10 Gennaio 2025
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“Julius Evola e il Medioevo magico-fantastico di Heinrich Himmler: La cerca del Graal quale Rivolta Contro il Mondo Moderno” di Cristian Guzzo

In Julius Evola e il Medioevo magico-fantastico di Heinrich Himmler, Cristian Guzzo presenta un’analisi approfondita delle relazioni tra il filosofo italiano Julius Evola e Heinrich Himmler, Reichsführer delle SS, al fine di ricostruire un capitolo oscuro della storia europea. L’Autore esplora la visione di Evola, che, attraverso un approccio esoterico e tradizionalista, cercava di creare un fronte anti-moderno capace di contrastare il declino dell’Occidente, il cristianesimo e l’ascesa delle democrazie e del marxismo. Guzzo esamina in dettaglio come Evola abbia visto nelle SS non solo un alleato politico, ma un potenziale strumento per restaurare un ordine aristocratico e cavalleresco, ispirato al Medioevo e alla cerca del Graal, come simbolo di un’aspirazione metafisica a un “Ordine Nuovo”.

L’Autore investiga su come Julius Evola abbia costruito una Weltanschauung in contrasto con il Positivismo illuminista, il cristianesimo e le ideologie politiche moderne. Evola, infatti, cercava di instaurare una rivolta contro il mondo moderno, proponendo un ritorno a un ordine tradizionale che potesse recuperare l’autenticità e la sacralità del passato, con particolare attenzione al periodo medievale. Il concetto di “irrazionalismo dionisiaco” si contrappone alla razionalità moderna, suggerendo che la vera liberazione potesse avvenire solo attraverso la trasformazione metafisica dell’individuo e della società.

Guzzo approfondisce le interazioni tra Evola e Heinrich Himmler che nutriva una forte fascinazione per le tradizioni esoteriche e il Medioevo. L’Autore mostra come i due condividessero la visione di un’aristocrazia spirituale che avrebbe dovuto guidare l’Europa verso un ritorno a un ordine “superiore”. Evola riconosceva, infatti, nelle SS i “germi” di una possibile rivoluzione reazionaria che avrebbe avuto come obiettivo la restaurazione di un ordine sacro e guerriero, ispirato agli ideali cavallereschi e medievali.

Julius Evola e il Medioevo magico-fantastico di Heinrich Himmler: La cerca del Graal quale Rivolta Contro il Mondo Moderno

Un altro tema centrale del libro è la ricerca del Graal, che il Nostro associa a una metafora spirituale di un’aspirazione a restaurare l’Imperium ghibellino, una visione di un’Europa governata da una élite che avrebbe incarnato i valori della Luce contro le tenebre. Il Graal, simbolo di un potere spirituale e divino, diventa il motore di una rivoluzione esoterica, in cui il passato glorioso del Medioevo viene visto come una chiave per comprendere e realizzare una nuova società gerarchica e spirituale.

Guzzo esplora anche l’aspetto esoterico della visione di Evola, che cercava di integrare la spiritualità nel progetto politico. L’Autore riflette su come la metafisica e l’irrazionalismo fossero visti come strumenti di resistenza contro le forze che, secondo Evola, avevano portato alla decadenza dell’Occidente moderno. La riflessione di Guzzo suggerisce come l’influenza di Evola abbia avuto un impatto significativo su alcuni aspetti del pensiero nazista, pur con evidenti differenze tra le sue teorie e le pratiche politiche del regime.

Dal punto di visto stilistico, il nostro Cristian Guzzo adotta un approccio storico e filosofico rigoroso, supportato da una dettagliata analisi documentaria, in particolare grazie all’uso di documenti inediti conservati presso il Bundesarchiv di Berlino. La sua scrittura è chiara, ma richiede una certa familiarità con la filosofia di Evola e la storia del nazismo per essere pienamente compresa. L’Autore non si limita a una semplice esposizione dei fatti, ma offre anche una riflessione critica sul ruolo dell’esoterismo nella politica e sulla conseguenze di certe derive ideologie, senza rinunciare a una visione complessa e sfaccettata dei soggetti trattati.

In conclusione, Julius Evola e il Medioevo magico-fantastico di Heinrich Himmler è un libro che offre una lettura approfondita e critica delle relazioni tra il filosofo tradizionalista italiano e il regime nazista, in particolare attraverso la figura di Heinrich Himmler. Guzzo esplora le aspirazioni di Evola di creare un nuovo ordine basato su valori medievali e spirituali, mettendo in luce le influenze esoteriche che segnarono la sua visione del mondo. L’Autore non si limita a descrivere, ma invita anche a riflettere sulle implicazioni di una rivoluzione esoterica e sulla sua influenza sul pensiero politico del XX secolo.

Questo libro è ideale per lettori con una conoscenza di base di Julius Evola, della filosofia tradizionalista e della storia del nazismo, e per coloro che cercano una lettura critica delle relazioni tra ideologia, politica e spiritualità.

Eugenio Barraco

1 Comment

  • Minculpop 10 Gennaio 2025

    “… un fronte anti-moderno capace di contrastare il declino dell’Occidente, il cristianesimo e l’ascesa delle democrazie e del marxismo.”

    Tutto bene fino a che non volessimo anche noi il “fronte anti-moderno”.
    Non voglio nemmeno entrare nelle note vicende del Novecento, invece insisto sul fatto che per parlare di un argomento bisogna avere le idee chiare o almeno provarci. Cosa significa “fronte”? Il Partito N-ista col culto della personalità diretto verso il baffetto pittore di acquarelli che poi pretenderà di dare direttive ai generali su come e quando organizzare le offensive e agli ingegneri su come progettare gli aerei? Cosa significa “anti-moderno”, considerato che la “modernità” per convenzione comincia nel 1492, cioè all’epoca in cui si completa la “riconquista” della Spagna e i Turchi prendono Costantinopoli? Cosa significa “Occidente”, considerato che, come l’idea di “Europa”, si definisce per contrapposizione con lo “Oriente” prima con l’altra metà dell’Impero e poi con l’espansione araba e musulmana (i Turchi non sono arabi). Contrastare il Cristianesimo, oltre che essere una idea in ritardo di un millecinquecento anni, ad oggi significa maramaldeggiare e fare il verso a Voltaire. Interessante l’idea di “ascesa delle democrazie”, che evidentemente confonde la idea di “democrazia” con la egemonia coloniale britannica prima (v. “perfida Albione” e “giudoplutocrazie”) e con la egemonia USA poi. Nel Novecento la prima era già decadente, non era in fase ascendente, mentre la seconda era ancora in fieri. Il marxismo è l’unico elemento pertinente ma farei presente che “M” era figura carismatica dei Socialisti e il baffetto era il messia di un partito che si autodefiniva socialista, quindi quella che sarà poi la ragione di odio e la ridicola idea dei due “ismi” come antitesi della “sinistra” in realtà deriva dal fatto che erano “ismi” analoghi che competevano per lo stesso “mercato” e si “derubavano” a vicenda.

    “Guzzo esamina in dettaglio come Evola abbia visto nelle SS non solo un alleato politico, ma un potenziale strumento per restaurare un ordine aristocratico e cavalleresco”

    Inutile criticare gente di altre epoche con il pensiero di oggi.
    Però faccio presente che per restaurare un “ordine aristocratico” non puoi arruolare i figli dei contadini e i garzoni di bottega, non importa poi che uniforme gli metti addosso e che parate organizzi. Non può esistere un “movimento di massa” che sia “aristocratico”, è una contraddizione in termini. Aristocratici si nasce, anche quando si nasce dentro una tribù di Goti. Quando si diventa, è una occasione eccezionale. Quindi è palese la contraddizione in termini, volere la “aristocrazia” con lo stesso “esercito di popolo” che in Europa viene re-inventato dalla Rivoluzione Francese. Torno a dire, tanto “M” che il baffetto erano “proletari” che arringavano le folle e si proponevano come il Messia, tutti i discorsi giravano attorno alla idea di “popolo”. Lenin era più “aristocratico” di “M”.

    “ispirato al Medioevo e alla cerca del Graal”

    Un Medioevo di fantasia, quindi. Più “fantasy” che storia. Vedi alla voce Tolkien, con altra ironia perché Tolkien era inglese, scriveva nel primissimo Novecento e la Terra di Mezzo era l’Europa dove i Tedeschi che poi saranno le SS, facevano la parte degli Orchi.

    “Il concetto di “irrazionalismo dionisiaco” si contrappone alla razionalità moderna, suggerendo che la vera liberazione potesse avvenire solo attraverso la trasformazione metafisica dell’individuo e della società.”

    A parte l’ennesimo paradosso di citare i riti dionisiaci che nel Medioevo ti portavano al rogo, la gente del Medioevo si reputava perfettamente razionale. L’idea che il Medioevo fosse un’età metafisica, altro paradosso, è tipicamente “moderna”, nel senso illuminista del termine. Assolutamente falso. Nel Medioevo mancavano le risorse ma il bisogno aguzzava l’ingegno. Non avrebbe potuto esistere la “modernità” in cui con le esplorazioni oceaniche l’Europa inizia a colonizzare tutti i continenti senza il Medioevo e tanto Colombo che i dotti spagnoli sapevano benissimo che la Terra era più o meno sferica e quale era più o meno il diametro, tanto che non volevano finanziare la spedizione perché avevano giustamente calcolato che Colombo sarebbe morto di fame e di sete prima di raggiungere l’Estremo Oriente, se non che in mezzo c’era un altro continente.

    “i due condividessero la visione di un’aristocrazia spirituale che avrebbe dovuto guidare l’Europa verso un ritorno a un ordine “superiore”.”

    Condividevano una fantasia malata fondata sull’ignoranza. La aristocrazia medievale praticava il mestiere delle armi, niente di “esoterico” e casomai era superstiziosa, perché non ci sono atei in trincea. Il mestiere delle armi è qualcosa di estremamente pratico, pragmatico, tecnologico. I cavalieri spendevano delle fortune per finanziare i migliori “scienziati” e ottenere i migliori armamenti e studiare le migliori tecniche nell’uso di questi armamenti. Sul campo di battaglia non c’era, come nei videogiochi che rappresentano ancora il “Fantasy”, lo stregone che proiettava fulmini e palle di fuoco, c’era l’acciaio temprato, c’era il meccanismo con la ruota dentata e la molla.

    “un ordine sacro e guerriero, ispirato agli ideali cavallereschi e medievali”

    Uffa. Gli “ideali cavallereschi” o il “codice della cavalleria” furono una invenzione della Chiesa del primo Medioevo che aveva la necessità di contenere l’esuberanza dei Germani che si erano imposti con la forza sulle popolazioni “latine”. Quando hai gente che vive della pratica delle armi e vuoi vivere in relativa pace, devi trovare il modo di incanalare, contenere e regolamentare la violenza. Gli “ordini” come i Templari o gli Ospedalieri ovviamente sono una conseguenza delle campagne per la conquista (riconquista se la vediamo nell’ottica bizantina) del Vicino Oriente, altrimenti note come “crociate”. Dato che le campagne cominciavano da una esortazione del Papa e la Chiesa ancora incanalava e regolamentava tutta la faccenda, dato che i “crociati” erano eterogenei, era ovvio che si formassero degli pseudo-eserciti sul modello della organizzazione che funzionava all’epoca, cioè gli ordini monastici. Perché, ancora, il mestiere delle armi è pragmatico, serve tanto la tecnologia che la logistica, i “crociati” devono essere riforniti, alloggiati, devono manovrare sul territorio, eccetera.

    “Un altro tema centrale del libro è la ricerca del Graal, che il Nostro associa a una metafora spirituale di un’aspirazione a restaurare l’Imperium ghibellino”

    Ghibellino pare fosse un termine di derivazione germanica e indicava la fazione che chiedeva l’appoggio dell’Impero, contrapposta ad una fazione (i Guelfi) che chiedeva l’appoggio del Papa.

    “una visione di un’Europa governata da una élite che avrebbe incarnato i valori della Luce contro le tenebre.”

    Bè, torniamo a Tolkien, i due alberi che illuminano Valinor.

    “Il Graal, simbolo di un potere spirituale e divino, diventa il motore di una rivoluzione esoterica, in cui il passato glorioso del Medioevo viene visto come una chiave per comprendere e realizzare una nuova società gerarchica e spirituale.”

    Fa ridere se pensiamo che il Calice avrebbe dovuto essere la coppa in cui un EBREO di nome Gesu aveva celebrato un rito coi suoi seguaci EBREI in occasione, se ricordo bene, della celebrazione della Pasqua che celebra la Fuga dall’Egitto. Tutte cose che non hanno niente a che fare con “Occidente” e con la dottrina “razziale” (che ancora, paradosso, viene dalle colonie) del F-ismo e del N-ismo.
    La retorica del F-ismo NON era “medievale”, era una parodia della “romanità”. Una parodia neoclassica che, altro paradosso, è un’altra roba che viene dall’Illuminismo e dalla Rivoluzione Francese tramite campagne napoleoniche, tanto che a Milano c’è il finto arco di trionfo e il viale prospettico verso Parigi.
    Tutto riciclato dal Risorgimento, col tricolore francese e da li dalla propaganda della Grande Guerra.

    “L’autore non si limita a descrivere, ma invita anche a riflettere sulle implicazioni di una rivoluzione esoterica e sulla sua influenza sul pensiero politico del XX secolo.”

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