Sarzana (SP) 10 Luglio 2015
a cura di Luca Valentini
Venerdì 10 Luglio alle ore 18.30 presso l’Atelier Nuova Eleusis, in via dei Giardini 14 a Sarzana (SP), si è svolto il terzo degli incontri settimanali denominati “I venerdì di Eleusis: sulle tracce della sapienza greca”, seminari di Angelo Tonelli dedicati alla Sapienza Greca, che in questa occasione ha disquisito sui Misteri Eleusini e sulla loro ritualità iniziatica.
Come riporta il filologo ligure nell’introduzione al suo ultimo testo (Eleusis e Orfismo – I Misteri e la tradizione iniziatica greca – Feltrinelli – p. 11ss), la prassi iniziatica si suddivideva primariamente in Piccoli Misteri, che si celebravano nel mese di Antesterione in primavera, ed in Grandi Misteri, che si celebravano nel mese di Boedromione in autunno. A tale suddivisione è necessario, però, che si aggiunga un’ulteriore dimensione realizzativa, cioè quella dell’Epopteìa. Mentre le celebrazioni dei Piccoli e dei Grandi Misteri è possibile inquadrarle in una sfera prevalentemente essoterica, pertanto, di riferimento religioso e teologico, la Myesis, la successiva fase di addestramento, Didaskalìa, assumeva connotati più prettamente iniziatici e riservati, collegati ad un particolare processo intuitivo e contemplativo (perinoeìn). In merito, abbiamo pareri discordi circa la durata di tale grado palingenetico: per Plutarco esso consisteva in un anno, per Tertulliano in cinque. Tale era la gradualità dell’iniziazione, Teletè, ad Eleusi.
I riferimento numenici dei Piccoli e Grandi Misteri erano quelli di Core e di Demetra, il simbolo della seconda grande Dea, essendo la spiga, come simbolo della rinascita della natura e dello Spirito. Tale strutturazione si consolidò intorno al VI – VII sec. A.C., come testimoniato da Pindaro, da Sofocle, da Platone e da alcuni Padri della Chiesa. Se nei Piccoli, la centralità era riservata ad una profonda purificazione del myste, nei Grandi, come riporta Clemente Alessandrino, la funzione essenziale si determinava nell’espansione della coscienza come conoscenza della Physis, come contemplazione dell’origine una di tutte gli elementi del cosmo.
I Piccoli, legati alla figura mitica di Persefone (figlia di Demetra, rapita dal Dio Ade), rappresentavano la discesa negli Inferi, come iniziale esperienza dell’ombra, realizzando la necessaria e primaria catabasi psichica, seguita da un’analogica anabasi, cioè di riconoscimento sapienziale della Luce, come risalita della coscienza al mondo dei Numi e delle Idee.
Ad Eleusi, punto nodale del mondo antico, il processo rituale era coordinato da un Arconte Basileùs insieme alle due famiglie sacerdotali degli Eumolpidi e dei Cerici, la cui prevalenza determinava entro la prima l’elezione a sorte degli Ierofanti, i Massimi Sacerdoti Eleusini, ed entro la seconda la nomina dei Daduchi, i quali indossavano lo Stròphion, la benda sacra, insieme ad un abbigliamento simile a quello degli Ierofanti, che coadiuvavano nel ruolo di mistagoghi. Gli Ierofanti, inoltre, erano coloro che pronunciavano i legòmena, cioè le formule rituali, praticavano una castità rituale (cioè correlata all’esecuzione di determinati riti e non perpetua) durante il periodo dei Grandi Misteri, a cui era legata la sacra pianta del mirto.
Ad Eleusi, vi era anche la presenza di Ierofanti donne, per Core e per Demetra, sempre elette nella famiglia degli Eumolpidi. Tali sacerdotesse si univano con lo Ierofante per la realizzazione della ierogamia, come partecipazione ai dròmena, azioni sacrali, la cui funzione simbolica aveva legami molto stretti anche con la rappresentazione teatrale.
Oltre a Persefone, a Core e Demetra, come già accennato nelle precedenti relazioni, Dioniso, secondo l’interpretazione di Giorgio Colli, a cui Angelo Tonelli aderisce, rappresentava, come Nume silenzioso e non nominato, il vero Centro dei Misteri Eleusini. La componente vitalistica, la ricerca di particolari stati coscienziali di trance, il Brimos simile al Bromeos nelle Baccanti di Euripide, poneva Dioniso come forza sacrale che si affermava come potestà capace di modificare, di sublimare lo stato di veglia, per un superamento attivo dell’ego. Non è casuale, infatti, la diretta corrispondenza di Dioniso con Ade, come viatico archetipico per la ricerca di una consapevolezza contemplativa che si attua tramite la perdita consapevole della coscienza psicologica, pur mantenendo la presenza nel processo maieutico, come accade nel teatro, in cui l’attore perde consapevolmente la propria identità per raffigurarne e rappresentarne un’altra. E’ ciò che nel Fedro Platone identifica con la manìa, con l’entusiasmo, lo scatenamento attivo.
Un altro aspetto importante era costituito dal corteo che procedeva fino ad Atene, in cui gli oggetti sacri, presi dal telestérion, la grande sala eleusina, e deposti nei kérnoi, le ceste ornate con nastri di color porpora, erano condotti nell’Eleusionion, appunto di Atene; corteo, codesto, in cui gli Efebi, giovanotti in armi ebbero un ruolo molto importante. Il citato telestérion era la sala dell’iniziazione, con un’ampiezza di circa 3000 mq, in cui potevano avere accesso circa 3000 persone.
Il Tonelli, poi, ha voluto centrare il suo discorso sull’aspetto altamente spirituale del percorso iniziatico, ricordando come esso, secondo Aristotele, fosse un’autentica illuminazione del Nous, un’esperienza interiore, che attuava una profonda purificazione animica, tramite la musica, le danze ed i canti. Si era in presenza di una vera e propria liberazione della psiche dai condizionamenti egoici, tramite la suddetta esperienza dionisiaca delle tenebre (Ade-Persefone): nelle lame orfiche si esplicita una similiare trasmutazione misterica e sperimentale. Il grecista ligure non esclude che ad Eleusi si facesse uso di sostanze psicotrope (Segale cornuta o il famoso Ciceone) per favorire visioni estatiche, associate a percorsi labirintici, alla presenza di grandi luci (Plutarco), come procedura per la destrutturazione della coscienza per una sua successiva anabasi, una finale ascesa uranica. Demetra, in Elio Aristide, che muove nella direzione di un tempio nella disperata ricerca della figlia Persefone, come l’unione della stessa Demetra con Zeus, rappresentano mitologhemi allegorici dell’unione ierofantica delle componenti animiche, come in Alchimia lo Zolfo ed il Mercurio copulano, dopo una lunga e perigliosa ricerca reciproca.
Vi era la presenza, inoltre, di oggetti sacri e molti riservati, come attestato da Aristofane, Michele Psello, Tertulliano. Quest’ultimo, pur in uno sfondo di partigianeria religiosa, nell’evidenziare la presenza di una simbologia fallica, ci rileva l’esistenza della ierogamia sacra come espressione dell’energia vitale (Dioniso – Shiva), l’unione tra iniziato e Dea, tra ierofante e sacerdotessa, come espressione anagogica di un percorso di autoconoscenza della psiche, tramite l’esperienza intima e non tramite l’apprendimento filosofico o teologico.
Come già scritto, il Teatro iniziatico, che ad Eleusi era strettamente ricollegato, assumeva una funzione di sublimazione dell’anima, tramite una vissuta catarsi dello spettatore e tramite un’empatia con la trama sacrale rappresentata dall’attore, come mezzo agito dal daimon, dal Dio stesso. In ciò, si evidenziava tutta la differenza con la seguente teatralità moderna, in cui tale componente partecipativa ed intima era ed è assolutamente assente, relegandosi ad un’anonima riproposizione narrativa.
Infine, Angelo Tonelli ha voluto evidenziare tutta la parzialità delle conoscenze acquisite sul tema, predominando la dimensione del silenzio e del mistero, in un percorso collettivo di stati di coscienza modificati e sublimati, con il concorso delle famiglie sciamaniche, precedentemente citate, in cui la maggiore dimensione esperenziale della sfera animica aveva come contraltare una selezione aristocratica dei partecipanti e degli accessi ai gradi più interni e segreti, in un circuito di vitalità non verbale, ma essenzialmente di visione sapienziale.
Il prossimo seminario, che si svolgerà venerdì 17 Luglio – che relazioneremo puntualmente su Ereticamente – verterà sul tema “Dioniso, Il Dio della Sapienza. I Misteri Eleusini: La visione suprema”.
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