.

Io adesso non credo che sia necessario rispiegare tutto quello che ho già detto nei tre articoli che ho dedicato alla Mutazione genetica, ovvero il curioso e per molti inesplicabile fenomeno per il quale la sinistra un tempo “proletaria” (almeno stando alle enunciazioni teoriche) è diventata l’utile e zelante strumento del grande capitale finanziario internazionale, soprattutto nell’attuazione di quello che è il suo progetto più infame: la sostituzione dei popoli europei, composti da persone intelligenti e consapevoli dei propri diritti, con più malleabili masse allogene importate dal Terzo Mondo, attraverso il declino demografico imposto e un’invasione che si maschera da immigrazione attraverso inesistenti pretesti umanitari.

In realtà, ciò si spiega in maniera abbastanza semplice, considerando che la fine della guerra fredda ha rimosso il divieto per gli “ex” comunisti di andare al governo, che il progetto mondialista del grande capitale internazionale (di cui la UE, la sedicente Unione Europea è l’espressione sul nostro continente) si può mascherare facilmente dietro gli ideali cosmopoliti che la sinistra ha sempre fatto propri, che la stessa sinistra, combattendo il piccolo capitale imprenditoriale nazionale come il nemico per definizione, ha sempre obiettivamente favorito gli interessi del grande capitale internazionale finanziario e parassitario, e soprattutto fatto di estrema importanza che pare non sia stato ancora adeguatamente compreso, che la sinistra italiana ed europea, a partire dalla cosiddetta contestazione, dalla sceneggiata teatrale di rivoluzione del 1968, è stata massicciamente infiltrata da elementi borghesi e alto-borghesi.

E’ grottesco che oggi la democrazia (il cui significato etimologico dovrebbe essere “governo del popolo”) e la sinistra che del pari pretenderebbe di rappresentare le classi popolari, guardino ai movimenti populisti, cioè a coloro che oggi interpretano effettivamente la volontà dei popoli europei di non sparire nel calderone multietnico, come a un nemico, come al loro peggior nemico.

Io penso ricorderete perché ho intitolato questa serie di articoli Sulle barricate: Durante il periodo che va dal(l’apparente) mutamento dello scenario politico del 1992 al golpe finanziario fatto non coi carri armati ma a colpi di spread del 2011 sponsorizzato dalla UE che ha portato al governo “tecnico” di Mario Monti e poi a una nuova serie di governi di centrosinistra, durante il periodo che con una certa dose di umorismo involontario quelli di sinistra chiamano “ventennio berlusconiano” e dove in effetti governi di centrodestra guidati dall’uomo di Arcore hanno governato per non più di otto anni su venti, intervallati da svariati centrosinistra, nei momenti in cui il centrodestra era al governo, da parte dei sinistri era un continuo assalto alla baionetta dai banchi dell’opposizione, nelle piazze, per ogni dove. Ieri come oggi chi non vuole che il destino dell’Italia sia quello che la sinistra e il grande capitale parassitario internazionale hanno decretato, cioè la morte per sostituzione etnica, chi vuole che la volontà popolare abbia un peso nel decidere il proprio destino, deve essere consapevole di trovarsi sulle barricate o se volete in trincea a fronteggiare un nemico che non risparmia un colpo. Viene in mente una battuta del Signore degli anelli di Peter Jackson: “Non abbiate pietà, perché voi non ne riceverete”.

Sicuramente i sinistri sedicenti “democratici” del PD (e chiamarlo Partito Democratico è un autentico ossimoro), “ex” comunisti ed “ex” democristiani hanno visto in questi momentanei passaggi di potere delle intrusioni nell’esercizio di quello che considerano un loro diritto di proprietà sul popolo italiano, e tralasciamo quanto spesso il centrosinistra ci è stato imposto con maggioranze parlamentari artefatte create attraverso scissioni pilotate nel centrodestra che era risultato vincente nelle urne elettorali: gli esempi di Dini e Alfano sono lampanti a tal proposito, ma anche quando il centrodestra ha avuto il governo, non ha mai avuto il potere, il potere dei ministri di centrodestra in realtà non si è mai esteso oltre la soglia dei loro ministeri, o forse dei loro uffici, considerando che la sinistra ha in mano i mezzi d’informazione, la magistratura, la scuola, gran parte degli enti locali e via dicendo.

Si parla di seconda, di terza, qualcuno addirittura di quarta repubblica, ma la realtà dei fatti è ben diversa, quello di un eterno centrosinistra che dal dopoguerra a oggi ci è stato costantemente imposto, che gli Italiani lo volessero o no, la casta, il regime.

La cosa tragica e insieme ironica, è che di tutto questo l’autonominato leader del centrodestra, Silvio Berlusconi con in testa le democrazie anglosassoni e centroeuropee dove il governo governa e l’opposizione si oppone ma senza contestare la legittimità di quest’ultimo a governare se investito dal mandato popolare, non si è mai accorto di nulla. Peggio ancora, il voto a sostegno del governo Monti, poi il patto del Nazareno con il PD, infine la disponibilità a sostenere il Conte bis in caso di necessità, tutti espedienti risibili con cui ha cercato invano di rientrare nel gioco della grande politica, da cui non si è reso conto di essere tagliato fuori dal 2011 da un veto della UE deciso per gli stessi motivi per cui si sono decisi la distruzione dello stato libico e l’assassinio di Muhammar Gheddafi. Si tratta a mio parere di un uomo del tutto inadeguato a svolgere il ruolo di leader del centrodestra e dell’opposizione anticomunista. La cosa migliore che potrebbe fare per l’Italia, sarebbe quella di farsi da parte, cosa tra l’altro pienamente giustificata dall’età, perché a questo mondo non ringiovanisce nessuno, neppure lui.

In tutto questo, resta da chiarire il ruolo del Movimento Cinque Stelle; si tratta di un falso movimento populista costruito a tavolino, precisamente allo scopo di “tenere a sinistra” e di vanificare la protesta populista: su questo non si possono nutrire dubbi, perché è stato più volte pubblicamente ammesso o dichiarato dagli stessi leader del movimento: Grillo, Casaleggio, Di Maio. Questo ricorda da vicino la storia della Medium di Manzotti, i cui adepti continuano a supplicare “Ancora una seduta, un’altra seduta” dopo che lei ha svelato i trucchi e mostrato i fili che fanno ballare i tavolini.

In sostanza, i Cinque Stelle sono stati creati per fermare la crescita della Lega.

Alle elezioni politiche del marzo 2018, i cinque stelle hanno ottenuto un successo straordinario soprattutto grazie alla promessa del reddito di cittadinanza, presentato in termini che con ogni probabilità sapevano non essere realizzabili, ma che hanno calamitato l’interesse soprattutto del sud che la Democrazia Cristiana aveva abituato a vivere di assistenzialismo. La delusione che ha portato alle successive elezioni amministrative e alle europee, a un crollo verticale di questo consenso gonfiato, è presto arrivata, ma ciò non toglie che – salvo elezioni anticipate che probabilmente ci possiamo sognare – ci terremo la loro nociva e ingombrante presenza che non corrisponde più a un consenso popolare per tutta la legislatura.

Io confesso che quando si è formato il governo giallo-verde ho provato sentimenti contrastanti, perché, sebbene fosse auspicata da molti, la formazione di una simile maggioranza mi era sembrata impossibile, e mi ero espresso in questo senso sia su “Ereticamente” sia su facebook, ma al fastidio di essermi sbagliato si univa il sollievo della nascita di un governo che teneva la piaga del PD all’opposizione. In realtà, come si è visto nei quattordici mesi di questa convivenza impossibile, non mi ero sbagliato di tanto: questo governo procedeva sulla base di un contratto e di faticose, continue mediazioni fra due visioni opposte, perché è innegabile che i cinque stelle abbiano un DNA di sinistra. Sarà bene ricordare anche come si è arrivati alla formazione di questa maggioranza anomala. Essa è nata dopo che Matteo Renzi, con un’iniziativa probabilmente personale, aveva chiuso (sbattuto) la porta a una trattativa allora in corso tra cinque stelle e PD, con un’intervista alla trasmissione televisiva “Che tempo che fa”. L’uomo di Rignano la cui furbizia non va sottovalutata, avrà calcolato che il PD, la cui credibilità era giunta ai minimi storici, ne avrebbe riguadagnata un bel po’ dopo un tentativo destinato a fallire, di convivenza fra Lega e cinque stelle, e non si può dire che abbia sbagliato il calcolo.

Bisogna tenere a mente, se vogliamo capire di chi sono le responsabilità, gli esatti passaggi temporali di questa crisi. Ricordiamo che all’indomani delle elezioni amministrative e delle europee che hanno visto raddoppiare la consistenza elettorale della Lega e dimezzare quella dei cinque stelle, la Lega non ha avanzato alcuna richiesta di rimpasto che sarebbe stata più che legittima vista la rappresentanza sottodimensionata in termini di ministeri nel governo gialloverde. I cinque stelle, dal canto loro, hanno ostacolato in tutti i modi i tentativi del ministro dell’interno di bloccare l’afflusso di clandestini in Italia, c’è stata la questione della TAV dove era impossibile arrivare a un compromesso, non si poteva farne mezza, c’è stata soprattutto l’elezione di Ursula von der Leyden alla presidenza della Commissione Europea (il “governo” della UE).

Questo è un punto fondamentale: per la prima volta nel nuovo parlamento europeo, la casta degli usurai eurocrati sostenuta dai partiti “tradizionali” che hanno svenduto la sovranità dei rispettivi stati, era in difficoltà, c’era la possibilità di far saltare l’elezione di questa donna che altri non è se non il tentacolo “europeo” della Merkel. Niente paura, a salvarla sono arrivati i voti determinanti degli europarlamentari grillini.

In quel momento, i cinque stelle hanno davvero gettato la maschera, si sono rivelati per il falso movimento populista che sono, in realtà al servizio degli eurocrati. Tutto il resto è stato solo una conseguenza.

D’altronde, non si può non prendere nota delle dichiarazioni della Trenta, ex ministro della difesa, che si è lamentata della sua esclusione dal nuovo esecutivo affermando di essere quella che si è battuta di più contro Salvini (per frustrare il suo tentativo di ostacolare l’invasione extracomunitaria): questo ci da la misura esatta dello spirito con cui i grillini hanno vissuto l’esperienza del governo gialloverde.

L’errore di Salvini è stato quello di illudersi che il capo dello stato, Sergio Mattarella, che è l’unico che ha il potere di sciogliere le Camere, prendesse atto del fatto che questo parlamento non risponde più alla volontà degli Italiani (come le elezioni amministrative ed europee hanno abbondantemente dimostrato) e ridesse la parola agli elettori, che sia cioè un arbitro imparziale e non un uomo del centrosinistra, della casta.

Adesso ci tocca l’ennesimo centrosinistra abusivo, e state attenti che è in procinto di fare più danni di quelli del passato: spalancare le porte a una sempre più massiccia immigrazione extracomunitaria, probabilmente lo ius soli in modo che il PD possa garantirsi un bacino elettorale sicuro stravolgendo la fisionomia etnica degli Italiani (in Grecia, Tsipras ha già fatto la stessa cosa), svendere quel che resta della nostra economia alla Merkel e a Macron, inasprire la pressione fiscale, e soprattutto far durare questa legislatura, questo parlamento che non rappresenta gli Italiani ma soltanto se stesso, fino alla scadenza del mandato di Mattarella, in modo da eleggere un altro presidente di centrosinistra, si fa già il nome di Romano Prodi.

Tuttavia, il mostro ha i piedi d’argilla, perché i parlamentari grillini sanno benissimo che fra quattro anni sarà finita la carriera politica della stragrande maggioranza di loro a meno che non cambino tempestivamente schieramento. Il governo giallorosso potrebbe trovarsi senza maggioranza da un giorno all’altro.

Occorre che le forze anticomuniste facciano opposizione dura, durissima, senza sconti, in parlamento, nelle piazze e anche sul web. Teniamo duro sulle nostre barricate!

1 Comment

  • michele Simola 21 Settembre 2019

    Già durante la seconda guerra mondiale avevamo un grossa parte della classe dirigente anglofila, che tifava per il nemico e si augurava la sconfitta della Patria. Questa abbietta speranza accomunava soggetti di diversa estrazione, individui legati ai partiti della sinistra, comunisti, la finanza borghese, con in più la benedizione dei cattolici che, sempre hanno combattuto e combattono gli uomini che perseguono fini superiori.
    Questi comuni interessi, totalmente distruttivi hanno guidato la costituzione dopo la guerra della ” republichetta ” che nel tempo si è dimostrato il nostro paese. Un inciucio dopo l’altro ha fatto sì che i politici, sempre più scadenti e ignoranti, mantenessero un potere superiore al normale, il loro potere è secondo solo a quello dei giudici.
    I politici hanno sempre cercato di diventare feudatari di un potere straniero fosse quello degli USA o dell’URSS secondo che fossero legati a interessi borghesi o della sinistra comunista.
    E’ drammatico che ancor oggi si cerchi protezione nella UE, che gettando la maschera ha mostrato il suo vero volto, o si ripari sotto la bandiera a stelle e strisce.
    Chi ragiona può capire da solo che la democrazia non esiste e non potrà mai esistere, perché sempre ci saranno gruppi di potere più o meno velato che spingeranno per far approvare quello che giudicano loro interesse.
    Non vi è nessuno che crede che si possa fare da soli senza stare con il cappello in mano dinanzi allo straniero.
    La cosidetta Unione Europea è il giocattolo della finanza parassitaria, a cui i nostri politici elargiscono di continuo regali con cui depredare il cittadino, che è considerato da sempre come un bancomat.
    Le leggi restrittive servono solo a riempire le tasche di altri, il paese non ne beneficia, i politici sono solo i gestori del potere per conto terzi.
    Sono sempre riusciti a distruggere ogni cosa di buono che avevamo, e i fautori dell’europa cedono il meglio di ciò che abbiamo per continuare ad occupare il ” cadreghino “.
    I cittadini presentano ormai un sensorio obnubilato, tanto da credere a qualunque bestialità venga loro propinata.
    A dovere fare un passo indietro dovrebbero essere in tanti, e permettere che nuova linfa vitale scorra nel nostro paese all’insegna della tradizione e della propria identità nazionale.

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