Quando si dice l’eterogenesi dei fini! Allorché cento anni fa Benito Mussolini insieme alla “marcia su Roma” elaborò l’ideologia del fascismo la pensò sia italiana sia tale da imporsi nel mondo, modello esemplare per tutte le nazioni sia dal punto di vista politico che sociale, non per nulla nacquero movimenti di inspirazione fascista anche nei Paesi di lingua inglese o in Estremo Oriente (l’India per esempio), un punto di riferimento, ma non certo nel modo attuale.
In sostanza, poiché il fascismo ha perso una devastante guerra mondiale durata sette anni con centinaia di migliaia di morti, anzi milioni, come tale ha assunto un valore esclusivamente negativo su tutti i piani.
Basta guardare la quotidianità. Se una parte politica deve accusare gli avversari li qualifica “fascisti”, lo fecero a suo tempo addirittura URSS e Cina scambiandosi reciprocamente simili accusa, e oggi lo si fa negli Stati Uniti contro Donald Trump. Il fascismo si è universalizzato (alla faccia dei suoi avversari e con il loro contributo) come auspicava Mussolini ma anche contro i suoi auspici perché ha assunto, come detto, un connotato solo negativo, al punto che le accuse di “fascista” si sprecano anche nei contesti più assurdi e singolari, dimenticando che esso fu moltissime cose, anche positive come ben sanno gli storici non faziosi e negano, inorridendo, i faziosi, storici o meno. Non avesse intrapreso una guerra che perse disastrosamente, sarebbe stato diverso, come ormai molti saggi e romanzi di storia alternativa dimostrano.
Sta di fatto che oggi nel XXI secolo e a cento anni dalla sua nascita ufficiale il fascismo è il Male Assoluto, il Baubau, lo spauracchio, la condanna definitiva che vale per ogni argomento e situazione, anche non politici.
Si deve ricordare che qui da noi per demonizzare la destra nelle sue diverse espressioni si è sempre utilizzata l’equivalenza destra = fascismo. Se questo poteva essere giustificato alle origini del MSI che venne fondato nel 1946 da ex fascisti e reduci della RSI come Almirante e Romualdi (appunto i “neofascisti”), oggi essa non ha più alcun senso, a parte quello della polemica contingente, spicciola, e tutto ciò appare ridicolo e paradossale, le generazioni sono cambiate e i “ripudi ufficiali” sono stati fatti, così come i lavacri di Fiuggi.
Durante la campagna elettorale del settembre 2022, le accuse di “fascismo” da parte del povero Enrico Letta non sono mancate ma non hanno avuto alcun effetto, e gli italiani non ne sono rimasti influenzati, tanto da far vincere un partito esplicitamente “di destra” che ha stracciato sia gli avversari che gli alleati con una maggioranza chiarissima: Fratelli d’Italia fondato dieci anni prima e che, dal 2 per cento delle origini, è giunto al 26 per cento e che sondaggi (Pagnoncelli) pubblicati sul Corriere3 della Sera il 31 dicembre 2022 accreditano al 31,7 per cento(cinque punti in più in due mesi), unico partito alla opposizione durante l’era Draghi.
Ora, pur essendo democraticamente al governo, accettato (dopo una iniziale diffidenza ideologica) a livello europeo e internazionale, nonostante tutto ciò qualcuno ancora adesso lo definisce “fascista” tra gli irriducibili pseudodemocratici che, come si dice a Roma, rosicano. E si inalbera se c’è chi collabora con esso: si vedano le rimostranze sui cosiddetti Social alla notizia che una cantante popolare, Cristina D’Avena, avrebbe partecipato alla manifestazione a Piazza del Popolo per i dieci anni di FdI. “Ecco un’altra fascista!”. Ancora non ci si capacita né si accetta che la gente comune, il famoso “popolo”, abbia fatto vincere le elezioni a questi maledetti “fascisti” e non si preoccupi per nulla di una simile particolarità, anzi di una simile eccezione dal dopoguerra a oggi.
Tutto questo prova ancora una volta che a forza di usarlo continuamente e forsennatamente spesso a sproposito, il termine fascismo/fascista ha in pratica perso senso e significato specifici, ha perso la propria forza originaria, la sua pregnanza “politica” e, se non ricordo male, parecchi anni fa Renzo De Felice ne propose una moratoria per farlo decantare da tutti i significati impropri che gli venivano attribuiti. E se era così allora, figuriamoci adesso!
Se tutto il negativo è sempre e comunque “fascista”, nulla è più “fascista”. Se i crimini di guerra sono solo “fascisti” (anche quelli di Putin) e il comunismo è totalmente dimenticato e non pare abbia più colpe nonostante ancora sottometta miliardi di persone nel mondo, è chiaro che c’è qualcosa che non va, non quadra. Nella teoria e nella pratica.
Una spiegazione si può tentare. Le parole abusate perdono pregnanza, vedi ad esempio “ecologia”, “sostenibilità”, ”ecosostenibile”, “green” e via dicendo che si trovano dappertutto, addirittura nelle pubblicità dei vestiti e dei pomodori in scatola. Della perdita di vero significato del termine “fascismo” sono a testimoniarlo due episodi a contrario di diverso livello ma molto significativi.
A novembre 2022 l’Istituto Ferruccio Parri (nel dopoguerra Parri era sbeffeggiato come “Fessuccio”) ha pubblicato l’esito di un lungo censimento di tutte le testimonianze “fascisti” ancora presenti in Italia. Questo l’annuncio: “L’Istituto ha censito 1400 monumenti, edifici e vie che ricordano il Ventennio, per capire come strutturare e gestire la memoria storica oltre le strumentalizzazioni. Che il territorio italiano conservi molte tracce del suo recente [appena un secolo…] passato fascista, è cosa impossibile da non notare: ora vie e palazzi, ora monumenti e scuole, i simboli del Ventennio sono dispersi da Nord a Sud, a volte ‘neutri’, a volte oggetto di commemorazioni e cerimonie da parte di minoranze neofasciste o delle nuove destre. Dall’affresco di Primo Conti nel Palazzo di Giustizia di Milano La Giustizia del Cielo e della Terra, in cui Mussolini compare fra i potenti del pianeta, al grande obelisco di marmo bianco al Foro Italico [ex Foro Mussolini] di Roma su cui campeggiano le tre grandi lettere “DVX” [l’Istituto è assai approssimativo: sulla stele è inciso MUSSOLINI DUX], fino allo stadio Ridolfi per l’atletica leggera a Firenze, sono decine i monumenti e le statue, le vecchie Case del Fascio e dei Balilla, per non parlare delle centinaia di vie commemorative di personaggi e battaglie fasciste in tutti i centri abitati, piccoli e grandi, d’Italia”. Insomma, ne risulta che il regine in quattro lustri ha fatto su questo piano assai più di tanti prima e dopo di lui..,
Cosa abbia in testa l’egregio Istituto non si capisce bene, magari la cancel culture all’americana (demoliamo subito l’EUR?), e perché se ne esca proprio ora con questo suo censimento antifascista: dopo 80 (ottanta) anni dalla caduta del regime si pone un grave problema che in precedenza solo dei gruppuscoli estremisti antifascisti aveva posto (abbattimento della stele al Foro Italico) e che non aveva impensierito/impressionato/indignato/allarmato se non ogni tanto e non più di tanto non solo politici e intellettuali ma soprattutto la gente comune, il popolo votante. Al PCI di Togliatti e alla DC di De Gasperi tutto ciò non aveva interessato. Sembra che adesso, passate tre o quattro generazioni, di nuovo “il fascismo sia alle porte”, ma sta di fatto che un regime politico durante venti anni non poteva non costruire quel che ha costruito rendendo moderna l’Italia da Nord a Sud, così come è stato per il regime democristiano nel dopoguerra e per quello sovietico in URSS.
La conclusione è che essendo tutto fascista, nulla è più fascista e gli italiani in genere vivono in piena normalità senza allarmismi e traumi fra le vestigia del “deprecato regime”.
Il secondo episodio significativo sulla perdita di senso del termine “fascismo” (e quindi “antifascismo”, ripetiamoi) ce la ha data il 28 dicembre 2022 un tale di cui per carità di patri taciamo il nome che ha pensato bene di chiudere l’anno con una missiva pubblicata con grande evidenza dal Corriere della Sea lamentandosi come in Italia non si segua quel che fa la giustizia tedesca che ha condannato “per complicità” una donna di anni 97 la quale 80a anni prima aveva lavorato come impiegata in un campo di concentramento, approvando quindi fiscalmente la sentenza e non rendendosi conto che una giustizia così tardiva non ha valore in sé, è una “giustizia ingiusta” come diceva Marco Pannella, in un momento storico diverso dove, appunto, il termine “fascismo” è diluito di senso: e infatti questo povero lettore veronese, dopo aver riportato in senso assai critico considerazioni come quelle appena esposte, aggiunge riferendosi ad Aldo Cazzullo: “L’ha detto e ripetuto più volte anche lei, l’antifascismo ha perso, non è riuscito a creare una memoria forte e condivisa, come invece hanno fatto e stanno facendo i tedeschi, che hanno certo desiderio di pacificazione ma che non vogliono né possono dimenticare”. E quindi – possiamo qui aggiungere – per sentirsi la coscienza a posto, condannano una quasi centenaria che da giovanissima lavorò come impiegata in un lager… Giustizia è fatta! anche insensata e inefficace dopo tanto tempo…
E il lettore del Corsera conclude con una frase significativa: “La bandiera dell’antifascismo da noi è ormai logora” (ma il titolo della sua lettera è più significativo: “La bandiera ammainata dell’ antifascismo”…). Verità dal sen fuggita…Che ne pensa l’ANPI? Meglio invece, sottintende il lettore, perseguitare i centenari per gli “errori di gioventù” e mantenere così viva per sempre la memoria dell’unico, multiforme e in fondo indefinibile Male che ha colpito l’orbe terraqueo, il Fascismo Eterno di Mussolini.
Altrimenti si rischia di dimenticarlo perché ci si fa l’abitudine come teme l’Istituto Ferruccio Parri…
Oppure si raggiungono i vertici del ridicolo della ANPPIA, l’Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti in quel di Pozzallo (Ragusa) che a Natale 2022 ha imposto al sindaco, che ahimè ha accettato, di proibire l’uso del termine abbreviato inglese usato per indicarlo, Xmas, perché secondo questi grotteschi personaggi era simile a X MAS, cioè l’abbreviazione di Decima Flottiglia MAS, la formazione militare comandata dal principe Junio Valerio Borghese che dopo l’8 settembre si schierò con la RSI. Il risultato, immortalato nelle foto, è solo un MAS, il che ovviamente non significa un bel nulla. O meglio no, qualcosa significa e anche di importante: durante la Grande Guerra i Mas erano i “motoscafi anti sommergibili”, la cui sigla l’immaginifico Gabriele d’Annunzio decodificò invece come “memento audere semper”, cari antifascisti di Pozzallo (Ragusa)! L’ignoranza non paga e siete caduti dalla padella nella brace.
Sicché secondo questi ridicoli signori siciliani, c’era il pericolo di trascorrere un Natale … fascista. Cosa unica al mondo e scoperta per la prima volta in quel di Pozzallo (Ragusa) nel 2022, dove di perseguitati politici ce ne devono essere stati a bizzeffe.
Non si finisce mai di imparare e di scoprire l’idiozia umana al punto che a costoro bisognerebbe intitolare un premio per il loro sprezzo del ridicolo ma non se ne renderebbero conto. Come scrissero Fruttero & Lucentini è purtroppo diffusissima la “prevalenza del cretino” contro cui si è totalmente impotenti…
Gianfranco de Turris