Studi Evoliani 2012 e Perennitas
di Giovanni Sessa
Nel 2014 ricorreva il quarantennale della morte di Evola. Molte sono state le pubblicazioni che hanno tentato un
Il contributo di Alberto Ventura, Evola, Guénon e la “Questione d’Oriente”, tende a rilevare il diverso ruolo che l’Oriente svolse nell’economia generale del pensiero evoliano e in quello guénoniano. Nuccio D’Anna si sofferma ad analizzare l’incontro intellettuale che legò il tradizionalista romano ad Arthur Avalon, presentando l’ambiente esoterico romano che si era formato attorno a Decio Calvari e alla sua rivista Ultra nello scritto, Quando Evola incontrò Arthur Avalon…Inusuale, per contenuto, è la relazione di Ermanno Visintainer, La regalità iranica secondo Evola, in quanto tale tema non segnò, in senso proprio, l’orientalismo del pensatore, ma certamente svolse una funzione ausiliaria e di supporto, comunque significativa. Luciano Albanese sviluppa l’esegesi di un tema, al contrario, assai dibattuto negli ambienti tradizionali, Julius Evola e i Misteri di Mithra, supportando le tesi con ampia documentazione e persuasività di accenti. Riccardo Rosati in Julius Evola e la Tradizione nipponica sottolinea l’originalità interpretativa del filosofo nell’ambito dello specialismo orientalistico. Il ricchissimo Annuario si contraddistingue anche per una notevole sezione di saggistica, in cui è possibile leggere un testo di Giandomenico Casalino relativo alle relazioni Evola-Hegel ed uno di un giovane studioso salernitano, Marco Giso, dedicato ai rapporti Evola-Spengler. Nella stessa sezione il ricercatore Emanuele La Rosa si occupa dell’Evola dadaista presentando un importante documento, il “Manifesto saccaromiceto”, mentre Claudio Mutti affronta il tema, La diplomazia segreta di Evola nel quale riferisce dell’azione svolta dal nostro autore nei paesi dell’Est europeo. Lo scritto è chiuso dalle fotografie delle abitazioni nelle quali il filosofo soggiornò a Budapest. Tra gli “Inediti e rari”, Mario Bernardi Guardi compie l’esegesi del questionario che André Breton approntò sull’arte magica e al quale rispose anche Evola. Stimolanti per il lettore le risposte di quest’ultimo. Chiudono il volume oltre a diverse recensioni di argomento evoliano, il brillante articolo polemico di Alessio de Giglio, cattolico ma accorto studioso di Evola, nei confronti delle invettive antievoliane proprie di certe pubblicazioni di ultra papalini, e gli Appunti critici sulla recente letteratura di montagna, mirati a rivalutare la metafisica dell’alpinismo contro i suoi attuali denigratori.
Altra pubblicazione collettanea è Perennitas. Tributo a Julius Evola nel quarantennale della scomparsa, uscita nella “Collana delle Esperidi” delle edizioni Avatarper la cura di Roberto Incardona (per ordini: www.librad.com 366/3254102, euro 20,00). Il volume, pensato per commemorare degnamente il quarantennale evoliano,è aperto dalla premessa del curatore, il quale sintetizza gli intenti dei coautori: “Evola è entrato da tempo nel novero dei nostri maggiori, ma anche in quello dei Lari, ai quali tributiamo, con purità di mente e di cuore, onori e offerte di preghiere”. L’affermazione non tragga in inganno! Il lettore nei testi che compongono il libro non incontrerà affermazioni dogmatiche o analisi scolastiche in senso riduttivo, ma tentativi di interpretare criticamente diversi momenti della produzione evoliana. Tra i saggi che compongono la raccolta ricordiamo quello di Stefano Arcella L’apolitia di Julius Evola in “Cavalcare la tigre”, teso a liberare questa fondamentale opera del filosofo dall’accusa di essere latrice del mito incapacitante. Arcella sostiene che l’apolitìa, in quanto atteggiamento interiore, non esclude il ricorso all’azione esteriore. Fonda tale affermazione sull’analisi delle due fonti principali di cui Evola si avvalse: l’insegnamento del Buddhismo e dello stoicismo romano. Giandomenico Casalino in Metafisica della Romanità, torna su un tema che gli è da anni proprio. La centralità della Tradizione Romana in Evola e la centralità del Rito nella Città Eterna. Roberto Incardona in Julius Evola e la sacralità della montagna consente al lettore di contestualizzare accortamente l’essenzialità della montagna quale simbolo, e dell’alpinismo metafisico come pratica, nel percorso intellettuale, spirituale ed esistenziale del tradizionalista. Infine, Mario Enzo Migliori in Etruschi nella realtà romana mostra in modo pertinente, con organiche documentazioni e ponderate riflessioni, come sia falsa la tesi che sostiene l’incompatibilità tra la solare e apollinea kultur romana e la ctonia civiltà etrusca.
I due libri sinteticamente presentati ripropongono la centralità di Evola nel dibattito culturale contemporaneo e la sua imprescindibilità per gli ambienti intellettuali che si dicono oppositivi nei confronti della stato presente delle cose.
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