26 Settembre 2024
Storia dei Celti

Sulla spianata del Ferdinandeo – Fabio Calabrese

 

 

Sulla cima del colle boscoso che i triestini conoscono come “il Boschetto” per antonomasia, si trova la villa del Ferdinandeo, oggi sede di un istituto di studi economici. Questo edificio fu fatto erigere dall’arciduca d’Austria Massimiliano d’Asburgo, il fratello dell’imperatore Francesco Giuseppe, quello che poi andò a morire in Messico, a Queretaro, che vi risiedette prima di far costruire il castello di Miramare e traslocarvi. Lo chiamò Ferdinandeo in omaggio al padre, l’imperatore Ferdinando.

Non distante si trova villa Revoltella, sede del barone Pasquale Revoltella che di Massimiliano fu grande amico.

Antistante all’edificio c’è una vasta area pianeggiante e parzialmente sgombra di vegetazione, che i triestini comprendono ugualmente nel concetto di Ferdinandeo. È qui che annualmente si svolgono le varie edizioni del festival celtico Triskell.

Come avrete già capito a questo punto, è delle conferenze da me tenute in questa sede, che intendo tornare a parlarvi. Come vi ho più volte ripetuto, rivolgendosi a un pubblico generalista, non è possibile fare discorsi scopertamente politici, ma voi vi rendete ben conto che trattare, come ho fatto, della grandezza e dell’antichità della civiltà europea quale ci è testimoniata anche, ma non solo, dalle grandi costruzioni megalitiche che l’archeologia ufficiale si ostina a ignorare, un significato politico ce l’ha eccome, specialmente oggi che attraverso il politicamente corretto e il cancel culture, si vorrebbe cancellare la memoria di ciò.

Tuttavia, vi renderete conto che delle conferenze da me tenute al Triskell, vi ho fatto una relazione alquanto incompleta, infatti, quella che vi ho presentato suddivisa in due articoli, è solo la seconda delle due che ho tenuto quest’anno, la seconda parte di Ritorno nel mondo dei megaliti.

La situazione che si è venuta a determinare, in effetti, è più intricata di quel che può sembrare a prima vista, e ora vedrò di spiegarvelo.

Tanto per cominciare, delle conferenze dell’anno scorso non trovate traccia su “Ereticamente”. Nell’anno di grazia 2023 mi sono concentrato soprattutto su L’eredità degli antenati allo scopo di ridurre un gap temporale fra gli eventi che vi stavo raccontando e il momento della comparsa dei relativi articoli su “Ereticamente” che era arrivato alla bellezza di cinque mesi. È chiaro che questo non mi ha lasciato la possibilità di occuparmi di molto altro.

Le conferenze che ho tenuto l’anno scorso sono state La preistoria, i megaliti, i Celti e la prima parte di Ritorno nel mondo dei megaliti. Ora io non vi riporterò i testi di queste conferenze, altrimenti va a finire che qui non vi parlo d’altro, ma qualche accenno vorrei darvelo.

Il tema principale della prima di queste conferenze era la preistoria, e qui ho cercato di evidenziare un concetto importante. Dobbiamo mettere da parte l’idea derivata dai cascami di un darwinismo volgarizzato, che gli uomini preistorici fossero dei bruti rozzi e poco intelligenti.

Sia la raffinata industria litica del paleolitico superiore, con le bifacciali magdaleniane che sono state definite “trine di pietra”, sia i dentelli microlitici dell’epoca mesolitica che immanicati su un ramo curvo formavano un’efficiente falce e ci testimoniano il passaggio all’agricoltura, sia l’ascia in pietra levigata del neolitico, strumento che serve ad abbattere alberi e ci testimonia che le comunità umane di agricoltori stanziali si stavano espandendo e avevano bisogno di nuove terre che ottenevano strappandole alle foreste, sia infine la scoperta e l’uso dei metalli quando la crescita demografica ha imposto la necessità di avere strumenti da lavoro in tempi più rapidi di quelli dati dalla produzione litica, ci testimoniano una cosa: questi nostri lontani antenati hanno saputo sempre trovare la risposta giusta alle esigenze poste dall’ambiente nel quale vivevano, e non c’è alcun motivo di pensare che fossero meno intelligenti di noi.

Oltre a ciò, non si possono trascurare i numerosi indizi che ci spingono a porre l’origine della civiltà non in Medio Oriente, ma nella nostra Europa, indizi che l’archeologia ufficiale bellamente ignora, i complessi megalitici innanzi tutto, Stonehenge è di ottocento anni più antica delle piramidi di Giza, e la tomba megalitica di Newgrange, il più antico edificio giunto intatto fino a noi, lo è di novecento.

Certamente europea è la scoperta dei metalli, il più antico attrezzo metallico conosciuto è l’ascia di rame dell’uomo del Similaun, il buon vecchio Oetzi, più antica di mezzo millennio rispetto ad analoghi attrezzi mediorientali, e la più antica miniera al mondo che mostra segni di sfruttamento, è quella di Rudna Glava nella ex Jugoslavia.

Non meno europea è l’invenzione della scrittura, cui più antichi esemplari sono rappresentati dalle tavolette cosiddette “di Tartaria” (anche se coi Tartari non c’entrano nulla), ritrovate nei siti della cultura danubiana Vinca, di un millennio più antiche dei più antichi pittogrammi sumerici.

Ritorno nel mondo dei megaliti è stato, come potete intuire, un testo di aggiornamento. Io ho iniziato il mio “ciclo megalitico” nel 2016 con una conferenza su Stonehenge, passando poi nel 2017 a esplorare il megalitismo delle Isole Britanniche, quello dell’Europa continentale nel 2018, i megaliti italiani nel 2019 (si, ne abbiamo un bel po’ anche noi, sebbene molti lo ignorino), quelli del Triveneto nel 2020. E’ da notare che fino al 2019 tenevo una conferenza annuale a ogni edizione del Triskell, poi Elisabetta “Betty” Sulli, l’organizzatrice del festival mi ha chiesto:

“Adesso che sei in pensione e hai tempo, fammene almeno due”.

In realtà il problema non era di tempo, ma di trovare ogni volta argomenti originali da trattare, ma naturalmente l’ho accontentata.

Nel 2021 e nel 2022 mi sono occupato di altri argomenti, ma l’anno scorso, ormai dal 2016 erano passati sette anni, e in sette anni non è che non si siano avvicendate nuove scoperte, ad esempio nel 2020 proprio poco dopo aver tenuto la conferenza di quell’anno mi giunse la notizia della scoperta delle tracce di un grande woodhenge con un’ampiezza di 240 metri attorno al Tumulo degli Ostaggi di Tara, il sito sacro irlandese su cui sorge la Lia Fàil, la Pietra del Destino. Ancora più recentemente, attorno a Stonehenge sono stati rintracciati una serie di pozzi artificiali disposti circolarmente, e che sono stati chiamati Durrinton Shafts, e fanno del complesso megalitico della piana di Salisbury la più ampia struttura preistorica di cui si abbia conoscenza.

Materialmente, il testo di questo aggiornamento, anche se poi per tenere la conferenza ho usato una versione più snellita, è risultato di 10.000 parole o 60.000 caratteri, più o meno l’equivalente di quattro articoli della lunghezza solita su “Ereticamente”, e, anche se non fossi stato impegnato nella rincorsa a L’eredità degli antenati cercando di ridurre il più possibile la discrepanza temporale fra gli eventi di cui parlavo in questa serie di articoli e il momento della pubblicazione su “Ereticamente”, non me la sarei sentita di tediarvi fino a questo punto.

Forse, con l’aggiunta di qualche altro saggio vicino, potrebbe diventare il nucleo di un libro. Ci penso su, e magari provo a coinvolgere nel progetto Nicola Bizzi, l’editore di Aurora Boreale, che mi ha pubblicato Ma davvero veniamo dall’Africa?

Per quest’anno avevo preparato due testi, I Celti e la transizione altomedioevale e Ritorno nel mondo dei megaliti, seconda parte, in sostanza un aggiornamento dell’aggiornamento della conferenza tenuta l’anno scorso, ma a questo punto si è verificato un contrattempo.

Probabilmente, la colpa è stata mia, perché questa successione di argomenti deve aver mandato Betty Sulli in confusione, ma fatto sta che nel programma del Triskell le mie conferenze erano annunciate così, sabato 22 giugno Ritorno nel mondo dei megaliti e domenica 23 Ritorno nel mondo dei megaliti, seconda parte.

Ci ho pensato un po’ su, e ho concluso che replicare sabato 22 la conferenza dell’anno scorso non era poi una cattiva idea. In questo modo, mi tenevo da parte I Celti e la transizione altomedioevale per l’anno prossimo, e, come vi ho detto, trovare sempre nuove tematiche da trattare è forse la cosa più difficile.

Il testo che vi ho presentato suddiviso in due parti come Ritorno nel mondo dei megaliti è quello che avevo preparato per la conferenza di domenica 23 giugno, perché quello su cui ho basato sia la conferenza di sabato 22, sia quella dell’anno scorso, come vi dicevo, obiettivamente è troppo lungo. Naturalmente se vi avessi presentato i due articoli in cui l’ho suddiviso come Ritorno nel mondo dei megaliti seconda parte prima parte e Ritorno nel mondo dei megaliti, seconda parte seconda parte, sarebbe stata un’inutile complicazione, tanto più che il testo della prima parte a cui faccio riferimento, non ve l’ho dato.

Però a questo punto, mi sono ritrovato con un altro problema. In effetti la conferenza che ho tenuto rispecchia solo in parte il testo che vi ho dato, per un motivo molto semplice: nel mio aggiornamento dell’aggiornamento, tanto per rendere chiare le idee, avevo ripetuto sia pure in forma sintetica, diverse cose che avevo inserito nella conferenza del 2023, anche perché, come capite, è vero che la ricerca archeologica progredisce costantemente, ma non accumula novità ai ritmi dello sport o della politica.

Ora voi capite, quello che andava bene ripetere a un anno di distanza, non andava altrettanto bene il giorno dopo. Domenica 23 giugno non potevo ripetere davanti allo stesso pubblico le cose dette il giorno prima, ho dovuto apportare dei tagli imponenti alla scaletta che mi ero preparato, ma così si rischiava che una conferenza programmata per la durata di un’ora, durasse appena una ventina di minuti. Che fare? Per un momento mi sono sentito veramente in imbarazzo.

Come dice il celebre motto, per i miracoli ci vuole tempo, ma le cose impossibili le faccio subito. Naturalmente, ho improvvisato, dando ai miei ascoltatori qualche anticipo della conferenza a questo punto prevista per il 2025.

Io di solito preparo per prima cosa il testo di una conferenza, poi sulla base di esso redigo una scaletta sintetica a cui dare, se serve, una rapida sbirciata durante la conferenza, una specie di “gobbo”, perché può sempre capitare di incagliarsi su qualche punto. Io avevo già preparato il testo de I Celti e la transizione altomedioevale, ma quando è stato chiaro che per il 2024 quella conferenza saltava, non avevo preparato la scaletta. Beh, sono andato a braccio e non mi sembra di essermela cavata affatto male.

La transizione altomedioevale è forse un termine che vi può sembrare esoterico, ma in realtà non significa nient’altro che il passaggio al medioevo, precisamente all’alto medioevo; infatti, gli storici dividono l’Età di Mezzo in alta e bassa, cioè i secoli anteriori e quelli posteriori all’anno mille.

Ora una cosa che non manca di sorprenderci, e che è tuttavia innegabile, è che possiamo dire che quella che siamo soliti chiamare età antica, sostanzialmente si può dire sia esistita solo per i popoli compresi nell’ecumene mediterraneo greco-romano. Per le genti che da esso erano rimaste fuori, si può dire che ci sia stato un passaggio diretto dall’Età del Ferro al medioevo. Spesso, per i popoli europei, lo spartiacque fra le due età è stato rappresentato dalla cristianizzazione.

Per quanto riguarda il mondo celtico, la crisi dell’Impero Romano, e in particolare il ritiro delle truppe romane dalla Britannia portò a una rinascita almeno temporanea della cultura celtica che ci è testimoniata dal ciclo arturiano, ma in generale possiamo dire che Celti romanizzati e non romanizzati andarono incontro a due destini diversi. Mentre i primi si fusero nell’ecumene romano dalla cui frammentazione sarebbero poi sorte le nazioni europee attuali, i secondi mantennero la loro fisionomia celtica, e anche oggi non è difficile accorgersi che le terre nelle quali l’identità celtica si è più chiaramente mantenuta, sono quelle che si sono sottratte alla dominazione di Roma, Irlanda, Scozia, Galles.

Naturalmente, non potevo anticipare tutto il testo della conferenza che mi riservo di tenere per il 2025, ma sono stato fortunato; infatti, c’è un aspetto della questione che potevo approfondire, non solo, ma che presenta il più chiaro ed evidente aggancio politico, anche con la situazione attuale.

Dopo il ritiro delle legioni romane dalla Britannia, i Pitti, le tribù scozzesi che erano rimaste indipendenti, cominciarono a compiere scorrerie oltre il vallo di Adriano con intenti di razzia e poi di conquista.

Tra l’altro, sull’origine di questa popolazione sono state fatte le ipotesi più fantasiose, ma si trattava semplicemente di Britanni che si erano sottratti al giogo romano. Furono chiamati Pitti dal latino Picti, dipinti per l’uso di dipingersi la faccia e il corpo al momento di scendere in battaglia, uso attestato fino all’età medioevale, come ci mostra anche il film Braveheart, ma prima della conquista romana comune anche ai Britanni delle regioni ben più meridionali, come ci racconta Cesare nel De bello gallico riferendo della sua breve incursione in Britannia.

A ogni modo, non riuscendo a respingerli, i Britanni romanizzati pensarono bene di ingaggiare i Sassoni del nord-ovest della Germania e dello Jutland come mercenari, e come risultato finale, aprirono le porte alla conquista anglosassone dell’Isola. Vi faccio osservare che il nome stesso dell’odierna Inghilterra, Eng-land in tedesco significa letteralmente “terra stretta”, e con tutta probabilità si riferiva in origine alla penisola dello Jutland.

Questa è una storia che si è ripetuta spesso, e dalla quale anche noi oggi abbiamo molto da imparare. I prosperi romani dell’età imperiale non avevano voglia di fare il servizio militare. Finirono per ingaggiare un numero crescente di mercenari germanici nelle legioni, e alla fine i Germani divennero i loro padroni.

Durante la guerra greco-gotica, i Bizantini pensarono bene di ingaggiare mercenari longobardi, e alla fine i Longobardi invasero l’Italia.

Gli Arabi del periodo califfale, similarmente agli antichi romani, non avevano voglia di fare il militare, cominciarono ad arruolare mercenari turchi, popolazione che prima di insediarsi in Anatolia abitava la vasta regione stepposa dell’Asia centrale allora nota come Turan e oggi Turkestan, con il risultato che i Turchi li sottomisero, imponendo loro una sudditanza destinata a durare fino al 1918.

Tanto meno avevano voglia di fare il militare i ricchi mercanti italiani dell’epoca comunale, che finirono per affidarsi sempre di più alla forza mercenaria delle compagnie di ventura, con il risultato che i capitani di ventura divennero i Signori, ponendo fine alle libertà comunali.

Se girate la nostra Italia, troverete molti castelli di età medioevale, ma anche alcuni di epoca rinascimentale, ad esempio il castello sforzesco a Milano, quello estense a Ferrara, quello scaligero a Verona. Ora rifletteteci un attimo. Cosa ci fa un castello, che è un’opera difensiva, nel cuore di una città? La risposta è semplice: Sforza, Estensi, Scaligeri sentivano la necessità di cautelarsi contro possibili rivolte dei loro concittadini, per i quali erano degli odiati tiranni.

Da tutto ciò si ricava una morale estremamente chiara: chi ha le armi, alla lunga è colui che detiene il potere.

Ora rapportate tutto ciò alla nostra situazione attuale. Con l’abolizione del servizio di leva, l’Italia non ha altra forza militare se non un “esercito professionale” che ha un ruolo in ambito NATO più o meno analogo a quello che avevano gli ausiliari barbarici, Numidi eccetera, nelle legioni romane.

In teoria la NATO, creata formalmente quale alleanza difensiva contro l’Unione Sovietica si sarebbe dovuta sciogliere al dissolversi dell’Unione Sovietica stessa, invece si è espansa e rafforzata allargandosi verso est, e c’è poco da girarci intorno, questa è la vera causa del conflitto attualmente in atto in Ucraina, conseguenza dell’aggressiva politica americana di cui siamo disgraziatamente a rimorchio.

La conclusione è chiara: essendo privi di una reale capacità di autodifesa, non abbiamo nemmeno una vera sovranità. Il nostro destino è nelle mani di altri. È questa la verità che tutta la retorica democratica serve a nascondere. Pensateci.

NOTA: Nell’illustrazione, il labirinto sacro e i tre archi al Ferdinandeo. Dietro i tre archi si trova il cerchio di pietre dove annualmente si tengono le conferenze del Triskell.

 

13 Comments

  • Nemo 23 Settembre 2024

    “In teoria la NATO, creata formalmente quale alleanza difensiva contro l’Unione Sovietica si sarebbe dovuta sciogliere al dissolversi dell’Unione Sovietica stessa, invece si è espansa e rafforzata allargandosi verso est, e c’è poco da girarci intorno, questa è la vera causa del conflitto attualmente in atto in Ucraina, conseguenza dell’aggressiva politica americana di cui siamo disgraziatamente a rimorchio”

    Ecco, a volte mi stupisco nell’incontrare persone che in tutta serietà fanno affermazioni apocalittiche senza prendersi la briga di motivare, argomentare.
    Questi sono gli Articoli del Trattato:
    https://www.nato.int/cps/en/natohq/official_texts_17120.htm
    (ovviamente se ci sono clausole segrete tipo Area 51 non è dato sapere)

    L’articolo rilevante a proposito della affermazione di cui sopra è il n.10:
    “The Parties may, by unanimous agreement, invite any other European State in a position to further the principles of this Treaty and to contribute to the security of the North Atlantic area to accede to this Treaty. Any State so invited may become a Party to the Treaty by depositing its instrument of accession with the Government of the United States of America. The Government of the United States of America will inform each of the Parties of the deposit of each such instrument of accession.”
    Traduco per chi ha fatto la “buona scuola” (non sono traduttore professionale e non conosco i termini tecnici):
    “i membri possono, per accordo unanime, invitare ad accedere a questo Trattato qualsiasi altro Stato europeo in posizione di sostenere i principi di questo Trattato e di contribuire alla sicurezza dell’area Nord Atlantica. Ogni Stato invitato può diventare membro del Trattato consegnando la richiesta di adesione al Governo degli Stati Uniti. Il Governo degli Stati Uniti informerà ogni membro di ogni richiesta pervenuta”.

    Leggendo gli articoli del Trattato si constata che l’Unione Sovietica non è menzionata da nessuna parte. Inoltre, come si vede sopra, è esplicitamente dichiarato nel Trattato che QUALSIASI Stato europeo deve potere chiedere l’adesione al Trattato, posto che si conformi ai suoi principi. La NATO non si “espande” nel senso che non compie alcuna azione per obbligare gli Stati, al contrario, riceve richieste di adesione, sono gli Stati a chiedere di farne parte. La ragione la scrivo di seguito.

    Non voglio entrare nella vexata quaestio della posa di maniera anti-americana che è un vezzo degli Italiani, mi pare per via di un complesso di inferiorità e per la reazione di “rivalsa” meccanicamente inevitabile dai tempi di Fedro e la Volpe con l’uva. Invece farei presente un aspetto che capiscono anche gli scemi: se l’Italia non facesse parte della NATO invece di avere l’Esercito da operetta che si pavoneggia nei “teatri” facendo atto di presenza e cercando nello stesso tempo di non essere coinvolto in nessun modo, ci toccherebbe cavarcela da soli e questo implica certe conseguenze. Fare come Israele ed avere l’intera popolazione in armi, posto che si trovi comunque un “protettore” che ci finanzi, altrimenti ci costerebbe uno sproposito e non si potrebbe avere il “sociale”, cioè mantenere metà degli Italiani a carico dello Stato. Siccome do ut des, non fare parte della combriccola significa non essere invitati alla mensa e basta confrontare l’Italia della prima metà del Novecento con l’Italia della seconda metà del Novecento per constatare se fare parte della combriccola convenga oppure no. Che poi è la ragione per cui tutti si affrettano ad affiliarsi.

    Ovvero, la “sovranità” ha un costo, tanto economico che umano. Se sei un pezzente hai la “sovranità” di vivere di stenti, non hai la “sovranità” di scegliere se andare a mangiare il sushi o il vegano, se comprare un SUV BMW o Toyota o se andare in vacanza in Messico o in Thailandia. Qui non si tratta di fare il militare, che tra parentesi sarebbe interessante sapere quanti tra i lettori di queste pagine l’hanno fatto, si tratta di farsi i conti in tasca. Che poi anche il militare si fa di conseguenza, come tutte le altre cose. Queste pagine non esisterebbero se l’Italia avesse la “sovranità” per l’elettronica e il software, magari potremmo avere qualcosa tipo le antiche BBS. Perché, visto che non vogliamo girarci attorno, quando un italiano inventa qualcosa va negli USA a vendere l’idea perché tenerla in casa significa non farne niente. Non da oggi, da sempre. O meglio, dal Cinquecento, che non furono i “signori” ad ammazzare le autonomie comunali italiane, furono le grandi monarchie europee che si spartirono l’Italia di “Franza o Spagna” e di Fieramosca. Una Italia che nel frattempo era diventata periferica per via della scoperta delle Americhe e delle rotte oceaniche verso l’Asia che aggiravano il “mondo musulmano”.

    • Nemo 23 Settembre 2024

      Ah dimenticavo. La natura della Unione Sovietica non era malvagia in quanto “russa” da cui la ridicolissima idea della “russofobia”. Era malvagia perché l’Unione Sovietica era il luogo in cui si era dato corso al Manifesto del Partito Comunista, espropriando la Borghesia, collettivizzando il Capitale e incidentalmente mettendo i funzionari del Partito a guardia del felicissimo Proletariato. In altre parole, nessuno pensava in termini di “anti-russo” ma la faccenda era la necessità dello “anti-comunismo” e siccome il Comunismo cercava di esportare la rivoluzione come gli USA esportavano la democrazia, lo “anti-comunismo” si applicava tanto all’URSS che a tutte le sue emanazioni, tipo la Cina.

      Una delle cose più tragicomiche di questi giorni è constatare come certa “pseudo-destra”, da capire se per via di certi problemi psichiatrici o perché prezzolata, è passata dallo “anti-comunismo” dei vecchi tempi a sostenere le virtù “sovraniste” di quello che allora era l’Impero del Male. Già negli USA si passa dai Repubblicani del Reagan vecchia maniera all’odierno fosforescente Trump. L’unica spiegazione è che la demolizione del Muro non ha costretto solo i nostri Compagni a rimuovere il loro passato come se non fosse mai esistito, il passato in cui il PCI mandava degli incaricati nell’Est per essere istruiti al sabotaggio e allo spionaggio a favore dei “liberatori” quando l’Armata Rossa avesse finalmente rotto gli indugi, il passato in cui il PCI riceveva valigie diplomatiche dal KGB piene di dollari, ha costretto anche la “pseudo-destra” a rimuovere il proprio passato con robette tipo Gladio e la famosa Strategia della Tensione che aveva come unico scopo quello di contenere il Comunismo con tutti i mezzi, anche i più abbietti. Adesso la “pseudo-destra” fa il verso a Peppone, cambiando Partito Comunista con “Russia”. Oh signore.

  • Fabio Calabrese 23 Settembre 2024

    Signor Nemo, sulla carta si può scrivere quello che si vuole. Formalmente la NATO è un’alleanza, ma DI FATTO è lo strumento del dominio americano sull’Europa.

    • Nemo 23 Settembre 2024

      Signor Calabrese, mi sa che qui abbiamo dei problemi di ragionamento. Gli USA non hanno bisogno della NATO, sono gli Europei che ne hanno bisogno perché, come ho scritto sopra, gli permette di farsi garantire dagli USA e quindi non dovere provvedere alla difesa (ed eventualmente alla offesa) solo coi propri mezzi, con tutte le conseguenze. Gli USA spendono nel loro complesso militare/industriale come tutto il resto del mondo messo insieme e questo A PRESCINDERE dalla NATO. Il problema di cui si discute in questi giorni è proprio la “perdita di interesse” degli USA rispetto all’Europa da cui l’idea “trumpiana” di ritirare la garanzia e lasciare agli Europei l’incombenza di difendersi da soli. Per cui mentre ci caghiamo in mano per la paura che gli USA ci abbandonino, siamo qui a lagnarci del “dominio americano”. Materiale per studi psicologici e sociologici perché è tutto palesemente irrazionale. Un po’ come quei fenomeni che si raccontano l’un l’altro la storiella che quando viene qualcuno per metterti il proverbiale scarpone sul collo, basti sdraiarsi per terra ed essere “nonviolenti” per risolvere tutto. Non a caso citavo sopra l’estremo opposto, cioè Israele. Nei giorni seguenti l’incursione dei Palestinesi chiedevo ad una signora che li lodava cosa si aspettava che sarebbe successo in conseguenza. Non ci voleva tanto a predire che la risposta israeliana sarebbe stata quanto più terrificante possibile e allora la signora in questione mi diceva che per i Palestinesi era meglio suicidarsi in maniera spettacolare piuttosto che vivere in quelle condizioni. Abbè, bella soluzione. Come si dice, tutti f–ci col culo degli altri. Stessa cosa nel nostro caso, facile lamentarsi del “dominio americano standoci dentro. Bisognerebbe chiedere come si stava nei panni dei “fratelli minori” dei “Russi” (prego notare le virgolette). Certo, la CIA ci inietta i nanobot coi vaccini cosi crea la sudditanza e la dipendenza, altrimenti correremmo tutti verso il “Mondo Russo”.

      Ripeto, mi fate ridere, non per quello che scrivete ma perché siete tutti parodia di Peppone, che era già una parodia. Parodia al quadrato.

  • Primula Nera 23 Settembre 2024

    Nemo, sinceramente, sei sicuramente un ottimo sofista e lo apprezzo, tuttavia non riesco a capire perché gli Usa sarebbero stati giustificabili nello scatenare una guerra mondiale a causa dei missili sovietici a Cuba ( nel 1962, presidenza Kennedy),mentre i Russi dovrebbero accettare supinamente i missili Nato in Romania(con la prospettiva di trovarseli pure in Ucraina) . Puoi scrivere tutti i post torrenziali che vuoi, ma non mi convincerai mai della legittimità delle azioni criminali della Nato(per carità, poi magari si convincerà qualche altro)…
    E in questo caso l’allargamento della Nato non è più la semplice, innocente, volontà di emancipazione dei popoli verso il “paradiso” occidentale. Proprio il caso Ucraina dimostra come questa “volontà” venga guidata da americani e “utili idioti” al seguito ; nelle elezioni presidenziali del 2010 ,l’allora filo russo Yanukovich le suonò di santa ragione alla fanatica filo occidentale Tymosenko, segno che non è che vi fossero masse di persone che sognassero la California e di vivere “all’americana”…poi la dolce signora Nuland organizzò la “rivoluzione colorata” del 2014 con la conseguente fuga di Yanukovich (e successiva elezione del filo americano Poroshenko). Cosa avrebbero fatto gli Americani, se i russi avessero organizzato qualcosa del genere in un paese del centro o sud America, con un governo loro alleato, lo lascio alla fantasia di chi legge…

    • Nemo 23 Settembre 2024

      Signor Primula Nera, mi perdoni, davvero non voglio offendere nessuno ma qui non si tratta di sofismo, si tratta di non sapere le cose e non avere nemmeno la curiosità di saperle, perché basta la fede.

      Cominciamo dal comincio, il termine “sofista” indica tanto una professione che una dottrina filosofica. La professione era qualcosa tra l’avvocato e l’esperto di comunicazione. Avvocato quando si rappresentavano gli interessi di qualcuno nella assemblea che fungeva da tribunale e esperto di comunicazione quando si insegnava a parlare in pubblico. La dottrina filosifica consiste nello studio del linguaggio come strumento di indagine e conoscenza oltre che come strumento di comunicazione e quindi di manipolazione degli altri.

      La faccenda della “provocazia”, un giorno vorrei incontrare un esperto di “russo” che mi traduca correttamente il termine in italiano, è palesemente irrazionale, infatti l’invasione dell’Ucraina non solo non ha ottenuto l’allontanamento della supposta “minaccia” americana, al contrario l’ha avvicinata dato che due Paesi tradizionalmente neutrali si sono affrettati a chiedere ed ottenere l’adesione alla NATO, Svezie e Finlandia, aumentando a dismisura la “minaccia”.

      Non solo, qui è questione di bambinaggine per i “missili”, come dimostra la “Russia”, coi “missili” non concludi niente, bisogna mettere “boots on the ground”. Ovviamente ci sono le bombe atomiche che però non dipendono dalla vicinanza o meno della “base”, perché anche la “Russia”, pur nella incompetenza stracciona dissimulata dalla propaganda, si premura di ottenere la sopravvivenza di abbastanza armi ad un primo attacco nemico da potere replicare con le proprie bombe atomiche, da cui non importa come si comincia, nessuno finisce vincitore. Nel caso degli USA, in origine il trucco era mantenere in volo di continuo un certo numero di bombardieri. Poi siccome non era il sistema più furbo, si costruirono i famosi “silos” interrati sparsi nel Midwest e si armarono i sottomarini a propulsione nucleare (in realtà elettrica, il reattore serve solo a fare vapore e fare girare il generatore elettrico). Nel caso della “Russia” ci sono i sottomarini e invece dei “silos” credo mandino in giro i missili nella taiga con degli appositi autotreni in modo che siano dispersi più o meno a caso.

      Non serve l’Ucraina, gli USA stanno aprendo una mega-base in Romania. Tra l’altro la dottrina NATO prevede che la guerra cominci sempre con stabilire la supremazia aerea. Quindi la cosa fondamentale non sono i “missili” quanto gli aerei e gli aeroporti. Su questo sito contestavo un post a proposito delle “portaerei” perché non sono affatto manifestazione della “strategia”, sono al contrario mezzi “tattici”. La “strategia” si appoggia sulla logistica e la logistica si appoggia sulle basi terrestri. Nel caso degli USA e della NATO la cosa più importante sono gli aeroporti e da li discende tutto il resto. Ripeto quanto sopra, l’entrata nella NATO di Svezia e Finlandia non solo chiude il Baltico che diventa un lago NATO ma semplifica la logistica, soprattutto quella degli aerei.

      “non mi convincerai mai della legittimità delle azioni criminali della Nato”

      Non mi serve convincere, mi serve stabilire la verità. La verità che è scritta, perché scripta manent. La Storia per definizione consiste nella parola scritta. Il resto è compito dei medici o dei preti e io non sono ne una cosa ne l’altra.

      Torno a dire, quando l’Italia sottoscrisse il Trattato NATO si impegnò a garantire che qualsiasi Stato europeo potesse chiedere l’adesione. Inclusa l’Ucraina. La “Russia” non ha diritto di veto.

      Ce l’avrebbe se facesse parte della NATO. Avrebbe diritto di chiedere l’adesione ma, a parte che è una dittatura distopica, dovrebbe accettare il ruolo subordinato agli USA che hanno comunque il comando militare (non quello politico).

      Chiudo dicendo, caro Primula, che per coerenza lei dovrebbe lasciare il terribile “Occidente” e chiedere asilo in “Russia”. Insieme ad Orsini, Di Battista e un sacco di altra gente. Facile sputare nel piatto dove si mangia quando non c’è la Polizia Politica che viene a sfondare la porta a calci alle tre di notte per riempirla di botte e scaraventarla in uno scantinato in Siberia. Nemmeno le mutande irrorate di nervino o il te condito con qualche isotopo radioattivo.

      • Primula Nera 23 Settembre 2024

        Caro Nemo, sofismo io lo intendevo (e si capiva…),ad esempio, con la definizione data dalla Treccani online nell’accezione “uso corrente”(mica intendevo paragonarti a Gorgia di Leontini…) :”qualsiasi ragionamento cavilloso e falso, anche se in apparenza coerente” ; comunque anche i sofisti classici si esercitavano a rendere credibili le argomentazioni più assurde ,ed erano abilissimi a convincere il pubblico delle loro tesi. Insomma ti stavo facendo un complimento…
        Il fatto che Finlandia e Svezia siano entrate nella Nato ,dopo lo scoppio della guerra russo-ucraina, potrebbe rientrare nella categoria “eterogenesi dei fini” di cui è satura la Storia ; tuttavia ,forse ci si sarebbe arrivati comunque, visto che il carrozzone Nato si va ingrossando sempre più ; e comunque la questione Ucraina è esistenziale( viste anche le numerose rivoluzioni colorate in paesi ex sovietici) per la Russia , il cui unico vero errore è stato fidarsi degli occidentali (accordi Minsk 2),dandogli il tempo di armare fino ai denti Zelensky e i suoi.
        I missili rientrano nella categoria “bambinaggine” quando li piazzano gli americani ; quando li piazzano i russi a Cuba invece rientrano nella categoria “minaccia alla pace mondiale” e “rischio di guerra nucleare e fine del mondo” (come si diceva allora) , ok ti ringrazio per la preziosa informazione, prendo nota…
        Grazie per avermi associato a nomi come Orsini e Di Battista (apprezzo molto entrambi) . Troppo onore !
        Quanto all’andare in Russia, qualche parola la conosco. Chissà…
        Non c’è la Polizia politica in Occidente, ma forse dovresti informarti sui casi Assange, Snowden, etc, prima di intonare i peana in onore della libertà di parola in Occidente. E per carita di patria non cito Guantanamo o Abu Ghraib…

        • Nemo 23 Settembre 2024

          Non stava facendo nessun complimento, stava usando anche per i Sofisti una “vulgata” che appartiene ad un Popolo di analfabeti. Non c’era niente di “falso e cavilloso” nella pratica e nemmeno nella teoria dei Sofisti. A meno di non dire che i nostri processi sono “falsi e cavillosi”. La Politica l’hanno inventata loro. Per la parte filosofica, è stato molto importante focalizzarsi sul linguaggio come strumento e anche sottolinearne le ambiguità, tanto più che all’epoca l’argomentare era necessario stante la scarsa disponibilità di strumenti tecnologici. I teoremi si rappresentavano con uno stecco che tracciava segni sulla terra, non nello schermo di un computer.

          “Il fatto che Finlandia e Svezia siano entrate nella Nato ,dopo lo scoppio della guerra russo-ucraina, potrebbe rientrare nella categoria “eterogenesi dei fini” di cui è satura la Storia”

          Oppure potrebbe rientrare nella categoria “Putin è un coglione circondato da leccaculo”. Più o meno lo stesso dei dittatori del Novecento, che da caporali di fanteria si inventavano piloti d’aereo e navigatori, scienziati ed ingegneri, con attorno il codazzo di gente col taccuino per segnarsi tutte le parole pronunciate dal “caro leader”. Arriva l’Ora delle Decisioni Irrevocabili a cui segue la sveglia della dura realtà.

          “Grazie per avermi associato a nomi come Orsini e Di Battista (apprezzo molto entrambi) ”

          Benissimo, non contesto l’apprezzamento anche se a me risultano ributtanti, che pensino veramente le cose che dicono o che le dicano per mestiere.
          Il punto è che siccome siamo nell’orribile Occidente, avete tutti la possibilità di vendere col calma i vostri averi o anche tenerveli se vi garba e trasferirvi nel bellissimo Mondo Russo. Certo, Orsini e Dibba farebbero più fatica a “lavorare” per Russia Today piuttosto che RAI o La7 e usare tutti i “social” americani, non so Primula Nera ma stanti tutte le qualità e promesse del Mondo Russo non dovrebbe essere un problema.
          Non si capisce al contrario perché rimaniate qui a soffrire, a sottostare ad imposizioni, soprusi e ricatti, a patire i nanobot e i vaccini, finanziare la NATO e tutte le altre cose.

          “dovresti informarti sui casi Assange, Snowden”

          Signor Primula, entrambi sono ancora vivi. Non è capitato come Navalny che è morto per cause naturali in una galera siberiana o Prigozin che è precipitato con l’aereo perché giocava con una bomba a mano. Può fare l’esperimento, esce di casa con un foglio, non dico nemmeno un figlio bianco, ci scriva pure sopra “Abbasso la NATO viva la RUSSIA”, poi vada a mettersi nella piazza principale. Veda un po’ se arriva la camionetta a portarla via, previa scarica di botte.

          Apriamo la parentesi sulla “Crisi di Cuba” da lei citata.
          Comincio con il farle notare che non siamo o non eravamo fino a tre anni fa nella Guerra Fredda. Non ci sono mine e reticolati che tagliano in due l’Europa, la gente non viene ammazzata mentre cerca di saltare in Occidente provenendo dal “Paradiso dei Lavoratori”. E’ cosi vero che i ragazzi italiani non devono più prestare servizio militare, vedi sopra, per contrastare l’invasione da Est e nello stesso tempo non si ammazzano più per le strade perché divisi tra bande contrapposte, ognuna eterodiretta. In Italia ci sono Orsini e Dibattista ma non c’è il PCI subordinato al PCUS, non c’è dall’altra parte una struttura di contenimento che serve ad impedire che il PCI prenda il potere, “democraticamente” o meno.
          Negli anni post-muro, l’ho già scritto, si era pensato che la “Russia” diventasse prima “partner” e poi “membro” tanto di UE che di NATO, non c’era nessun progetto di aggressione, anzi, avevamo smantellato tutti gli apparati e sposato la dottrina delle “guerre asimmetriche”, cioè andare nel Terzo Mondo ad esportare democrazia.
          Sono tutte cazzate che servono a Putin per condizionare i “Russi” come Adolf condizionava i Tedeschi e anche con la stessa idea di fondo, quella del “tradimento”, nel caso dei “Russi” il tradimento di Gorbaciov e Elsin e del “nemico esterno” che vuole il male dei “Russi” ostacolandone in tutti i modi la felicità. D’altra parte, qualcosa bisognava inventarsi per giustificare il fatto che la “Russia” non conta un cazzo e che la maggior parte dei Russi caca in un buco per terra fuori dalla baracca di legno.

          Non so cosa significhi “armare fino ai denti” l’Ucraina quando sono stati gli Americani a determinare il disarmo ucraino, conferendo alla “Russia” tutte le testate nucleari, tutte le navi e tutti i bombardieri che erano rimasti in Ucraina dopo il collasso dell’URSS.
          Altra palese contraddizione.
          D’altra parte secondo Orsini la guerra era finita con la sconfitta dell’Occidente e dell’Ucraina due o tre giorni dopo la patetica operazione aviotrasportata che aveva dato inizio alle danze.
          Quindi si può dire tutto senza vergogna.
          Orsini direbbe che le sue sono “analisi probabilistiche”.

  • Michele Simola 23 Settembre 2024

    La NATO è l’esercito di ventura, a costo zero, del paese a stelle e strisce. Dalla sua costituzione nel primo dopo guerra, creato come contraltare all’URSS, ad oggi, è stato di ausilio alle sporche guerre americane. Dal 1991 con la scomparsa dell’URSS e la successiva nascita di nuove repubbliche, tutte appartenenti alla ex unione sovietica, la NATO non avrebbe avuto più senso di esistere essendo venuto meno la motivazione della sua costituzione. Invece si è continuato a mantenere in vita questo costoso carrozzone per compiacere e favorire il “padrone” che ci ha sconfitto nel 1945, e costoro ancora oggi hanno sul territorio Italiano più di 120 basi militari che utilizzano anche per operazioni sporche cui sono sempre stati dediti. Del resto è evidente che ad essi le basi giovano per ritrovarsi porco distanti da quelle che potrebbero essere zone operative come medio oriente e Russia.
    Siamo talmente stolti da avere appoggiato le guerre in Afghanistan e Iraq, guerre originate con l’invenzione delle “pistole fumanti” del non rimpianto generale Powell, ma nella realtà fatte per impadronirsi del petrolio dell’Iraq e delle materie prime dell’Afghanistan. E sia nell’ uno che nell’altro caso abbiamo mandato a morire soldati Italiani per interessi di un’altra nazione. Dalle innumerevoli missioni di”pace” all’estero non abbiamo mai ricavato nulla se non militari da piangere per avere perso la vita per interessi altrui. Molti dei paesi che mandano uomini in armi in codeste missioni, contrattano prima benefici e materie prime di cui potranno venire in possesso. So con assoluta sicurezza che, spesso siamo considerati stupidi da altri eserciti, perché pare che il nostro,sia l’unico paese che non rivendica un contraltare, in pratica le nostre operazioni militari non ci fruttano nulla ed espongono i nostri uomini a rischi mortali. È vero,il rischio di morte è sempre presente per chi esercita il mestiere delle armi, ma far morire i propri uomini per nulla è da imbecilli. Peraltro ritengo che da Italiani, se si conosce la storia della II° guerra mondiale non si può essere né atlantisti né filosmericani, semplicemente non possiamo essere favorevoli a chi ci ha sconfitto e fino all’armistizio lungo ci ha sempre definito il nemico. Forse rischio di essere obsoleto ma la penso così.
    L’espansione della NATO fin dentro il giardino di casa dei Russi, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. A mio avviso Putin non poteva fare altro per dimostrare di essere uno stato sovrano: come hanno sempre fatto nella loro storia i politici a stelle e strisce dei trattati non sanno che farsene, i trattati sono sempre carta straccia, non dimentichiamo quanto fatto, in nome del progresso con i nativi americani, i trattati firmati dal primo presidente negro non sono stati diversi.
    Noi purtroppo essendo un paese a sovranità molto limitata, senza un esercito degno di questo nome dipendiamo da altri. Attenzione non intendo dire che i nostri uomini siano incapaci, ma in un’ottica di guerra il nostro esercito non ha i numeri e tanto meno la tecnologia necessaria, inoltre dopo ciò che è stato elargito al pagliaccio ucraino, siamo sicuramente in deficit di materiale difensivo.
    Meglio continuare a pensare ai grandi reperti del megalitismo europeo e Italiano, ci dà meno preoccupazioni.

    • Nemo 23 Settembre 2024

      Signor Simola, avrei voluto ribattere ma sarebbe troppo impegnativo visto che ogni singola riga è FALSA.

      Anche moralmente abbietta.

  • Fabio Calabrese 23 Settembre 2024

    Cari Primula Nera e Michele Simola, mi pare che continuare a discutere con Nemo sia del tutto inutile, parte da presupposti palesemente errati, che sia l’Europa e non gli USA ad avere bisogno della NATO, CHE NEL 1943-44 ci abbiano invasi per puro spirito umanitario, che sempre per benevolenza abbiano seppellito le nostre città sotto tonnellate di bombe, e fortuna che non ci è toccata l’apocalisse nucleare che hanno riservato al Giappone, e via discorrendo, non è un dialogo fra sordi, ma con un cieco, come tanti, che NON VUOLE VEDERE il disegno di un nuovo ordine mondiale, passato alla fase attuativa dopo la caduta del muro di Berlino, destinato a rendere eterna l’egemonia mondiale USA e a cancellare le nazioni europee in primo luogo attraverso la sostituzione etnica, e non c’è peggior cieco di chi non vuole vedere. Purtroppo, Nemo non è certo il solo.

    • Nemo 24 Settembre 2024

      Signor Calabrese, non c’è niente da discutere quando si parla di “dati di fatto”, di parole scritte e di numeri.

      A parte che non c’è connessione tra l’invasione e il Trattato NATO, visto che, ancora, nessuno obbligava gli USA a portare l’Europa Occidentale allo stato attuale piuttosto che tenerla asservita e nella miseria come fece l’URSS con l’Europa Orientale. Eh si, siamo stati cosi sfortunati ad essere invasi dagli Americani piuttosto che dai “fratelli maggiori” della “Russia”.

      Le parole scritte sono quelle degli Articoli del Trattato NATO e i numeri sono quelli dei soldi che gli USA spendono per sostenere la loro dottrina di potere combattere due “guerre mondiali” sul lato atlantico e sul lato pacifico. Gli USA fanno cose che l’Europa non è in grado di fare per una precisa scelta politica e non per imposizione, cioè preferiamo NON spendere soldi nel costruire una flotta di bombardieri B2 di cui una singola unità costa più del doppio del suo peso in oro e invece spendere soldi nel “sociale”, per poi vantarci del Sistema Sanitario, del Sistema Pensionistico, delle ferie pagate eccetera. Se lei pensa che gli USA davvero abbiano bisogno delle Forze Armate italiane in funzione di “ausiliari” diciamo che è un attimo ottimista visto che funziona alla rovescia, in sostanza portarsi in giro gli Italiani e in generale gli Europei è solo una doppia rottura di scatole, dal punto di vista strettamente militare per via di tutte le differenze e la poca utilità pratica di Eserciti da parata ma soprattutto dal punto di vista politico dato che ogni Forza Armata risponde al proprio sistema politico e ogni sistema politico europeo va per conto suo.

      Mi fa un po’ ridere perché questo sito è la ripetizione ennesima di uno stereotipo, cioè quella dell’Italiano Efialte.

      Abbiamo tradito l’Austria Ungheria alleandoci con gli Anglo-Francesi perché ci avevano promesso mari e monti, tanto che la faccenda di Caporetto in tedesco era “la spedizione punitiva”. Dopo la Grande Guerra ci siamo lamentati della “vittoria tradita” perché gli Anglo-Francesi e soprattutto gli Americani sopraggiunti con la Società delle Nazioni, non mantenevano le promesse. Quindi ci siamo alleati con i Tedeschi che erano il nemico della Grande Guerra, abbiamo cominciato una guerra con le pezze al culo per reclamare il “posto al sole” tanto che i Tedeschi ci dovettero salvare dagli agguerritissimi Greci e alla fine abbiamo tradito anche i Tedeschi alleandoci con gli Anglo-Americani e Bella Ciao. Siccome non ci facciamo mancare niente, a guerra finita c’erano i Comunisti che volevano staccare il Nord Italia, attaccarlo alla Yugoslavia e fare l’ennesima “Repubblica Democratica” di ortodossia sovietica. Yalta e l’ordine di Stalin di disarmare congelò la “guerra civile” fino alla fine degli Anni Ottanta. Adesso eccoci qui con voialtri che volete prendere il posto dei Comunisti che nel frattempo hanno voltato la gabbana e sono diventati “atlantisti” e ricostruire il Muro per diventare “fratelli minori” della “Russia” con l’ennesimo tradimento.

      Piccolo dettaglio che illustra la deformazione della mente: che differenze c’è tra ammazzare la gente col coltello o ammazzare la gente con una bomba atomica. Cesare si vantava di avere ammazzato UN MILIONE di Galli e di averne ridotti in schiavitù altrettanti. Nel quadro della demografia dell’epoca. I Tedeschi credo abbiano perso circa sette milioni di persone nella Seconda Guerra Mondiale, meno della metà militari. I numeri dei “Russi” sono incalcolabili per varie ragioni ma principalmente perché la vita umana in “Russia” non vale niente. Mi risulta che le vittime italiane della Seconda Guerra Mondiale siano state MOLTE MENO di quelle della Grande Guerra, circa 400 mila cioè 1% della popolazione contro oltre il 3%. Cosa che palesemente contraddice la roboante ed infantile espressione “seppellito le nostre città sotto tonnellate di bombe”, a parte che una singola bomba americana pesava circa 500Kg.

      Sarebbe divertente se vi guardassi dal disco volante.
      Mi rimane il dubbio se sia un problema psicologico/sociologico o semplicemente siete nati ieri e vedete il mondo attraverso Tic Toc o come si chiama.

  • Nebel 24 Settembre 2024

    I suoi commenti sono intelligenti, ben argomentati e si notano in lei cultura e idee chiare. Quello che mi preoccupa, parlo proprio per me e non per gli altri utenti, è quando lei afferma “cioè preferiamo NON spendere soldi nel costruire una flotta di bombardieri B2 di cui una singola unità costa più del doppio del suo peso in oro e invece
    spendere soldi nel “sociale”, per poi vantarci del Sistema Sanitario, delle Sistema Pensionistico, delle ferie pagate eccetera”. Non ritiene che salute, pensioni, lavoro dignitoso, e ci metto anche studio, siano essenziali per la vita e la dignità di una persona? La guerra è buona per i militari, i civili vorrebbero solo vivere…. è preferibile un ospedale funzionante a un B2, secondo il mio punto di vista.

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