L’ascia, strumento di enorme valore iniziatico, è utile per recidere con rapidità ed è utile al navigante e al costruttore. Questo oggetto riveste un notevole valore occulto e simbolico.
Per i Caldei l’ascia era l’emblema di Ramou, il Dio supremo appellato Dio dell’ascia. Il medesimo simbolo è presente presso le culture nordiche e gli Aztechi.
Uno degli attributi di Zeus era l’ascia bipenne (o doppia ascia) e la folgore. Il rituale d’iniziazione degli Esseni prevedeva la consegna all’iniziando di una piccola ascia, di una cintura e della simbolica veste bianca. In Egitto, la doppia ascia incarnava la figura di Aroueris, primo nome dato a Horo risorto.
Nell’isola di Creta la divinità era rappresentata da una doppia ascia e all’interno del Santo dei Santi, a Knosso, non trovavano posto delle statue volte a configurare le divinità, bensì un’ascia che configurava l’Essere Supremo chiamato Labrys e da essa prese il nome il labirinto, poiché al centro di esso era posta l’ascia bipenne.
Il simbolo dell’ascia è riferito alla prova iniziatica del labirinto, riconducibile esotericamente al raggiungimento di quel centro supremo alla cui manifestazione ciclica sono stati attribuiti vari nomi: Agartha, Melchisedek, Graal.
Non v’è dubbio che la doppia ascia è il segno distintivo del Rex Mundi, il Re del Mondo, il Manu o legislatore universale e primigenio della tradizone indù, il Menes degli Egizi, il Menw dei Celti, il Metatron dei Kabbalisti ebrei, il Minosse dei Greci il quale appunto, fece edificare il Labirinto o casa di pietra dell’ascia.
– Stefano Mayorca – Riproduzione Riservata
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