Lo precisiamo ab initio, onde evitare confusioni interpretative. Chi scrive è decisamente distante dalle tesi «complottiste» e ritiene, al contrario, che la storia abbia tratto «aperto», sia luogo del sempre possibile manifestarsi dell’origine, indotto dall’azione umana.
Con la marcia delle truppe della Wehrmacht sotto l’Arco di Trionfo moriva l’occidentalismo. Che cos’era l’occidentalismo?: «la falsificazione della vera civiltà occidentale, […] il regime della democrazia e del liberalismo […] malore mortale» (p. 29), esito ultimo dell’azione della Massoneria. L’occidentalismo impose all’uomo europeo isolamento, divisione interne e conflitti tra Stati sovrani. L’Europa fu significativamente indebolita. I fascismi, contro-movimenti storici, compresero che la ricostruzione politica sarebbe dovuta passare dalla rivitalizzazione della civiltà ecumenico-imperiale. Lusol, a questo punto, spiega in qual modo la società segreta riuscì a condizionare il mondo. Muove, quindi, dalla formazione della dottrina massonica. Essa: «si abbozza nell’anarchia religiosa che, dopo il secolo XVII, parte dall’Olanda alla conquista del pensiero europeo, e si allea all’anarchia morale scatenata sull’Europa dalla nobiltà britannica e francese» (p. 33). Due furono i personaggi che maggiormente determinarono il consolidarsi di tale dottrina, il conte Antonio Hamilton ed il conte di Boulainvilliers.
I due agirono nei salotti mondani della Francia dell’epoca quali corruttori delle anime della nobiltà. L’opera principale di Hamilton, spirito lezioso e corrosivo, pubblicata postuma, Le memorie del conte di Grammont: «divenne lo specchio nel quale si modelleranno […] le nuove generazioni della nobiltà emancipata» (p. 36). Gli stessi «spiriti liberi» trovarono nelle pubblicazioni di Boulainvilliers un’anticipazione profetica dello scetticismo di Voltaire e dell’utopismo di Rousseau. E’paradossale, ma non troppo, che i due furono: «propagandisti di grande anarchia intellettuale, che non lasciarono però di essere cattolici praticanti» (p. 40). In particolare, il secondo, criticò la funzione dei Re nella storia di Francia, facendosi paladino della nobiltà antimonarchica, ma anche anticristiana. Riteneva che la storia dei singoli e delle nazioni fosse il risultato dell’azione esercitata dagli astri, dandosi così, con coerenza, alla pratica dell’astrologia. Dio venne ridotto a Causa astrale, mentre le opere di tale propagandista si diffusero in tutta Europa, soprattutto in Olanda.
Queste tesi confuse furono i presupposti teorici del deismo, che sorse dalla ricerca di una nuova mistica atta a sostituire il cristianesimo, tenendo gli occhi ben fissi anche ad Oriente. Le tesi teologiche e scientifiche di Newton rappresentarono la sintesi di tale ribollire speculativo, a cui concessero credibilità culturale. Al teorico della legge di gravità si attribuiva il merito di: «aver realizzato una delle grandi aspirazioni umane, unendo tutti i moti e i fenomeni degli astri» (p. 55) L’Inghilterra divenne la Mecca della nuova verità: ci si incamminava verso il culto dell’Architetto del mondo.
John Toland, animato da queste suggestioni e dall’ansia di costruire una nuova forma di religiosità, creò un rituale nel quale parodiava parti della messa cattolica: fu il primo passo verso il ritualismo delle Logge. Il sincero misticismo di Newton andava trasformandosi in un aperto deismo: «regicidio del soprannaturale» (p. 58). La Massoneria nacque dalle corporazioni dei costruttori di cattedrali, ricorda l’autore. All’inizio, quando dall’Inghilterra fu espulsa la dinastia cattolica degli Stuart, i perseguitati si insediarono in queste organizzazioni per organizzarvi la resistenza. Il re Guglielmo III fondò, al contrario, gruppi non dissimili, che dettero luogo alla: «Massoneria anticattolica orangista […] guidata dalla dottrina anarchica e naturalista» (p. 60). Inizialmente, quattro di questi gruppi si riunivano nei locali di birrerie londinesi, poi dettero luogo ad una riunione plenaria che si tenne il 24 giugno del 1717. In quella giornata fu fondata La Grande Loggia d’Inghilterra, che ebbe per Gran Maestro, Antonio Sayer. La Massoneria «operativa» aveva fine, nasceva la Massoneria «speculativa»: «una setta filosofica» (p. 63). Essa divenne prevalente due anni dopo, grazie all’azione di Teofilo Desaguliers, amico di Newton. Nel medesimo frangente storico, la società segreta: «se in Inghilterra continuava ad essere […] fedele al deismo, nel continente si liberava […] da Dio e da ogni idea religiosa» (p. 66). La Massoneria, a dire di Lusol, porta a compimento i tentativi di scardinare la civiltà cristiana, già iniziati secoli prima. Essa trovò definitiva configurazione nella decisione del Gran Maestro Wharton, uomo dissoluto e profittatore, di redigere il libro delle Costituzioni, con il quale, di fatto, la Massoneria inglese influenzò quella francese e continentale. L’azione pervicace dei suoi adepti determinò la nascita, nel 1733 a Boston, della prima Loggia americana retta da Enrico Price. Nell’agglomerato delle colonie inglesi solo la Massoneria: «faceva funzione d’unione. E così non fa meraviglia che siano sati due massoni graduati, Daniele Coxe e […] Beniamino Franklin […] i pionieri dell’idea di unione fra le colonie americane» (p. 125). Nel 1781 il duca di Brunswick indisse una riunione di tutte le Massonerie, al fine di realizzare un grande piano comune, il cui primo atto si ebbe con la rivoluzione del 1789. Gran maestro del Grande Oriente di Francia fu, non per caso, Filippe Egalité.
Da allora, sostiene Lusol, la storia è stata il frutto dell’azione dell’Internazionale massonica, nella quale ha svolto un ruolo prioritario il Rito scozzese: «Dovunque la Massoneria prenda piede […] un sola e poderosa realtà politica sussiste, la volontà massonica che è riuscita ad infiltrasi in tutto l’organismo sociale e lo domina […] con mano sicura» (p. 217). Questo libro, ricchissimo di informazioni storiche, la cui lettura è godibile per la capacità scrittoria dell’autore, ha un limite contenutistico: fornisce una lettura monocausale del processo storico. La storia umana è, al contrario, estremamente complessa, così come la storia della Massoneria, entrambe rifuggono da qualsiasi dogmatismo e riduzionismo esegetico.
Giovanni Sessa
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