Il quotidiano americano Washington Times, di orientamento conservatore, ha pubblicato un pistolotto dal titolo “La generazione disumana”, un pesante atto d’accusa verso i giovani, bollati come “disumani”. L’ esempio imbarazzante di una tesi corretta espressa con gli argomenti e i bersagli sbagliati. L’autore è indignato per la posizione favorevole alla Palestina di moltissimi giovani americani, in particolare studenti . Conclude perciò che sono diventati disumani. Strano che se ne siano resi conto solo adesso; la terribile vicenda di Gaza ha sollevato le maschere e svelato gli autentici sentimenti. La cosiddetta sinistra ha ritrovato il proprio terreno favorito, la frattura oppressi/oppressori. Non è difficile dinanzi a massacri indiscriminati di una popolazione senza terra. La cosiddetta destra sfodera il suo argomento base, l’Occidente buono, civile, progredito, attaccato dai barbari, il cui simbolo sarebbe Israele.
Se le nuove generazioni diventano disumane non è colpa loro. Millennials e Generazione Z sono come li sta plasmando la generazione degli adulti, in America e nel resto dell’impero. L’articolo depreca che abbiano in testa “ la diversità, l’equità e l’inclusione sin dalle scuole elementari. L’apprendimento socio-emotivo propagato dalla sinistra avrebbe dovuto metterli in contatto con i sentimenti e renderli compassionevoli e comprensivi. Invece, li ha resi insensibili e ignoranti riguardo all’umanità. Li ha portati a sminuire la vita umana e li ha resi ignoranti delle atrocità, sostenitori di una cultura della morte.”
Vero, senonché la “sinistra” è solo l’apparato esecutivo, il fornitore di una visione del mondo che non avrebbe successo senza l’ approvazione e il finanziamento delle classi dirigenti. L’ideologia liberal progressista “risvegliata”, la neolingua, la correttezza politica e la cancellazione dell’eredità ricevuta sono dominanti perché abbracciate e imposte dall’oligarchia. Il marxismo “culturale” è una delle fonti – non l’unica – ma mandante e beneficiaria è la minoranza di ricchissimi e potentissimi che prospera sulla divisione dei popoli e sulla distruzione dei valori comuni, argini al loro dominio. Se diventiamo disumani, ecco i colpevoli.
Il pensiero conservatore mostra tutti i suoi limiti. Gratti il conservatore e trovi il liberale; inoltre la posizione è banalmente difensiva. Lamenti senza costrutto. Giusto è che le generazioni – non da oggi, ma da mezzo secolo – “sono cresciute in un mondo in cui neghiamo l’umanità dei non ancora nati, sopprimiamo quelle vite e la chiamiamo assistenza sanitaria. Approviamo l’assassinio degli anziani e degli infermi, chiamandolo compassione.” Peccato che le leggi relative, frutto del senso comune formatosi nel tempo, non siano state contrastate, e poi approvate, accettate, talora rivendicate, dalla politica sedicente conservatrice.
A poco vale additare “ i professori di sinistra che sorvolano sull’omicidio di decine di milioni di persone innocenti per mano di comunisti, socialisti e fascisti. “ La classe accademica è stata posta in cattedra in America nelle università private destinate a formare la classe dirigente con il consenso delle ceti superiori. Chi paga i suonatori, decide la musica. Promuovono il radicalismo odierno per (de)formare generazioni docili, ignoranti, irriflessive, non antagoniste, come in altri tempi preferivano valori compatibili con gli interessi del momento.
“Ai giovani di oggi viene insegnata l’equivalenza morale in nome del pluralismo e del rispetto per le convinzioni degli altri. Viene insegnato che non esistono verità oggettive. La sinistra inventa vittime e sopprime la responsabilità personale. Manipolano la scienza e la chiamano fatto.” Ma dov’ erano i conservatori, i moderati, i benpensanti di ieri, quando “la sinistra” occupava la cultura ? Hanno mai reagito al fatto che la classe dominante – industriali, capi d’impresa, vertici della finanza – mettesse in cattedra, alla direzione dei giornali, nelle case editrici, nell’intrattenimento, quella “sinistra”?
Persa la partita per rinuncia, versano lacrime di coccodrillo. Suonano l’allarme dopo un sonno iniziato negli anni Sessanta del secolo passato. La stalla è vuota, i buoi hanno cambiato padrone. Ridicolo scambiare gli effetti con le cause e accusare i giovani dopo non aver mosso un dito per istruirli, difenderli, fornire loro una visione alternativa. Certi segnali erano chiarissimi da decenni e furono colti, negli Usa, da intellettuali altrettanto “ di sinistra” dei cattivi che attaccano. Dicono nulla Allan Bloom e La chiusura della mente americana, Christopher Lasch, con La ribellione delle élite e La cultura del narcisismo ? Robert Hughes, il primo a segnalare le derive del politicamente corretto e del radicalismo vittimista (La cultura del piagnisteo) era tutt’altro che un reazionario.
Il riflesso pavloviano della destra americana scatta alla parola socialismo, gettando tutto nel medesimo calderone. “ I confini nazionali non significano nulla. La programmazione sociale dalla culla alla tomba è buona. L’avanzata del socialismo, la morte della privacy e la crescente malevolenza nella società non sono minacce per il futuro. Il cambiamento climatico e la supremazia bianca lo sono.” Di quale avanzata del socialismo al tempo della privatizzazione di tutto non è dato sapere, né sembrano capire che la morte dei confini, delle identità e delle comunità nazionali è la conseguenza del globalismo, il dominio planetario (e proprietario) dell’ iperclasse che controlla industria, finanzia, economia, governi, linguaggio, cultura. Senza brandire falce e martello. Una volta di più, quando si indica la luna, il saggio guarda l’astro e lo stolto il dito .
Si strappano le vesti perché molti giovani di New York, capitale del mondo risvegliato, liberale e progressista, inclusivo e tollerante, “sono indifferenti o non credono all’Olocausto”. Non ci esprimiamo nel merito, osserviamo però che la diffusione dell’ignoranza, la distruzione del pensiero storico e filosofico è figlia di un’educazione che da tre generazioni si limita ad addestrare a mansioni specifiche senza fornire cultura né chiavi di comprensione del mondo. Non sono comunisti i beneficiari dei difetti di una generazione china sullo smartphone, iperconnessa, sradicata da ogni appartenenza, alla quale sono offerte le più varie dipendenze in cambio del disimpegno politico, civile, etico. Fu lo “Stato profondo” Usa a finanziare le forme di arte, musica, spettacolo che hanno condotto alla deculturazione di massa. Sempre loro introdussero la droga sintetica nei ruggenti anni Sessanta e Settanta. Quelle generazioni insegnano ciò che hanno imparato.
Per il Washington Times “ le stesse persone che stanno dietro il boicottaggio [ di Israele], la censura militante, la cultura del vittimismo, l’aborto su richiesta e la droga ad ogni angolo di strada sono quelle che trasformano questi giovani in una forza marxista sempre più atea dentro la società americana, che sminuisce il valore della vita umana.” Splendida diagnosi priva dell’anamnesi (le cause) e della prognosi. Manca anche il riconoscimento che il marxismo è figlio naturale del liberalismo reale. Deprecano il sentimento antiebraico, tacciono sul fatto che lo Stato d’Israele è una creazione geopolitica delle élite angloamericane, oltreché della tenace volontà degli ebrei.
La prosa neo conservatrice chiama a raccolta i cristiani, che “ da anni sono sotto attacco da parte dei socialisti. Anche gli studenti che sostengono Hamas sono anticristiani.” Le colpe del marxismo nei confronti delle religioni sono enormi, ma oggi anticristiana è la civilizzazione occidentale. Sono liberali – liberal – coloro che arrestano chi prega davanti a cliniche abortiste, che negano evidenze di natura, rinnegano l’intangibilità della vita, diffondono l’eutanasia – omicidio di Stato – nei confronti di poveri, malati, depressi, adesso anche tossicodipendenti. Spremuti come limoni e gettati come rifiuti. Se il nazismo è il male assoluto, non li sfiora il dubbio di essere sulla medesima via?
In America è strage di giovani che muoiono di droga ma nessuno frena l’ascesa del fentanyl. Bambini e ragazzini vengono spinti al cambio di sesso attraverso farmaci potentissimi e terribili, ma disumane sarebbero le vittime, non i cattivi maestri. I ragazzi diventerebbero disumani perché “scelgono sempre più l’esistenza nichilista promossa dai padroni di piattaforme che creano dipendenza come Instagram e TikTok. La sinistra, Zuckerberg e la Cina trasmettono ogni giorno più informazioni ai giovani negli Stati Uniti di quanto facciano i notiziari della TV in un mese. Gli americani della Generazione Z trascorrono fino a cinque ore al giorno su TikTok, controllata da un avversario comunista ateo. Dobbiamo credere che ciò non influenzi la loro visione del mondo? “ Tutta colpa del Dragone cattivo, benché Instagram, Facebook, X, siano posseduti da americani. Nessuna meraviglia che vinca l’incultura woke, se gli avversari sono di questo livello.
“Molti studenti universitari oggi sono più soli, più depressi, non hanno amicizie forti, sono dipendenti dalla pornografia e fanno uso di droghe. I democratici hanno creato una generazione disumana e qualsiasi sforzo per cambiare questi cuori induriti richiederà coraggio e tempo. ”Verità sporcate dal ridicolo. Dopo gli insegnanti, i marxisti, i cinesi, ecco altri colpevoli di ogni male, i “ democratici”, nel senso di partito. Poco vale rammentare che dal 1968 i democratici Usa stati al governo per un tempo inferiore ai loro avversari. Diciamola tutta: destra e sinistra condividono lo stesso orizzonte mentale, hanno idee sovrapponibili sull’ economia, l’organizzazione sociale, la finanza; sono al servizio delle stesse centrali di potere, di cui costituiscono le correnti interne. Più sfumata la questione delle differenze sui fondamenti etici della società, ma la destra è spesso una sinistra in ritardo: i conservatori si limitano a deprecare, scuotere la testa e accettare tutto, purché non si tocchi il sacro Mercato.
Le generazioni diventano disumane perché tale è l’intero sistema di potere. Rosi da dipendenze di vario tipo (consumo, droga, alcool, sesso, pornografia, sballo, gioco, farmaci) non possono che diventare individualisti. La dipendenza centra su se stessi, fa accettare tutto in nome del soddisfacimento del bisogno indotto, rende egoisti, cinici, perfino disumani. Nessuno, tuttavia, contrasta le dipendenze sul piano antropologico, in nome del Mercato, che non è marxista. Sempre per il mercato misura di tutte le cose, nessuno fiata per la dipendenza dalla connessione continua in cui vivono i giovani, il chiacchiericcio di insulti e affermazioni tanto più lapidarie quanto maggiore è l’ignoranza.
Dovremmo chiedere loro perdono per come li abbiamo ridotti, non accusarli perché hanno meno filtri (e meno ipocrisia) delle generazioni mature. I disvalori che praticano sono quelli che trovano nella società. Madamina, il catalogo è questo. Hanno paura di perdersi qualcosa – esperienze, consumi – e gli esperti hanno teorizzato una nuova sindrome, Fomo, fear of missing out, il timore dell’esclusione che rende conformisti. Non si impegnano in quanto tutto è a portata di clic, infatti cala l’intelligenza. L’applicazione, la costanza sono screditate: da noi, gli adulti. Ignari e conformisti, incatenati alla forma merce, persuasi che l’esistente sia l’”unico” (non c’è alternativa, ripete il potere) ovvio che rifuggano dal dibattito e, fragili come li abbiamo plasmati, chiedano protezione, sicurezza, espulsione di ogni pensiero alternativo che costringe al confronto. Così formattati e resettati, sono funzionali al potere, che non ha chi lo contesta, il ruolo di ogni nuova generazione. Poiché l’uguaglianza è trasformata in equivalenza, cioè indifferenza, diventa alibi per il disimpegno e per esigere il castigo di chi disturba il sonno della ragione.
Disumano è dimenticare l’Altro, la folla solitaria, la vita smart (furba…) di chi lavora da casa, sorvegliato a distanza da apparati artificiali di cui diventa propaggine, in un’incredibile inversione di ruoli. Disumano è non avere più maestri, tra didattica a distanza, disinteresse per il sapere e ammirazione superstiziosa di un angusto specialismo. La tappa ulteriore è la cancellazione delle domande di senso rispetto ai temi esistenziali, la dipendenza dalle mode, assunte acriticamente e altrettanto rapidamente abbandonate al fischio del padrone. Altre dipendenze “disumane” sono il timore di non essere “ come gli altri”, ossia come prescrive il potere, e lo stress per qualunque cosa richieda sforzo o decisione.
Sì, molti giovani sono disumani: hanno imparato da noi senza elaborare un pensiero proprio. Li abbiamo depoliticizzati, denaturati, anestetizzati. La novità sconvolgente è una generazione che non vuole crescere e non si pone domande. Disumanizzati, non disumani. Sono i nostri figli, quindi la nostra generazione ha perso. Una sconfitta epocale in cui le colpe dei padri ricadono sui figli. Dove eravate, dove eravamo, conservatori dei miei stivali?
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