Il Presidente del Consiglio dei Ministri pro tempore, prof. avv. Giuseppe Conte, sta valutando un nuovo DPCM in ragione dell’aumento dei contagi.
Ora, da una parte vi è chi sostiene che il Covid-19 ha perduto parte della sua carica virale, risultando meno aggressivo rispetto a febbraio-marzo-aprile 2020, dall’altra la questione della saturazione delle terapie intensive che si aggira in media attorno al 9-10%.
Siamo, tuttavia, in presenza di una percentuale di molto inferiore rispetto a quella verificatasi durante il lockdown.
Alla luce di questa premessa e tenuto conto che nessuno nega la priorità della dimensione collettiva della salute quale interesse costituzionalmente tutelato, va precisato che:
a) un ulteriore DPCM, sottratto al circuito della rappresentanza politica ed a forme di controllo preventivo di legittimità, pone problemi molto seri di tenuta del sistema democratico e della salvaguardia di altri diritti fondamentali che l’emergenza sanitaria può limitare ma sempre secondo le “tecniche ponderative” del bilanciamento, della proporzionalità, della congruità del mezzo al fine le quali non possono essere relegate solo alla fase della giustiziabilitá;
b) il Parlamento continua ad essere marginalizzato, potendo solo intervenire in occasione della conversione o meno dei provvedimenti provvisori aventi forza di legge ex art. 77, comma 2, della Costituzione e disponendo, a seguito del c.d. “emendamento Ceccanti”, unicamente di un potere di indirizzo. Una farsa assoluta dato che la attuale maggioranza parlamentare voterà tutto sempre e comunque in nome del mantenimento del potere.
Prof. Daniele Trabucco (Costituzionalista).
2 Comments