Battezziamo quei pagani
Il 12 maggio del 2014 usciva un comunicato che destò sorpresa e curiosità, per poi cadere nel dimenticatoio. Si intitolava: “Papa Francesco: Sacramenti anche ai marziani? Chiesa vada oltre i limiti”. Lette col senno del poi, queste dichiarazioni sono forse più significative di quanto potessero sembrare all’epoca, visto il ritorno anche nei media mainstream della questione della vita extraterrestre. Ecco il testo del comunicato come riportato da Adnkronos:[1]
“Chi siamo noi per chiudere le porte allo Spirito Santo?”. Papa Francesco rilancia questa domanda nell’omelia della messa celebrata alla domus Santa Marta in Vaticano. E prendendo spunto dal brano evangelico in cui Pietro subisce dure critiche dai cristiani di Gerusalemme perché aveva mangiato con una comunità di pagani, di “non circoncisi”, avendoli persino battezzati, si chiede: “Se domani venisse una spedizione di marziani e alcuni di loro venissero da noi, verdi, con quel naso lungo e le orecchie grandi come vengono dipinti dai bambini, e uno di loro dicesse ‘voglio il Battesimo!’, cosa accadrebbe?”. Sottolinea allora il Papa: “Lo Spirito Santo è quello che fa andare la Chiesa più avanti, oltre i limiti”. Citando l’esempio di Pietro, il Papa osserva che il capo degli apostoli “comprende che ciò che è stato purificato da Dio non può essere chiamano ‘profano’ da nessuno. E nel narrare i fatti alla folla che lo critica, rasserena tutti affermando che ‘se Dio ha dato loro lo tesso dono che ha dato a noi, per aver creduto nel Signore Gesù Cristo, chi ero io per porre impedimento a Dio?'”.
Spiega quindi Bergoglio: “Quando il Signore ci fa vedere la strada, chi siamo noi per dire che non è prudente? Che si deve fare così? E’ la domanda che si pone Pietro, ‘Chi sono io per porre impedimenti?’. Una bella parola -sottolinea il Papa- per i vescovi, per i sacerdoti e anche per i cristiani. Chi siamo noi per chiudere le porte? Lo Spirito Santo è quello che fa andare la Chiesa, quello che fa camminare la Chiesa sempre più, oltre i limiti, più avanti. E fa queste scelte impensabili. E proprio lo Spirito Santo che aggiorna la Chiesa e la fa andare avanti”, ribadisce Papa Francesco”. Pur non trattandosi di una pronuncia dottrinale “ex cathedra”, la dichiarazione arrivava nel contesto formale di un’omelia, seguita dalla diffusione in tutto il mondo attraverso i media. Pertanto, nella percezione del pubblico, il valore poteva essere quello di una dichiarazione formale.
Cominciamo dall’osservazione su come viene adoperata la tecnica di “ingegneria sociale” nel riferimento ai “marziani”. Il contrasto tra la possibilità di impartire il sacramento del battesimo – ossia di far entrare una persona all’interno della “comunità dei fedeli” della Chiesa cattolica – e l’immagine, tra l’ironico e il grottesco, del marziano come “omino verde” da cartone animato, è talmente grande da costituire una vera e propria “dissonanza cognitiva”. In altre parole, chi sente queste parole si potrebbe trovare, dal punto di vista razionale, in uno stato di confusione e di incertezza sulla veridicità e sul significato del messaggio; mentre da un punto di vista più sottile o, se vogliamo, dell’inconscio, potrebbe comunque rimanere impressa l’idea, secondo cui «forse questi marziani ci sono davvero, se lo ha detto il Papa…». E non solo ci potrebbero essere, ma sarebbero anche disposti a sottomettersi al potere vaticano. Rispetto ai marziani «come vengono dipinti dai bambini», viene in mente quanto affermato da Chomsky: secondo cui quanto più il potere si rivolge al pubblico con un linguaggio infantile, tanto maggiore sarà la probabilità che si tratti di un’operazione di controllo sociale, visto che i destinatari del messaggio tenderanno, a seconda della propria suggestionabilità, a reagire in modo altrettanto infantile. Pertanto, in una parte del pubblico avviene una specie di cortocircuito delle facoltà intellettive, impedendo l’ulteriore persecuzione analitica del messaggio recepito.
Gli eventi del 2020-2021 hanno dimostrato l’efficacia, seppure parziale e di breve durata, della infantilizzazione delle masse occidentali. Tale aspetto va tenuto presente anche rispetto a quella platea di persone che presta attenzione ai messaggi del Papa non solo per fede religiosa ma anche per condizionamento culturale. Chi, invece, riconosce l’utilizzo della tecnica della dissonanza cognitiva oppure la tecnica del linguaggio infantile, sarà in grado superare questa fase e passare oltre nell’analisi, per interrogarsi sul significato più specifico del riferimento ai marziani in relazione con il sacramento del battesimo. Un’altra ipotesi potrebbe essere quella del messaggio indirizzato a terzi. Ad esempio, agli esponenti dello “Stato profondo”, le oligarchie che tirano le fila sullo sviluppo delle tecnologie avanzate e il regime di segretezza costruito intorno ad esse ormai dagli anni Quaranta. Se, come si è visto in tempi recenti, il potere finanziario-ecclesiastico rappresentato da Bergoglio si è iscritto a pieno titolo alla setta di Davos con le relative agende economiche e transumaniste, sarebbe naturale voler essere ricompreso nel club di coloro i quali gestiscono anche il regime di segretezza intornoa quanto avviene nello spazio: la quale segretezzaè ovviamente mantenuta “per il nostro bene”….
Quali “marziani”?
Il termine marziano potrebbe essere interpretato in tre sensi diversi: quello letterale, quello esteso, oppure quello analogico. Nell’accezione letterale più semplice il riferimento ai marziani indicherebbe soggetti o persone[2] originari di Marte, con il corollario sottinteso che si tratti di vita intelligente (ossia non la vita vegetale o animale, visto il contesto religioso a cui ci riferiamo). D’altra parte, per “soggetti di Marte” si potrebbero intendere quelli provenienti dal pianeta rosso e quindi, ad esempio, anche di ipotetiche persone di origine o di discendenza geneticamarziana le quali però non abitano necessariamente sul pianeta rosso. Preso in senso lato, invece, per marziani si potrebbero intendere gli extraterrestri in genere, dal nostro sistema solare oppure no, e non solo i soggetti collegati con il pianeta rosso. Ma anche esseri umani che non siano affatto extraterrestri, collegati ai programmi spaziali e dintorni: si pensi ad esempio ai progetti per la colonizzazione della Luna e di Marte. Lo stesso aggettivo marziale si ricollega peraltro alla guerra ed alla forza militare.
Infine, esiste il senso analogico: il marziano inteso come analogia per il “soggetto diverso”, ossia gli esseriumani esclusi dalla società ma pur sempre bisognosi della redenzione in senso cristiano, e quindi da accogliere nella Chiesa attraverso il battesimo. Tuttavia, come si è detto, il riferimento al “naso lungo e orecchie grandi” non è il massimo del politically correct. Mentre non è da escludere la presenza contemporanea nel discorso di tutti e tre i livelli, l’utilizzo specifico del termine marziano si apre ad una serie di considerazioni interessanti. Per marziano si intenderebbe dunque una persona collegata in qualche modo al pianeta Marte; una persona dotata di anima (altrimenti il sacramento sarebbe inefficace), dotata di libero arbitrio (altrimenti non sarebbe tenuto a chiederebbe il sacramento) e verosimilmente membro di una società con un bagaglio culturale di tipo religioso.
Dunque, questo ipotetico marziano dovrebbe avere una lunga storia di civiltà alle spalle, tale da suscitare un interesse al discorso sacramentale. Questo riferimento al pianeta Marte si presentava a poca distanza dalle singolari dichiarazioni, da parte di un alto esponente dell’ente spaziale americano NASA, secondo cui “giungere a Marte per il 2030 è essenziale per la sopravvivenza dell’umanità”. Tuttavia, anche quella iperbolica dichiarazione potrebbe significare tutto o nulla; perlomeno va letta come una richiesta di finanziamenti. Per capire meglio l’enigmatica dichiarazione di Bergoglio, lo studioso Joseph P. Farrell, titolare di un dottorato in patristica presso l’Università di Oxford, ha fatto il paragone con l’espansione della Chiesa nelle Americhe 500 anni fa; infatti, asserendo la possibilità (anzi, la necessità) del battesimo dei popoli del Nuovo Mondo. I teologi – bontà loro – riconoscevano l’appartenenza dei popoli indigeni allo stesso genere umano, cosa che all’inizio non era affatto scontato; e quindi si avviava la conversione forzata di massa. Inizialmente, era scoppiata una enorme controversia, rubricata sotto il nome «de Salute Gentium», ossia la salvezza delle genti fuori della Chiesa. I teologi non si capacitavano per le notizie sull’esistenza di milioni di esseri umani che non avevano sentito parlare della Chiesa e della religione cristiana.
Tornando ai nostri tempi, i “marziani” ed altri extraterrestri, in quanto candidati a ricevere il battesimo, sarebbero anch’essi membri del genere umano. Si tratta, in altre parole, di coloro che Farrell chiama i nostri cugini genetici. Ciò vuol dire ritornare alle antiche leggende babilonesi e bibliche sui figli degli dèi e degli uomini, portatori di una duplice eredità genetica? Tornando a quanto detto nell’omelia, vi sarebbero tre possibilità: i cugini genetici non hanno bisogno del battesimo in quanto non afflitti dal peccato originale, ma potrebbero chiederlo; hanno bisogno del battesimo e possono chiederlo con l’esercizio del libero arbitrio; hanno bisogno del battesimo ed hanno l’obbligo di chiederlo. Scartiamo per ora la terza ipotesi: oggi probabilmente nemmeno il più fervido ammiratore di Bonifacio VIII avrebbe l’ardire di pensare al dominio papale, imposto con la forza, anche sui mondi oltre la Terra.
Nonostante ciò, sognare la fondazione di diocesi e parrocchie su Marte e sulla Luna non sarebbe estraneo della forma mentis di un ente avvezzo alla gestione del potere intergenerazionale attraverso i secoli. Parlare di richiesta di battesimo sottintende l’evangelizzazione e quindi il contatto reso possibile grazie a presupposti comuni di tipo culturale. Si adombra forse il concetto di missionari spaziali? Qualcuno non si è tirato indietro su tale argomento: “Se Dio è creatore dell’universo, è evidente che ogni realtà intelligente e libera che cerchi il senso profondo dell’esistenza e del mondo in cui vive, non può non giungere a conoscere l’esistenza del Creatore e, là dove il Creatore si riveli, entrare in dialogo con lui”. Sono parole di Don Pietro Coda, il teologo che risponde così al problema dell’evangelizzazione di eventuali extraterrestri, problema postogli dal “Sir”, l’agenzia dei settimanali cattolici. Secondo Coda, i missionari spaziali non comporterebbero una “difficoltà sostanziale” per la fede cattolica.[3]
(continua)
Note:
[1] www.adnkronos.com Articolo pubblicato il: 12/05/2014.
[2] Vista l’apertura al battesimo dei marziani, i beneficiari, secondo il pensiero cattolico, sarebbero in realtà persone e non anodini “soggetti”.
[3] Fonte: Televideo, riprodotto in: http://alfredolissoni.net/ission.htm (visionato 02/07/2014).
(continua)
Dana Lloyd Thomas