Il 7 marzo 2015 a Selema, città simbolo per l’ideologia del progresso, dove nel 1965 centinaia di manifestanti afroamericani manifestarono per la concessione del diritto di voto, dando luogo a scontri con la polizia, il Presidente Obama ha tenuto un discorso commemorativo davvero rivelatore. Dalle sue parole si evinceva, con tutta evidenza, la “nuova frontiera” dei diritti umani verso la quale potenti lobby transnazionali stanno orientando l’opinione pubblica del mondo occidentale. Dietro il richiamo alla tutela delle minoranze gay in realtà si cela un obiettivo decisamente più ambizioso e drammatico: determinare una vera e propria mutazione antropologica attraverso l’attacco mediatico-legislativo all’identità sessuale, nei generi maschile e femminile. L’attuale contingenza storico-politica è segnata da una sorta di arroccamento delle guardie bianche del “progressismo”, a tutela della realizzazione del progetto transumanista e disumanizzante. Chiunque vi si opponga, sul piano culturale o politico, entra di fatto a far parte della famiglia dei reprobi, la cui discriminazione, anche fisica, risulta del tutto legittima agli occhi del senso comune “modernizzatore”. Gli interventi repressivi delle forze dell’ordine durante manifestazioni dei movimenti che si battono per la tutela della famiglia tradizionale, in Francia e altrove, lo dimostrano con evidenza.
Fa chiarezza sul dibattito in corso relativamente all’avvento dell’ uomo senza identità sessuale né spirituale, un recente volume di Enrica Perucchietti e Gianluca Marletta, Unisex. Cancellare l’identità sessuale: la nuova arma della manipolazione globale edito da Arianna editrice (per ordini:051/8554602; redazione@ariannaeditrice.it euro 11,80). Si tratta di un’edizione aggiornata ed ampliata del precedente Unisex. La creazione dell’uomo senza identità, nella quale si rileva che se l’obiettivo dell’alchimia tradizionale era di riscattare l’uomo e la Natura “la modernità abbandona il mito della rigenerazione spirituale facendo dell’uomo… un mero dominatore” (p. 212). Dalla lettura si evince che i potentati mondialisti, dopo aver abbattuto gli ostacoli che si frapponevano alla realizzazione del mondo global, dopo aver di fatto straziato ogni appartenenza identitaria, ogni forma residuale di legame o vincolo tradizionale tra gli uomini, dopo aver de-sacralizzato la natura, ridotta a mera estensione, si pongono infine “laicamente” (questa è la loro religione) al servizio dell’ideologia di genere. Vogliono creare l’uomo nuovo, consumatore “senza identità”. Secondo tale ideologia il maschile e il femminile non sarebbero distinzioni naturali ma prodotti culturali, imposti dalle scelte educative “sessiste” nel corso di millenni. Tra il maschio e la femmina esisterebbero, inoltre, un numero indefinito di altri generi, comprendenti le diverse forme di omosessualità, la pedofilia, la bisessualità, considerate naturali allo stesso modo dell’eterosessualità.
Il libro, ricco di dati e statistiche coinvolge nel narrato il lettore, ripercorrendo la storia dell’ideologia di genere. Ricordano gli autori che padre ufficiale del gender è da considerarsi lo psichiatra americano John Money, sostenitore della “nuova sessualità”. A suo dire la differenziazione culturale dei sessi sarebbe riducibile a mero ornamento, una realtà che quindi può diventare superata e obsoleta. Purtroppo, uno dei suoi primi e tristemente noti pazienti, David Reimer, divenuto a seguito di un intervento chirurgico subito da bambino, Brenda Reimer, lo smentì drammaticamente, suicidandosi per gli squilibri indotti dal cambio di sesso. Le tesi di Money cominciarono a circolare ampiamente nel momento in cui diventarono uno strumento che i Poteri Forti decisero, dopo gli anni Settanta, di utilizzare per i loro fini: creare l’Uomo Nuovo compatibile con il progetto del Nuovo Ordine Mondiale. Un essere resettato e omologabile, stereotipato e apolide. Il braccio militante del gender è oggi facilmente individuabile nei movimenti gay che, allo scopo, come ricordano con dati puntuali Perrucchietti e Marletta, dispongono di ingenti fondi elargiti da Fondazioni e miliardari, tra i quali figurano gli immancabili George Soros e Bill Gates. Tra i sostenitori politici d’oltreoceano del movimentismo omosessuale, del resto, non vanno annoverati solo liberal quali Obama, ma anche nomi importanti degli ambienti neoconservatori.
Il successo propagandistico delle loro azioni negli ultimi decenni è stato rilevante in tutto il mondo. Non solo nelle leggi di molti paesi occidentali, ma nell’immaginario collettivo dell’uomo medio, l’omofobia è equiparata al razzismo e all’antisemitismo, un reato, quindi, punibile penalmente e ritenuto esecrabile sotto il profilo etico. Le recenti polemiche internazionali che hanno coinvolto Putin e la Russia ortodossa e antimondialista stanno a testimoniare come le cose procedano. Noi italiani non possiamo certo meravigliarci. L’imprenditore Guido Barilla, uno dei nomi più noti internazionalmente del settore agroalimentare, ha subito un vero e proprio linciaggio mediatico per aver sostenuto in una intervista che non si sarebbe servito di una coppia gay in spot pubblicitari, ritenendo naturale la famiglia etero. Apriti cielo! In poco tempo è stato costretto a correggere il tiro e a “edulcorare” le dichiarazioni, affinché i prodotti delle sue imprese non venissero boicottati sul mercato.
Molto interessante, in un capitolo del libro, è l’analisi delle strategie messe in atto per diffondere l’ideologia gender. Innanzitutto la desensibilizzazione: consiste nell’inondare la società di messaggi di genere affinché l’opinione pubblica giunga a considerarli normali (si pensi a recenti serial televisivi della Rai). Il secondo momento è detto del bloccaggio: fermare immediatamente, attraverso il discredito pubblico, bollando come reazionario, nazista, bigotto, chiunque si opponga alle tesi gender. Le prime due strategie sono mirate alla conversione finale, in parte già realizzata. Il comune modo di sentire ha accettato l’ideologia di genere. Il nuovo modello di umanità è costruito sull’idea dell’incontro di tratti somatici dell’uomo con quelli della donna. E’ l’Unisex trionfante A ciò hanno contribuito la moda, la chirurgia estetica, il mondo dello spettacolo e i serial televisivi. I maggiori divulgatori di questa tendenza, in particolare presso le nuove generazioni, sono state star internazionali della musica che, a bella posta, hanno giocato sulla presunta o reale ambiguità sessuale. Basti al riguardo fare il nome di Lady Gaga. Lo stesso sistema educativo è ormai condizionato da un modello umano sessualmente e moralmente incerto, si parla di Genitore 1 o 2, anziché di padre e madre. In alcuni paesi europei, al momento della nascita, la definizione del sesso è facoltativa, si può addirittura indicare sul certificato il genere intersessuale con una “x”.
Siamo destinati, pertanto, ad andare verso un mondo che non conoscerà più le diversità che si attraggono e si respingono nell’eterno gioco cosmico della vita? Ci auguriamo di no. In ogni caso rispetto alla situazione attuale, descritta organicamente dai due autori, è necessario attivare degli anticorpi che inneschino una reazione salutare. E’ indispensabile recuperare la tensione all’originario, sempre centrale nelle dottrine tradizionali dell’eros. L’androgino platonico è l’archetipo cui guardare quale ancestrale aspirazione alla completezza perduta. L’uomo potrà incontrarlo di nuovo solo se la tensione che muove le polarità opposte e complementari del maschio e della femmina, venga esperita, prima che nella realtà fisiologica, sotto forma di potenza spirituale. Al riguardo, nel momento in cui il consumismo nell’Italia degli anni Cinquanta cominciava a travolgere le radici tradizionali del nostro popolo, Julius Evola scrisse un’opera in grado di rispondere alla follia del gender, Metafisica del sesso. Bisogna tornare a leggerla con attenzione. Nelle sue pagine l’eros apre all’Alto, è forza riconnetteva e realizzante. Una risposta forte alla debolezza, anche erotica, della modernità.
Il libro di Perucchetti e Marletta è, pertanto, uno strumento di grande valore per l’attuale battaglia culturale e politica.