Il Presidente degli Stati Uniti d’America é quell’organo costituzionale, previsto dalla Costituzione del 1787 (in vigore dal 1788), eletto per quattro anni e rieleggibile solo per un secondo mandato (si veda il XXII emendamento del 1951).
Non è eletto direttamente, come erroneamente alcuni pensano, dal corpo elettorale, ma dai c.d. “grandi elettori” che sono 538, ossia pari al numero di deputati e senatori che gli Stati membri (50) mandano al Congresso (gli Usa sono uno Stato federale) con l’aggiunta, proprio in occasione delle elezioni presidenziali, del Distretto della Columbia (c.d. Washington D.C.) che esprime tre grandi elettori.
Questi, è bene non dimenticarlo, non hanno alcun obbligo giuridico, ma solamente politico e morale. Pertanto, ci possono essere gli “infedeli” i quali, anziché votare per il candidato del partito politico cui appartengono, esprimono il loro voto per l’altro candidato.
Essi si riuniscono il secondo martedì del mese di dicembre: per queste elezioni il 14 dicembre 2020. Viene eletto Presidente degli Stati Uniti d’America colui che ottiene 270 voti.
Nell’ipotesi di pareggio (269 voti), verificatasi per ora solo due volte, nel 1800 e nel 1824, l’elezione spetta alla Camera dei rappresentanti, uno dei due rami del Congresso. Questa sceglie il candidato che ha ottenuto il maggior numero di voti da parte dei grandi elettori.
Prof. Daniele Trabucco (Costituzionalista)
P.S. Consiglio la lettura del volume del prof. Giuseppe Maranini, La Costituzione degli Stati Uniti d’America.