lo stesso periodo, Occident aveva conosciuto un certo sviluppo, in occasione delle elezioni municipali del marzo 1965 aveva lanciato attacchi a riunioni avversarie e all’epoca della riapertura dei corsi universitari 1965-1966 i militanti si impegnarono in vari scontri al Quartiere Latino, alle porte delle facoltà e dei ristoranti universitari. Il 26 Novembre 1965 Occident organizzò una prima manifestazione cui presero parte circa 250 militanti dopo essersi scontrati con elementi di sinistra.
ero così a scontrarsi duramente con le forze dell’ordine.
Il 17 maggio, in concomitanza con una grande manifestazione anticomunista, il Movimento tentò una grande azione: l’occupazione dell’Istituto di Scienze Politiche allo scopo di farne base di un contro-attacco contro i rossi del Quartiere Latino. Purtroppo uno sciopero dei mezzi di trasporto impedì’ a gran parte dei militanti di radunarsi. Tuttavia l’assalto venne ugualmente sferrato: meno di cinquanta nazionalisti contro un numero ben superiore di avversari che riuscirono a respingerli. I nazionalisti si unirono alla manifestazione anti comunista in cui finirono per scontrarsi con i monarchici della R.E.: a causa del rifiuto di questi ultimi di affrontare le forze dell’ordine.
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Vi è, peraltro da notare, un lato negativo che emerse dopo lo scioglimento di Occident e che viene messo particolarmente in luce nel volume del Charpier che opportunamente pone come sottotitolo “De l’extrême droite à la droite”: un numero notevole di esponenti di Occident finì, dopo più o meno lunghi e tortuosi percorsi per riciclarsi nelle file delle destre liberali democratiche, inutile qui elencare i nomi). Un fatto che chi scrive ritiene senz’altro spiacevole, ma che non potrebbe neppure paragonarsi al suicidio totale della “destra nazionale” italiana. Probabilmente in tale involuzione giocò un suo ruolo una certa debolezza ideologica, l’aver posto il comunismo come “nemico principale, se non “unico” fu un errore, caduta la vera o presunta “minaccia rossa” non poteva che seguire negli anticomunisti più viscerali una devastante crisi di identità!
guerriera che un gruppo politico; notava il Charpier /cit.pag.94) “la maggior parte dei militanti di Occident prendeva parte agli scontri, quali che fossero le loro attitudini fisiche.” Sono passati pochi decenni e forse, possiamo sperare che in Europa si possano trovare ancora dei “guerrieri”. Il sottoscritto continua a ritenere che la conquista dell’Europa da parte dei popoli di colore difficilmente potrà compiersi in modo del tutto indolore, forse vi saranno scontri razziali, tentativi di pulizie etniche etc. in questo caso vi sarà bisogno di “guerrieri” consci della importanza vitale della posta in gioco. Un demografo francese, Gerard–Francois Dumont, già vari anni fa ebbe a scrivere: ”L’uomo bianco è attualmente davanti a due scelte, suicidarsi o salvare il mondo salvando se stesso”. (cit. da Carlo Rossella <Pallidi. Di paura> in <Panorama> 6/X/1985
ALFONSO DE FILIPPI