di Leonardo Incorvaia
Torino. Ho aspettato prima di scrivere queste poche righe.
Ho aspettato, perchè rabbia e indignazione, a volte, sono cattive consigliere e voglio esprimermi e rivolgermi agli interessati con una pacatezza che forse non meritano.
Ho atteso che fosse passato almeno qualche giorno dalle (tentate) esequie dell’ exCombattente capitano Priebke.
E vorrei dedicare queste parole, con la massima pacatezza, appunto, a quegli “eroi” della democrazia e del libero pensiero che si sono scagliati a calci e sputi contro il feretro del capitano Priebke… dimostrandosi così, comunque, degni e all’altezza del pensiero politico a cui appartengono; vorrei poi chieder loro: ditemi, cari compagni, se vi avessero detto, ad un certo punto della vostra vita e dopo avervi messo un mitra in mano: fucila quegli innocenti, sennò fuciliamo te, che cosa avreste fatto? Se tra quegli innocenti vi fosse stata pure vostra madre, non avrei scommesso un centesimo sulla sua vita!
Vorrei anche dedicarle a quei parrucconi che, si, magari deplorano (tiepidamente) l’indegno spettacolo ma, in fin dei conti, il “nazista” non si è mai pentito… vediamo… a qualcuno risulta che il Bentivegna, esecutore materiale dell’attentato di via Rasella che portò alla rappresaglia delle Fosse Ardeatine, si sia mai pentito del suo gesto, che commise ben sapendo a cosa avrebbe portato? Anzi, che commise apposta per provocare quanto sarebbe accaduto, seguendo la contorta logica, tutta comunista, del “tanto peggio, tanto meglio”.
Una dedica speciale a Santa Madre Chiesa che ha avuto il coraggio… no, scusate il lapsus, la vigliaccheria di rifiutare la cerimonia funebre ad un uomo che, comunque, aveva scontato la propria pena, dimenticando totalmente quello che è il fondamento e il cardine della dottrina cristiana, cioè il perdono ma dando corpo e sostanza alla similitudine di Gesù sui sepolcri imbiancati.
Un’ultima dedica a quelle anime candide, a quei buonisti di professione (tutti sinceri?) che si ostinano a voler giudicare i tragici accadimenti di più di sessant’anni fa con il metro e con il pensiero odierno e che, chissà come mai, dimenticano totalmente ogni atrocità, ogni crimine, commessi dagli eserciti, dai despoti e dai governi di tutto il mondo, passati e presenti, appuntando sempre e a prescindere la loro attenzione e il loro biasimo su quel determinato periodo storico, permettendomi di ricordar loro una massima aurea: attenzione, perchè i cattivi non sono sempre così cattivi e i buoni non sono sempre così buoni.