11 Ottobre 2024
Esoterismo Tradizione

Black Guardian – Il Signore della Soglia – Stefano Mayorca

Penetrare all’interno del grande tempio dei Misteri significa intraprendere un viaggio ai limiti del consueto e superare il confine tra Luce e Ombra. La metafora appena espressa è rinvenibile in forma di leggenda ed è presente in numerosi miti e racconti, solo all’apparenza fantastici. In realtà, sotto la scorza che ne suggella il mistero e dietro il segreto impenetrabile che li riveste, si cela l’Arcano Ermetico. Arcano rappresentato dalla figura del Grande Custode e iniziatore (nella sua accezione più luminosa), che cercheremo di rendere meno remota e inaccessibile attraverso questo articolo.

Molti sono i miti cavallereschi che narrano di un cavaliere intrepido che deve sconfiggere un terribile drago il quale sputa fuoco e tenta in ogni modo di annichilire il coraggioso eroe. In tale ambito può essere collocata la temibile figura di Cerbero, il cane infero o guardiano del regno oscuro, che vietava ai morti di oltrepassare il confine dell’eterna notte e allo stesso tempo impediva ai vivi di penetrare nel regno delle ombre. Esiodo, nella sua opera Teogonia, lo descrive in questo modo:

“Il prodigioso indicibile Cerbero, carnivoro dell’Ade, cane dalla bronzea voce, dalle cinquanta teste, impudente e vigoroso”. Solo Ercole, Orfèo ed Enea ardirono penetrare nel buio territorio ed affrontarlo. Tutti e tre iniziati ai Misteri.

Sia il dragone che il cane infernale incarnano il Guardiano della Soglia. Cerbero in particolare può essere assimilato sia al dio egizio Anubi dalla testa di sciacallo, signore dell’Oltretomba, che ad Ecate, una delle tre divinità legate a Selene, la dea lunare. Anche il racconto di San Michele che trafigge il drago, così come quello di San Giorgio, rivelano aspetti connessi con il Signore Occulto, il Custode. San Michele Arcangelo, riconducibile ad Apollo, dio solare apportatore di Luce, fa parte degli archetipi ancestrali che contrastano (con la fonte luminosa che da essi scaturisce) le energie ottenebranti e pesanti di ordine terrigeno. L’Oroboros, il Serpente simbolo dell’astrale, configura proprio questo. Ciò vuol dire che il Guardiano della Soglia è negativo? No di certo, o almeno solo in parte e verso coloro che sono impreparati e tuttavia cercano di risvegliarlo.

SIR E.B. LYTTON ADEPTO E SCRITTORE

Nell’ormai celebre romanzo Zanoni, scritto dall’iniziato Edward Bulwer Lytton, che apparve nell’indimenticabile rivista il Mondo Secreto (da secrezione) dell’Aureo Maestro Giuliano Kremmerz, editata nel 1897 (i fascicoli originali sono stati raccolti in due volumi pubblicati dalle Edizioni Rebis di Viareggio nel 1982), viene tratteggiata l’esperienza di un neofita che tenta di entrare in contatto con questa “entità” eterna e immutabile. L’articolo, che si occupava del romanzo in questione, era a firma del serio ermetista Pietro Bornia e successivamente divenne un volume intitolato appunto Il Guardiano della Soglia.

“Nelle lampade del Rosicruciano il fuoco è il principio puro ed elementare. Accendi le lampade mentre apri il vaso che contiene l’elisir e la luce attirerà verso di te quegli esseri pei quali ella è vita. Diffida della paura. La paura è nemica mortale della scienza”.

Quest’ultima frase non era sufficiente a spiegare le fasi preliminari della grande operazione. Forse il maestro aveva lasciato di proposito quell’indizio? Il giovane scorse le pagine ma ciò che appariva ai suoi occhi era indecifrabile poi, ad un tratto, il senso si fece più chiaro grazie ad un ulteriore passaggio:

“Allorquando il discepolo sarà stato iniziato e preparato in tal modo, apra la finestra, accenda le lampade e si bagni le tempie coll’elisir. Ma si guardi bene dal bere lo spirito volatile ed igneo. Gustarne prima che le inalazioni ripetute abbiano gradualmente abituato il corpo al liquido estatico sarebbe esporsi alla morte, anziché procurarsi la vita”.

Di nuovo le cifre mutavano ed egli non fu in grado di procedere oltre. Si guardò attorno, la Luna illuminava debolmente la stanza e i suoi raggi penetravano attraverso la finestra che aveva appena aperto. Quindi dispose le nove lampade attorno alla stanza e le accese. Una fiamma azzurro-argentea si promanava da queste producendo un chiarore abbagliante che poco a poco si attenuò. Una strana nebulosità di colore grigio si sprigionò riempiendo l’ambiente e l’apprendista avvertì un gelo mortale. Presentendo il pericolo imminente, tentò di raggiungere i vasi di cristallo contenenti l’elisir mentre le membra si stavano irrigidendo. Aspirò avidamente e si bagnò le tempie. Un senso di forza e di vigore sconosciuti lo pervasero dissolvendo il terribile torpore. In seguito, rimase fermo ad aspettare e vide delle strane figure materializzarsi (elementali ed elementini). Queste, simili nel contorno a delle sagome umane, erano esangui e i loro corpi apparivano trasparenti. Si allungavano e ripiegavano ricordando le spire di un serpente e pian piano si sollevarono, seguendo il medesimo ordine che avevano tenuto durante la loro materializzazione. Lentamente uscirono dalla finestra e si dissolsero lasciando posto ad un’oscura presenza che atterrì il giovane, spegnendo in lui l’entusiasmo che in precedenza lo animava. Ora aveva una vaga sensazione di paura. Finalmente riuscì a scorgere chiaramente l’ombra, si trattava di una testa velata di nero. Tutto al suo passaggio sembrava sbiadire, le luci delle lampade tremolavano e il suo sguardo era insostenibile. Strisciava, simile ad un gigantesco rettile. Infine si sistemò sulla tavola dove era posato il volume contenente formule magiche e geroglifici. Fissò a lungo colui che incautamente e incoscientemente lo aveva evocato e che tremava in preda ad un terrore profondo e abissale. Ma entriamo nel vivo della storia. Il futuro mago che aveva già superato con un certo successo parte dell’addestramento occulto, viene lasciato solo dal suo Maestro che consegna nelle sue mani la chiave del laboratorio segreto (sarebbe meglio dire il Tempio o forse il gabinetto alchemico), raccomandandosi di non penetrarvi. La tentazione è forte e l’iniziando, ancora soggetto alla corrente profana e non ancora maturo sul piano operativo, decide di entrare convinto di possedere i requisiti adatti per tentare la prova e consultare i preziosi quanto riservati manoscritti in esso contenuti. L’attenzione di quest’ultimo viene catturata da un libro che, al contrario degli altri, è rimasto aperto e indica un punto specifico del testo magico.
Nonostante le parole del Maestro:

“S’avvicina ormai l’ora in cui potrai oltrepassare la grande ed invincibile barriera, l’ora in cui potrai prepararti gradatamente ad affrontare il terribile Guardiano della Soglia. Continua i tuoi lavori, continua a domare l’impazienza ch’ai di conoscere gli effetti prima delle cause…”,

il neofita si avvicina al volume e legge alcune istruzioni cifrate, simboli che riesce a decifrare grazie agli insegnamenti ricevuti. Sempre più in preda all’orgoglio legge le prime frasi racchiuse nello scritto e crede di averne carpito il senso più riposto che spiega in tal modo: “Bere a lunghi sorsi la vita interna è vedere la vita superiore: vivere a dispetto del tempo è vivere la vita universale. Colui il quale scopre l’elisir, scopre ch’è nello spazio, perché lo spirito che vivifica il corpo fortifica i sensi. Nel principio elementare della luce v’è attrazione. Quindi, comunicando con l’anima dell’apprendista, pronunciò queste parole:

“Tu sei entrato nella regione illimitata. Io sono il Guardiano della Soglia. Che vuoi da me? Non rispondi? Hai forse paura di me? E che, non son’ io l’amor tuo? Non è per me, ch’hai rinunziato alle gioie della tua specie? Vorresti forse la sapienza? Io possiedo la sapienza d’innumeri secoli! Baciami, mio mortale amante”.

Il mago neofita cadde svenuto in terra. La prova era fallita e la fiducia del maestro tradita. Abbiamo esposto con parole nostre (escluso il corsivo) e rispettando i contenuti, questo brano del romanzo di Edward Bulwer Lytton. Si tratta di un racconto fantastico? Assolutamente no, infatti, l’autore, (che era un Adepto), ha descritto con artifici tecnici e romanzeschi una realtà iniziatica di grande valore e profonda conoscenza ermetica. Ciò che ci preme sottolineare è l’atteggiamento irresponsabile dell’apprendista, dettato dall’orgoglio e dalla presunzione. Ciò spiega perché questo Custode può essere tenebroso e oscuro se destato prematuramente e, al contrario, luminoso e paterno quando evocato in armonia con la propria preparazione ed evoluzione interiore. Il dominio (non l’eliminazione) sulle passioni terrene è indispensabile per progredire e tentare di scalare le impervie vie dell’ignoto.

– Stefano Mayorca – Riproduzione Riservata

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