Anni fa, discutendo con amici avveduti, concordammo sul futuro prossimo politico-sociale: fine delle ideologie (era caduto il porco Muro), e avvio a passo spedito verso un dirigismo centralista autoritario.
Non ci voleva una gran zucca, in verità. Bastava liberarsi dall’imbonimento mediatico, dal perbenismo culturale, dalla supina accettazione di frasi fatte e ridondanti con crescente frequenza nei media cartacei ed elettronici.
Parole come democrazia, pluralismo, rappresentatività, antifascismo, resistenza, sindacalismo, solidarietà, accoglienza… erano il dogma e la “conditio sine qua non” dei saputelli che avevano la pretesa di aver ragione, a prescindere.
Poi sono cominciati i problemi. Morto il capitalismo di stato, con la bancarotta fraudolenta e ripugnante del socialismo comunista, anche per il suo gemello, il capitalismo privato, è cominciato l’agonia. E badate bene che ha avuto, il capitalismo privato, una opportunità epocale: è stato più facile esportarlo della democrazia rappresentativa. Cinico e brutale, indifferente nei confronti dell’Uomo, il capitalismo privato si è affermato anche in Paesi come la Cina, comunista a parole, nei Paesi arabi teocratici, nei Paesi emergenti con dittatorelli affamati di dolce vita, di puttane bianche e di vestiti Armani. Il WTO (World Trade Organization) è diventato il tempio ove sacrificare l’essere umano al dio oro.
L’Italia è un caso da cineteca, da museo, da tramandare.
Curioso Paese, lo Stivale. Bellissimo e dannato. Detentore di primati mondiali in vari settori, dalla cultura alla industria manifatturiera di eccellenza, dal turismo (potenziale) alla cucina, dalle teste troppo spesso costrette ad emigrare per emergere, a nicchie di ricerca eroica e trascurata, l’Italia è stata volutamente, scientificamente, deliberatamente mandata al macello socio – economico, al fallimento degno di un suk di Casablanca. La democrazia rappresentativa ha dato il meglio di sé, usufruendo di condizioni pressoché uniche. Stato mai diventato nazione se non nel periodo Fascista, divisa in almeno due realtà distinte, un Sud unito e schiavizzato per ottocento anni, ed un Nord europeo, ma diviso in Comuni e Signorie l’una contro l’altra armate. Caduto il collante in orbace, sono affiorate le diversità, consentendo ai capetti locali di crearsi una base elettorale con distribuzione di benefici, di favori, di posti di lavoro. Di fatto si è tornati ad una logica feudale che ha avuto il suo zenit nel manuale Cancelli, la codificazione della spartitocrazia democratica .Il tutto sotto l’egida di tre Potenze straniere: il Vaticano, gli USA e l’URSS, attraverso i loro servi locali.
Oggi, dopo aver finto di cambiare tutto, ci ritroviamo con un piddino di tessera, democristiano nell’intimo, Renzi, che si sforza di eseguire il compitino con diligenza, per non finire dietro la lavagna. “Farò una riforma al mese”, berciava il Matteo. “Rottamerò la vecchia politica”, proclamava baldanzoso.
Poi siamo arrivati alla elezione del Presidente della Repubblica. Abbiamo, absit iniuria verbis, una riedizione delle logiche da Prima Repubblica che la casta berciava essere superata. Solo gli ingenui si sono stupiti. Il carnevalesco ed ubbidientissimo Renzi non fa altro che eseguire con diligenza il compitino affidatogli. Personalmente ci sento una puzza di grembiulini e grembiuloni da far rivoltare lo stomaco. Uno Stato che non c’è. Una Nazione che è solo un ricordo od una speranza. Voto di scambio eletto a sistema con 80 euro a una bella fetta di elettorato (i giudei si accontentarono di trenta denari per comprare Giuda: svalutazione galoppante). Iva prevista al 25,5% entro l’estate: servono soldi, governo ladro! Palata di terra sulla fossa dello Stivale.
70 più 60 più 120 fa 250. Miliardi gettati rispettivamente in corruzione, sprechi, malavita. Non sono cattiverie mie, sono numeri della Corte dei Conti. Renzi, dove sei?
Legge anticorruzione: si traccheggia e si glissa. Ovviamente.
Legge importantissima di IMMEDIATA RENDICONTAZIONE da parte della Pubblica Amministrazione: non se ne parla. Obbligherebbe a trasparenza e controllo. Renzi, dove sei?
Un Parlamento delegittimato per gran parte dalla Corte di Cassazione, elegge un vecchio catto-comunista, Mattarella alla Presidenza. Invece di dimettersi dopo aver sciolto le Camere, il neo Presidente pronuncia buoni propositi. Ma il diavolo fa le pentole…… Ricorda, il siciliano un solo caduto per terrorismo. Un ragazzino ebreo. Messaggio chiaro a chi detiene il vero potere. E quando non può esimersi da nominare i due Marò, l’aula ipocrita e sciacalla si spella le mani. Standing ovation. Tutti tranne una: la Boldrini. Vomito.
E Renzi? Vuole portare a casa la legge elettorale, a garanzia. Dell’Italia se ne frega. Potere e gestione delle inutili, stupide, mistificatorie elezioni.
Unico punto di interesse di Arlecchino servitore di due padroni, cioè Renzi.
Un padrone è la Goldman Sachs. L’altro potere sono i Gesuiti. Massoneria imperante.
Ma Carnevale passa. Poi arriva il periodo di penitenza. Che non sarà solo del Popolo Italiano (ci siamo abituati!), ma questa volta coinvolgerà la casta dei parassiti, servi e Pulcinella.
Venerdì 6 gennaio 2015
Fabrizio Belloni
Cell 348 31 61 598