18 Luglio 2024
Attualità Politica Rallo

Un governo di larghe intese per ‘accontentare’ i mercati

di Michele Rallo


Nel momento in cui stilo queste note (al mattino di martedì 23) le consultazioni presidenziali per l’incarico di governo sono appena iniziate. Non è dunque possibile sapere con certezza che tipo di governo avremo e chi sarà chiamato a guidarlo. Ma, al di là dei particolari, è perfettamente chiara la direzione verso cui marcia la politica italiana. Ed è una direzione — scusate l’immodestia — che il sottoscritto aveva già tratteggiato su queste stesse colonne: «Un governo più o meno provvisorio, più o meno di coalizione lo faranno comunque — scrivevo su “Social” del 15 marzo — magari un governo di salute pubblica presieduto da un sinistro illuminato: chessò… un Prodi, un Amato, un Passera, o un qualsiasi altro tecnico benvoluto dai mercati.»


E prima ancora, su “Social” del 16 novembre 2012, tre mesi avanti le elezioni politiche: «Volete vedere che il prossimo Presidente del Consiglio non sarà né Bersani, né Alfano e neppure un Renzi dell’ultima ora, ma un politico-tecnico che goda “la fiducia dei mercati”? Chessò… un Prodi, un Passera o, meglio ancora, un Amato? E i partiti che per ora strillano l’uno contro l’altro per far credere ai rispettivi elettori che mai e poi mai siederanno al governo insieme ai rappresentanti dei partiti avversari? Volete scommettere che saranno costretti “dalli superiori” a governare insieme o, quanto meno, a barcamenarsi fra astensioni ed appoggi tattici?»

Quanto alla Presidenza della Repubblica, ci ero andato assai vicino, vaticinando — su “Social” del 12 aprile — l’elezione di un Presidente targato Goldman Sachs. Infatti, uno dei più prestigiosi ex consulenti della banca d’affari americana — Romano Prodi — è stato sul punto di salire al Colle più alto, e solamente il miracolo dei 100 franchi tiratori del PD ha impedito che ciò accadesse.

Comunque, per un consigliere della Goldman Sachs che va, c’è un consigliere della Deutsche Bank che viene. Mi riferisco a Giuliano Amato, dal 2010 “maggior consulente in Italia” — apprendo da Wikipedia — della banca tedesca. Amato — come si sa — è in pole position per l’incarico di guidare il “governo del presidente”. Se non dovesse farcela lui — grazie al preannunziato veto della Lega — il secondo fra i papabili sarebbe Enrico Letta, vice di Bersani e nipote di Gianni Letta; quest’ultimo è una delle principali eminenze grigie del berlusconismo, nonché — come ricordavo in uno degli scorsi numeri di “Social” — consulente della Goldman Sachs dal 2007. Zio e nipote, peraltro, sono membri autorevoli dell’Aspen Institute, organismo internazionale che si propone di “incoraggiare le leadership illuminate” e che è finanziato dalla Carnegie Corporation, dal Rockefeller Brothers Fund e dalla Ford Foundation. Nel comitato direttivo della sezione italiana dell’Aspen ritroviamo, accanto ai due Letta, tanti altri esponenti “che contano” della sinistra (Romano Prodi e Giuliano Amato), del centro (Mario Monti) e della destra (Giulio Tremonti e Franco Frattini); per tacere dei vertici imprenditoriali, dal presidente della FIAT, John Elkan, a quello di Mediaset, Fedele Confalonieri.

Chissà.., non essendo stato possibile avere un Presidente della Repubblica targato Goldman Sachs, forse potremo avere un Presidente del Consiglio targato Aspen. In fondo, chi si contenta gode.

Nota di Ereticamente
Ringraziamo l’Autore e il periodico Social (Settimanale indipendente di Trapani) per la gentile concessione

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