Con il suo ultimo libro “La degenerazione della politica e la democrazia smarrita” (Armando Editore), Angelo Tonelli torna a proporre temi e questioni di indubitabile urgenza e necessità.
Se negli anni Novanta la sua profetica percezione e denuncia della crisi eco-antropologica poteva suscitare reazioni di scetticismo e forse di incredulità, oggi il richiamo ad una “rivoluzione educativa” basata su tre metodi fondamentali, confluenti in una sola via – meditazione di presenza, indagine dell’inconscio, frequentazione di testi e esperienze sapienziali – non può che essere condivisa e sostenuta quale strumento efficace e irrinunciabile per contrastare quelle che l’autore individua come cause prime della degenerazione della civitas umana: ignoranza, avidità, violenza e diodenaro.
La sfida è di primaria importanza in questo tempo di crisi culturale, politica e economica, in cui la propensione a massimizzare il valore estraibile da esseri umani e ecosistemi, sta mettendo a repentaglio la vita stessa del nostro pianeta.
Il modello culturale che attribuisce all’uomo la capacità e il diritto di esercitare un uso e un controllo su tutte le componenti naturali, sociali e politiche, non tiene conto della complessità della natura e della società e conduce ad effetti di dimensioni tragiche e apocalittiche.
Come insegna Eraclito – mentore metaspaziotemporale di questo libro –
“la conoscenza di molte cose non insegna l’intuizione profonda” (22B40 DK) e “Sapienza è intuire che tutte le cose sono Uno e l’Uno è tutte le cose” (22B50 DK).
Ma nel contesto delle organizzazioni politiche e di governo, siano esse democrazie o regimi totalitari, Tonelli osserva che sono del tutto assenti i politici illuminati, dotati cioè di quella
“dimensione sapienziale che conferisce consapevolezza e capacità d’amore cosmico”.
Assistiamo al trionfo dell’egoismo della separatezza, all’opposizione desto/dormiente, alla sostituzione della vera natura dell’uomo radicata nell’Uno con una falsa natura sottomessa alle tendenze negative, forze opposte che agitano il mondo visibile e che costringono ad una armonia conflittuale provvisoria sempre alla ricerca di nuovi equilibri tra i centri di potenza.
Com’è dunque possibile spezzare il cerchio uroborico della Storia e far sorgere una civiltà della pace, della solidarietà e della libertà?
Constatando che le forme di paideía fino ad oggi praticate sono state fallimentari, l’autore affronta il tema dell’homo novus richiamando il concetto di quell’unificazione degli opposti che ha luogo in primis nell’interiorità dell’essere umano. Integrando Ego ed Es, mercurio e zolfo, questo tipo di cives, costantemente in ascolto delle proprie pulsioni, dovrà tendere al raggiungimento di quella parte della personalità umana che è sovrumana perchè pura consapevolezza contemplante. È la soglia tra singolo e cosmo, umano e divino, al di là di ogni dualismo. Principio, questo, che compare anche nella tradizione buddhista dove si afferma che
“la natura essenziale dell’uomo è mente illuminata, che deve essere liberata dalle opacità attraverso la pratica spirituale, per brillare del suo splendore originario e sempre presente”.
È questa Sapienza originaria occidentale-orientale, arricchita da altre eredità Sapienziali derivanti dall’Induismo, dal Sufismo, dall’Ebraismo degli Esseni, che può condurre ad una trasformazione della civitas e della politica, ma affinchè ciò si realizzi si rende urgente e necessario favorire l’accesso a un tipo di educazione emozionale che, basata sulla non violenza, possa diventare vera e propria materia di studio fin dalla più tenera età così come
“meditazione di presenza, compassione, ricognizione e integrazione psicoanalitica delle ombre devono diventare momenti centrali nella formazione di chi regge le sorti della polis”.
A differenza delle ideologie e delle religioni, nonché delle varie mode spirituali che sorgono in ogni tempo, la maggior parte delle tradizioni sapienziali cui l’autore fa riferimento, si rivolgono all’uomo, capace di trasformazione interiore, invitandolo a compiere su di sé l’alchimia che conduce all’armonia e alla responsabilità cosciente e consapevole.
Ecco allora che il libro di Angelo Tonelli, rivolgendosi all’individuo disorientato e facile preda dell’inconscio collettivo, si presenta come un’occasione importantissima per innalzarsi sopra lo stato attuale delle cose, non per separarsene, ma per riconoscere da risvegliati la complessità delle relazioni, dei rapporti dinamici, degli effetti manifesti che solo un processo di differenziazione e di integrazione può ricondurre ad armonizzare nella direzione di una “pace che supera ogni comprensione”.
Simona Giorgi