Egregio Camerata e direttore,
penso di esservi noto, dato che mi usate l’attenzione di inviarmi in omaggio la vs. rivista.
Saprete così che io sono autore del libro Stato Organico (Settimo Sigillo, Roma) e di innumerevoli articoli e saggi su Rinascita e sulla cessata LINEA (ho 91 anni !) in cui combatto la stessa vostra battaglia, senza soluzione di continuità con quella che ebbi il privilegio di servire in armi, prima nel Regio Esercito, poi aggregato alle Waffen-SS e poi nella RSI..
Saprete così che io sono autore del libro Stato Organico (Settimo Sigillo, Roma) e di innumerevoli articoli e saggi su Rinascita e sulla cessata LINEA (ho 91 anni !) in cui combatto la stessa vostra battaglia, senza soluzione di continuità con quella che ebbi il privilegio di servire in armi, prima nel Regio Esercito, poi aggregato alle Waffen-SS e poi nella RSI..
Sento il bisogno di esprimere a te e ai tuoi collaboratori della Cittadella le mie più vive congratulazioni per il livello e per i contenuti della pubblicazione, con la quale, se lo ritieni opportuno, mi dichiaro pronto e sarei onorato di collaborare.
Quel che particolarmente mi ha colpito è il meraviglioso saggio di Casalino: LE RAGIONI DELL’INESISTENZA DELLA PERSONA GIURIDICA IN DIRITTO ROMANO.
Quel che scrive è, per me, carissimo amico di Auriti da vent’anni, pane quotidiano, ma dico meraviglioso per la chiarezza, vastità, profondità e completezza, superiore persino a quella dello stesso scomparso docente (per tacer della mia).
Io conduco, su Rinascita, la rubrica “Tutto da rifare”, in cui tratto di ciò che dev’essere ripudiato e sostituito perché il cammino della civiltà tradizionale possa riprendere, dopo il precipitoso fallimento di quella nata dagli “immortali principi” (longevi loro, ma mortali per chi li adotta).
Intendo dedicare all’argomento di Casalino uno dei miei saggi, o meglio due: il primo economico e il secondo dilatato all’intera Weltanschauung.
Il primo s’intitolerà: S.P.A.: I FANTASMI BULIMICI.
Ti prego, intanto, di esprimere all’autore tutto il mio plauso e sincera ammirazione, oltre alla mia certezza che, soprattutto se è ancora giovane, gli spetterà un ruolo rilevante tra i ricostruttori sulle macerie. Che esistano uomini con la sua chiarezza di idee, mi permette di affrontare con tutta serenità la morte, senza timore di disertare. Ti sarò grato se vorrai comunicarmi i suoi recapiti, soprattutto elettronico, per poterci comunicare direttamente.
Un cameratesco abbraccio.
Enos, Lases, iuvate !
Rutilio Sermonti
(missiva inviata dal Sermonti all’Editore della rivista La Cittadella, Serafino Di Luia, nell’agosto 2012 e che si pubblica con l’autorizzazione dello scrivente)
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