14 Novembre 2024
Metapolitica

I Buoni e i Cattivi. Tra Sterminati mentali e mentali Terminali – Renato Padoan

La situazione politica dell’Italia si è notevolmente semplificata e potrebbe servire di modello ad altri consessi mondiali o residui nazionali. Gli italiani si dividono in Buoni e Cattivi e se non fosse per il il mimetismo dei Cattivi non ci sarebbe alcun problema. Da noi i Cattivi stanno al governo ed imperano mentre i Buoni ne stanno fuori e si agitano. Naturalmente la faccenda non è così semplice perché tra i Cattivi occorre distinguere i più Cattivi dai meno Cattivi. I meno Cattivi sono quelli che più somigliano ai Buoni mentre i più Cattivi ne sono decisamente differenti. Anche tra i Buoni peraltro ci sono differenze nel senso che ci sono i più Buoni e i meno Buoni. I meno Buoni sono quelli che più somigliano ai Cattivi e i meno Cattivi sono quelli che più somigliano ai Buoni pur restando le differenze. Come porre termine a una situazione che continua ad essere intricata? Si esige allora una soluzione radicale e le soluzioni radicali non possono che essere due.

Una prima soluzione radicale nonostante l’apparenza contraria potrebbe essere quella di eliminare tutti i Buoni per evitare il contrasto. Così facendo non resterebbero che i Cattivi ma i Cattivi in quanto Cattivi si eliminerebbero tra di loro per cui non rimarrebbe più nessuno né dei Buoni né dei Cattivi e in tal senso l’umanità sarebbe pacificata rapidamente, questa volta sì definitivamente per sempre. Venuti meno prima tutti i Buoni e poi tutti i Cattivi non ci sarebbe più confronto. Quand’anche rimanesse un solo cattivo residuo in quanto cattivo cioè intollerante e selettivo  non potendo tollerare nemmeno sé stesso come suo eguale si darebbe la morte.

La seconda ipotesi di eliminare tutti i Cattivi lascerebbe in vita soltanto i Buoni ed i Buoni in quanto benevoli ed empatici non farebbero che figliare ed amarsi indifferentemente arcobalenici. Effettivamente non si può che stare dalla parte di questa soluzione seconda e cioè l’eliminazione di tutti i Cattivi e la sopravvivenza dei Buoni se non si vorrà disertare la terra dell’umanità dei Buoni. Una terra priva di umani per la sopravvivenza esclusiva dei Cattivi sarebbe una terra con il suicidio dell’ultimo dei Cattivi è proprio il  caso di dirlo disumana!

E’ praticabile tutto ciò ci si chiede?

E’ possibile eliminare una volta per tutte o tutti i Cattivi o tutti i poveri per dare respiro e futuro a questa terra che li ha ospitati finora?

E’ qui però che s’insinua una difficoltà di non poco conto.

Che cosa distingue i Cattivi dai Buoni?

Se vi è distinzione e differenza che cos’è mai questa distinzione differenza?

A chi appartiene questa differenza?

Sono i Cattivi ad essere differenti dai Buoni o sono i Buoni ad essere differenti dai Cattivi o la differenza non appartiene né ai Buoni né ai Cattivi e la differenza in questo caso è buona o cattiva?

Se non è accettabile una differenza tra i Buoni e i Cattivi dovrà definirsi questa differenza come indifferente.

Sarebbe dunque indifferente la differenza tra Buoni e Cattivi. Essendo indifferente la differenza sarà ben difficile proporla come soluzione al conflitto permanente dei Buoni con i Cattivi.

Questa lunga premessa sta ad introdurre il caso presente dell’impasse della politica italiota[1]

 

I Buoni presentemente in Italia sono esclusi dal governare che è pur sempre un comandare nel senso di imporre agli altri qualcosa di non condiviso. Ovviamente anche gli esclusi si propongono di governare ma essendo Buoni non governeranno come i Cattivi pur avendo tra le loro fila dei meno Buoni con cui bisognerà fare i Conti[2]. L’esistenza di una linea di separazione tra gli opposti come i Buoni e i Cattivi non è un semplice affare come quella del resto tra il caldo e il freddo.[3]

Questa linea di separazione sarebbe quel che si dice un termine, un confine per intenderci come quello fra Israele e gli Stati o non Stati circonvicini  o come quello tra la Russia e l’Ucraina o tra la Corea del Sud e quella del Nord. Ma sarà bene ora fare un balzo all’indietro nel tempo per ricongiungerci al presente ed illustrare che cosa pensano i Buoni a proposito della nozione di termine o confine.

In una trasmissione televisiva sempre interessante che apprezzavo di giorno dopo pranzo con il caffè dal nome “Passato e Presente” governata, pensata, diretta e illustrata dall’onnipresente Mieli appresi dalla sua controfigura cioè l’invitato docente di turno con il coro degli aspiranti storici che l’imperatore Diocleziano ordinò la sua sanguinosa repressione dei cristiani in una delle più cruente persecuzioni ancorché l’ultima o delle ultime. Prendendo a pretesto il rifiuto dei cristiani di onorare il dio Terminus. Avendo voluto approfondire la cosa successivamente per mio conto riandando alle fonti non sono riuscito a superare il ricordo di quella citazione orale dello studioso presente.

Francamente con la dovuta distanza da quei tempi mi riesce quasi incomprensibile semmai sia andata così la testardaggine la sconvenienza di non voler onorare da parte dei Cristiani un dio tutto sommato mite campestre ed agreste. Certo si è che il simbolo è inquietante perché era Terminus un Dio a volte con due teste simile a Giano con la stessa funzione e cioè bifido o trifido a guardare da una parte e dall’altra del confine, della separazione, senza gambe perché non si potesse spostare dal confine segnato. Di questa divinità erano sparse le campagne al cui posto è dato oggi osservare capitelli cristiani sopravvenuti in quei territori dove più evidente fu la quadratura romana come nelle campagne venete.

La terminalità in sé è inquietante perché è pur sempre il segnale di una fine.

Le tombe dei caduti in mare a chi appartengono ?

Di chi sono?

Quali sono i termini confini fisici dell’Universo?

E semmai ci fossero dei limiti avrà senso un porsi la domanda che cosa c’è dall’altra parte o se per il tempo prima o dopo di noi?

Una rivista ora di successo scelse un termine emblematico equivalente del termine proprio TERMINE: LIMES cioè il limite oltre il quale è rischioso andare.

In un certo senso LIMES è più inquietante di TERMINUS.[4]

La parola latina terminus ha come sua radice senz’altro TER TAR cioè per metatesi il TRE, quel che è TRA e che non sta pertanto né da una parte né dall’altra, ma che sta TRA come il Dio TERMINUS che i cristiani di allora si rifiutarono di onorare sacrificando la loro stessa vita.

I Buoni di adesso non vogliono onorare il dio Terminus delle frontiere, non vogliono riconoscere l’esistenza delle frontiere e del limite. Essi sono senza termini, sono infiniti come il Progresso, sterminati, essi sono i Buoni Radicali esclusi per ora dal governare.

Ma si può essere come loro?

Direi di sì per chi è disposto ad essere conseguentemente e totalmente buono.

Le frontiere vanno tutte abbattute se no si ritorna daccapo a distinguere buoni e cattivi.

Chiunque sia va accolto ed incluso [5]  che anche se non è buono lo diventerà poi una volta accolto e integrato per il postulato che nessuno dei buoni nasce cattivo e così si rispetta la Costituzione più bella del mondo.

Chi dovesse invece opporsi all’abbattimento di tutte le frontiere invece di dotare come ha detto il Papa Cristiano Cattolico ogni nato vivente sulla terra di un passaporto ONU  sarebbe un cattivo e non già un buono e così si ritornerebbe all’inizio di questo saggio:

 

[…] La situazione politica dell’Italia si è notevolmente semplificata e potrebbe servire di modelli ad altri consessi mondiali o residui nazionali. Gli italiani si dividono in Buoni e Cattivi e se non fosse per il il mimetismo dei Cattivi non ci sarebbe alcun problema. Da noi i Cattivi stanno al governo ed imperano mentre i Buoni ne stanno fuori e si agitano. Naturalmente la faccenda non è così semplice perché tra i Cattivi occorre distinguere i più Cattivi dai meno Cattivi. I meno Cattivi sono quelli che più somigliano ai Buoni mentre i più Cattivi ne sono decisamente differenti. Anche tra i Buoni peraltro ci sono differenze nel senso che ci sono i più Buoni e i meno Buoni. I meno Buoni sono quelli che più somigliano ai Cattivi e i meno Cattivi sono quelli che più somigliano ai Buoni pur restando le differenze. Come porre termine ai una situazione che continua ad essere intricata? Si esige allora una soluzione radicale e le soluzioni radicali non possono che essere due […]

 

Renato Padoan, il Terminatore

 

NOTE

[1] Italiota è un termine come quello spiritoso e gradevole di Fusaro per gli affiliati e i simpatetici ed empatici del PDI chiamati pidioti. Il conio di italioti e pidioti riecheggia nella terminazione suffisso l’aggettivo greco idios che significa proprio nel senso dell’appartenenza ad un territorio e non aveva all’origine alcuna sfumatura dispregiativa. Il significato di appartenete ad un territorio nel senso del campanile e della scarsezza di esperienza mondana è un uso semantico che si introdusse in epoca moderna per distinguere l’uomo di mondo il cittadino universale dal gretto appartenere a un territorio da cui non ci si è mai mossi! Idiota poi significò anche una debilità mentale per cui il minorato apprende il significato nell’uso proprio soltanto e non distingue l’ uso metaforico derivato di una parola. La comicità ai suoi tempi di Franco Franchi e Ciccio Ingrassia era giocata per lo più su questa idiozia. Per esempio Ciccio Ingrassia diceva “ Soprassediamo” e Franco Franchi gli si buttava in braccio a sedersi.

[2] I Conti sono i seguaci di Conte il dirigente del Movimento 5 Stelle e non i partecipi di una nobile casta del passato feudale.

[3] Si rimanda quivi ai nostri articoli precedenti su Ereticamente.

[4] Terminus, il dio romano dei confini, delle pietre terminali. I limiti dei campi erano sacri e stavano sotto la speciale protezione di questa divinità. Le pietre terminali si solevano piantare con particolari cerimonie religiose. Si scavava una piccola fossa, entro alla quale si accendeva il fuoco; indi sopra questa buca si scannava una vittima in modo che il sangue scorresse entro di essa; dopo di ciò nella fossa stessa si gettavano frutta ed incenso e si versavano miele e vino, ed infine si collocava in essa la pietra terminale incoronata ed unta. Si attribuiva l’introduzione della pratica dei confini a Numa, il quale avrebbe consacrate a Giove le pietre dei confini (Jup. Terminalis), costruito un tempio a Termine e istituita la festa dei Terminalia (23 febbraio). In tale giorno i proprietarî dei campi confinanti si radunavano intorno alla pietra terminale a loro comune, ciascuno di essi la incoronava dalla sua parte e presentava l’offerta di una focaccia. Indi si innalzava un’ara, su cui venivano fatte offerte incruente, cioè segala, miele, vino (più tardi anche un agnello, Hor. Epod. 2, 59), e poscia si banchettava insieme allegramente (Ov. Fast. 2, 637 seg.). Anche sull’antico confine di Roma si celebravano simili Terminalia, vale a dire sulla strada che conduceva a Laurento, tra la quinta e la sesta pietra miliare (Ov. Fast. 2, 677). Sul Campidoglio il dio Termine aveva pietra sacra nel tempio di Giove. Allorchè Tarquinio Superbo voleva fondare questo tempio, e perciò si dovevano sconsacrare parecchi santuari, che si trovavano entro allo spazio prescelto per il grande edificio, gli auguri proibirono che si movesse la pietra di Termine. Questo fu il motivo che in dusse a rinchiuderla entro al tempio di Giove, e così si trovava sotto la protezione stessa della più alta divinità dello Stato. LESSICO RAGIONATO DELL’ANTICHITA’ CLASSICO – Federico Luebker

[5] Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà  democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge.

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