11 Ottobre 2024
Politica

Cos’è la destra, cos’è la sinistra – Roberto Pecchioli

Chi scrive ha il cuore a destra e il portafogli a sinistra. In parole povere, non si riconosce nella destra né nella sua sorella furba, la sinistra. Ha rinunciato da un pezzo a sperare nella destra. L’affetto più caro, da quelle parti, è il portafogli, ovvia l’alleanza con il liberismo progressista che distrugge famiglia, società, identità, legami, legge naturale e cancella ogni anelito spirituale. Importante è che nessuno tocchi la tasca interna, business as usual. Il resto è noia, direbbe Franco Califano. A sinistra sono più complicati, ma il risultato non cambia. Partirono per istituire la giustizia sociale, difendere i poveri e contrastare i “padroni”. Ripiegarono sui diritti inguinali, legati alla sfera intima e sessuale. I miseri, i deboli, gli ex dannati della terra, si arrangino.

Di qua e di là, corrono al centro, il luogo d’incontro degli interessi in cui si mettono all’asta i principi. Tranne poche eccezioni, inutile parlare di valori con la destra, vano il richiamo alla giustizia sociale a sinistra. Solo la realtà, la brutale realtà può risvegliare le coscienze e soprattutto gli stomaci. Il globalismo porta ricchezza e dominio in alto, sottomissione, povertà, precarietà in basso. I fatti hanno la pessima abitudine di tornare a galla e contra factum non valet argumentum. Lasciamo la sinistra da salotto e la destra mercatista ai loro balocchi.

Cosas veredes, amigo Sancho, que faran fablar las piedras, vedrai cose, amico Sancho, che faranno parlare le pietre. E’ una citazione apocrifa del Don Chisciotte che ripetiamo, rassegnati a combattere contro giganti scambiati per mulini a vento. Vediamo cose che dovrebbero risvegliare ogni coscienza. Ai destri domandiamo di considerare nemici i vertici della finanza (fondi d’investimento, sistema bancario, corporations) e la cupola Fin Tech.  Alla sinistra, che torni a difendere la gente comune e il lavoro.

Nel mondo ci sono sei miliardi di telefoni cellulari e più di due miliardi di computer. Il sistema operativo della grande maggioranza è Windows di Microsoft (Bill Gates). Il motore di ricerca Google è utilizzato da oltre l’ottanta per cento degli utenti, Facebook ha quasi tre miliardi di iscritti; i colossi tecnologici controllano oltre il settanta per cento del mercato pubblicitario digitale, che rappresenta ormai due terzi del totale. Insieme con Apple, detengono il monopolio sulla rete Internet.  Amazon distrugge milioni di attività commerciali nel mondo, tratta i dipendenti in modi che i nostri padri non avrebbero tollerato. Oltre a ricchezze mai viste, esercitano un potere ferreo di sorveglianza e orientamento. Hanno conquistato il ruolo di censori privati delle idee che disapprovano. Fanno strame di qualsiasi accenno di concorrenza: la saccheggiano, la comprano, la distruggono o la fanno a pezzetti. Chiamano tutto ciò libero mercato, l’oceano degli squali.

Rappresentano un pericolo anche per l’innovazione, poiché nulla può crescere al di fuori delle onnipotenti corazzate. Multinazionali, fondi d’investimento, banche d’affari, maneggiano mezzi finanziari superiori al PIL di grandi stati nazionali, determinano la politica, ricattano i popoli con l’inganno del debito. In più, non pagano imposte. Il sistema deterritorializzato consente di decidere l’importo ridicolo delle loro tasse. Oppure scelgono dove pagarle, paradisi fiscali o Stati di cui sono i padroni, l’Irlanda, Lussemburgo o Cipro nell’Unione Europea, dove insediano comodi domicili fiscali. Agli enormi profitti del monopolio, aggiungono il doping fiscale. Big Tech alimenta un’impressionante autocensura per il timore generale di essere espulsi dal mondo digitale. Possiede e utilizza tutti i nostri dati, conosce i nostri gusti, determina preferenze e idiosincrasie.  Il sistema finanziario crea la moneta e si appropria del denaro di tutti, abolendo progressivamente i contanti. Un esproprio totale e beffardo: pensateci, mentre accarezzate il portafogli.

Nulla è risparmiato, neppure il voto, la libertà di pensiero e di espressione. Gli algoritmi rilevano gli argomenti sensibili, qualsiasi deviazione dalla linea è cancellata, con annesso ostracismo. Big Tech e le grandi multinazionali sono i vettori della cultura della cancellazione e dell’ideologia progressista. Voi destri vedete tutto questo e vi girate dall’altro lato, cercando di raccattare le briciole. Ne avete visto di cose che fanno parlare le pietre, ma incolpate il marxismo culturale, che è accusare il cane da guardia anziché il pastore. Voi sinistri non avete nulla da obiettare perché il piano alto del capitalismo globalista è alfiere e ufficiale pagatore del progressismo arcobaleno, del suo finto moralismo e delle sue bandiere, mondialismo, ideologia climatica, correttezza politica, identitarismo di minoranze permalose, nuovi diritti individuali. Tutto ciò a cui vi siete convertiti. Nonostante tutto, molti ancora vi considerano difensori della povera gente. Come spiegherete che il destino è l’assenza di lavoro, la sostituzione con i robot, l’irrilevanza sociale delle masse, fungibili, superflue, esuberi strutturali?

Uno studio pubblicato prima dell’era covidiana anticipa i concetti espressi dal Forum Economico Mondiale. I processi di automazione avanzano a una velocità sorprendente, i cambiamenti avvengono a un ritmo tale che la società non li percepisce appieno, accelerati dalla pandemia che ha mostrato la fragilità del sistema, della produzione e delle catene di approvvigionamento. Il globalismo che ha infranto i confini per produrre profitti straordinari, concentrare potere e ricchezza, condizionare gli Stati, compresi i più potenti, è controllato da una manciata di giganti posseduti da alcuni fondi di investimento.

Ciò ha creato le condizioni per il salto che abbiamo cominciato a sperimentare in coincidenza con l’irruzione delle tecnologie digitali: la quarta rivoluzione industriale. L’ automazione dei processi produttivi rompe il vecchio sistema capitalista, estendendo il dominio all’intera società. Avanza l’Intelligenza Artificiale in grado di svolgere compiti che pensavamo riservati agli umani; i posti di lavoro diminuiranno fino a diventare irrilevanti in moltissimi settori. La percezione comune è inferiore alla realtà per l’interesse del potere a nascondere o edulcorare la verità.

Per chi non potrà vantare specializzazioni avanzate, il calo dell’offerta di lavoro raggiungerà l’ottanta per cento. Per la minoranza più qualificata la diminuzione non sarà inferiore al 40 per cento. Sette persone su dieci verranno escluse dal sistema. Diminuiranno drasticamente gli addetti all’istruzione. Aule virtuali, didattica a distanza sperimentate nella pandemia diverranno la normalità. L’ indotto alimentato dalla scuola, compresi i trasporti, avrà un tracollo. Non importa se l’istruzione sarà peggiore, la decisione riguarda il rapporto economico costi benefici. Mille figure professionali, anche di alto profilo cognitivo, saranno eliminate; se l’impatto non è ancora devastante è perché il timore di rivolte resta elevato. Robot e sistemi automatici non vanno in ferie, non si ammalano, non si assentano per gravidanza e non scioperano.

Chi è al potere non vuole allarmare la società e generare reazioni ostili, gli economisti spiegano che nasceranno nuovi mestieri. In passato è accaduto, ma nelle precedenti rivoluzioni industriali la tecnologia restava ausiliaria. Oggi basta a se stessa e ha scarso bisogno di controllo umano. L’uomo è antiquato, un utensile inutile. Poco importa il giudizio morale, importa che si può fare, dunque si farà. Le masse saranno espulse dal sistema. Illusorio sperare nel volano virtuoso del consumo: ci vuole denaro e i più non l’avranno. Perché Blackrock dovrebbe essere interessato a mettere in moto il processo produttivo? Il capitalismo produttivo è in coma e i super padroni possiedono già tutto ciò che li interessa. La conclusione è terribile: siamo troppi e siamo inutili, anzi dannosi.

Siamo fonti di potenziale conflitto; a un certo punto ci solleveremo poiché questa è la natura umana. Che cosa accadrà quando i lavoratori si renderanno conto che la disoccupazione non è temporanea ma permanente? Quando sapranno che non avranno più nulla e non saranno felici? Cosa diranno i professionisti, se metà di loro non avrà futuro e l’esercito degli insegnanti e degli impiegati comprenderà che non c’è più posto? Ci esortano a diventare imprenditori di noi stessi, ma a chi venderemo beni e servizi se mancano gli acquirenti, espulsi dal sistema? Non esisterà neppure la prospettiva di un’economia parallela, come nel comunismo reale, poiché la digitalizzazione del denaro la ridurrà al semplice baratto.

Inutile negare la verità della società senza lavoro. Le ideologie promosse dal potere “corporativo” attraverso le sue agenzie, i media, lo spettacolo, il mondo culturale, le reti, tutto converge nella stessa direzione, la riduzione della popolazione. Aborto, eugenetica, coppie sterili, vita solitaria, distruzione della famiglia, sanzioni per l’impronta di carbonio. La decisione di chi controlla i fondi di investimento padroni di tutto è chiara. Non si parla di razze superiori o spazio vitale, solo di diritti individuali che mirano ad atomizzare la società in rivendicazioni multiple, contraddittorie e irrilevanti.

Per chi non ci crede, intrappolato nella contemplazione del presente, basta uno sguardo alle bollette e al livello dei prezzi. E’ tornata l’inflazione, spinta da vari fattori, tra cui le massicce iniezioni di liquidità creata dal nulla, la medicina delle banche centrali per abbattere il valore reale dei debiti fuori controllo. Il conto lo paga la classe media e medio-bassa, risparmiatori, titolari di redditi fissi, piccole e medie partite IVA. I rincari più pesanti riguardano il gas naturale, con i venti di guerra nell’Europa dell’est. Salgono petrolio, carburanti, metalli, componenti industriali, prodotti alimentari, materie prime. Schizzano i noli marittimi dopo il crollo della prima fase pandemica. Rincari a doppia cifra del costo di gas e elettricità, con ovvi effetti sul carrello della spesa e sui settori economici “energivori”. Negli Usa inflazione al 7 per cento, nell’eurozona, Italia compresa, al 4,8 per cento, il livello del 1996. La pandemia sta massacrando i settori trainanti dell’economia italiana in assenza di una politica energetica e di un progetto industriale. L’inflazione è al 14 per cento nell’energia, quasi al 10 nei trasporti.

La denatalità mette in pericolo la persistenza dei popoli europei e, da subito, la sostenibilità dei modelli previdenziali e sanitari. Non ci troviamo di fronte a eventi naturali avversi, imprevedibili e inevitabili, e neppure a bolle speculative. Sono conseguenze di scelte errate. Una è il catastrofismo ecologista, alimentato dalle élite, drammatico per l’Europa e in particolare per l’Italia, che ha rinunciato al nucleare e non osa impegnarsi nella ricerca di fonti energetiche sul territorio, prigioniera di un ambientalismo parolaio. La transizione ecologica, incoraggiata dall’Agenda 2030 dell’ONU costerà cinquemila miliardi di dollari annui a un’economia globale che ne vale ottantamila.

Pagheremo noi, per questo ci bombardano di informazioni apocalittiche. Il solito Gates assicura che “ogni anno moriranno milioni di persone per il cambiamento climatico e non ci sarà nessun vaccino disponibile.” Cos’è la destra, cos’è la sinistra, di fronte alla realtà e alla menzogna? L’ideologia liberista e falsamente libertaria affascina la destra e acceca la sinistra nutrita del mito del progresso. Occorre liberarsi della narrazione dominante, privilegiare l’iniziativa privata diffusa, restituire dignità e prestigio sociale al lavoro ricostruendo un mondo a misura d’uomo. Idee di destra o di sinistra? Poco conta, entrambe camicie di forza, gabbie mentali, due delle infinite maniere che l’uomo può scegliere per essere imbecille, secondo Ortega y Gasset. Serve un bagno di verità: il vero Grande Reset è la lotta contro le menzogne. I popoli capiranno.

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