L’allievo disse al maestro
“Come faccio a controllare l’ira,
Le pulsioni
e le emozioni che mi annegano
Nel turbine mondano?”
L’anziano,
senza partorire acciglio,
con un mezzo sorriso rispose:
“Mia giovane ampolla,
O nascituro pargolo,
Ancora livido di impellenza
Frettoloso e spedito
senza meditazione.
Il tuo tempio è il tuo corpo
Un forno nel quale ribolle
Quel fiume lunare di veemenza;
Distillalo, non dominarlo,
A fuoco lento, paziente
Attendi la cottura delle melasse
Che ti albergano,
Falle sublimare nell’alambicco
Quel fardello ormonale che trascini
Nei tuoi meandri,
Fanne un volo leggero,
Quella grande pulsione
Che tramuta in saggezza.
Fa così e sarai amico di te stesso.”
Alessandro Caredda Copyright 2016 All rights reserved, tutti i diritti riservati
Esoterismo
Poesia
Alche’ – Alessandro Caredda ©
- by Ereticamente
- 28 Dicembre 2016
- 0 Comments
- Less than a minute
- 8 anni ago