di Michele Rallo
Eugenio Scalfari (alias Eu-Genio, alias Barbapapà) è in pensione oramai da qualche anno, ed oggi si limita a dispensare in pillole il suo augusto pensiero (la modestia, si sa, non è il suo forte) negli editoriali che, ogni domenica, pubblica sulla sua amata “Repubblica”. Ebbene, l’editoriale di domenica 22 settembre — attenzione alle date — era intitolato “Napolitano, Letta, Draghi: lo scudo Italia-Europa”. L’articolo, dopo i rituali insulti all’indirizzo del “pregiudicato Silvio Berlusconi”, terminava con un peana ai tre personaggi: «sono i nostri tre punti di forza, che hanno l’Europa come obiettivo preminente per l’avvenire di tutti.»
La settimana successiva — si ricorderà — era stata densa di incognite per il governo Letta: mercoledì il PDL minacciava le dimissioni in massa dei suoi parlamentari per contrastare un “colpo di Stato” strisciante; giovedì Napolitano smentiva ogni ipotesi complottista; venerdì i ministri delle larghe intese litigavano durante il Consiglio dei Ministri ed Enrico Letta saliva al Colle per invocare “un chiarimento”. Quello stesso venerdì 27 settembre, alle ore 18,28, il sito anticonformista “Dagospia” lanciava questo flash: «Ecco la vera “P4”! Eu-Genio Scalfari attovaglia Napolitano, Mario Draghi ed Enrico Letta! (…) Il vero potere non va in televisione a scodellare i fatti al popolo bue, ma inciucia come sempre in privato (…)» Chi si prendeva il disturbo di fare un salto a piazzale della Minerva (dove si trova l’abitazione di Barbapapà) confermava: auto blu e servizi di protezione sotto l’illustre magione erano proprio quelli dei tre “scudi”, segno che la cena era in corso. Nessuna indiscrezione — però — sul menù e neppure sulle conversazioni fra i commensali.
L’ordine del giorno — in altri termini — restava rigorosamente segreto: come nelle adunanze del Bilderberg. L’indomani — sabato 28 settembre — le prime pagine dei giornali annunziavano il ritiro dei ministri PDL dal governo; solo “Il Fatto quotidiano” dava notizia — nelle pagine interne — del convivio in casa Scalfari. A metà mattinata “Il Giornale” lanciava sul web un articolo di Paolo Guzzanti, che terminava con una polemica riflessione: «il capo dello Stato, il capo del Governo e il capo della BCE hanno accettato di riunirsi sotto la tenda del canuto maresciallo di uno dei due eserciti in battaglia per brindare e fare piani. Nessuno dica dunque che non è accaduto nulla: non basterà un digestivo per digerire questo inquietante simposio.»
Personalmente — data l’atmosfera da resa dei conti che si respirava in quei giorni — credo che i quattro si fossero intrattenuti sulle prospettive di un Letta-bis. E non ne farei un dramma: Napolitano — si sa — era ed è fermamente contrario ad ogni ipotesi di elezioni anticipate e, fino a prova contraria, spetta a lui decidere sullo scioglimento delle Camere. Ciò che mi inquieta — piuttosto — sta nella premessa, nell’editoriale di Eu-Genio, là dove il Signore dei Giornali afferma che Letta, Napolitano e Draghi «hanno l’Europa come obiettivo preminente». Spero che Barbapapà si sbagli: Draghi può pensarla come vuole, ma Letta e Napolitano come “obiettivo preminente” dovrebbero avere l’Italia e gli interessi del popolo italiano.
Nota di Ereticamente
Ringraziamo l’Autore per l’invio. L’articolo è stato pubblicato in cartaceo sul periodico Social di Trapani
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