Nell’Amore e Psiche raccontato con sapiente maestria dal Gran Sacerdote di Iside, scrittore ed ermetista, Lucio Apuleio (II secolo d.C.), vi sono tracce indelebili di una connessione con il mondo iniziatico. Infatti, nel suo “Metamorfosi” (Metamorphoseon) o “l’Asino d’Oro”; opera in cui, dietro l’aspetto narrativo e fantastico, si celano in realtà una serie di insegnamenti esoterici-ermetici, questa ‘favola’ assume contorni ben precisi, riconducibili al superamento delle Prove, a cui l’iniziato deve adempiere, per poter accedere al Tempio misterico.
Psiche, splendida fanciulla, dovrà affrontare indicibili cimenti per potersi ricongiungere con Amore (Cupido), e raggiungere, alfine, l’immortalità. Questo sentimento contrastato, che allontana Psiche dal suo amato, allude alla cecità della materia carnea e delle passioni che ancorano l’anima alla sfera terrigena.
Solo attraverso un lungo “viaggio” e una “purificazione” (da non intendersi in senso mistico) dalle concrezioni materiali (materia greve), volto a riappropriarsi delle proprie radici cosmiche, sarà possibile ricongiungersi con la parte profonda dell’Essere, ricreando in tal modo lo status primigenio di Unità (Rebis Alchimico), nel quale Tutto è nel Tutto e nulla è separato, ma in comunione totale con l’Universo.
– Stefano Mayorca – Riproduzione riservata
Nell’immagine ‘IL RATTO DI PSICHE’ opera pittorica dell’eminente artista francese William Adolphe Bouguereau (La Rochelle, 1825 – 1905)