Riceviamo da un nostro lettore il seguente post che pubblichiamo per dovere di cortesia premiando le buone intenzioni (da noi non condivise) di una giovane intelligenza.
Ereticamente, appunto, prende le distanze dalla soluzione posta dal Nostro.
Ereticamente non è un progetto politico e lo dimostra la presenza trasversale di taluni collaboratori.
Ereticamente nasce come avamposto culturale per difendere e sostenere la Cultura e la Tradizione italica nonchè tutto il Kosmos Indoeuropeo rappresentando una palestra culturale in cui formare lo spirito sincero e genuino dei giovani sani e non condizionati dalla modernità.
La spina dorsale di Ereticamente ha abbandonato da tempo alcuni percorsi tracciati dalle forze politiche della cosiddetta area radicale perché li ritiene limitativi e autocastranti per sviluppare temi e idee incompatibili con la società contemporanea.
Ereticamente non proporrà mai un progetto politico perché le ambizioni della testata sono quelle di ridare dignità e rispetto a storia e cultura che hanno caratterizzato il percorso di crescita e lo stato di potenza della nostra Nazione.
Ereticamente sosterrà solo quei progetti dove appunto questa storia sia raccontata con rispetto e dignità e questa verità venga imposta come pregiudiziale nel proprio progetto politico. Ciò vale anche per la libertà di pensiero, di culto, affinché questa possa trovare terreno fertile dove farla valere e non venir soppressa perché non in linea col pensiero unico.
Per questo riteniamo che un perimetro tracciato dalla connotazione destra/sinistra passando dal centro sia fortemente limitativo.
Ereticamente per tutto questo ritiene inoltre che la radice dei problemi sociali, economici e culturali sia diversa da quelli falsamente individuati dalla globalizzazione e certamente non individuiamo nei nomi proposti dal nostro amico speranze politiche o culturali cui aggrapparsi perché consideriamo questi signori fortemente connotati da una influenza di sistema e quindi condizionati per il raggiungimento del proprio interesse personale e carrieristico.
Considerazioni personali sul voto delle politiche ed il percorso di un’area che non c’è più
Il voto delle ultime politiche ha sancito un verdetto in più dei seggi assegnati ai vari partiti, ovvero ha sancito l’apertura di una nuova fase storico-politica del nostro Paese. Questa fase è ancora in definizione, siamo alle origini, ma già possiamo dire che non ci sarà spazio per i partiti tradizionali, forse già superati nella seconda Repubblica, e che assolutamente non ci sarà spazio per la nostra cosiddetta “Area” a destra della destra. Anzi, la nostra “Area” già non esiste più. Dal voto, insieme avremmo raggiunto a malapena uno scarso 1%, ma considerando che in politica il risultato della somma non è mai il totale, probabilmente nemmeno a così poco saremmo arrivati. Bisogna prenderne atto ed ammettere che non c’è più nulla da unire e nessuno a cui rivolgersi. L’area è morta, è finita, dal radicalismo di Forza Nuova a La Destra di Storace, dagli ultimi missini della Fiamma Tricolore, ai giovani di Casa Pound. Non c’è nessun nuovo che avanza, c’è solo un mondo che ha avuto tante possibilità di riscatto ma che si è suicidato tutto, e quelle poche isole verdi non possono bastare a dare una prospettiva, soprattutto nazionale. Da questo quadro, che è tragico, sembra non esserci più speranza, e che la migliore cosa da fare sia finalmente sciogliere le righe e ritirarsi a vita privata, ma non è così. Stiamo entrando in una nuova fase politica che rigetta i vecchi apparati ed i vecchi modelli politici, ma non per questo rifiuta le nostre idee e quei pochi uomini validi rimasti. Bisogna, però, sapere riproporli in maniera vincente e convincente attraverso uno strumento (il partito o movimento) nuovo, e soprattutto attraverso un’estetica ed una propaganda nuova, adeguata a cavalcare questa rinnovata stagione e pronta ad occupare lo spazio politico che fra qualche anno lasceranno vuoto i fenomeni Grillo e Berlusconi. Seppur estremamente differenti da noi e da quello che noi possiamo rappresentare, lo spazio che attualmente loro occupano prepotentemente forse è l’unico che potremmo rimpiazzare. Ma per farlo occorre un percorso medio-lungo non di unità ma di rinnovamento, appunto, totale. La prima cosa da fare è rigettare totalmente il nostalgismo, anche quello rinnovato con formule belle ma inadeguate, come l’autarchia europea o lo squadrismo mediatico. Rifiutare il nostalgismo non significa rinnegare come hanno fatto altri, ma significa dare nuova spinta alle proprie idee, significa saperle veicolare meglio nella società italiana del terzo millennio. Non è tempo più né di fasci né di fiamme, e nemmeno di “destre”, oggi è tempo di qualcosa di totalmente rinnovato mantenendo ben sale le nostre radici storiche, politiche e culturali. Quando parlo di nuovo, effettivamente nemmeno io so di preciso di cosa sto parlando, ma immagino sia un percorso da costruire partendo dallo scioglimento di tutti i movimenti e partiti della cosiddetta ex-Area (facendo eccezione di alcune realtà locali la cui specificità e originalità vanno salvaguardate, come CasaPound ed il Foro 753 a Roma o il Cervantes a Catania), finché esisteranno delle bandierine permarranno divisioni e legami ad un passato ormai finito. Gli stessi dovranno lanciare una Costituente non di Area, ma di un progetto politico nuovo che sappia interpretare le sfide politiche del terzo millennio, che dalle proprie radici culturali sappia trovare riflessioni moderne, che abbandoni i nostalgismi per una estetica rinnovata. Anche per questo i vari leader, Fiore, Iannone, Romagnoli, Storace, devono fare un passo indietro e lasciare spazio dalla base ad altri, giovani come Mario Vattani e perché no anche Giorgia Meloni, ma soprattutto occorre coinvolgere ampiamente il mondo della cultura con personaggi come Augusto Grandi e Pietrangelo Buttafuoco, o altri che magari propriamente fascisti non sono ma che possono dare un importante contributo per la formazione di una rinnovata base culturale sta come Massimo Fini e Marco Tarchi ed altri ancora. È, brevemente, questo percorso il mio augurio e la mia immagine per la rinascita delle nostre idee, questa costruzione di un nuovo blocco, trasversale, identitario, comunitario, sociale, alternativo e moderno.
Giorgio Arconte, 27enne dirigente della Fiamma Tricolore di Reggio Calabria
4 Comments