di Riccardo Tennenini
Alla fine del Novecento assistiamo all’avvento dell’Età dell’Acquario, caratterizzata dalla diffusione di una “religione fai da te”, creata specificatamente per l’uomo moderno, in cui confluiscono, dall’interpretazione occidentale di dottrine orientali, alle labili feste folkloristiche di natura stregonica, per finire a giungere ad un “neopaganesimo” caricaturale di stampo hollywoodiano.
Evola nella sua biografia “Il cammino del cinabro” ci avverte di un pericolo sottile presente nell’epoca moderna, cioè la diffusione dello spiritismo come controparte al “materialistico”.
Come un agnello predato da un lupo si cade nella morsa di razionalismo e di praticismo, che non trovando un adeguata risposta nella religione dominante, nasce come un impulso verso il sovrasensibile, che, scambiato spesso per “sovrannaturale”, spesso deraglia verso il subcosciente. Questa erronea interpretazione è dovuta dalla mancanza di vere radici. Nell’Occidente secolarizzato e laico il “sacro” non è morto ma si è trasformato in una metastasi. Huysmans disse: “quando il materialismo impera risorge la magia”. Il sincretismo ha dato vita a quel fenomeno chiamato “new age”, termine poi mutato in neospiritualismo da Rènè Guènon e ripreso dallo stesso Julius Evola per determinare tutte quelle dottrine pseudoreligiose e “scientifiche”, perché scaturiscono dalla moderna scienza profana e non dalla spiritualità autentica ovvero dalla metafisica! Come può l’uomo contemporaneo guardare al di là di se stesso nel “sovrumano” quando non conosce se stesso? Proprio questo c’è scritto sul sacro tempio di Apollo a Delfi “Conosci te stesso”. Solo allora attraverso un’iniziazione si potrà rinascere, la quale Evola ci descrive in modo esteso nella sua opera massima “Rivolta contro il mondo moderno”: essa è effettiva solo se realizzata attraverso le pratiche e l’ascesi apprese da una scuola sapienziale tradizionale. Chiunque ometta questo passaggio automaticamente cade nel nebuloso e variegato mondo del neospiritualismo. Muovere determinate forze in modo incosciente causa una “perdizione dell’anima”, un cambiamento sulla personalità, abbandonandosi ad uno stato di trance passiva, senza sapere cosa c’è dietro realmente tali dinamiche sottili, aprendosi così una fessura nella cosiddetta Grande Muraglia, dove avviene una chiusura verso l’altro e un’apertura verso il basso, facendo uscire forze subumani distruttrici di forma e di principio.
L’ossessione è dove tali forze subumani agiscono sulla libertà e sull’unità della personalità, ed è nell’inconscio dove
La personalità cosciente secondo Jung è sorta dall’inconscio tramite un processo progressivo, che Evola non accetta, perché rimanda alla teoria dell’evoluzione. Ancor peggio quando si attribuisce a visioni oniriche di persone psicotiche che erompono nell’inconscio, la possibilità di trarre simboli e miti che appartengono alla sfera del superconscio, come esso si manifesta nel testo sacro tibetano “Il libero tibetano dei morti”. Equiparare l’individuazione di un processo di guarigione di un individuo malato sullo stesso piano di un iniziazione è un affermazione priva di fondamento. Nel mondo moderno contemporaneo possiamo, inoltre, notare che l’iniziazione diventa auto-iniziazione, elitario diventa egualitario, nascosto diventa pubblico, legato alla tradizione, fisso, a-storico diventa moderno, progressivo, evolutivo.
L’evasione dal cristianesimo – cattolico moderno, ridotto ad un calvinismo capital-consumista, fatto solo di morale e solamente exoterico, ha permesso il “rovesciamento della piramide”, dove nuove forme di spiritualismo si presentano come “alternativa”. Oswald Spengler ha scritto della “seconda religiosità”, che si manifesta non nel periodo luminoso originario di una civiltà organica, qualitativa e spirituale e al centro di essa, ma a margine ad una civilizzazione crepuscolare e in dissoluzione – come il titolo della sua opera suddetta “il tramonto dell’Occidente”.
Il neospiritualismo c’è da dire che porta con se un carattere regressivo e infranaturale, ciò, sempre concretamente e esistenzialmente, credendo di svegliare forze che stanno al disopra invece sono forze che stanno al di sotto dell’uomo come personalità. Secondo la filosofia del Vedanta l’essenza spirituale dell’uomo detta Atman il “sè” (microcosmo) è rivestita da 5 involucri chiamati Kosha. Essi sono i 5 corpi di qui è costituito l’”io” fenomenico separato dalla coscienza (Atman) dal Brahman (macrocosmo) indifferenziato, partendo da quello più materiale a quello più spirituale. Questa è la volontà Advaita (non duale) che non distingue fisica (Praktiri) e metafisica (Purusa), ma li considera gradazioni del tutto, in quanto il Purusa crea attraverso il sacrificio dell’Uomo Cosmico, mentre il Praktiri è creato dal Purusa e percepisce le influenze spirituali: il primo immateriale, l’altro materiale.
Il “Platone Indù” Sankara nella sua opera “Vivekacudamani” ci parla di queste 5 Kosha. La prima è Annamayakosa, il corpo grossolano, la sua esistenza dipende dal prana (energia) assunto tramite il cibo e acqua e il prana più sottile con l’aria che respiriamo. Il corpo può essere armonizzato tramite la pratica di posizioni dette asana. Il secondo detto Pranamayakosa è l’energia vitale (Chakra). Queste “centrali energetiche” scorre l’energia attraverso una rete sottile di “canali di collegamento”, le nadi, la cui funzione è quella di distribuire il prana attraverso le varie strutture umane. Può essere influenzato dalle varie tecniche yoga di respirazione (pranayama). Il terzo è Manomayakosa è quello che concerne il mentale. Il “mondo reale” non è che un frutto della Manomayakosa proiezioni della mente come il mondo onirico durante il sonno. Entrambi i mondi ci sembreranno reali finchè non squarceremo il Velo di Maya risvegliando in noi la più alta coscienza. Il quarto è Vijnamayakosa l’intelletto detto buddhi, l’intelligenza sintetica in grado di contemplare gli archetipi universali. L’ultimo è Anadamayakosa è la beatitudine, superato anche questo si giunge al supremo Atman.
Quando invece si passa ad un misticismo nebuloso, si ha l’effetto opposto, cioè si ha uno sfaldamento panteistico in cui si verificano fenomeni di regressione, del collasso psichico e non si ascende ma si discende costantemente. I cosiddetti medium sostenendo di possedere qualità mediative tra i vivi e gli spiriti dei morti, sostenendo così l’immortalità dell’anima. Guènon nota che la natura di tali fenomeni non dovrebbe lasciare nessun dubbio sulle forze prodotte. Non si tratta di di anime trasfigurate dalla morte e di influenze sovrannaturali, ma di forze psichiche che vagano nel subumano con più o meno reazione ad elementi “inferi” della natura ovvero di larve o residui non di un anima ascese, ma prodotti in decomposizione.
Iniziamo ora ad analizzare il primo fenomeno neospiritualista la Psicanalisi o meglio la “psicologia del profondo” atta ad analizzare la zona sotterranea dell’anima e studiare le forze che vi risiedono e agiscono. Da qui dopo il dominio della psicoanalisi in confini che con esso non hanno più nulla a che fare come manifestazioni culturali, sociali, morali, artistiche fino ad arrivare al sesso, religione, mitologia e politica. Freud sostiene l’inconscio come forza motrice della psiche: gli istinti e gli impulsi possiederebbero una “carica fatale” che se non scaricata andrebbe a risentirne l’individuo. Da qui tutte le aberranti teorie freudiane legate alla sfera sessuale come il complesso di Edipo, complesso di inferiorità e altre contenute nella sua opera “Totem e tabù”. Così come libido infantile e il sogno che secondo Freud è un “luogo” dove si possano esprimere queste “cariche” che nella società vengono bloccate, fermate e censurate. Individuando la depressione come fenomeno dato dall’impossibilità di non aver potuto esprimere durante l’infanzia o in età adulta questi impulsi che, nel momento di crisi, “regrediscono” e riprendono forma sotto istinti incestuosi, omosessuali, ossessivo\compulsivo, narcisisti, omicida ecc. Un vero e proprio pansessualismo, da cui si può capire perché il sesso sia diventato così importante nella società contemporanea, Freud essendo riuscito a mascherare il tutto in forma scientifica e che l’importanza che ha assunto Freud per l’Occidente moderno ha permesso l’espressione sempre maggiori di tali elementi. Inoltre, si disconosce, nell’uomo la presenza di qualsiasi centro spirituale. In Jung, pur quanto si discosti dalla “natura” sessuale della psicanalisi freudiana, si antepone l’archetipo alla libido aggiungendovi connotazioni spiritualistiche per spiegare tali fenomeni. Ciò è forse una teoria più pericolosa di quella di Freud, perché rimanendo fermo all’inconscio cerca di spiegare attraverso un sincretismo tra psicoanalisi e dottrine tradizionali gli stati superiori dell’essere.
Ora passiamo a parlare della neo-teosofia moderna, assolutamente diversa da quella teosofia antica dove si esprimeva la “Sapientia Dei” ovvero il sapere divino, ma un sincretismo di elementi di varie dottrine unite a visioni e interpretazioni che rappresenterebbero delle “rivelazioni”. Così come il “risveglio” dell’uomo che non viene visto come nel buddismo con il nirvana, ma è una sfrenata divagazione sui piani e corpi invisibili tra evoluzioni e intrecci di ogni genere, tra cui anche umanitarismo, ottimismo e progressismo: infatti secondo i teosofisti, gli Dèi e gli adepti sarebbero esseri andati più avanti nell’evoluzione mentre gli animali sono esseri meno progrediti, diventando un evoluzionismo altruistico, umanistico, egualitaristico, vegano, femminista ecc., finendo per diventare un complesso sociale di ideali democratici, pacifisti, di amore e uguaglianza universale.
Un’altra critica va mossa contro l’antroposofia ramo della teosofia moderna che vede nell’uomo o nell’umanità stessa il “divino”, in quanto egli attraverso processi evoluzionistici funge da creatore: infatti per i seguaci di questo neospiritualismo razionalistico, Gesù non era uomo e tutte le dottrine precristiane sono “prefigurazioni” di esso. Lo scopo dell’antroposofia è quello di trasformare la religione, farla diventare “scientifica”, mentre la scienza deve diventare religiosa: peccato che ciò che si intende per scienza spirituale non sia altro che una scienza odierna materiale.
Ora passiamo a parlare del fenomeno del “misticismo” o estasi dove si ha uno stato di isolamento e di evasione totale dalla realtà circostante dell’individuo completamente, assorto su un unico oggetto. Questa idea fu portata avanti da Jiddu_Krishnamurti, il quale parla di un’umanità che deve essere “liberata” e ciò non sarebbe neanche sbagliato; l’errore fu che tale liberazione si trasformò nella negazione di ogni tradizione, il rifiuto indiscriminato e assoluto per qualsiasi forma di autorità, individualismo anarchico in campo spirituale e un accanimento per tutto ciò che è l’”Io”. Nel 1968 le sue idee furono particolarmente rivalutate in quegli ambiti giovanili che contestavano l’autorità e tutto il sistema e valori tradizionali in nome di una “libertà” espressiva del proprio essere. Negli ambienti hippy invece, dove c’era una necessita di tale neospiritualismo o neoinduismo “tout court” si associò l’uso di droghe come LSD, marijuana, hascisc come mezzo per raggiungere quell’estasi di qui Krishnamurti parlava, con l’aggiunta di musica pseudo-sciamanica, spettacoli “psichedelici”. Questi raduni dell’amore libero” dove, oltre all’uso di droghe, musica ed effetti psichedelici, si aggiungeva l’atto sessuale di migliaia di giovani, stabiliva un invasamento collettivo, che agiva nei singoli come “liberazione” di cui esortava l’umanità a trovare. Il successore di Krishnamurti lo possiamo ritrovare in Osho, un invasato che si fece portavoce di un “ateismo spirituale” riducendo tutto a gesti o azioni morali spontanee come l’amore, l’amicizia, e il “vivere la vita” apprese singolarmente. Osho, infatti, è un individualista che spiega che per raggiungere la “liberazione” intesa nello stesso modo del suo coetaneo Krishnamurti bisognava rifiutare ogni forma di autorità o di ordine sociale, politico e spirituale comunitario, così anche il matrimonio, poiché l’uno avrebbe impedito all’altro la propria “libertà” personale. La famiglia come ente che danneggia e condiziona la psiche del bambino con pregiudizi e falsi valori sociali e religiosi, l'”uomo nuovo” potendo nascere solo con la soppressione di ogni ordine politico e religioso. Fece una vita anarchica piena di contraddizioni e incoerenze dicendo che tutte le religioni tradizionali sono spazzatura e false e che allontanano l’uomo dalla verità, ma i suoi modelli erano “Gesù”, “Maometto”, Krisha” e il “Buddha”, attuando un bieco sincretismo fino a se stesso. Sostenitore dell’evoluzionismo, arrivando addirittura a criticare l’Oriente per aver preferito la tradizione alla modernità facendolo, a detta sua, rimanere indietro rispetto l’Occidente contemporaneo, dove c’è una similitudine tra scienza profana (che aveva liberato l’uomo dalla religione) e il laicismo, elogiando il progresso, il capitalismo e la tecnologia. Infatti, quando lui accenna al di “vivere la vita” non intende una vita eremitica e ascetica, come quella che fece Sankara, ma enfatizza il lusso e la vita agiata. Ciò c’è lo può dimostrare l’apertura del suo “ashram” che di tale ha solo il nome perché una volta aperto si trasformò in un “villaggio vacanze” dove si vendevano prodotti fatti da lui e organizzavano spettacoli e terapie che sfociarono in scambi sessuali e violenze fisiche.
Altri dissero che dentro l’ashram di Osho si spacciava droga e prostituzione. Si trasferì negli Usa dove gli fu dato un altro nome “il guru Roll Royce” per la sua condotta borghese, fu arrestato insieme ai suoi adepti per bioterrorismo e immigrazione illegale. Morì una volta espulso dagli Usa in India lasciando un messaggio di emancipazione dell’umanità attraverso un nichilismo attivo.
L’influenza dei suoi libri ha scatenato due nuovi “scenari”: il neohippy che portano i rasta e il monosillabo sacro “Om” tatuato di cui ignorano completamente non solo il suo significato meditativo\recitativo ma anche quello esoterico\metafisico; mentre l’altro tipicamente borghese dove la pratica Yoga (in Occidente) viene trasfigurata da pratica ascetica, dove attraverso l’asana (posizione), prana (respiro) e la recita di un mantra si giunge alla liberazione vera, ad una pratica ginnica per il dimagrimento e la bellezza del corpo fisico. Quindi la negazione stessa dello Yoga dove la “liberazione” non è metafisico ma fisico, dove il guru è stato sostituito dall’istruttore e il tempio dalla palestra!.
Così come il tantrismo e il Kamasutra data l’egemonia freudiana in Occidente vengono visti solo in maniera exoterica come pratiche sessuali per aumentare l’orgasmo, la lussuria e il coito.
Sempre in ambito di neospiritualismo c’è un altro fattore che nasce come opposizione e alternativa al cristianesimo, il satanismo. Con le parole “satanico”, “demoniaco”, “infero” ci riferiamo sempre a quelle forze del caos negative che vengono dal basso con l’intento di distruggere l’ordine di forze positive che stanno in alto. Quello che non sanno i moderni “satanisti” o sedicenti tali è che questa concezione dualista del “bene” e “male” di un Dio buono moralista e uno Cattivo libertino avversario è presente nel mondo che loro dicono di “combattere” cioè nel cristianesimo. Infatti, le messe nere si basano sostanzialmente nel fare l’opposto di quello che si celebra nelle messe liturgiche: croci capovolte, chiese sconsacrate, 666, ostie, sesso ritualistico e sacrifici di animali. Ciò più che un satanismo d’opposizione al cristianesimo lo potremo chiamare un neopaganesimo per atei. Infatti, Anton LaVey fondatore della Chiesa di Satana è l’esempio più concreto, infatti come scrive Evola: “questa Chiesa ha suoi battesimi, matrimoni, e le esequie sono celebrate in nome di “Satana”, LaVey, si è fatto fotografare insieme alla sua consorte per nulla demoniaca, e alla cara prole, proprio come una felice famiglia borghese, e la stampa è stata ammessa a presenziare ai riti!”. Dove le cose più “scandalose” sono il sesso non in senso tantrico ma carnale e l’abuso di droghe. Da esso abbiamo personaggi come Charles Manson e la sua “famiglia”, “Le Bestie di Satana” ecc, individui che oltre ad esso aggiungevano anche l’omicidio non sapendo spiegare il perché di tali azioni.
Tutto questo essere affascinati da fenomeni oscuri è conforme all’età in qui viviamo, Età del Ferro o Kalì-Yuga, dove questo “satanismo” è lo specchio della società, dove i giovani trovano la “libertà” solo in essi (sesso,droga,violenza), dove il male è un atto di ribellione. Di diverso parere sono per quello praticato da Aleister Crowley meno “pericoloso” di quello di LaVey dove in cui prevalgono caratteri di magia e iniziazioni esoteriche.
L’ultimo fenomeno che vogliamo affrontare è quello che affascina tutti gli amanti del “mistero” nel suo significato contemporaneo. Quello dell’ufologia ovvero quella pseudoarcheologia e pseudoscienza della “teoria dell’antico astronauta” atta a spiegare e coinvolgere molte persone nel credere alle origini aliene dell’uomo. Secondo lo scrittore Zecharia Sitchin la cultura sumera proviene da un’antica razza “aliena” chiamati Anunnaki provenienti da un pianeta da lui “inventato” Nibiru ipotetico pianeta del sistema solare dal periodo di rivoluzione di circa 3600 anni presente nella mitologia babilonese. Arrivando a formulare una teogonia e cosmogonia aliene!, secondo cui la Terra sarebbe nata dalla collisione tra Nibiru e Tiamat, unendo un creazionismo ateo ad un evoluzionismo teista dove secondo la sua teoria questi Anunnaki sarebbero venuti sulla terra 450.000 anni fa per cercare oro indispensabile per il loro pianeta. In tale pittoresca rappresentazione l’homo sapiens sarebbe un incrocio tra loro e l’homo erectus e venerandoli come Dèi sarebbero nate le civiltà della Mesopotamia, Egitto, India e Mesoamericana.
Concludo questo articolo esponendo una mia considerazione: “Una possibile nuova alba per l’Occidente è possibile solo tramite la riappropriazione dei propri simboli, miti, riti di quella Tradizione, che i nostri Maestri Platone, Aristotele, Plotino, Sankara ci hanno testimoniato, che non può essere “scolastica”, né devozionale né atta a riformulazioni caricaturali, ma compresa solo dai membri di quella comunità che possiede quell’eredità, quella identità spirituale che sola può consentire la riemergenza delle qualità innate dei popoli indoeuropei!.”
Bibliografia:
Julius Evola – Maschera e volto dello spiritualismo contemporaneo Edizioni Mediterranee 2008
Renè Guènon – Errore dello spiritismo Edizioni Luni 2001
Renè Guènon – Il regno della quantità è i segni dei tempi Edizioni Adelphi 2010
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