17 Luglio 2024
Controstoria

Filippo Manetta un italiano sostenitore dei confederati e della supremazia bianca

 

 “, e se fosse vero che i Greci sono andati in rovina a causa della loro schiavitù, molto più sicuro sarebbe l’opposto, che noi andremo in malora a causa della mancanza della schiavitù” F. Nietzsche <Lo Stato dei Greci>AR, Padova, 2006, pag.23.
Filippo Manetta, chi era costui? Ecco una domanda cui vorrei poter dare una risposta! Di questo nostro connazionale si sa soltanto che viaggiò nelle Americhe, scrisse una grammatica della lingua spagnola e si interessò ai metodi della lavorazione del cotone, a questo scopo passò sei anni negli Stati meridionali degli USA e altri cinque in quelli del Nord.(1) Questa esperienza de visu fece di lui un ardente sostenitore della Secessione confederata, della supremazia bianca, un convinto assertore dell’inferiorità della razza negra nonché un difensore di quella che era definita la <peculiare istituzione> allora vigente nel Sud degli USA: il sistema schiavista. Credo comunque che possa essere di un certo interesse ricordare un altro sostenitore di un’altra <causa persa> che, con altri, diede del Sud schiavista un quadro certamente, in parte, forzato, che poi si riflesse, ad esempio in <Via col Vento>.

 
Del misterioso Manetta ho tra le mani quella che pare essere stata la sua opera più notevole “La Razza Negra nel suo stato selvaggio in Africa e nella sua duplice condizione di emancipata e di schiava in America”Edita nel 1864 dalla Tipografia del Commercio a Torino (dunque mentre il conflitto nord americano era ancora in corso: la gloriosa armata del Generale Lee avrebbe capitolato ad Appomatox il 9 IV 1865) (2).
Il Manetta inizia dicendosi conscio che “certe idee da me espresse in questo mio lavoro siano piuttosto impopolari” e prega il lettore di astenersi a trarre delle conclusioni fino alla fine della lettura. E inizia: “La guerra d’America ha dato una maggiore intensità dì agitazione alla questione dei NEGRI. Gli Stati federali, o per esprimermi meglio, il Governo di Washington, cui premeva cattivarsi l’opinione dell’Europa in generale, conscio che colla sua politica di aggressione veniva a ledere il principio fondamentale del diritto pubblico moderno, e cioè quel diritto inalienabile che ogni popolo ha di scegliere quella forma di governo che più gli talenta,.., il governo di Washington ebbe ricorso a un colpo teatrale per togliere alla guerra quel carattere odioso che naturalmente vestono  tutte le guerre di conquista, e dichiarò solennemente che gli Stati Uniti si facevano i crociati di una casta oppressa, e che altro non avevano di mira fuorché l’emancipazione dei Negri.”  (In realtà è noto che i sistemi economici del Nord e del Sud erano sempre più in contrasto fra di loro)
 
Dunque una trovata propagandistica che avrebbe nascosto ben altri intenti, trovata particolarmente efficace in Italia dove poteva ricollegarsi ai sentimenti di emancipazione fioriti nel <Risorgimento>. Solo pochi intesero che (pag.9) “..lo scopo della guerra è puramente e semplicemente il mantenimento dell’Unione, e che l’emancipazione degli schiavi non è che un mezzo per ottenere questo mantenimento, per cui miglioramento della razza africana è affatto fuori di questione.”Opinione certamente <forzata>, ma non del tutto campata in aria!
 
In realtà, per l’Autore, gli stessi ideali risorgimentali avrebbero dovuto spingere gli Italiani a parteggiare per i Confederati “…era agevole venire alla conclusione che il popolo confederato si battesse pro aris et focis, ed il popolo del Nord per ambizione di potere…Ridotta la questione a una guerra aggressiva, e di conquista per parte del Nord, e ad una lotta di difesa e di indipendenza nazionale per parte del Sud, era naturale che la vera stampa liberale conservatrice riconoscesse nel Sud il diritto di separarsi da un’Unione e a lui invisa e di reggersi ad una forma di governo di tutta sua scelta.”(pag.9).
 
Inoltre (ibidem) “Quanto strenuamente poi abbia lottato il popolo del Sud per meritarsi questa sua indipendenza, chiaramente lo dimostra l’epopea sanguinosa dello scorso quadriennio. Io…,.. dirò solo che il popolo confederato, sia per l’unanimità di proposito da esso spiegata, sia per l’obbedienza da esso  prestata alle leggi, sia per l’ordine mantenuto durante quel ciclo luttuoso, sia per i sacrifici compiuti in tesoro di vite e di denaro, sia per l’eroismo di cui fece prova tutta la nazione, e finalmente per la costante ed inalterata serenità con cui sostenne in mezzo ai suoi molti trionfi e dopo i pochi, ma terribili, rovesci, il suo divisamento di diventare libero. si è meritata la sua indipendenza, come pochi fra i popoli inciviliti se la sono meritata.”
 
In effetti noi possiamo porre l’ eroica lotta dei Confederati a fianco delle epopee di Germania e Giappone nella Seconda Guerra Mondiale.(3)
 
Ma considerato che la questione negra è stata messa in primo piano, il Manetta ritiene opportuno trattare di questa razza in rapporto a quella bianca. Qui a noi interessa più il difensore dei Secessionisti che il <teorico razziale>, d’altra parte le concezioni espresse dal Nostro, e soprattutto dagli autori a cui egli si richiama, a codesto riguardo andrebbero messe in confronto con la scienza (e, se vogliano, con i pregiudizi) del suo tempo ed, eventualmente, con studi più recenti; diamone, comunque, una breve scorsa, magari col proposito di ritornarvi in futuro.
Il Generale R. LEE
 
Secondo il Manetta, gli italiani, per mancanza di studi, erano all’oscuro della natura e delle qualità della  razza negra, così  sarebbe necessario ricorrere agli scritti di viaggiatori e studiosi di altri paesi. Egli evita di  impelagarsi nella questione se le varie razze umane siano sorte separatamente o siano scaturite da un unico ceppo. Riconosciuto che l’Africa è abitata da varie razze egli specifica(pag.13) “Per negro intendo quella creatura umana, alla quale non scorre nelle vene la benché menoma stilla di sangue europeo, asiatico, moresco o barbaresco; intendo esclusivamente il tipico africano, l’essere dalla chioma lanosa, che di generazione in generazione ha costantemente conservato il suo carattere in adulterato, sia che abbia sempre dimorato nella sua Africa natale o che, trasportato  altrove, non abbia patito veruna alterazione per il contato di altre razze”.
 
Soprattutto una cosa preme sottolineare al nostro: contrariamente all’opinione dei più, le differenze tra il bianco e il negro non si riducono certo al colore della pelle!Vengono così considerate alcune particolarità anatomiche che distinguerebbero, in media, il negro dal bianco. Ad esempio (pag.21) “Riguardo alla capacità del cranio del Negro, la maggioranza degli Antropologi s’accorda nell’ammettere che essa è inferiore alla capacità del cranio Europeo…” Inoltre (pag.24) “…riguardo alle circonvoluzioni del cervello è unanime la testimonianza che le circonvoluzioni del cervello del negro sono meno numerose e più massicce che in quello dell’europeo.(4)
 
Alla pag.43 si legge la professione di fede del Manetta: “Io sono di parere che il dogma dell’Eguaglianza dell’uomo sia un dogma dannoso alla nostra civiltà.”  Mi piace qui citare M. Bardeche (“Fascismo 70°”pag.148): “La morale sudista mette capo….a una politica oligarchica. In tutti i popoli vi sono portatori  di quelle qualità naturali che le grandi civiltà hanno messo al primo posto di tutti i valori.” ( 5)
 
Inoltre (pag.44) continuava il Manetta : “Non vedo il perché si abbia a rifiutare di ammettere che fra razza e razza vi possa esistere la stessa relativa differenza, che sentiamo e sappiamo esistere fra uomini della s
tessa razza. Non vedo il perché abbia a essere reputato ingiusto o sconveniente il dire che questa razza è distinta da quella in virtù di qualche speciale adattabilità, più che non lo sia il dire che quest’ uomo è superiore od inferiore a quello.
 
Poi il Manetta inizia una carrellata di opinioni di studiosi e viaggiatori tendenti a provare l’inferiorità dei negri soprattutto con l’osservazione delle condizioni <primitive> delle popolazioni africane.
 
Il nostro passa poi a trattare dei <mulatti> nati, allora quasi totalmente, da padre bianco e madre negra. Pag.72 “Quando sentiamo parlare i Negri civilizzati dobbiamo restar persuasi che non si tratta di esseri di puro sangue Africano. E’stato osservato che negli Stati Confederati d’America, nelle Indie Occidentali ed in altri luoghi, quei Negri che occupano nelle piantagioni un impiego di fiducia hanno ordinariamente lineamenti europei..”.Dovrebbero cioè la loro relativa superiorità sui Negri <puri> al sangue bianco che scorerebbe nelle loro vene.(6)
 
Comunque “generalmente parlando, il Mulatto è di natura perversa”. Soprattutto “è un fatto positivo che fra tutti i più crudeli e più inumani padroni che possa avere un Negro, il Mulatto è quello che deve essere annoverato per primo.” Viceversa (pag.73) “..il padrone che vince tutti gli altri pel vero attaccamento affettuoso verso i suoi Negri, e che a dispetto di tutte le calunnie e di tutti gli scritti in contrario, io proclamo apertamente come il vero padrone modello, il padrone cristiano a cui sta a cuore il benessere   materiale e spirituale dei suoi Negri, è l’Americano degli Stati Confederati, o Stati del Sud.,”
 
Poi il Manetta si scaglia contro il fin troppo noto libello della Harriet Beecher Stowe     (pag.,73) “Vi sono pochi che non abbiano  letto, anche tradotto in  italiano, la  Capanna dello Zio Tommaso . Chi scrisse quel libro fu una donna del Massachusetts, e lo scopo di questa donna non fu di fare una propaganda umanitaria, ma bensì di produrre  una agitazione politica . Quale sia stato il risultato di questa agitazione insensata della Nuova Inghilterra, di cui il Massachusetts è lo Stato più ignivomo, ed a cui vi presero parte e preti, e donne, e trafficanti e perfino gli stessi Capitani di mare che si erano arricchiti colla tratta dei Negri , lo vediamo ora nella guerra fra Nord e Sud, la quale non è che una ripetizione delle guerre  degli antichi popoli nordici europei contro i popoli  del Mezzogiorno per togliere loro le terre ubertose, e scaldarsi al loro fulgido sole.” (7)
 
Un’interpretazione, questa, del Manetta, che non mancherà di stupire qualche lettore! E il Nostro proseguiva “Ote –toi que je m’y mets!Ecco in poche parole compendiato il programma del Nord, nell’attuale guerra contro il Sud, e l’emancipazione dei Negri è il mantello di questo programma.”
 
Poi il Manetta crede di trovare punti a favore delle sue tesi dallo stesso libello della Stowe (pag.74) “Per quanto però l’Autrice della Capanna dello Zio Tommaso abbia cercato di accumulare tutto l’odio possibile dell’umanità contro il Sud, non ha potuto fare a meno di convenire che di tutti i padroni l’Americano del Sud è il migliore; e questa prova l’abbiamo nel contrasto fra i due padroni di Tommaso. Il primo che lo tratta bene, e che gli affida perfino la custodia della sua unica bambina, è l’uomo del Sud; il secondo che lo fa lavorare come un mulo,che lo tortura colle staffilate e colla fame, è l’uomo del Nord, il Yankee,il concittadino della Signora Stowe.”
 
Cito dal Luraghi (pag.111) “Anzitutto Harriet Beecher Stowe non aveva mai conosciuto il Sud né i sudisti né la schiavitù se non per sentito dire: le sue fonti di informazione erano, per sua stessa ammissione, scarse e spesso poco attendibili..,…Coloro che conoscevano a fondo il Meridione non mancarono di osservare che i sudisti e la società meridionale in esso descritti avevano assai poco a che fare con quelli reali.”
 
Dopodiché possiamo congratularci con noi stessi di non aver mai neppure sfogliato il brutto romanzo della dama nordista!( 8)
 
Proseguendo il  Nostro ritornava a trattare dei mulatti riportando altri giudizi di studiosi e viaggiatori che oggi paiono una sequela di ingiurie dirette verso codesti ibridi. Seguivano capitoli dedicati alla situazione dei negri  in Brasile (dove ancora vigeva la schiavitù), a Cuba e ad Haiti. Qui si ricordava la famosa insurrezione negra (pag.81) “…i Negri, essendo diventati numerosissimi, credettero giunto il momento di sbarazzarsi dei loro padroni bianchi con una generale insurrezione e con un generale massacro. Ognuno sa quale sia stata la sorte toccata ai poveri coloni francesi e spagnoli, quando l’ora della strage suonò . Né sessi, né età furono risparmiati, ed i Negri rimasero padroni assoluti dell’Isola. Napoleone I tentò di recuperare la perduta colonia; ma la febbre gialla distrusse più di due terzi della spedizione, e l’idea fu abbandonata int
eramente.” Da quell’epoca l’America centrale visse nella paura di una nuova insurrezione servile…..Poi proseguiva il Manetta “Dal dì che l’Isola di Haiti cadde totalmente in possesso dei Negri, la sua prosperità sparì, il suo commercio si estinse, la sua industria naufragò, e più non vi rimase di bello che il Cielo, giacché questo, per quanto scioperata fosse la condotta degli abitanti, non poteva deteriorare. Le sue terre, tanto feconde per natura, sono ritornate al loro primitivo selvaggio orrore; il clima s’è fatto ancora più esiziale per lo stagnamento delle acque; insomma Haiti è diventata l’Africa delle Antille.”
 
Poi il Manetta dedicava alcune interessanti pagine alla situazione dei negri emancipati negli stati settentrionali degli USA (pag89). “Ma non si creda che i Negri emancipati, rimasti ad abitare negli Stati del Nord, come pure quelli che potessero venirvi a risiedere in seguito, fossero fatti cittadini liberi al pari dei Bianchi, e messi nel pieno godimento dei diritti, dei privilegi e delle franchigie dei Bianchi. Oh!No!L’emancipazione dei Negri era stata troppo dettata in generale da mere viste d’interesse, perché si pensasse mai, in quel momento, ad altra cosa, fuorché ad una libertà nominale. Dando la libertà ai negri non si ebbe di mira di compiere un atto di giustizia o di fare sparire un male, giacché né la schiavitù era ritenuta una ingiustizia o un torto verso quella razza, né si credeva che lo schiavo fosse infelice; ma si volle unicamente abolire il  lavoro schiavo, per dare agio al lavoro libero di Bianchi di svilupparsi senza concorrenza…..(pag.90) “Adesso gli  Stati del Nord vorrebbero far credere che la loro politica sia guidata da cavallereschi principii di umanità e di filantropia; ma queste virtù sono assunte per gettar della polvere negli occhi dei Governi esteri, e per adescare  i popoli a favorire la loro causa.”
 
E il Manetta aveva buon gioco a citare delle misure <segregazioniste> prese da alcuni stati nordisti. A pag.91 si legge, infatti, “Del resto, chi ha risieduto parecchi anni negli Stati liberi, o Stati del Nord, come vi ho risieduto io, avrà visto che il Negro,sebbene nominalmente libero,non gode per nulla affatto delle franchigie e dei diritti di un uomo libero…” Penose sarebbero state anche le condizioni dei negri del Sud liberati dai federali: i loro <liberatori>, infatti, li avrebbero lasciati alla loro sorte salvo utilizzarli talvolta come carne da cannone al fronte.
 
In effetti, il problema di che cosa fare dei Negri liberati preoccupava anche molti nordisti compresi gli stessi antischiavisti. Idea diffusa, e, sembra condivisa anche dallo stesso Lincoln,(9) era  quella di rimandarli in Africa ed è’ pure noto che quelli fatti ritornare al loro continente di origine, in quella che venne battezzata Liberia si installarono come casta dominante fino a pochi decenni or sono, al di sopra dei loro fratelli di razza indigeni. (10)
 
Il Gen.N.BEDFORD FORREST
Comunque, per il Nostro era chiaro quale fosse la condizione adatta ai membri della <razza negra> in una società dominata dai <bianchi>. In ciò si poteva identificare con prese di posizione più o meno ufficiali di esponenti confederati  H.Nelson Gay scriveva in <Abramo Lincoln, Liberatore-Unificatore(1809-1865)> Firenze, Bemporad, 1920 (in Carlo Bertani <Attraverso tempi e regioni> Sacerdoti, Alessandria, 1925 vol.II Pag.325. ) “Anche Jefferson Davis pubblicò un appello per l’arruolamento di soldati e il Sud si raccolse sotto la bandiera della nuova Confederazione con entusiasmo eguale a quello del Nord. Il motivo originale degli Stati secessionisti per separarsi dall’Unione può essere autorevolmente definito con le parole medesime del loro Vice-Presidente, Alessandro Stephens: <La schiavitù africana quale esiste fra noi, la giusta condizione del negro nella nostra forma di civiltà, è questa la causa immediata della recente scissura e della presente rivoluzione. Le fondamenta del nostro governo e la sua pietra angolare poggiano sulla grande verità che il negro non è uguale all’uomo bianco e che la schiavitù- subordinata alla razza superiore è la sua condizione naturale e normale>. Lo Stato del Mississippi, in un’ assemblea solennemente adunata fece una proclamazione simile, in questi termini: <La nostra posizione s’identifica perfettamente con l’istituto della schiavitù.. Un colpo alla schiavitù è un colpo al commercio e alla civiltà. Non v’è per noi altra scelta: o sottometterci alle prescrizioni degli abolizionisti, o  sciogliere l’Unione>”(11)
 
Conclusa la sua carrellata etno-antropologica, il Manetta ritornava alla sua appassionata difesa del Sud chiedendosi appunto (non sappiamo quanto sinc
eramente), quale sarebbe stato il destino dei negri strappati all’usuale vita delle piantagioni, si sa, come si è detto, che anche al Nord ci si interrogava su che fare degli ex schiavi oltre a tutto illusi dalle promesse più o meno demagogiche dei propagandisti dell’abolizionismo.
 
Che i negri non venissero trattati male dai loro padroni sarebbe poi dimostrato dal loro essersi moltiplicati enormemente nei tre secoli dello schiavismo. e, argomento all’epoca abituale la loro condizione veniva paragonata a quella di tanti lavoratori <liberi> degli Stati del Nord e della stessa Europa. A pag 148 possiamo leggere “Il trattamento dei Negri nelle piantagioni non lascia nulla a desiderare. Assicuro il lettore che esso è molto migliore di quello che possa toccare in sorte a qualunque classe operaia in Europa.”
 
Raimondo Luraghi nella sua fondamentale  “Storia della Guerra Civile Americana” citando uno dei maggiori difensori dello schiavismo George Fitzhug scriveva(pag.98): “ Mediante un attento studio della società capitalista egli giungeva a concludere che il sistema schiavista sarebbe stato preferibile, perché le condizioni di vita materiale dello schiavo erano spesso migliori di quelle dell’operaio salariato.”
 
D’altra parte era l’interesse stesso del proprietario a trattare bene lo schiavo affinché essendo nelle migliori condizioni possibili potesse rendere di più sul lavoro, il che era anche un argomento contro la frequenza e la durezza delle eventuali punizioni corporali Leggiamo a pag.127 “L’accusa che sulle piantagioni si frusti indiscriminatamente, sistematicamente e spietatamente è falsa ed assurda. Se l’umanità contro un simile trattamento, l’interesse lo vieta assolutamente. Potrà darsi che vi sia stato qualche mostro che abbia fatto ciò, ma fra mille piantatori onesti, ed uno malvagio, si deve proprio prendere su il malvagio e mostrarlo come tipo? Questa è una solenne ingiustizia; ed è precisamente questa ingiustizia che gli abolizionisti del Nord hanno scientemente commessa per denigrare i piantatori Confederati.” D’altra parte nelle navi e nelle scuole di Sua Maestà Britannica le cose andavano anche peggio!
 
Il Manetta cercava di dimostrare codeste sue asserzioni tracciando un quadro da <Via col Vento> del <Vecchio Sud>; soprattutto egli non si stancava di elogiare i piantatori  che molti autori, in effetti, ritengono l’unica aristocrazia sorta nel Nord America. Pag.143 “Secondo me, la casta dei piantatori è formata di uomini istruiti e colti; affabili, ospitali e gioviali, generosi come Cesari e franchi come paladini: eccellenti padri ed affettuosi mariti; umani verso i loro Negri, ed intenti soltanto a promuoverne il benessere secondo i mezzi che la Provvidenza ha loro concessi. E’falso che siano immorali. Il sentimento della propria dignità è talmente sviluppato presso di essi, che crederebbero disonorarsi mantenendo una tresca con una persona inferiore al proprio livello. D’altronde, hanno nozioni troppo definite e troppo precise dei loro doveri come mariti, e dei loro obblighi verso la società, per albergare nel loro animo prave passioni; e se pure non possono impedire alla fragile natura umana di sentire talvolta lo stimolo di un appetito inverecondo, hanno però la forza morale di resistervi, e questo è quanto possa fare un uomo per aver diritto alla stima del suo prossimo. Certo vi è maggior merito nel sapere trionfare delle infermità della natura, mediante sforzi energici della propria volontà, che di conservarsi virtuosi per freddezza di carattere o per insensibilità di cuore.” Esagerazioni? Forse, ma solo in parte. Scriveva il Venner “Le Blanc Soleil.”pag.46 ) “Per quel che riguarda la sorte degli schiavi. È evidente che le famiglie non venivano sistematicamente separate dai mercanti desiderosi di farne commercio. Al contrario, i proprietari di schiavi avevano un interesse economico a mantenere unite le famiglie e a vegliare sulla loro buona condotta morale. Le donne non erano per niente forzate a dividere il letto con i loro padroni…..I negri non erano obbligati a lavorare fino allo sfinimento. Al contrario essi erano piuttosto ben nutriti, ben vestiti, indubbiamente meno per filantropia, che in ragione del loro ruolo essenziale nella produzione, ”
 
In ogni caso:  “…l’uomo del  Sud predominava…su quello del Nord per la sua superiorità intellettuale”…(B. Michal “Storia vissuta della Guerra di Secessione”Vol. I, pag.29) 
Avviandosi alla conclusione  il Manetta, in difesa della <peculiare istituzione> chiedeva ai lettori di considerare la differenza esistente tra “la condizione degli schiavi in Africa, e quella degli schiavi nell’America Confederata. Negli Stati del Sud si vede il Negro umanizzato e cristianizzato. Nell’Africa lo si vede selvaggio, sanguinario, bestiale e pagano”Dunque tra i vantaggi della schiavitù, per il povero negro vi sarebbe anche quello di essere diventato, a forza, cristiano, chi come noi riconosce a ogni popolo, compresi quelli bianchi, il diritto di avere i propri Dei, non potrebbe che scuotere il capo! Vantaggio? Tutto il contrario!(12) Considerato codesti presunti vantaggi il Manetta si chiedeva quale alternativa vi potesse essere alla <peculiare istituzione>, se vi fosse, arguiva, essa sarebbe gradita anche agli stessi Sudisti (pag.164) “Giacché non si deve punto credere che il popolo Confederato sia ostinato idolatra del suo sistema. Il popolo Confederato sa di aver assunto un’enorme responsabilità in faccia a Dio e avanti agli uomini, a proposito di questi 4 milioni di creature. e sente che tutto il peso di questo colossale fardello gravita sulle sue spalle: Naturalmente, prima di adottare una risoluzione di tanto momento, quale sarebbe l’emancipazione di tante famiglie, ci vuole avere la convinzione che non sia una delle tante teorie, filantropiche, sì,
nelle loro intenzioni, ma pure illusorie nei loro effetti. Insomma vuole essere certo di migliorare e non di peggiorare la sorte di questi pupilli, che per caso e non per sua volontà sono caduti nelle sue mani da 3 secoli?” Vi era certo una dose d’ipocrisia in codeste posizioni, ma il problema si poneva: considerando il negro incapace di adattarsi alla civiltà dei bianchi che cosa si sarebbe potuto fare degli schiavi emancipati? La risposta fu il problema razziale che afflisse gli USA per decenni e che neppur oggi, nonostante la presidenza del mulatto Obama e il   dilagare del meticciato, si può dire sia stato risolto del tutto.(13)
 
Continuava poi il Nostro “Se ci diamo la pena di scorrere con occhio di giustizia e di spregiudicato raziocinio sulle pagine della storia dell’umanità, non possiamo a meno di vedere che ogni qualvolta due razze diverse-una superiore, e l’altra inferiore vennero a contatto l’una dell’altra, la razza inferiore venne ridotta alla ineluttabile alternativa, o di diventare vassalla della superiore, o di sparire per sempre dalla faccia della terra”(14). Come si è riportato in precedenti articoli vi sono autori che vedono come inevitabile in una società multirazziale il prodursi di una stratificazione e il dominio più o meno larvato di un gruppo etnico sull’altro.(15)
 
E allora, che fare? A pag.166 leggiamo: “Certo, io non voglio arrogarmi la pretesa di stabilire se la peculiare istituzione degli Stati Confederati sia la sola che si confaccia al carattere del Negro. Eh!no!Non sono né tanto presuntuoso, né tanto intollerante per osare di emettere una simile asserzione. Quello che m’importa di mettere in rilievo si è che i fatti son lì per provarci che, perché il Negro sia felice ed utile, è mestieri che sia posto sotto l’immediata tutela di una razza superiore: e che questi fatti-bisogna che lo dica francamente-non ammettono confutazione. D’altronde, tutti coloro che hanno studiato l’indole e l’organismo fisico del Negro lo dichiarano incapace di raggiungere quello sviluppo intellettuale che si richiede per alzarsi al livello della civilizzazione europea.” Dunque, se lo schiavismo doveva cadere, il principio della <supremazia bianca> era irrinunciabile e negli USA, sarebbero stati in molti a continuare a pensarla in codesto modo nei decenni seguenti a partire da quei reduci confederati che si riunirono già pochi mesi dopo la resa di Lee sotto l’insegna della Croce di Fuoco, per continuare la loro lotta.
 
ALFONSO DE FILIPPI
NOTE
(1) Nel 1862 il Nostro pubblicò una “Guida per la coltivazione pratica del cotone in Italia secondo il metodo Americano.” Un articolo del Manetta che ho potuto leggere è un estratto da < La Rivista> “Cose della Cine I Tae Pings o la Ribellione Cinese”. dedicato alla famosa ribellione dei Tai Ping (1851-1864) scatenata da tal Hong Xiuquan che, similmente al nostro Lazzaretti, si proclamò fratello minore di Gesù Cristo! Alla disfatta di codesta ribellione contribuì anche il britannico Generale C. Gordon destinato poi a cadere in Sudan vittima del fanatismo islamico.
 
(2) Il titolo completo è di una singolare lunghezza. “La RAZZA NEGRA nel suo stato selvaggio in Africa e nella sua duplice condizione di emancipata e di schiava in America – Raccolta delle opinioni dei più distinti antropologi d’Europa e d’America,non che di celebri viaggiatori,messa assieme e corroborata da osservazioni proprie dal PROF. FILIPPO MANETTA” ), si tratta di un agile volumetto di 176 pagine in 8°. Ricordo qui che vi furono italiani che si batterono su entrambi i fronti del conflitto nord americano Cfr.Emanuele Cassani” “Italiani nella guerra civile americana 1861-1865”Prospettiva ed.Civitavecchia,2006
 
(3) Durante il conflitto “inoltre i tre milioni di schiavi, anche se non combattono rimangono dei fedeli servitori, e ciò permette ai piantatori di dire:<Vedete che i nostri negri non sono infelici. Se lo fossero stati si sarebbero ribellati ed avrebbero assalito alle spalle i nostri soldati>.Essi non lo fanno,ed attendono passivamente che il conflitto giunga a termina.”B.Michal “Storia vissuta della guerra di Secessione”Vol pag.84,un fatto rilevato anche dal Manetta.
 
(4) Cito dall’articolo “Differenze razziali o uguaglianza a tutti i costi?”apparso sulla rivista <OP>n.10 del 13 marzo 1979 e poi ripreso nell’opuscolo “Saggi sulle Ineguaglianza Razziali” Edito dal Circolo “Idee in Movimento” di Genova “Poiché il cervello è la centrale principale del comportamento di un individuo, proprio da questo organo il Professor George (W.C.George dell’Università della Carolina del Nord) trasse alcuni studi e alcune conclusioni che lo portarono a capire ed interpretare gli aspetti sociali, politici ed educazionali del problema razziale. Egli dimostrò, per esempio, attraverso una vasta serie di casi esaminati, che in media il cervello di un adulto di razza bianca pesa 100 grammi più di quello di un adulto di razza negra……Le stesse conclusioni furono raggiunte dallo studioso inglese J.H.Sequeria che le pubblicò sul…British Medical Journal. Egli misurò in 1380 grammi il peso medio del cervello di un bianco e in 1249 grammi quello di un negro, ovviamente della stessa età. Il prof .H.C.Gordon….sempre in Inghilterra, portò a termine un lungo studio sulla capacità cubica del cranio di ben 3444 soggetti: il risultato dei suoi accertamenti fu che la capacità cubica del cranio di un negro è mediamente inferiore a quella di un bianco di 165cc…..Maggiore importanza avrebbe lo studio microscopico della struttura cerebrale, non disgiunto da quello delle circonvoluzioni (solchi) della corteccia. Vennero condotti ulteriori studi che dimostrarono come, a parità di altre condizioni, la misura del cervello fosse connessa al livello di intelligenza. Ma dimostrarono altresì che i cervelli di soggetti bianchi e di soggetti negri differiscono profondamente anche nella struttura. Pointer e Keegan provarono..che “le circonvoluzioni del cervello di un congoide sono indubbiamente meno complesse e di più facile interpretazione di quelle del cervello di un caucasoide”.Vint descrisse la corteccia cerebrale di un negro come più sottile di quella di un bianco specialmente negli stati più esterni, che sono gli ultimi a svilupparsi nel bambino e sono direttamente correlati allo sviluppo dello stadio più elevato dell’intelligenza.”
 
(5) “Alcuni antropologi han voluto insegnarci che tutte le razze umane sono egualmente dotate, ma noi abbiamo aperto il libro della storia e abbiamo risposto loro: E’falso. Le razze umane sia dal punto di vista della qualità che del grado dei loro doni naturali, sono inegualissimamente dotate”Houston Stewart Chamberlain citato da Julius Evola <Il Mito del Sangue> Ar, Padova, 1994, pag. 58.
 
(6) Negli USA, “il colore della pelle si schiarisce presso i negri man mano che si sale verso categorie di più alto livello sociale, il che conferma che fattori genetici intervengono in un modo o nell’altro, nella determinazione di questo livello.”Arthur Jensen <Genetica, educabilità e differenze tra le popolazioni>in <L’Uomo Libero>n 8 Ottobre 1981. In realtà “nessuno contesta nel mondo scientifico americano, o in quello politico, che i neri abbiano quozienti medi di intelligenza più bassi dei bianchi” Arturo Zampaglione <Sei nero?Allora sei stupido.>in <La Repubblica>10 X 1984.”Statisticamente, la media della popolazione negra appare meno intelligente della media della popolazione bianca”Maurizio Blondet <Sei cretino? E’colpa di papà> in <Il Settimanale>12 XI 1975. Già Raffele Battaglia “La genetica umana  e il metamorfismo razziale”in Renato Biasutti “Le Razze e i Popoli della Terra”UTET,Torino,1967 Vol. I pag.371 aveva scritto:”Nei matrimoni tra Europei e razze negre e negroidi, i figli non raggiungono,di regola, il livello intellettuale dei genitori europei, ma,come nel caso dei Bastardi di Rehoboth, risultano più intelligenti della stirpe materna.”
 
(7) “Se vogliamo essere fedeli alla verità dobbiamo riconoscere che la <Capanna dello Zio Tom> è un libro scritto male e che l’autrice vi dà prova della più pericolosa demagogia. Il suo principale difetto è quello di far passare come generali alcuni casi che sono veri, sì, ma eccezionali.”Bernard Michel <Storia Vissuta della Guerra di Secessione> Ferni, Ginevra,1973,Vol.I, pag.35
 
(8) L’immeritato successo de “La Capanna dello Zio Tom>provocò il il sorgere nel Sud della cosiddetta “Anti Tom Literature” :una serie di romanzi tesi a difendere la “peculiare istituzione”.Naturalmente codesto genere ebbe fine con la Guerra di Secessione.

(9) Nel 1858 il futuro presidente aveva dichiarato « Non sono, e non sono mai stato, favorevole a una qualsiasi realizzazione della parità sociale e politica della razza bianca e nera; esiste una differenza fisica tra la razza bianca e nera che credo impedirà per sempre alle due razze una convivenza in termini di parità sociale e politica. E poiché esse non possono convivere in questa maniera, finché rimangono assieme ci dovrà essere la posizione superiore e inferiore, e io, al pari di chiunque altro, sono favorevole a che la posizione superiore venga assegnata alla razza bianca »

(10) Da WIKIPEDIA Il 26 luglio 1847 gli Americo-Liberiani dichiararono l’indipendenza della Repubblica di Liberia. I coloni vedevano nel continente africano, dal quale i loro avi erano stati deportati, la “terra promessa”, ma non mostravano intenzione di reintegrarsi nella società e nel metodo tribale africano. Si riferivano a loro stessi come “Americani” e furono riconosciuti come tali tanto dalle autorità
tribali africane quanto dalle autorità coloniali britannichedella vicina Sierra Leone. I simboli del loro stato – bandiera, motto e sigillo -, come la forma del loro governo, riflettevano completamente l’esperienza di emigrazione negli Stati Uniti. I costumi e gli standard culturali degli Americo-Liberiani vedevano il loro modello nello stile di vita del Sud degli Stati Uniti. Questi ideali coloravano in modo preponderante le abitudini dei coloni verso gli autoctoni: il nuovo Stato aveva l’estensione superficiale delle terre controllate dalla comunità dei coloni e da coloro che ne erano stati assimilati, per cui grandi porzioni della storia della Liberia trattano i tentativi, raramente coronati da successo, di una minoranza civilizzata di dominare una maggioranza considerata per tanti aspetti “inferiore”. Chiamarono il Paese “Liberia”, per darle il carattere di “terra degli uomini liberi”.
(11) Si può considerare la Confederazione come il primo stato moderno fondato sulla concezione dell’ineguaglianza delle razze umane. Cfr W.Robertson “The Dispossessed Majority” Howard Allen, USA, 1973.
 
12) Notiamo che il Manetta non fa ricorso ad un argomento caro ad altri difensori della schiavitù, cioè alla constatazione che essa era ammessa nell’Antico Testamento e che, stando ai Vangeli, non era mai stata condannata da Gesù Cristo.
 
13) Leggo che tra i bianchi degli USA dopo la prima presidenza Obama sarebbero cresciuti i pregiudizi sfavorevoli nei riguardi degli Afro-Americani;possiamo chiederci se codesto fenomeno continuerà con la seconda!
 
14) Già  Il Conte De Gobineau (“Saggio sull’ineguaglianza delle Razze”Voghera ed.,Roma,1912,pag.194) aveva scritto: “..dappertutto dove vi è schiavitù, vi è dualità o pluralità di razze,vi sono vincitori e vinti e quanto più le razze sono distinte,tanto più l’oppressione è completa.”
15) Come è noto Federico Nietzsche è stato l’unico tra i grandi filosofi moderni a dichiararsi favorevole allo schiavismo  Cito da un interessante volume edito di recente: Massimo De Angelis “Adolf Hitler Una emozione incarnata”Rubbettino, Soveria Mannelli,2013Pag.130 “… pensiero fondamentale di Nietzsche ,secondo cui la civiltà è stata creata,sviluppata e conservata sempre da classi privilegiate e grazie al loro ozio,libero  dalla dannazione del lavoro riservata… agli schiavi, e non avrebbe perciò potuto sopravvivere al movimento dei liberali e dei socialisti. Un pensiero, quello di Nietzsche, che racchiude un elemento di verità storica. E’vero, infatti, che il mondo e il dominio signorile……con  tutta la durezza e persino ferocia ad esso connesse, per lunghe epoche della storia dell’uomo si è rivelato l’unico modo possibile  per far avanzare e conservare la civiltà…”
 
bibliografia
Bardeche Maurice “Fascismo 70 /Sparta e i Sudisti” Il Borghese, Milano.1970
Catton Bruce “La Guerra Civile Americana” CEPIM,Milano,1975
Luraghi Raimondo “Storia della Guerra Civile americana”Einaudi,Torino,1966
Michal  Bernard “Storia vissuta della Guerra di Secessione”Ferni,Ginevra,1973,2 Voll.
Valli Gianantonio “Il volto nascosto della schiavitù” Effepi, Genova, 2012
Venner Dominique “Le Blanc Soleil
des Vaincus” La Table Ronde, Paris,1975

6 Comments

  • nota sliemal 22 Marzo 2013

    Gran bel tipo, il Manetta!
    WP

  • nota sliemal 22 Marzo 2013

    Gran bel tipo, il Manetta!
    WP

  • Anonymous 13 Giugno 2013

    Anche Marx sostiene da qualche parte che senza la schiavitù non avremo la civiltà che abbiamo ora.
    Pur piacendomi Nietzsche, ritengo che ora come ora bisogna creare una società di liberi dove il lavoro degli schiavi deve essere svolto dalle macchine, resta il fatto che individui rudimentali, adatti solo a certi lavori, esisteranno sempre…
    Ho trovato un interessante sito sui neri che combatterono per il Sud:
    http://www.farwest.it/new/index.php?topic=3073.0

  • Anonymous 13 Giugno 2013

    Anche Marx sostiene da qualche parte che senza la schiavitù non avremo la civiltà che abbiamo ora.
    Pur piacendomi Nietzsche, ritengo che ora come ora bisogna creare una società di liberi dove il lavoro degli schiavi deve essere svolto dalle macchine, resta il fatto che individui rudimentali, adatti solo a certi lavori, esisteranno sempre…
    Ho trovato un interessante sito sui neri che combatterono per il Sud:
    http://www.farwest.it/new/index.php?topic=3073.0

  • Anonymous 25 Agosto 2013

    Tralasciando ogni considerazione di puro contenuto razzista, un dato è però certo : i negri non hanno dato nessun impulso allo sviluppo dell’ umanità, non si conosce nessuna innovazione di pensiero o di attività che sia riferibile ai negri, nulla dello scibile umano è stato prodotto da loro. Se non entravano in contatto con il mondo civile sarebbero rimasti ( e in gran parte lo sono ancora) all’epoca dei Neanderthal.

  • Anonymous 25 Agosto 2013

    Tralasciando ogni considerazione di puro contenuto razzista, un dato è però certo : i negri non hanno dato nessun impulso allo sviluppo dell’ umanità, non si conosce nessuna innovazione di pensiero o di attività che sia riferibile ai negri, nulla dello scibile umano è stato prodotto da loro. Se non entravano in contatto con il mondo civile sarebbero rimasti ( e in gran parte lo sono ancora) all’epoca dei Neanderthal.

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