È possibile desiderare il male? Per esempio, posso pensare che la droga sia un male. Ma chi desidera drogarsi ci vede un bene, fosse anche quello di autodistruggersi. Nessuno vuole il male per sé o per le persone che ama. Quando un padre prende a cinghiate un figlio non vuole forse che il figlio senta il dolore della punizione? Evidentemente sì. Però non desidera il male del figlio, al contrario spera che da una pena momentanea venga un beneficio duraturo. Come dice il poeta
Babbo mio, ohi che dolore…
Perché mai con una verga
Vai frustando le mie terga?
Dunque in questo sta il tuo amore?
Bimbo mio, se questa pena
Ti annerisce il fondoschiena
È perché la punizione
Ha valor di correzione.
La sofferenza infatti non è un male in sé. Soffrire può essere necessario, sia come terapia del corpo che come pedagogia spirituale. E sembra giusto imporre una dura disciplina non solo a se stessi ma anche agli altri, se il nostro compito è quello di educare o curare. Il medico pietoso fa il malato canceroso, si sa. Dobbiamo quindi esser grati al bisturi o al cauterio, fisici o morali, che ci sanano, anche se
la buona medicina ha sempre un cattivo sapore.
Un capitolo importante è evidentemente quello relativo alla salvezza dell’anima. È giusto sottoporre qualcuno a tortura ordinaria e straordinaria perché si ravveda ed evitargli così l’eterna dannazione? È un calcolo molto semplice da fare. Difatti, pagare subito una certa somma limitata per non doverne pagare una molto più grossa, anzi infinita, dopo, appare sicuramente un vantaggio. Ma non tutti riconoscono i cardini di questa elementare ragioneria
…perché l’empio vorrebbe sfuggire al giusto castigo e la luce della salvezza offende i suoi occhi.
Più complesso è il caso di chi procuri sofferenza a un altro non per offrirgli un tornaconto futuro ma allo scopo di ricavarne un utile per sé o per altri. Questo modo d’agire è ampiamente radicato nei nostri costumi. Qualcuno lo considera un male necessario, essenziale al buon funzionamento della società. Se mandando al supplizio una persona ne salvate altre cento, non fate una buona azione? E se qualcuno minaccia il bene comune, non è nostro dovere eliminarlo? Oppure, nel caso di esseri inferiori, come schiavi o animali, non è un diritto sacrosanto disporne a nostro piacere? Qui la mente può avere dubbi e perplessità. Perché
Quel che sembra atrocità
Si fa spesso per bontà.
Eppure, nonostante, le guerre, le Inquisizioni, le torture, i crimini, la vivisezione e i macelli, io resto convinto che la volontà dell’uomo tenda naturalmente al bene, anche quando produce effetti orribili. È che spesso i mezzi che l’uomo adotta per raggiungere un fine in sé buono sono pessimi. Il fine giustifica i mezzi? Certamente sì, ma i fini che uno si propone sono in realtà mezzi per raggiungere altri fini. Difficile che uno sappia cosa vuole veramente.
Oh, menti cieche
Misere larve del tempo
Che i desideri strascinano
Alla deriva, al triste naufragio.
C’è un fine ultimo, un bene al quale tendiamo con vari mezzi, passando attraverso una serie di beni penultimi, terzultimi ecc.? Sembra di no, perché, come si suol dire, l’uomo non è mai contento. Quando abbiamo una cosa ne vogliamo un’altra e così via. Tutte queste cose sono mezzi per… Chi lo sa? Forse per esser felici. Ma è un fatto accertato che la ricerca della felicità crea persone infelici. Probabilmente perché per trovarla facciamo uso di mezzi impropri, o la cerchiamo dove non c’è. Quindi finiamo sempre col patire sofferenze che potremmo evitare se, invece di cercare un bene ultimo, ci accontentassimo di essere normalmente infelici.
Ma soprattutto, chi si metta alla ricerca di un bene, ultimo o penultimo, deve tenere sempre a mente la legge fondamentale dell’universo, cioè la legge dell’eco, del boomerang: “tutto ci torna indietro”. Ossia,
Per capire il tanto male
Che rattrista l’esistenza
Spiegazione razionale
È l’atavica sentenza:
“Puoi raccoglier nel creato
Solo quel che hai seminato.”
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