L’importanza dell’economia nel condizionare gli eventi umani, la struttura sociale, la politica, la cultura, tutte le manifestazioni di una società, non può essere sopravvalutata. Tuttavia, capire questa, che in fondo è una banalità, non significa necessariamente immettersi in un’ottica marxista. Ciò che Marx non aveva verosimilmente capito, o perlomeno nei suoi scritti non ve n’è traccia, è che la soddisfazione dei bisogni, che è la finalità di base dell’economia, diventa irrilevante oltre un certo livello. Per fare un esempio facilmente comprensibile, un uomo può possedere due case ma non le può abitare contemporaneamente.
Per quale motivo, arrivati al soddisfacimento dei bisogni, e ben oltre questo livello, gli uomini continuano a cercare di accumulare più ricchezza possibile? La risposta viene spontanea: perché essa consente di condizionare la vita di altri uomini, è, come si dice oggi, uno status symbol. Il movente non è più la soddisfazione dei bisogni, ma l’esercizio del potere. Quest’ultimo, e non l’appagamento dei bisogni vitali, è la vera molla del meccanismo sociale.
L’aveva già molti anni or sono spiegato Bertrand Russell in un saggio che si intitola appunto Il potere. Tuttavia, il filosofo inglese non ha spinto la sua analisi al punto di poter dire che essa consente di preconizzare il fallimento del marxismo. Eppure, se esaminiamo la questione senza tabù, è questa la conseguenza logica.
Marx aveva profetizzato che la rivoluzione da lui auspicata si sarebbe svolta in due fasi. La dittatura del proletariato e l’eliminazione della proprietà privata borghese sarebbero stati una fase di passaggio verso la realizzazione della società senza classi.
Proprio perché quello che conta non è l’appagamento dei bisogni ma l’esercizio del potere, la “dittatura proletaria” la nomenklatura dello stato “socialista” non avrebbe mai “abolito sé stessa” e permesso il passaggio alla società senza classi dove tutto appartiene a tutti, e in concreto sarebbe rimasta per l’eternità soltanto la sua oppressiva tirannide.
La nomenklatura “rossa” alla fine non poteva non crollare per l’intrinseca sterilità del sistema sovietico, tuttavia nei decenni che ci separano dalla conclusione del secondo conflitto mondiale, e soprattutto dopo la fine del mondo bipolare, è emersa una nomenklatura più potente, l’oligarchia del grande capitale bancario e finanziario che, complice la formazione di un unico mercato mondiale (globalizzazione), sta riplasmando il mondo in funzione dei propri interessi e del proprio potere, quello che è stato chiamato Nuovo Ordine Mondiale (NWO).
Che la sinistra, europea e planetaria, che un tempo si presentava come la paladina delle classi lavoratrici, sia oggi il più affidabile strumento di questa oligarchia, di questa nuova nomenklatura, non è cosa che dovrebbe stupire. Teniamo conto in primo luogo della rozzezza dell’analisi marxista che, non facendo alcuna distinzione tra capitalismo imprenditoriale da un lato e capitalismo bancario e finanziario dall’altro, ha all’atto pratico sempre danneggiato il primo a favore del secondo, cioè gli imprenditori che creano ricchezza e lavoro a vantaggio dell’alta finanza internazionale e apolide, che non crea ricchezza ma la sposta, che trasforma il lavoro di molti nella ricchezza di pochi, e ben prima della caduta dell’Unione Sovietica, esisteva fra le due forze un’alleanza de facto.
Consideriamo poi il fatto che il disegno di un mondo unificato e livellato del NWO sembra coincidere con le utopie cosmopolite di cui la sinistra si è sempre nutrita, la tendenza di quest’ultima a vedere un privilegio in ogni differenza, compresa l’appartenenza a una civiltà elevata o il possesso di un’intelligenza superiore, viste come incidenti da eliminare attraverso il favoreggiamento dell’immigrazione e del meticciato, ma quello che più conta, probabilmente, è il fatto che a partire dal 1968, dalla cosiddetta contestazione, le leadership dei movimenti di sinistra sono state largamente infiltrate da elementi di estrazione borghese e alto-borghese, che ovviamente perseguono i loro interessi, e non quelli delle classi lavoratrici.
È ben visibile come questa tematica si connetta a quella della decadenza; anzi, possiamo dire che il nuovo orizzonte socio-economico non ne è semplicemente un aspetto, ma ne è probabilmente la causa principale.
Non servirebbe nemmeno specificare il fatto ovvio che l’epicentro da cui il NWO estende la sua rete di dominio planetario sono gli Stati Uniti d’America. Sarà però bene ricordare in proposito le osservazioni di Silvano Lorenzoni secondo le quali gli USA sono una potenza intellettualmente sterile, e che tutta l’innovazione scientifica e tecnologica che si genera oltre Atlantico è pressoché per intero il frutto dell’intelligenza e del lavoro degli immigrati europei.
A ciò, va ancora aggiunta un’osservazione importante, che se la potenza a stelle e strisce è la più grande consumatrice di beni del pianeta, con un’economia basata sullo sperpero, dal punto di vista della produzione, essa è nettamente deficitaria, e non le sarebbe possibile mantenere l’egemonia economica a livello mondiale senza l’imposizione del dollaro come moneta di scambio delle transazioni internazionali.
Si può ad esempio osservare che le due guerre del Golfo, culminate con il rovesciamento di Saddam Hussein, precedentemente alleato degli Stati Uniti contro l’Iran, e che hanno creato un’instabilità nella regione mediorientale che perdura tuttora, non sono state causate dal possesso da parte di quest’ultimo delle fantomatiche armi di distruzione di massa che esistevano solo nell’immaginazione dei propagandisti al servizio del Pentagono e della Cia, ma dalla sua decisione di accettare gli euro per il pagamento delle forniture petrolifere.
Come vi ho spiegato nella nona parte, mi è capitato negli anni di accumulare scaricando testi da internet, una vera e propria “biblioteca virtuale” che – disgraziatamente – ho in massima parte perduto a causa di una formattazione del computer, proprio nel momento in cui, grazie al pensionamento, mi sarei potuto dedicare a un’analisi approfondita del suo contenuto, tuttavia una parte di essa si è fortunosamente e fortunatamente salvata, e si tratta proprio di testi che perlopiù ci consentono di gettare uno sguardo sul retroscena socio-economico della decadenza.
Delle poche cose che si sono fortunosamente salvate, quella più consistente è un PDF intitolato Il grande inganno, l’autore si firma Prassard. Io so chi è in realtà Prassard, ma permettetemi di non dirvelo, poiché non so se gli faccia piacere essere nominato pubblicamente.
Il testo è composto di sei “storielle” che sono altrettanti episodi che gettano una luce inquietante sul nostro mondo e sulla reale natura delle forze che agiscono dietro le quinte.
La prima di queste “storielle” riguarda un episodio avvenuto a Oberammergau in Baviera nel dicembre 1958, dove un’edizione tedesca del libro I segreti della Federal Reserve di Eustace Mullins, stampata dal tipografo Guido Roeder in 10.000 copie, fu non solo sequestrata fino all’ultimo esemplare appena arrivata nelle librerie, da parte delle autorità americane occupanti con una vera e propria azione militare, ma i militari distrussero la tipografia di Roeder, e lo stesso dovette difendersi in tribunale dall’accusa del tutto infondata … di antisemitismo (che è come un coltello svizzero, buona per tutti gli usi).
Di questo libro, è superfluo dirlo, non esiste e non è mai esistita una traduzione italiana. Noi vediamo qui all’opera quella che si può considerare la grande arma della democrazia: la censura, l’impedire la libera circolazione delle idee e delle conoscenze.
Ma quali sono i segreti della Federal Reserve, quelli di cui si vuole a tutti i costi impedire che il grosso pubblico venga a conoscenza? Sostanzialmente, a quel che pare di capire, che la Federal Reserve non è, come si sarebbe portati a pensare, un ente pubblico, ma nasce come costola americana della Banca d’Inghilterra, che a sua volta non è un istituto pubblico ma un’emanazione della Banca Rotschild. In poche parole, questo significa che i flussi di denaro che governano l’economia mondiale sono interamente controllati da un ristretto gruppo di oligarchi.
Prima di proseguire nell’esaminare le altre “storielle” de Il grande inganno, sarà bene vedere se queste affermazioni di indiscutibile gravità possono essere corroborate da altri testi, e qui ci soccorre proprio un altro frammento miracolosamente salvatosi della mia “biblioteca virtuale”, si tratta di una breve raccolta di Citazioni impresentabili fatta da Maurizio Blondet nel settembre 2013. Ci si può soffermare in particolare su due di esse, la prima è del generale Smedley Butler, ripetutamente decorato per atti di eroismo durante la prima guerra mondiale:
“Il guaio con l’America è che quando il dollaro rende solo il 6% in patria, allora diventa inquieto e va all’estero per lucrare il 100%. Poi la bandiera segue il dollaro e i soldati seguono la bandiera (…) Non voglio di nuovo andare in guerra come ho fatto per proteggere certi discutibili investimenti dei banchieri”.
E prosegue affermando che la guerra, per nessun altro motivo che non sia la difesa della patria o dei diritti civili, è solo criminalità organizzata (racket).
L’altra citazione è dal testo Tragedy and Hope (Tragedia e speranza) di Carroll Quigley, docente alla Georgetown University, membro del Council on Foreign Relations:
“Le potenze del capitalismo finanziario hanno un altro scopo di lunga portata, niente meno che creare un sistema mondiale di controllo finanziario in mani private, capace di dominare il sistema politico di ciascun Paese e l’economia del mondo come tutto unico. Questo sistema deve essere controllato all’uso feudale dalle Banche Centrali del mondo agenti in concerto, per via di accordi segreti raggiunti in frequenti incontri e conferenze”.
Noi vediamo dunque che non solo le guerre del Golfo, ma praticamente tutte le altre, comprese le due guerre mondiali con il loro spaventoso costo umano (e, ben s’intende anche la seconda, la cui responsabilità è falsamente attribuita al Terzo Reich germanico), sono state scatenate esclusivamente nell’interesse della ristretta oligarchia finanziaria intenta a realizzare il dominio mondiale.
La seconda “storiella” ci parla della visita che sempre Eustace Mullins, l’autore de I segreti della Federal Reserve riuscì a fare, non senza aver superato numerose difficoltà, a Ezra Pound nel manicomio dove era stato internato dopo la seconda guerra mondiale, e qui sottoposto a trattamenti che erano autentiche torture, fra cui frequenti elettroshock allo scopo di distruggerlo fisicamente, psichicamente e umanamente. Noi possiamo osservare che la “libera” America ha riservato al “suo” dissidente un trattamento non diverso, e sicuramente non più umano, di quello riservato ai dissidenti dall’Unione Sovietica di Breznev.
Non a caso: Ezra Pound è stato uno dei maggiori scrittori e poeti di lingua inglese del XX secolo, ma è stato anche l’autore del saggio Denaro e usura che denuncia il capitalismo finanziario appunto come usura e truffa ai danni della comunità.
La terza “storiella” è altrettanto edificante, ci racconta in poche parole come si è arrivati alla nascita della Federal Reserve. Il progetto nasce nel 1910 da un incontro segreto di un gruppo di banchieri internazionali e politici americani, e assume la forma di una proposta di legge, l’Aldrich Bill, che però il presidente William Taft si rifiuta di sottoscrivere. Pare che in questa circostanza, Taft abbia citato Thomas Jefferson:
“Permettere che una banca in mano a soggetti privati si costituisca in Banca Centrale e ne svolga la funzione di emettere denaro pubblico, equivale ad ospitare in modo permanente un esercito invasore fra le mura domestiche”.
Si trattò peraltro di una resistenza destinata a essere presto superata, quando nel 1913 l’oligarchia finanziaria riesce a imporre come successore di Taft Woodrow Wilson, un professore, ex rettore dell’università di Princeton, uomo indubbiamente intelligente ma digiuno delle sottigliezze della politica.
Facciamo di nuovo riferimento alle Citazioni impresentabili di Blondet:
“Lo Stato deve creare, emettere e porre in circolazione tutta la moneta e il credito occorrenti per soddisfare la capacità di spesa del governo e dei consumatori. Il privilegio di creare ed emettere moneta non è solo la suprema prerogativa del governo, ma la sua più grande opportunità creativa. Il finanziamento di tutta l’intrapresa pubblica, e la condotta del Tesoro diventeranno materia di amministrazione pratica. Il denaro cesserà di essere il padrone per diventare il servitore dell’umanità”.
Sapete di chi sono queste parole? Di Abraham Lincoln, che le pronunciò annunciando un programma che avrebbe escluso del tutto le banche private dall’emissione di moneta. Poco dopo, fu assassinato da John Wilkes Booth, bizzarra coincidenza davvero!
Questo non è tutto, perché qui si anticipa il contenuto della quinta “storiella”, scopriamo la reale causa della prima guerra mondiale, l’esigenza di eliminare un pericoloso concorrente economico:
“Il Cartello della Standard Oil [di John David Rockefeller] (…) rischia di veder dimezzata la sua presenza sul mercato europeo. Il pericolo è costituito dal neonato “Trust” col nome provvisorio di APOC (Anglo Persian Oil Company) che ambirebbe ovviamente a provvedere al fabbisogno petrolifero del vecchio continente, grazie allo sfruttamento esclusivo di promettenti giacimenti d’oro nero nei territori di Persia, Mesopotamia e Arabia Saudita. Nella disputa, l’astuzia britannica dovrà però confrontarsi (…) con le pretese del Kaiser Guglielmo II, deciso a far valere i diritti della Deutsche Bank, che possiede il 25% del capitale della preesistente Turkish Petroleum Company, scomoda erede dell’Impero Turco Ottomano. Ma vi è anche il timore che in Europa, e proprio in Germania, sia avviata una produzione su vasta scala di propulsori a combustione interna”.
La quarta “storiella” è anch’essa molto edificante: vi si analizza un fenomeno molto importante a cui non sembra che finora gli economisti abbiano dedicato sufficiente attenzione, il progressivo sganciamento della moneta dal suo controvalore in oro, alla fine essa è basata su una “riserva aurea” che potrebbe anche non esistere. In pratica, gli stati acquistano, e i cittadini pagano con il loro lavoro il denaro dalle Banche Centrali al suo valore nominale, accollandosi così un debito che non potranno mai estinguere e di cui dovranno pagare per l’eternità gli interessi, ma il costo per le banche stesse è rappresentato solo dalla carta e dall’inchiostro usati per stampare le banconote. Anche la BCE e l’euro funzionano allo stesso modo. Si tratta in poche parole della più gigantesca truffa mai escogitata.
Questa trasformazione dell’economia prima europea, poi del “mondo civile” in genere, è legata in particolare alla progressiva ascesa di una dinastia di banchieri che oggi risulta proprietaria di gran parte della ricchezza mondiale: i Rotschild.
Della quinta “storiella” sarei tentato di non dirvi nulla, avendone già anticipato il contenuto: la Grande Guerra fu voluta e provocata dall’oligarchia finanziaria che aveva nel mondo anglosassone la sua base operativa, per bloccare l’ascesa del concorrente tedesco. C’è però una questione che va aggiunta; anche la seconda guerra mondiale ebbe le stesse cause e motivazioni, e ancora una volta la Germania falsamente presentata come la responsabile, ne fu invece la principale vittima.
Qui capita a proposito un altro frammento superstite della mia “biblioteca virtuale”, Il mito della colpevolezza tedesca di Michael Walsh, pubblicato nel 2013 proprio su “Ereticamente”.
Sopravvissuta alla sconfitta della Grande Guerra e alla crisi del 1930 che l’aveva messa in ginocchio, la Germania si era risollevata grazie al nazionalsocialismo.
“La Germania è troppo forte. Dobbiamo distruggerla”, scriveva Winston Churchill nel 1936, per poi aggiungere dieci anni dopo a cose fatte: “La guerra non fu solo una questione per eliminare il Fascismo in Germania. Ma piuttosto per impossessarsi dei mercati tedeschi”.
Forse è ancora più significativo per capire come stavano le cose, questo episodio riferito dal professor Michel Freund:
“Il 2 settembre 1939 un delegato del Partito Laburista si incontrò col Ministro degli Esteri britannico Halifax nel corridoio del Parlamento: nutre ancora delle speranze? – chiese – se lei intende speranze nella guerra – rispose Halifax – allora la sua speranza verrà confermata domani.
DIO SIA RINGRAZIATO! – rispose il rappresentante del Partito Laburista britannico”.
La sesta “storiella” non mancherà di sorprendere: si parla dell’ascesa e della caduta del comunismo sovietico e, al riguardo, le informazioni che sono state tenute nascoste al grosso pubblico e che potrebbero illuminare una delle maggiori tragedie mondiali, sono davvero tante.
La rivoluzione russa del 1917 che portò all’instaurazione del regime sovietico ebbe il costante sostegno economico dei banchieri newyorkesi, cioè proprio di coloro che in teoria, secondo la teoria marxista, sarebbero dovuti essere i suoi nemici di classe per eccellenza. Un esperimento di dominio planetario che non è andato a buon fine e a cui a un certo punto si è deciso di porre termine.
“L’Unione Sovietica, fra delusioni e sorprese, sarebbe anch’essa diventata… inservibile, perché si riteneva esaurita la carica persuasiva dell’utopia marxista e superflua la funzione che essa avrebbe svolto nel periodo della Guerra Fredda. Anche se reso, sulle prime, illeggibile dalla diffusa retorica del comunismo, destinata, in Russia e altrove, a ottenere il plauso e l’adesione di vaste masse popolari, il piano rivoluzionario proclamato da Marx in realtà avrebbe avuto altri scopi, più tardi emersi, quando sarebbe venuto a mancare il senso stesso di una missione politica dagli esiti improbabili e sempre più incerti”.
Frammenti che permettono una rilettura della storia recente molto diversa da quella a cui siamo abituati. E’ come passare all’improvviso dal buio alla luce. Sulle prime si resta abbagliati, ma poi si comincia a vedere…
NOTA: nell’illustrazione, a sinistra, I segreti della Federal Reserve di Eustace Mullins, al centro, Ezra Pound, a destra il presidente americano Abraham Lincoln, assassinato poco dopo aver annunciato l’intenzione di escludere le banche private dall’emissione di moneta.
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