7 Ottobre 2024
Politica

Cosa succede in Italia – Fabio Calabrese

Io, lo sapete, ne avrete avuta la riprova su queste pagine, non ho molta passione per quello che si chiama “il teatrino della politica”, preferisco la tematica di ampio respiro a quel tipo di discorsi amati d certi commentatori politici che a ogni sondaggio discettano all’infinito su ogni mezzo punto perduto o guadagnato da questa o quella formazione politica.

È sostanzialmente una questione di carattere, io ho sempre avuto l’animo del lupo solitario, non mi è mai interessato uniformarmi al parere della maggioranza. Ho scelto quella che Schopenhauer chiamava “la verità non remunerata”, cioè, a fronte della persuasione di essere nel giusto, non avere paura di sostenere opinioni controcorrente o addirittura emarginate e demonizzate.

Non è dunque il genere di cose di cui ami perlopiù occuparmi, ma credo che le recenti evoluzioni della situazione italiana non possano essere ulteriormente lasciate senza un’analisi e un commento.

Nel momento in cui inizio a redigere queste note, siamo a fine febbraio 2024, si sono appena svolte le elezioni regionali in Sardegna. Sono di qua a poco previsti ulteriori test regionali che non si sa se confermeranno o meno il quadro della situazione emersa nell’isola. Tuttavia, penso che valga comunque la pena di esporvi alcune considerazioni a questo riguardo.

La prima cosa da rilevare è che i nostri politici – di centrodestra in questo caso, ma non credo che il centrosinistra sia differente – sembrano convinti che gli Italiani abbiano una memoria estremamente labile. Prima delle elezioni erano tutti a spiegarci l’importanza di questo test per tastare il polso agli umori dell’opinione pubblica nazionale, mentre adesso, dopo che le votazioni si sono concluse con la sconfitta – sul filo di lana, per la verità – del centrodestra, i politici, almeno di quest’ultima area, si sono affannati a spiegarci che essa è dipesa da una serie di situazioni locali non rapportabili sul piano nazionale. Contenti loro di crederlo!

La seconda considerazione è che è un vero peccato che perlopiù i dati delle votazioni vengano forniti in percentuali e non in numeri puri, perché ho la forte sensazione che un’analisi su questi ultimi dimostrerebbe che il centrosinistra non ha guadagnato nemmeno un voto rispetto alle politiche, e che la sua “vittoria” in un quadro di astensionismo crescente sia dovuta esclusivamente al fatto che ha perso meno consensi rispetto al centrodestra, perché, in poche parole, ha deluso di meno il proprio elettorato.

DELUSIONE, ecco la parola chiave per capire quello che sta realmente succedendo. Non lo vogliono capire, e questo non può che ricordarci l’antico detto che gli dei, per prima cosa, tolgono il senno a coloro che vogliono distruggere.

Cominciamo a parlare di Fratelli d’Italia, partito che è diventato l’asso piglia tutto del centrodestra e dai cui ranghi è uscita la premier Giorgia Meloni. Sostanzialmente ha vinto le elezioni politiche e trascinando alla vittoria il centrodestra facendo agli Italiani una sola solenne promessa, quella di bloccare gli sbarchi di clandestini, e questa è proprio l’unica cosa che non ha fatto. In compenso, non ha perso occasione di dimostrare un totale servilismo verso la UE, la NATO e il padrone americano, ha dimostrato un pieno appoggio – diciamo pure complicità – alla politica genocida di Israele contro il popolo palestinese, ha incentivato l’invio di armi all’Ucraina che, a parte il costo che rappresentano per noi, sono solo un modo per allontanare la pace in quella martoriata regione.

La ciliegina sulla torta è stato il caso di Ilaria Salis, dove Giorgia Meloni in persona ha interferito con la giustizia ungherese intenta a processare una terrorista rossa responsabile di reati violenti. Insomma ha fatto quanto era umanamente possibile per deludere e disgustare il proprio elettorato, facendo esattamente quello che un governo di centrosinistra avrebbe fatto e non facendo quello che un governo di centrosinistra non avrebbe fatto.

Ora è abbastanza ovvio che sempre più gente si chieda che senso abbia aver cambiato i suonatori per sentire sempre la stessa musica. Penso che dovrebbero solo ringraziare la tradizionale collosità dell’elettorato italiano, poco incline a cambiare il proprio voto, sentito perlopiù in termini di affinità di parrocchia, se la sconfitta elettorale in Sardegna non si è dimostrata un’imponente frana.

Qualche tempo prima, un noto cantautore aveva osservato che se avesse dovuto fondare un partito neofascista, l’avrebbe chiamato Fratelli d’Italia, sarebbe stato un nome perfetto. A ciò ho dato una risposta su Facebook, anche se dubito che sia giunta alle orecchie dell’interessato.

Prima di tutto, pur apprezzando la bontà dell’intenzione, tocca rammentare che la cosa è proibita dalle democratiche leggi della nostra democratica repubblica, secondo, che tale nome è ben lontano dall’essere perfetto, in quanto, oltre a fare riferimento al nostro non certo bello inno nazionale, ha un che di massonico, ma soprattutto che questa denominazione è già occupata da un partito di piccoli borghesi filo-yankee, filo-UE e filo-sionisti.

Però diciamo la verità, molti di noi sono rimasti delusi perché hanno voluto illudersi. I sintomi per capire cosa fosse realmente Fratelli d’Italia c’erano già tutti ben prima della tornata elettorale. Ricordo che due legislature or sono, quando il PD propose la legge che ha reso irrespingibili i clandestini minorenni (che si dichiarano minorenni, perché quando sbarcano da noi hanno spesso il telefonino, ma i documenti non ce li ha mai nessuno), Fratelli d’Italia, assieme a Forza Italia si astenne, lasciando sola la Lega a votare contro.

Probabilmente ricorderete che quando ci fu l’elezione della presidenza della Commissione Europea, sembrava che, per una volta, gli identitari fossero in condizione di mettere in minoranza gli europeisti (intendendo con questo termine i sostenitori della UE, che è l’Europa tanto quanto un cancro è l’uomo che ne è affetto, non è altro che la sponda europea del dominio mondialista, del NWO), ma il passaggio improvviso dei cinque stelle al fronte europeista scompigliò le carte e rese possibile l’elezione di Ursula Von Der Leyen. Fu ciò, l’inaspettato voltafaccia grillino, a mettere fine all’esperienza del governo gialloverde.

Tuttavia, in quella circostanza Fratelli d’Italia e Forza Italia erano nettamente schierate nel fronte europeista.

Non dimentichiamo poi che in occasione del 25 aprile di qualche anno fa, il co-fondatore di Fratelli d’Italia, l’ineffabile Crosetto ha manifestato il desiderio di sfilare assieme agli antifascisti.

Sarò polemico, ma chi non ha visto, è perché non ha voluto vedere, ha preferito lasciarsi ipnotizzare da quella fiammella tricolore, d’altra parte annegata in un biancoazzurro finiano.

Vediamo ora cosa accade alle spalle di Fratelli d’Italia, alle rotelline del triciclo (più il ruotino di scorta dei Moderati di Lupi).

Forza Italia e la Lega che un tempo rappresentavano tutto il centrodestra e ora sono ridotte ai minimi termini, sembrano due nobili decaduti precipitati nella miseria.

Devo essere sincero, sono rimasto sorpreso del fatto che Forza Italia si sia mostrata in risalita, sia pure lieve, comunque sufficiente a superare la Lega. Questo partito, che era il partito personale di Berlusconi, sembrava destinato a un malinconico tramonto con la senescenza del suo leader. Pare invece che abbia avuto una rinascita, ben lontana, s’intende, dai suoi tempi d’oro, alla morte di questi. Francamente, non credo che sia merito del suo erede politico e lider minimo Tajani.

Probabilmente, come dice il poeta, “Virtù viva sprezziam, lodiamo estinta”. La scomparsa di Berlusconi ha portato a una sorta di resipiscenza per il modo infame, quali fossero i suoi meriti e i suoi demeriti, con cui è stato trattato da una magistratura tutt’altro che obiettiva e infeudata a sinistra. Era già successo con Craxi.

C’è stato un momento, fra il crollo della balena bianca democristiana e la discesa in campo di Berlusconi, in cui la sinistra avanzava dappertutto, tranne dove si trovava la strada sbarrata dalla Lega. La Lega di Bossi aveva, è vero, velleità separatiste, anche se con scarsa o nulla probabilità di tradursi in concreto. Nonostante io abbia origini meridionali, come denuncia chiaramente il mio cognome, in quel momento guardai alla Lega con simpatia. Come dicono i cinesi, “non importa il colore del gatto, importa che mangi i topi”.

Aver emendato lo spirito separatista dalla Lega bossiana, è nello stesso tempo il maggior merito e il maggior demerito di Salvini, perché bisogna ammettere che finché la Lega era “Nord”, aveva comunque un’identità forte che la rendeva unica nello scenario fluido della seconda repubblica, e che la “fluidificazione” operata da Salvini non l’ha resa solo un partito come gli altri, ma ha coinciso con una perdita di consensi che negli ultimi tempi si è fatta disastrosa.

La trovata di rilanciare l’idea del ponte sullo stretto di Messina non può non lasciare perplessi. Non solo si tratterebbe di un’impresa faraonica che comporterebbe un disastro ambientale, ma proprio là dove lo si vorrebbe erigere, è una delle zone più sismiche d’Italia, ma soprattutto è palesemente una sorta di cavallo di Troia per espandere la base elettorale della Lega anche al sud. Con risultati che per ora non si sono visti.

Come vi ho detto all’inizio, ho il sospetto che il risultato ottenuto dal centrosinistra in Sardegna, e che probabilmente si ripeterà nelle elezioni in altre regioni, può non dipendere dall’aver guadagnato nemmeno un voto, ma in una situazione di crescente disaffezione e astensionismo, averne persi di meno, avere un numero minore dei propri elettori passati all’astensione, rispetto a quanto è successo al centrodestra.

E’ quasi patetico sentirli parlare oggi e fare ogni volta la giaculatoria su quello che si potrebbe fare e il governo in carica non fa. Chi, se non il centrosinistra, ha governato quasi ininterrottamente negli ultimi tre quarti di secolo? Perché non hanno mai cercato di realizzare nulla del Libro dei Sogni che ora ci sventolano sotto gli occhi?

Io credo che il PD della Schlein (bellissimo nome italico, tra l’altro) abbia poco da cantare vittoria per il risicato successo sardo. I sondaggi al riguardo parlano chiaro: oggi a votare per quello che è l’erede del PCI, non sono più gli ambienti operai, che oggi accordano la preferenza perlopiù al centrodestra, ma i ceti borghesi e pseudo-intellettuali radical-chic. Si tratta di un elettorato volubile il cui consenso può essere estremamente labile. In altre parole, il famoso “zoccolo duro” occhettiano non esiste praticamente più.

Continua per la verità a esistere una frangia di vetero-comunisti che si fa sentire non solo in occasione di manifestazioni violente, ma profanando e imbrattando le lapidi e i monumenti alle vittime delle foibe, che spende le sue energie nel tentativo di nascondere la verità che sul confine orientale, migliaia di italiani sono stati ferocemente massacrati per nessun’altra colpa se non quella di essere italiani, continuano a svelare il volto tirannico e radicalmente anti-italiano della sinistra. Se finissero per sparire del tutto, e PD tornasse a essere solo la sigla automobilistica di Padova, non avremmo alcun motivo per rimpiangerli.

I cinque stelle sono senz’altro un’anomalia italiana. Nati come movimento che voleva rivoluzionare radicalmente le cose, hanno dimostrato in poco tempo di essere tutto e il contrario di tutto. Dall’alleanza di governo con la Lega al sostegno alla Von Der Leyen al parlamento europeo, alla coalizione con il PD. Nei tempi più recenti si era visto la geografia del loro elettorato coincidere perfettamente con quella dei beneficiari di quella misura assistenziale e clientelare, pesante ostacolo all’economia reale, che ha operato distogliendo braccia soprattutto giovanili dal mondo del lavoro, che è stata il reddito di cittadinanza.

Con l’eliminazione di questo provvedimento, c’era da aspettarsi che sparissero dalla scena, cosa che almeno finora non è successa, fatto probabilmente spiegabile in base a vari fattori. Possono aver recuperato parte della base popolare persa da un PD dedito interamente a LGBT, migranti e armocromia, ma penso che un certo peso ce l’abbia la segreteria di Giuseppe Conte, figura piuttosto insolita nel nostro panorama politico. Avvocato di non grande rinomanza, fu tirato in ballo come figura terza per presiedere il governo gialloverde. Si è poi trovato alla guida dei cinque stelle dopo il ritiro dalla scena degli ineffabili Grillo e Di Maio, dando ai cinque stelle quel che era loro fin allora mancato, un leader con la faccia di persona seria.

Francamente, non so se valga la pena di parlare del cosiddetto terzo polo formato dai fuoriusciti del PD Renzi e Calenda, ciascuno dei quali si è fatto il suo partitino personale, e non sembrano nemmeno capaci di andare d’accordo fra di loro nonostante siano su posizioni molto simili. Soprattutto Renzi, dà l’impressione che rimasto vedovo di una passata posizione di segretario del PD e di premier, abbia voluto rifarsi dando vita a una conventicola privata, a un partito giocattolo.

Ma a parte questo, è chiaro che in un sistema politico che si è ridisegnato a imitazione di un bipartitismo all’americana, un terzo polo non ha alcuna possibilità.

Vi riporto una battuta che ho trovato in internet.

 “Marina Occhiena torna coi Ricchi e poveri e muore Franco Gatti. Riccardo Fogli torna coi Pooh e muore Stefano D’Orazio, adesso speriamo che Renzi e Calenda tornino nel PD”.

Ultimamente, ho avuto una discussione con un un conoscente, che mi ha fatto presente che i gruppi politici che si trovano (sono costretto come al solito a usare una terminologia impropria grazie alle democratiche leggi della democrazia) alla destra di Fratelli d’Italia, oltre a essere fra loro frazionati, non si schiodano a ogni elezione da un miserabile zero virgola per cento.

Gli ho risposto che a mio parere gli zero virgola sono ben lungi dal rappresentare l’area del potenziale consenso “nostro”, sono semplicemente quelli fra noi che ancora credono si possa ottenere qualcosa dalla roulette elettorale, che è come giocare contro un baro che gioca con carte segnate.

Ma se ci guardiamo attorno, vediamo che il malumore e la disaffezione sono in crescita esponenziale. Parliamo della protesta dei trattori che fa seguito a quella dei forconi di qualche anno fa. La nostra agricoltura è in sofferenza per i diktat della UE. Sempre meno gente è disposta a rovinare la nostra economia per rifornire di armi l’Ucraina, e ancora meno approva l’appoggio dato dal nostro governo alla politica genocida di Israele contro il popolo palestinese. C’è molto malumore in giro, e prima o poi finirà per esplodere.

 

NOTA: Nell’illustrazione, una sintesi della situazione italiana, una marea di partiti, nessuna vera alternativa.

8 Comments

  • Ivano Macalli 13 Marzo 2024

    “Giorgia Meloni in persona ha interferito con la giustizia ungherese intenta a processare una terrorista rossa responsabile di reati violenti.” Ne è sicuro?

  • Fabio Calabrese 14 Marzo 2024

    Signor Macalli, le pressioni fatte dal governo italiano su quello ungherese per il caso di Ilaria Salis lasciano pochi dubbi.

    • Ivano Macalli 14 Marzo 2024

      A me sembra esattamente il contrario signor Calabrese.

  • Primula Nera 15 Marzo 2024

    Il ministro degli esteri ungherese Szijjarto si è pesantemente lamentato delle interferenze italiane sul caso Salis. Mi sembra (ma non vorrei ricordare male)che gli abbia risposto Tajani…Comunque non sarebbe un unicum,ricordiamo che sono riusciti a liberare Patrick Zaki (che mi è sembrato tutt’altro che riconoscente)un’altra ossessione della sinistra nostrana.
    La “destra” ha un complesso di inferiorità che la porta a tentare di compiacere istanze di sinistra,quasi a volerne ottenere legittimità e apprezzamento…

  • Primula Nera 15 Marzo 2024

    Poi sulla Salis la questione è veramente semplice: se è andata lì solo per manifestare,allora andrebbe rilasciata immediatamente ; ma se ha partecipato a pestaggi in 7-8 contro uno(chiunque sia la vittima),spero rimanga in Ungheria il più a lungo possibile…

  • Roberto 18 Marzo 2024

    È evidente che su alcuni temi , tipo salis o il Generale Vannacci, il Governo, o suoi membri, abbiano voluto assumere posizioni fin troppo “istituzionali” nel senso di volersi smarcare da ogni possibile critica di rispettivamente disinteresse o connivenza. Per quanto riguarda i partiti o movimenti nostri, non è facile purtroppo superare alcune singolarità ed inconciliabilità di posizioni o, spesso, di storici egocentrismi che inevitabilmente sfociano in polverizzazione ed insignificanza, nonostante gli entusiastici sforzi dei “nostri” militanti: vedasi ad esempio il bel risultato di CasaPound alle politiche del 2018. Bisognerebbe fare uno sforzo centripeto, che porti ad uno sforzo comune, anche solo come “influenza” verso FdI, teso a sostenere alcuni punti peculiari: Europa finalmente indipendente e con una politica fiscale, estera e di difesa unitaria; questo porterebbe finalmente ad un affrancamento dalla Nato e dagli usa; il tutto porterebbe ad un euro, ad una economia di nuovo strumento della Politica. Non sarà facile, non sarà subito, non sarà indolore, ma questa penso che sia la via… Grazie di farci ancora pensare! Non è poca cosa!

  • Michele Simola 18 Marzo 2024

    L’europa non potrà mai essere indipendente dagli angloamericani, ricordiamo che il progetto di europa unita non è nato spontaneamente dagli europei , ma fu voluto fortemente dagli stati uniti e in particolare dal generale Marshall, che legava così a doppio filo gli aiuti del cosidetto piano Marshall agli acquisti che gli europei sconfitti e non avrebbero attuato negli USA, con conseguente crescita del loro export in europa e quindi della loro economia. Peraltro la visione di Marshall era quella di un’europa che avrebbe sempre e comunque dovuto acquistare dagli USA come se questi fossero l’unico grande centro commerciale esistente. L’europa era solo un grigio mercato i cui cittadini avebbero dovuto guardare agli stati uniti come modello “culturale” (subcultura yankee) e comportarsi di conseguenza.
    Inoltre non siamo a conoscenza di molte clausole che portarono all’armistizio, quelle imposte ad Austria e Germania furono di certo più stringenti di quelle imposte all’Italia, non perchè fummo considerati migliori degli alleati, ma per il semplice fatto che la resa incondizionata agli americani del 08/09/1943 aveva permesso agli stessi di esautorare i politici e i militari Italiani presenti nel governo (di certo i presenti a parte qualcuno furono veramente inutili e ridotti solo a ratificare scelte volute dagli americani, in pratica non contavano assolutramente nulla proprio perchè dopo la resa incondizionata seguirono le direttive del governo americano che affermavano che le scelte di politica estera erano precluse agli Italiani e i governi avrebbero solo dovuto ratificare le volontà dei vincitori), riuscendo così ad imporre l’obbedienza agli sconfitti.Siamo stati invasi e colonizzati dagli yankee non dal 1945 ma dal 1943, da allora abbiamo perso ogni sovranità. Negli anni 50 e 60 del secolo scorso i politici avevano cultura e capacità diplomatiche che oggi mancano e ciò ha permesso di avere un minimo di indipendenza e di capacità di scelta nella politica nazionale da perseguire, dal novembre del 1989 data della caduta del muro di Berlino i vari “padri della patria”, quelli che hanno portato alla dismissione della grande industria di stato Italiana, dopo le purghe messe in atto dalla magistratura rossa militante, i vari Prodi, Ciampi, Scalfaro, la continua cartolarizzazione di beni dello stato hanno portato il nostro Paese dall’essera la quarta potenza economica mondiale a posizioni da terzo mondo. Dal golpe bianco del 2011 in cui il presidente Napolitano impose Mario Monti come presidente del consiglio si succedettero quattro goveni non eletti e ognuno dei vari presidenti del consiglio andò a distruggere le certezze acquisite dai lavoratori Italiani e finalmente dopo dieci anni di governo della sinistra, non perchè il risultato fosse uscito dalle urne ma sempre perchè imposti dai vari presidenti della repubblica arriviamo al settembre 2022 epoca in cui arrivò al potere un esecutivo di destra.
    A questo punto è bene dare un’occhiata alla scuola Italiana degli ultimi trent’anni e ci accorgiamo che tutte le riforme che si sono susseguite dal 1993 a Renzi hanno fatto in modo di abbassare in maniera sempre più deleteria i grado di istruzione: i presidi sono divenati dirigenti scolastici il cui ruolo confligge con quello degli insegnati essendo portatori di interessi differenti. I primi rispondono a politici locali, devono chiudere i bilanci in attivo come se si trattasse di un’azienda, devono soddisfare il cliente (studenti e famiglie). Il docente deve trasmettere cultura, valutare le capacità critiche dei discenti essere base del processo di formazione “dell’uomo”. Questa scuola “inclusiva” ha solo prodotto ignoranti perchè oggi non si boccia più nessuno, gli esami si sono ridotti a mera formalità, la scuola produce bulletti incapaci di una qualsivoglia capacità di pensiero critico, meglio ancora si sfornano idioti e non uomini o cittadini.
    Da quanto abbiamo analizzato alla politica il passo è breve: la classe politica odierna è figlia di tale scuola con individui ignoranti e incapaci di qualsiasi analiasi politica, storica, diplomatica, scientifica. Il movimento 5s è l’immagine emblematica di ciò che ha prodotto la scuola in questi trent’anni. La vecchia classe politica del PCI i cui sopravvissuti sono molto pochi aveva senz’altro le idee più chiare rispetto a questi “parvenu” della politica PD e M5S. La destra odierna non è capace di distinguere i principi politici di un partito di destra essendo atlantista, europeista, filosionista.
    In pratica questa destra sconosce la “Nostra” storia e si affanna a piacere agli USA alla Nato (che oggi non ha più senso ad esistere) e all’europa.
    Le politiche elettorali nostrane, non porteranno mai a qualcosa di buono per il nostro paese essendo insulse e farraginose come tutte le normative nazionali dove c’é sempre spazio all’interpretazione. I politici eletti se sgraditi agli USA e alla sinistra vengono defenestrati dalla magistratura così come quelli che cercano realmente di fare qualcosa di utile per la Nazione.
    Le organizzazioni internazionali come l’ONU, il tribunale dell’Aija l’OMS sono solo inutili e dannose perseguono sempre i fini di chi li ha comprati (OMS) o di chi li ha voluti.
    Se i cittadini Italiani non prendono coscienza di ciò non potrà esserci cambiamento e non potremo mai essere una nazione sovrana: continueremo solo ad essere una colonia!

  • Roberto 20 Marzo 2024

    Quella di cui parla Lei, Signor Simola, è però appunto l’europa inane uscita disgregata, nella materia e soprattutto nello spirito, dalla guerra coloniale condotta dagli usa e dai loro lacchè, inglesi e francesi. Un europa ridotta a mero mercato, opportunamente diviso coi compari/concorrenti (o competitor, come si dice oggi…) russi: mercato di merci, di corpi e di idee. L’Europa di cui parlavo io è quella che si sarebbe andata formando se non ci fosse stata quell’ingerenza militare: un’Europa di Popoli diversi ma fratelli, che elaboravano e restauravano la Civiltà, prima greca, poi romana, celtica e così via… Certo oggi, dopo decenni di condizionamenti e corruzione, non sarà facile recuperare la rotta, nonostante l’attuale buon timoniere: d’altronde le alternative sono due: o sforzarsi a partecipare, seppur obtorto collo, al “gioco democratico”, con tutte le sue ferragginosità ed i suoi compromessi, oppure… la rivoluzione? E chi la farebbe? Di nuovo i Forestali, oggi CC? E con quali speranze di, non dico aver successo, ma almeno di iniziarla, considerando gli occhiuti e pervasivi controllori!? Oppure, ancora una terza, continuare ad arzigogolare argomenti cervellotici e speculativi, tanto per darsi una luce di originalità, al calduccio nella solita Torre d’Avorio…

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