Cittadine, cittadini, siamo chiamati alle urne! E se non vogliamo che siano urne cinerarie dobbiamo insieme mobilitarci per cambiare qualcosa. Che dico qualcosa? Tutto! Non possiamo aspettare che a cambiare le cose sia un manipolo di faccendieri depravati, che sono al mondo per “rubare, ammazzare, distruggere” (Giovanni 10:10) e che hanno ogni interesse a mantenere lo status quo.
Leggo articoli, ascolto appelli e denunce. Cosa trovo? Sempre i soliti piagnistei sulla società degenerata, sulla perdita dei valori. Trovo le solite imprecazioni per il mondo che va alla rovescia, le solite allusioni a poteri occulti, le solite utopie astratte ecc. Ora basta! Ci parliamo continuamente addosso, affoghiamo in un brodame di lagnanze impotenti. Mettiamo freno alla logorrea sedentaria e borghese! Non è più tempo di discutere, bisogna agire. E agire significa fare uno sforzo comune, tendere le nostre volontà verso un’unica meta.
Perciò ci siamo riuniti, un pugno di persone risolute, e abbiamo deciso di presentarci alle incipienti elezioni europee. Convinti che non si cambiano le cose con i bei discorsi ma con i fatti, non importa se duri, sgradevoli. Noi non temiamo i rimedi drastici, anzi li invochiamo. Noi non ci sediamo ai tavoli degli inutili dibattiti, e nemmeno ci perdiamo in querimonie, ma vediamo come unica via d’uscita un’azione rivoluzionaria.
Il nostro gruppo ha deciso di chiamarsi Movimento Europeo di Rinascita Democratica. Non partito, non loggia, non conventicola di interessi, ma movimento organico, moto intestino che nasce dal basso, dalle urgenze concrete della popolazione. Movimento di liberazione, che vuole ripristinare le naturali funzioni della società democratica. Noi non facciamo facili promesse. Se avremo il vostro voto faremo pulizia. Questo è il nostro impegno. Useremo ogni mezzo per liberare la cittadinanza dal peso che la opprime, per purgare la società e la politica di tutto il marcio accumulato in decenni di gestioni sciagurate.
Non siamo utopisti, ma dolorosamente realisti. Ben conosciamo i corsi e i ricorsi della storia, e non siamo adusi a farci illusioni. Ma questo non ci rende pessimisti, no! Ci rende consci del nostro dovere di lottare per un futuro migliore, con tutte le nostre energie, senza cedere mai allo scoraggiamento. Dalle macerie di questa vecchia e decadente Europa dovrà ergersi una nuova civiltà. SEMPER ERECTUS! è il nostro motto. Basta con le mollezze. Duri e inflessibili. Se questa rinascita richiederà l’uso della forza, noi non ci sottrarremo.
Rinnovando l’invito alla popolazione a unirsi a noi, alla nostra opera di igiene sociale, riportiamo qui il nostro inno ufficiale, opera dell’esimio poeta Ersilio Mazzagatti. Chi volesse può scaricarne il testo, unitamente alla musica dell’illustre M° Giacinto Cazzadori, all’indirizzo www.merd.org. Il nostro auspicio è che questo nobile componimento in endecasillabi, come una nuova Marsigliese, induca un fremito nelle viscere dei cittadini, ne sollevi i cuori, spinga le masse compatte verso la sospirata meta. Che il nome del nostro Movimento possa diventare per tutti simbolo di speranza e di libertà!
All’armi!
Non è più tempo di mite pazienza,
Bando alle chiacchiere dell’impotenza,
Spegni i sordidi dispositivi,
Esci dal sonno degli audio-visivi
Che t’han fottuto il cuore e il cervello,
Prendi il forcone, il bastone, il martello.
Lascia l’inutile contestazione,
E di implacabile rivoluzione
Fatti deciso e violento seguace,
Diventa sordo ai discorsi di pace.
Lo dice pure un proverbio latino,
Che qui traduco in linguaggio men fino:
“Se prima di vivere filosofeggia
L’uomo val meno di una scoreggia”.
Il gran dibattere non serve a niente
Se la miseria minaccia la gente.
Non giova a nulla cantar la morale,
Solo la lotta può vincere il male.
Chiudiamo pure le inutili scuole,
Vogliamo i fatti e non le parole.
Basta ai politici inetti e corrotti
Che alla rovina ci hanno condotti.
Come per fare una buona frittata
Bisogna prima spaccare le uova,
Così la storia da noi strapazzata
Sarà l’immagine fulgida e nuova
Del desiderio che tutti ci lega
Di liberarci da questa congrega.
Basta con chiacchiere oziose e vane,
Coraggio, uscite da squallide tane,
Gettate il libro, prendete il fucile,
Morte al pensiero pacifico e vile.
Giù per le strade, afferrate i potenti,
Spaccate loro le costole e i denti.
Prima che sorga un altro domani
Togliam di mezzo mignotte e ruffiani.
Sia la ferocia la nostra bandiera,
Non ci spaventi neppure il morire
Se possiam fare col trepido ardire
Tabula rasa di quello che c’era.
Infine stanchi di questa rivolta
– Non è la prima né l’ultima volta –
Della vittoria raggiunta la cima,
Tornerà tutto com’era dapprima.
Questa è la legge cinica e bara
Che dalla storia da sempre si impara.
Perché alla fine di ogni cimento
Ritorna l’uomo ad esser scontento.
Ma non è questa ragion sufficiente
Per stare immobili senza far niente.
Volgetevi dunque alla nobile azione,
Andate a combatter senza illusione,
Perché è un fatto accertato e sicuro,
Lo disse pure il filosofo oscuro,
Che tutto scorre e niente riposa,
E madre è la guerra qui di ogni cosa.
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