18 Dicembre 2024
Appunti di Storia Controstoria

Minervino Murge, 23 Febbraio: la morte di un contadino (terza parte) – Giacinto Reale

“Muti raccontò, tra le matte risate, il grido che i fascisti meridionali lanciavano ogni qualvolta vedevano arrivare il loro comandante: “Per don Ciccio, eia eia allalà”.   Ciò che emerge chiaramente, con le violenze del 1919-20 è la inadeguatezza delle Forze dell’Ordine a controllare la situazione, ancor più nei piccoli centri pugliesi, dove il presidio

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Minervino Murge, 23 Febbraio: la morte di un contadino (seconda parte) – Giacinto Reale

“Non aveva per compagni che un fucile da guerra, il cavallo e il cane”.   Nelle settimane successive all’assassinio di Ferruccio Barletta, Minervino vive in un clima quasi preinsurrezionale. I grossi proprietari, confermando una tradizione di viltà che ha contribuito al degenerare della situazione, si trasferiscono nei centri vicini, e la Camera del Lavoro resta

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Minervino Murge, 23 Febbraio: la morte di un contadino (prima parte) – Giacinto Reale

“Quando i contadini ritornavano alle loro case, reputavano di avere diritto alla spartizione della terra. La frase “la terra ai contadini” suscitò un grande generale incendio in quel dopoguerra”.   La guerra vittoriosa ha, per comune ammissione, un protagonista di assoluta rilevanza. Sono stati principalmente i “contadini soldati eroi delle trincee”, come si dice, che

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Modena, 24 Gennaio: fuoco sul corteo funebre – 3^ parte – Giacinto Reale

 “È mort Lenin – l’è una mezz’ora – al pussa ancora – sta brutta bestia” I fatti del 24 sono destinati ad avere risonanza nazionale, per le particolarissime modalità (l’ attacco a un corteo funebre non si era mai visto prima) e per l’evidente premeditazione da parte degli aggressori che vogliono il morto (sono appostati

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Modena, 24 Gennaio: fuoco sul corteo funebre – 2^ parte – Giacinto Reale

“Con i suoi si gettò avanti, correndo “a zoppo galletto”, ma ormai il palazzo della posta era deserto”   Le prime settimane del 1921 vedono da varie parti, per un concatenarsi di circostanze (o forse solo perché la misura era colma e l’esplosione inevitabile) una serie di episodi di violenza tra neo-nate squadre fasciste e

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Modena, 24 Gennaio: fuoco sul corteo funebre – 1^ parte – Giacinto Reale

“Il movimento fascista non si era organizzato, e partecipava alla vita politica locale in modo discontinuo e sporadico” Anche a Modena, come in molte altre città d’Italia, c’è un piccolo nucleo di ex interventisti che si sente stimolato all’azione dopo l’appello de “Il Popolo d’Italia” che indice la riunione del 23 marzo del 1919. Il

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Le Armi, le Connivenze, le Vittime: non ce la raccontano giusta… – Giacinto Reale

PREMESSA Alcuni giorni fa, cercando su Google un articolo di Alessandra Staderini sulla “Marcia dei Martiri” fiorentina, mi sono imbattuto in un link che fissava in 3.000 il numero delle vittime del fascismo nel periodo 1919-22. Si trattava di una tale astrusità che mi è venuta voglia di fare un approfondimento, e, visto che c’ero,

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“AL MONTE NEVOSO!” Cento anni fa il Trattato di Rapallo che riconobbe i confini naturali dell’Italia

di Pietro Cappellari Il 12 Novembre 1920 veniva firmato, in un’incantevole villa di Rapallo, quel trattato internazionale che, per la prima volta nella storia, riconosceva i naturali confini dell’Italia già cantati da Dante, «Sì com’a Pola presso del Carnaro, ch’Italia chiude e i suoi termini bagna» … Terminava così, dopo oltre un anno e mezzo di discussioni,

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Bologna 1920: dopo la strage di palazzo d’Accursio a Bologna tutto cambia e la marcia fascista verso il successo finale diventa inarrestabile (parte terza) – Giacinto Reale

Guardiamoci e guardateci. Nessuno faccia il viso spaurito, nessuno abbassi gli occhi con falsa compunzione tremante. Ai conigli e ai coccodrilli, come alle bagasce, noi sputiamo sul muso. (articolo su “L’Assalto” del 1° dicembre 1920) Pur dopo una così terribile strage, i fascisti bolognesi intendono proseguire per la loro strada, decisi a sfruttare insieme le

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Bologna novembre 1920: ignoti sparatori nella sala consiliare, guardie rosse che tirano bombe dai balconi, una strage che segna la fine del socialismo in città (seconda parte) – Giacinto Reale

Per le strade di Bologna, domenica, devono trovarsi solo fascisti e bolscevichi. sarà la prova: la grande prova in nome d’Italia! (manifesto fascista)   L’esito delle elezioni amministrative provoca, come è normale l’esultanza dei socialisti, ed accresce per loro la convinzione di essere ormai alla vigilia della presa del potere, non necessariamente “con le buone”.

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