la croce celtica (a proposito di signa vana…), qualche cosa di Julius Evola e di Imperialismo pagano dovrebbe sapere, ma nemmeno le grandi idee possono aumentare le dimensioni di un ometto piccolo piccolo, soprattutto in quest’epoca di opportunismo nemmeno tanto strisciante in cui i cardinali vanno a benedire Porta Pia e trovano politici “laici” e di sinistra che hanno allegramente svenduto l’idea di laicità dello stato più che pronti a ricambiare il loro abbraccio mefitico ma elettoralmente produttivo.
o con il trasferimento della capitale in Oriente, a Bisanzio che divenne Costantinopoli, “La città di Costantino”. Come rimedio al caos istituzionale che aveva travagliato lo stato romano almeno a partire dal fallimento dell’esperimento di monarchia adottiva con gli Antonini (a Trieste si dice “pezo el tacon che el buso”, “peggio la toppa che il buco”), Costantino aveva il progetto di erigere una realtà più ristretta e compatta, una tirannide sacrale basata sul cristianesimo sul modello delle monarchie ellenistiche che in Oriente avevano preceduto lo stato romano, ma che in realtà si rifaceva a una tradizione molto più antica formatasi all’ombra delle piramidi e delle ziggurat, potremmo dire che Costantino e i suoi successori, questi imperatori cristiani che non possono essere definiti romani, e forse converrebbe chiamare proto-bizantini, sono un momento nella lunga catena storica del dispotismo orientale, dai faraoni ai sultani. In questa prospettiva, l’Occidente troppo restio ad accettare una soluzione di questo tipo, dove vi era e vi è un senso della libertà e della dignità personale assente nel mondo orientale, diventava semplicemente una preda bellica, un parco di risorse da saccheggiare per dar vita alla nuova realtà “bizantina”.
o, linciato dalla folla dopo un tentativo di librarsi in volo, san Paolo presente, quanto meno non fece nulla per impedirlo, il sospetto in cui costoro erano generalmente tenuti dalla popolazione romana, al punto che la voce popolare li accusò del famoso incendio dell’epoca di Nerone, che essi poi rovesciarono sull’imperatore (con l’efficacia di due millenni di calunnie al punto tale da trovare ancora oggi qualche cosiddetto storico disposto a credere loro), il sequestro in perfetto stile mafioso e l’assassinio tra atroci torture della sventurata Ipazia: tutto lascia intendere che questi cristiani primitivi fossero un gruppo di “puri”, si, ma chiusi, intolleranti, fanatici, pronti a tutto per l’affermazione della loro fede, e tutt’altro che alieni dalla violenza, forse la realtà odierna con cui presentano maggiore somiglianza potrebbero essere le cellule di un’organizzazione terroristica.
se più anziano di Gesù, deve essere morto all’epoca della guerra o poco prima; è poco probabile che sia mai uscito dai confini della Palestina, e Roma che per lui era un odiato nemico, non deve averla mai vista nemmeno dipinta.
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