8 Ottobre 2024
Controstoria Esoterismo Fuller Mosley

Fuller il filosofo in armi

Dedico questo articolo alla memoria del camerata Ettore Marano mancato in Genova il 4 Aprile 2013 che mi era stato d’aiuto nel raccogliere materiale sul Generale J.F.C.Fuller

di Alfonso de Filippi

“…il più alto strumento di risveglio interno della razza è la lotta, e la guerra sua più alta espressione” Julius Evola <I testi de La Difesa della Razza> Ar, Padova, 2001, pag.76.

“La storia ci insegna che il destino di ogni nazione virile è determinato da due tipi di eventi, i conflitti esterni e quelli interni, le guerre e le rivoluzioni. Soltanto quando un Paese invecchia e tramonta subentra un periodo di pace e ciò che più fa invecchiare una nazione è il suo senso di sicurezza.” J.F.C. Fuller <Le Battaglie Decisive del Mondo Occidentale> Ed. Stato Maggiore dell’Esercito, Roma, 1988, Vol. I, pag. 111.

Studiando la storia dei Fascismi europei (che, ricordiamolo, possono essere visti anche come un tentativo di ristabilire i valori della casta guerriera) ci si imbatte, anche non limitandosi ai personaggi di primissimo piano, in figure di grande valore e interesse.(1)


Qui si vuole ricordare una figura che seppe unire la vocazione del guerriero a un’elevatissima attività intellettuale, non mancando di militare sotto le insegne del Fascismo. John Frederick Charles Fuller. (11-IX-1878/10-II-1966). In questo studio mi rifaccio soprattutto al saggio “The Warrior Mage-Gen J.F.C. Fuller” firmato “Fra Scorpio” edito dalla Renaissance Press (P.O.Box 1627-Paraparaumu Beach-New Zealand).

Nato a Chichester nel Sussex nel 1878, il Fuller si trasferì con la famiglia in Svizzera per poi ritornare in patria e iscriversi a un collegio militare all’età di 14 anni, passò poi all’Accademia Militare di Sandhurst per essere in seguito assegnato a un battaglione di fanteria leggera nel quale servì in Sud Africa dal 1899 al 1902. Fin da giovanissimo aveva manifestato una vivace curiosità intellettuale, doti artistiche e il rigetto del cristianesimo; dotato di una mente filosofica egli si convinse ben presto che lo scopo della vita andava individuato né nella felicità, né nella sofferenza, ma nello sviluppo della propria personalità. Nel 1904 seguì il suo reparto in India, qui si interessò alla cultura locale e all’occultismo, ciò non per propensione verso il sovrannaturale, ma per il suo desiderio di scoprire il significato nascosto delle cose. Come ricorda Fra Scorpio (ibidem) ebbe numerosi incontri con santoni induisti e iniziò a praticare lo yoga. In India ebbe a incontrare il famigerato mago Aleister Crowley di cui è noto l’odio verso il cristianesimo e la democrazia; al Crowley il Fuller ebbe a dedicare un libro <The Star in the West> e ad apprezzarne il <Liber Legis>.

Come ricorda l’autore che si cela dietro lo pseudonimo di <Fra Scorpio> riferendosi alla breve collaborazione del Fuller con Aleister Crowley “L’avversione di stampo nietzschiano del Fuller per il cristianesimo, della democrazia e dell’opinione delle masse era molto
in armonia con la Legge della Forza e del Fuoco e con il preannuncio dell’avvento dell’Eone di Horus proclamati dal Crowley. A ciò si unì la sua…apologia di Mussolini, di Hitler e dello <Stato Totale>. E a differenza di altre eminenti personalità che prima della guerra avevano sostenuto il Fascismo, il Fuller non ripudiò mai le sue prese di posizione.”

L’amicizia col tenebroso mago era però destinata a finire dopo poco tempo sembra a causa di tal Georg Raffalovitch figlio di un banchiere ebreo russo. Si può anche pensare che il Fuller rifiutasse di seguire il <mago> in certe sue iniziative pensando che ciò potesse danneggiare la sua attività nel campo militare. In ogni caso l’interesse per l’occultismo rimase costante nella vita del futuro generale. Essendosi poi ammalato il Fuller ritornò in patria nel 1906. Qui si sposò e servì negli anni seguenti in reparti di stanza nelle isole britanniche, facendosi nel frattempo notare come teorizzatore di ampie riforme nell’organizzazione delle forze armate. Durante la Prima Guerra Mondiale servì come ufficiale di stato maggiore e dal 1916 nel ramo armi pensanti del corpo delle mitragliatrici, questo settore fu quello che pianificò le operazioni con i primi tanks: i carri armati. Al Fuller si dovette così la preparazione dagli attacchi con i tanks sferrati nel 1917 a Cambrai e di quelli delle offensive autunnali del 1918 che portarono alla sconfitta delle armate del Kaiser.
tank britannico della i guerra mondiale
Finito il conflitto il Fuller rientrò in patria dove ricoprì varie importanti posizioni nelle forze armate tra cui il comando di una brigata sperimentale ad Aldershot nei suoi progetti di meccanizzazione delle forze armate venne coadiuvato da B.H. Liddell Hart destinato anche egli a diventare un famoso storico e teorico di argomenti militari. Tuttavia le idee del Fuller non trovarono troppo ascolto in Gran Bretagna e il Nostro non sentendosi sostenuto dai superiori ebbe a dimettersi, ma le sue concezioni avrebbero trovato ascolto all’estero specialmente nella Germania nazionalsocialista!
Possiamo ricordare il famoso Generale Heinz Guderian, e in generale le tattiche della Guerra Lampo (Blitzkrieg) basate sulla determinazione di “sorpassare” aree con forte presenza di truppe nemiche che potessero, in un secondo tempo, venire circondate e distrutte. In Francia le teorie del Fuller sarebbero state riprese da un certo De Gaulle!

tank tedesco della prima guerra mondiale
La filosofia della guerra del Fuller è piuttosto complessa e qui devo rifarmi soprattutto a Fra Scorpio che utilizza a codesto scopo il libro del Nostro del 1923 “Reformation of War”. Senza la guerra, secondo il Fuller nessuna forza sarebbe in grado di scacciare i prestatori di denaro dal tempio dell’esistenza umana; il vero scopo della guerra, poi, sarebbe non distruttivo ma creativo. La guerra sarebbe “il Dio della distruzione creatrice” le grandi nazioni sono nate tutte dalla guerra poiché essa è il punto in cui si focalizzano forze della nazione. Nella pace le nazioni decadono. Questo libro conteneva esprimeva anche l’opposizione dell’autore alla democrazia parlamentare, al socialismo e alla Lega delle Nazioni.

Nel 1926 il Nostro pubblicò <Foundations of the Science of War> in cui egli descriveva la sua concezione della scienza militare come basata sulla triplice (Three Fold) natura delle cose nell’ambito delle relazioni (interplay) tra ognuno e l’universo, e tra l’inerzia e il cambiamento. Il tempo era diviso tra passato, presente e futuro, la forza in energia, movimento e massa; la mente in conoscenza, fede e credenza; la natura in terra, acq
ua e aria; l’umanità in uomini, donne e bambini; la materia in solidi, liquidi e gas, l’uomo in mente, anima e corpo. Anche il corpo è organizzato a tre livelli: struttura, controllo e mantenimento, i tre elementi sono stabilità (negativo), attività (positivo), cooperazione (relativo)

“Applicando codesta numerologia alle scienze militari, le guerre sono basate su tre  modalità della forza: mentale, mortale e fisica: equivalenti rispettivamente alla mente, all’anima e al corpo dell’uomo.

Un tema costante del pensiero del Fuller è la considerazione che la guerra è una forza creativa volta ad assicurare uno stato di pace più perfezionato. Egli ritorna su questo tema in <The Generalship of Grant> (1929) in cui descrive la guerra come <creativamente distruttrice>, non necessariamente <malvagia> ma un mezzo con il quale creare una situazione migliore” (Fra Scorpio pagg.8-9)

Nello stesso anno 1926 il Fuller aveva pubblicato <Yoga: a study of the mystical philosophy of the Bramins & Buddhists> in cui si descrive come “un ricercatore della verità la quale ha molti livelli”.

Negli anni seguenti il Fuller si sentì sempre più deluso dalla vita militare vedendo le difficoltà se non l’impossibilità di attuare quelle radicali riforme che riteneva necessarie, di tale inerzia non tardò a considerare colpevole lo stesso sistema democratico. In <Revolt in India> definì la democrazia come un massimo di corpo e un minimo di cervello, una vera e propria “malattia” (anni dopo qualcuno la avrebbe definita una “infezione dello spirito”.)

Continuava ancora Fra Scorpio (pag.11) “La sua condanna di stampo nietzschiano del cristianesimo rimaneva costante, scrivendo a un amico il poeta Meredith Starr, sosteneva che il primo passo da fare nell’età delle macchine consistesse nella distruzione <dell’ideale del mondo cristiano- l’ideale degli schiavi basato sulla paura>” Infatti, egli era sempre alla ricerca di una nuova spiritualità. Per lui “l’autorità era necessaria per il controllo delle maggioranze da parte di una nuova aristocrazia. Doveva esservi una mitologia, un <Santo Graal> che avrebbe ispirato gli uomini a seguire ideali più alti di quelli di una vita puramente animalesca.” Per noi tutto ciò potrebbe essere (ri)trovato solo risalendo alle nostre radici ariane e sbarazzando le elites della Razza Bianca da ogni infezione semitica, il sentirsi <spiritualmente semiti> dovrebbe essere riservato agli ciandala.(2)

“In <The Dragon’sTeeth-a study of war and peace> (1932) il Fuller esprimeva la necessità di cambiamenti politici e sociali; sosteneva che la democrazia e il socialismo frutti entrambi dell’ideale egualitaristico del cristianesimo. Per lui la guerra doveva mirare a perfezionare la pace. Senza la guerra ci sarebbe stata, invece, la <Pace eterna>: un’espressione adatta all’insegna di un cimitero. ad un cimitero” (d’altra parte lo stesso Kant avrebbe utilizzato per titolo della sua celebre opera quello che si leggeva in una insegna cimiteriale!)

Nel 1934, dopo aver aderito alla B.U.F., continua Fra Scorpio, il Fuller “scrisse “<Empire Unity and Defence>” in cui faceva riferimento alla minaccia rappresentata da una oligarchia mondiale ebraica operante attraverso il Comunismo e la Lega delle Nazioni”

Come si è accennato, dopo essersi ritirato dalle Forze Armate, con il grado di Maggiore Generale. il Nostro diventato sempre più impaziente e critico nei confronti del sistema democratico che considerava troppo lento nell’adottare quelle riforme di carattere militare che egli giudicava vitali. Ciò lo spinse ad aderire alla British Union of Fascists il movimento delle camicie nere britanniche fondato e guidato da Sir Oswald Mosley (3)

Anche il Mosley, ricordo, aveva abbracciato l’idea fascista perché deluso dalla lentezza del sistema democratico nel prendere decisioni vitali.

Nell’ambito dell’Unione Britannica dei Fascisti egli entrò a far parte del direttorio politico e fu considerato uno dei più stretti collaboratori del Mosley. Si presentò anche, senza troppa fortuna alle elezioni del 1935, contro il futur
o ministro degli esteri A. Eden. Secondo il Dorril (“Black Shirts…” Pag,311) il Fuller condivideva col Mosley l’interesse verso la filosofia spengleriana, il <social imperialismo>, le concezioni geopolitiche del Mackinder e la visione del dominio di una elite tecnocratica.

Da parte sua Martin Pugh (<Hurrah for the Blackshirts> pag.166) ebbe a scrivere “Retrospettivamente il Fuller ebbe ad attribuire la sua conversione al Fascismo al rifiuto opposto ai suoi progetti volti alla meccanizzazione dell’esercito britannico da, parte dell’establishment militare … Anche se questo può essere stato un fattore di tale conversione, esso si univa al suo ossessivo antisemitismo, alla sua paranoia (!?) riguardo alla Lega delle Nazioni e al suo disprezzo per la democrazia, elementi questi che lo avvicinavano al Fascismo; dichiarato ammiratore dei capi <forti>, il Fuller credeva nello stato corporativo come un mezzo per privare del potere le masse ignoranti.”

Da parte sua il Trythall (<Boney Fuller..> pag.99) scriveva “ …dato che per il Fuller la guerra era in ultima istanza collegata alla sopravvivenza razziale e dato che gli esistenti sistemi di governo non parevano atti a diventare efficaci strumenti per una riforma del sistema militare, allora avrebbe potuto essere necessario sostituirli, allo scopo di realizzare dette riforme, con sistemi più autoritari.” E a pag.182 “Il Fuller si opponeva alla democrazia in quanto essa, almeno nella sua versione occidentale, significava in ultima analisi che dovesse prevalere la volontà popolare, per quanto imperfetta e male informata, e questo egli non lo poteva accettare. La sua interpretazione della storia era basata sulla fede nell’influenza dei grandi uomini e non di quella del popolo.”

Sempre nell’ambito della B.U.F. il Fuller svolse anche una notevole attività di pubblicista scrivendo articoli e opuscoli per le camicie nere britanniche.

Il suo impegno per la causa fascista spinse il Fuller a collaborare ad altri fogli oltre a quelli legati all’Unione Fascista Britannica (la <English Review> e <The New Pioneer> (cui collaborava anche Anthony Ludovici) e ad aderire anche ad altri gruppi: The Link che propugnava l’amicizia germano-britannica e alla razzista Nordic League. Collegata a una società segreta denominata White Knights of Britain una sorta di Ku Klux Klan britannico, il cui slogan era <Perish Judah> “camuffato” in pubblico come <P.J.>. Insomma sul piano dell’antisemitismo il Fuller era molto più radicale del Mosley.
Sir Oswald Mosley – il Gen.Fuller
Nel Dicembre 1934 il Fuller si recò in visita da Hitler, l’anno dopo incontrò J. von Ribbentrop e Rudolf Hess e nel settembre fu invitato ad assistere alle manovre militari tedesche. Poi fu corrispondente per il <Daily Mail> di Lord Rothermere (che inizialmente aveva appoggiato il Mosley) alla guerra italo-abissina. In viaggio per questo fronte fece tappa a Roma, dove incontrò Benito Mussolini; munito di una lettera di presentazione del Mosley si presentò al Duce come un <Fascista puro sangue> (full-blooded) e, in codesta occasione, avrebbe spiegato al Duce che l’ostilità della stampa britannica nei riguardi della conquista italiana dell’Etiopia era dovuta alla forte influenza che vi avevano gli ebrei.  Possiamo così supporre che anche codesto colloquio sia stato tra i fattori che spinsero alla “svolta antisemitica” del Regime fascista. In Africa fu aggregato a un reparto di Camicie Nere verso le quali ebbe poi a rivolgere vari elogi.( Cfr Dorril <“Black Shirts..”> pag,359)

Prosegue Fra Scorpio (pag.13) “Nella sua autobiografia <Memoirs of an Unconventional Soldier> (1936) il Fuller concludeva ribadendo la necessità di una <nuova spiritualità>, profetizzava l’ascesa dell’Asia e descriveva la lotta tra la <ormai superata democrazia> e il <Fascismo emergente> sostenendo che quest’ultimo offriva una <più alta libertà>.

Nel 1936 pubblicava anche <The First of the League Wars> libro in cui, scrive ancora lo Scorpio, “ ritornava alla sua triplice concezione nel definire lo stato corporativo fascista il quale si occupava del corpo, dell’anima e dello spiri
to  di ogni suo cittadino. Il Fuller vi definiva gli stati come organismi biologici che necessitano di espandersi territorialmente e razzialmente, codesta urgenza all’espansione nazionale veniva paragonata alle lotte tra degli individui per riuscire ad accoppiarsi e a riprodursi. Egli paragonava i conquistatori italiani dell’Abissinia ai cavalieri delle Crociate, descriveva il controllo ebraico sulla Germania prima dell’avvento di Hitler, identificava il comunismo russo con l’ebraismo e descriveva il controllo ebraico sul presidente statunitense W.Wilson durante la Prima Guerra Mondiale. Non mancava in oltre di spiegare la politica antisemitica del Reich come un riflesso della sua opposizione al capitalismo finanziario internazionale.”
il Duce e Sir. Oswald Mosley  nel 1936
Scrive ancora il Dorril ( “Black Shirt…” pag.352). In <The First of the League Wars… il Fuller dichiarava che <ciò che in ultima analisi la Lega delle Nazioni desiderava era una guerra volta a distruggere il Fascismo, dato che questo era l’obiettivo dei poteri occulti che la controllavano”. D’altra parte “socialisti, comunisti, pazzoidi vari reclamavano a gran voce per sanzioni militari (contro l’Italia) e la chiusura del Canale di Suez. Ciò avrebbe significato una guerra mondiale, la distruzione dell’Europa e l’espansione del Bolscevismo ateo – e qui i poteri occulti avrebbero gettato la maschera”

All’origine di tutto questo, per il nostro Generale, vi sarebbe stata una cospirazione ebraica il cui unico oppositore sarebbe stato il Fascismo <una potente concezione religiosa>.

Nonostante la sua militanza fascista, il Fuller godeva ancora di alta considerazione in molti circoli militari britannici, così fu inviato come osservatore in Spagna durante la guerra civile qui poté visitare le truppe “nazionali” e incontrare lo stesso Francisco Franco, In seguito descrisse tale conflitto come la lotta tra due sistemi finanziari: il capitalismo finanziario internazionale e l’autosufficienza nazionale (autarchia)”.

Ritornando alle concezioni militari del Fuller, si può citare dal volume <Far Right Politics in the United Kingdom> pagg.49-50 “Il Fuller probabilmente è noto oggi per  i suoi <Nove principi della Guerra> che hanno costituito la base di molte teorizzazioni moderne sulla guerra fin da quando vennero elaborati negli anni 30 e che derivarono da un convergere degli interessi sia mistici che militari del Fuller. Codesti nove principi passarono attraverso varie elaborazioni. Secondo il Fuller essi potevano venire ridotti a tre gruppi, cioè, i principi del controllo, della resistenza e della  pressione e, infine, a una legge: quella dell’economia della forza. In tal modo il suo sistema si sviluppò dai 6 principi del 1912 agli 8 del 1915, poi ai 19 del 1923, poi discesi a 9 nel 1925, con il vantaggio che  questi 9 potevano essere  fusi in 3 e questi 3 in una sola legge. I nove principi sono stati espressi in vari modi, riprendiamo una loro elencazione del 1925 1) Direzione 2) Azione Offensiva 3) Sorpresa 4) Concentrazione (delle forze) 5) Distribuzione (sempre delle forze) 6) Sicurezza 7) Mobilità 8) Resistenza, 9) Determinazione


Codesti principi sono stati ripresi e rielaborati da altre nazioni, specialmente nell’ambito della NATO e continuano a venire applicati al moderno pensiero tattico…” 


Il 20 Aprile 1939 il Fuller fu a Berlino invitato dal Fuhrer per i festeggiamenti del suo 50° compleanno, poté così assistere a una grande parata militare. Riferendosi al passaggio dei panzer, Hitler gli chiese se era contento dei suoi <figliuoli> (i carri armati) e il Nostro ebbe a rispondergli che avev
a fatto fatica a riconoscerli tanto erano cresciuti!

Nel 1937 in un ritorno ai suoi studi di esoterismo il Fuller aveva scritto “The Secret Wisdom of the Qaballah” in cui esaminava l’ebraismo come “l’esaltazione del popolo eletto di Jeova al di sopra di tutte le altre razze della terra.”

Avvicinandosi il conflitto, il Fuller partecipò alle iniziative miranti a evitare che la Gran Bretagna si gettasse in un conflitto che non poteva risultare, come poi si vide, che in un suicidio nazionale e razziale: vinto il conflitto, Londra perse l’Impero e aprì le porte all’invasione delle razze di colore: effettivamente la fine dell’Inghilterra> incominciò da Giarabub!

Scoppiato la guerra, il Mosley e molti suoi collaboratori furono arrestati e imprigionati per anni, in barba ad ogni legalità, per misura “precauzionale”, nonostante la loro provata fedeltà alla Gran Bretagna, al Fuller fu risparmiato l’arresto, ma sarebbe stato comunque pesantemente ammonito a “stare calmo” e sorvegliato per la durata del conflitto.

Nel 1946, iniziata l’era nucleare, scriveva a Meredith Starr “L’uomo non è stato fatto per distruggere, è stato fatto per creare, ma è stato dotato di due poteri…Egli non è solo Shiva, o solamente Vishnu o solo Brahma, ma tutti e tre in uno. Ogni cosmo nasce con un <Fiat Lux> ed è questo che oggi attende il mondo occidentale. Non una nuova religione o una nuova politica, ma una scintilla dell’Immaginazione Divina che darà inizio a un nuovo ciclo nella storia del mondo.”

Terminato la guerra, come è noto, Sir Oswald Mosley tentò, con scarsa fortuna di riprendere la sua attività politica con un nuovo gruppo l’Union Movement e il Nostro fu vicino ad alcune iniziative del movimento. In seguito avrebbe fatto parte dl gruppo antisemitico il National Front after Victory e venne anche contattato (al pari del Liddel Hart )da Francis Parker Yockey di cui apprezzò molto il capolavoro <Imperium>. ed ebbe a collaborare al famoso periodico tedesco <Nation Europa> che era, in parte, finanziato dallo stesso Mosley.

Nel 1948 il Fuller pubblicò “The Second World War, 1939-1945-A Strategical and Tactical History”. Alcuni ebbero a osservare che con l’eccezione di una citazione dal Mein Kampf di Adolf Hitler, la parola “ebreo” vi appariva una sola volta a pag.432, dove si leggeva che “i Tedeschi sterminarono centinaia di migliaia di ebrei e rinchiusero centinaia di migliaia di persone nei campi di concentramento.” In effetti, ci si può chiedere se questo fosse uno dei primi esempi di “revisionismo” o almeno di “riduzionismo”, che dir si voglia, nei confronti della mitologia dell’“olocausto”. Nello stesso libro egli attribuiva la colpa di aver reso più brutale il conflitto alle azioni partigiane dei Russi, condannava la politica della “resa incondizionata” imposta dagli Alleati a Germania e Giappone come una delle cause di quel prolungamento della guerra che aveva consentito all’Unione Sovietica di avanzare fino al cuore dell’Europa; non mancava, inoltre, di condannare il carattere barbarico dei bombardamenti aerei anglo-americani sulle città europee.

Egli continuava a invocare una svolta verso lo <stato totale>, si oppose ai processi intentati dai vincitori nei confronti dei vinti e lamentava che non fosse possibile ricostruire la potenza militare tedesca in opposizione all’Unione Sovietica. Ancora nel 1956 avrebbe scritto al Liddel Hart che l’unica speranza ancora possibile era quella in un nuovo Hitler che, però, questa volta avrebbe dovuto essere sostenuto dalla Gran Bretagna! (cfr.A.Trythall <Boney Fuller-The Intellectual General> pag.246

Dal 1954 al 1956 uscì in tre volumi The Decisive Battles of the Western World and their Influence upon History che a quanto mi risulta sarebbe l’unica opera del Fuller tradotta in italiano (“Le Battaglie Decisive del Mondo Occidentale”  edito in 3 volumi dalla Stato Maggiore dell’Esercito, traduzione non priva di grossolani errori, al punto che il traduttore prende per nome di persona la sigla del Partito Socialista Rivoluzionario Russo!). Ne cito qualche punto riguardante il periodo seguente alla Prima Guerra Mondiale (Volume III) Alle pag. 356-357 riguardo alla situazione creata dai trattati di pace possiamo leggere: “Di questa situazione approfittarono due uomini assertori di una nuova filosofia: Benito Mussolini ed Adolf Hitler. Essi sfidarono il mito dell’uomo economico, fattore fondamentale del capitalismo, del socialismo e del comunismo ed esaltarono, in contrapposizione il mito dell’uomo eroico.”. E poco oltre “Agli occhi di Hitler, i fini del capitalismo internazionale e del marxismo erano una cosa unica e identica. Ambedue, diceva, avevano ripudi
ato <il principio aristocratico della natura>, ambedue perseguivano la distruzione della qualità, non delle cose ma della vita. Sosteneva che ambedue mancavano della giustificazione del sacrificio, che erano contro natura e che distruggevano il genere umano.”

Proseguiamo: pagg.358-359 “Che quest’uomo straordinario sia stato un demonio e un pazzo, non sminuisce il fatto  che egli cancellò il bolscevismo dalla Germania e realizzò cose mirabolanti. Hitler sosteneva che, fino a quando il sistema monetario internazionale si basava sull’oro, una nazione che produceva oro poteva imporre la sua volontà a quelle che ne erano sprovviste. Questo poteva essere ottenuto prosciugando le loro fonti di scambio e costringendole, quindi ad accettare prestiti imponendo, alla fine, i propri prodotti. Diceva: <“La comunità nazionale non vive del valore fittizio della moneta, ma della produzione reale, che a sua volta dà valore alla moneta. Questa produzione è la vera copertura finanziaria della moneta, non una banca o una cassaforte piena d’oro.>”

Codeste pagine andrebbero riprodotte nella loro interezza nonostante le “perle” del traduttore che parlando di “produzione” dell’oro fa pensare a quegli alchimisti dietro ai quali qualcuno ha perso tempo senza, peraltro, riempirsi la cassaforte!

Ma proseguiamo: Hitler “Decise perciò di 1) rifiutare prestiti esteri accompagnati da interessi e basare il valore del marco sulla produzione e non sull’oro; 2) ottenere le materie importate mediante lo scambio diretto di prodotti – baratto – sovvenzionando le esportazioni quando necessario; 3) porre termine a ciò che definiva <libertà di scambio>, vale a dire all’arbitrio di giocare in borsa e di spostare fortune private da un paese all’altro  speculando sulla situazione politica, 4) produrre moneta quando manodopera e materiali erano disponibili per un lavoro invece di ricorrere ai debiti per procurarsela.

Poiché lo stato di salute della finanza internazionale dipendeva dalla quantità di prestiti con interessi effettuati dalle nazioni in difficoltà economiche, la politica economica hitleriana sanciva la sua rovina. Se egli avesse avuto successo, certamente altre nazioni ne avrebbero seguito l’esempio e, se fosse giunto il tempo in cui tutti i governi non in possesso dell’oro avessero fatto ricorso allo scambio di beni con beni, non solo il sistema dei prestiti sarebbe cessato e l’oro avrebbe perso il suo potere, ma le banche avrebbero dovuto chiudere.”

Credo che solo questo dovrebbe bastare a convincere i miei pochi e pazienti lettori ad accostarsi all’opera del Generale Fuller.

Andiamo avanti e tocchiamo, seppur di sfuggita, il problema dei veri responsabili della guerra. Pag.360: “Tra il 1933 e il 1936, Hitler aveva ridotto la disoccupazione tedesca da 6 a 1 milione ed era ritornata una prosperità tale che, come Arthur Balfour bel 1907, pare  che Winston Churchill nel 1936 abbia detto al generale americano Robert E Wood <La Germania sta diventando troppo forte e noi dobbiamo schiacciarla>.

A pag 363 viene riportato uno stralcio di un rapporto del 12 gennaio 1939 fatto al suo governo da Jerzy Potocki ambasciatore polacco a Washington: “La pubblica opinione americana, in questi giorni, esprime crescenti sentimenti di odio per qualsiasi cosa connessa con il nazionalsocialismo. Soprattutto, la propaganda è completamente nelle mani degli ebrei. Quando si considera l’ignoranza della pubblica opinione, si capisce perché la loro propaganda sia così efficace ed abbia presa su una popolazione che non ha alcuna cognizione della reale situazione in Europa…Il presidente Roosevelt è stato il primo a scendere in campo per manifestare il suo odio al fascismo, ripromettendosi di raggiungere due risultati: innanzitutto distrarre l’opinione pubblica americana dalle difficoltà e dai problemi in campo economico…inoltre, il trattamento… riservato agli ebrei in Germania ed il problema dei rifugiati sono fattori che alimentano l’odio esistente verso qualsiasi cosa che richiami il nazionalsocialismo tedesco. In questa compagnia di odio si distinguono, per il loro attivismo, intellettuali ebrei come Bernard Baruch, Lehman, governatore dello stato di New York; Felix Frankfurter, giudice neoeletto alla suprema corte di giustizia; Morghentau, ministro delle finanze, ed altri personaggi molto noti della cerchia di amicizie di Roosevelt….Questo particolare gruppo di persone che occupano posizioni importanti nella vita pubblica americana e che desiderano essere considerati rappresentanti del vero americanismo e campioni di democrazia, sono, in verità, legati all’ebraismo internazionale, intimamente coinvolto negli interessi della razza. Il ruolo del presidente Roosevelt quale campione dei diritti umani è per loro un vero dono del Cielo. In tal modo gli ebrei sono riusciti non solo a costituire un pericoloso centro capace di alimentare odio ed inimicizie…ma anche
a dividere il globo in due parti avverse, pronte a scatenare una guerra…Roosevelt ha ricevuto il potere di dare vitalità alla politica estera americana e, nello stresso tempo, di creare riserve di armamenti per una guerra futura, per lo scoppio della quale gli ebrei si stanno deliberatamente adoperando.” Evidentemente il Nostro condivideva le opinioni del polacco!

Il Fuller continuò a leggere, scrivere, a viaggiare e a disprezzare la democrazia anche nei suoi ultimi anni; infine dopo una vita straordinaria il Generale John Frederick Fuller si spense il 10 Febbraio 1966.

ALFONSO DE FILIPPI
NOTE
(1) Un nome per tutti: l’etnologo francese  Georges Montandon morto in seguito ad un attentato partigiano)

(2) Come ha scritto Fabio Calabrese (<Ma quale  tradizionalismo?> “Sul piano dei principi, della visione del mondo, diciamo pure che non esiste nessuna possibile compatibilità: non ne può esistere fra chi guarda alla spiritualità indoeuropea e chi basa la sua, “fede” su di un libro mediorientale che è una raccolta di falsità storiche e di infantilismi e sciocchezze in termini spirituali ed etici, e viene venerato come “la parola di Dio”.

(3) “Sir Oswald Mosley resta uno degli esponenti ideologici di vertice del movimento fascista mondiale”Sergio Gozzoli <Popoli al bivio>Ritter,Milano,2006,pag.478.
BIBLIOGRAFIA

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·                 Pugh Martin “<Hurrah for the Blackshirts>Fascists and Fascism in Britan           between the Wars”j.Cape,London2005
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