“Maledetta tecnologia!”
Luciano, tecnico del mio computer
Poco più di mezzo secolo fa, l’ingegner Roberto Vacca, classe 1927 e ancora sulla breccia (mi ricordava sempre che la madre Virginia, arabista, morì centenaria…), pubblicò un profetico saggio, Il medioevo prossimo venturo (1971) le cui tesi divulgò poi in un romanzo fantascientifico di successo, La morte di megalopoli (1974): in sostanza sosteneva la difficoltà di governare sistemi tecnologici e informatici troppo complessi che un minimo incidente poteva portare al collasso con una specie di “reazione a catena” non controllabile. Nel 2023, alla fine di gennaio, ne abbiamo avuto un assaggio e, se credete, una avvisaglia, con il blocco nella notte fra domenica 22 e lunedì 23, della posta elettronica gestita da Libero/Virgilio/IOL che non ha più funzionato, che non ha più funzionato per almeno cinque giorni. Si è trattato di un problema interno, meramente tecnico, non di un attacco hacker esterno, ha fatto sapere il gestore dopo un paio dio giorni di suspense, ma sta di fatto che ha messo in crisi migliaia di aziende e amministrazioni e gettato nel panico milioni di italiani. Contemporaneamente anche il colosso Microsoft che è diffuso in tutti i Paesi del mondo, ha avuto intoppi gestionali non meglio precisati.
E’ significativo (e paradossale) che il problema tecnico italiano sia stato causato, secondo un comunicato ufficiale, dall’aver voluto aggiornare, migliorare, potenziare la posta elettronica di Libero/Virgilio/Italia on Line. Più che un minuscolo fatto che ha portato a cascata verso la catastrofe come immaginato dall’ingegner Vacca, nel nostro caso si è trattato di un aggiornamento e potenziamento del sistema stesso, il che è anche peggio, e ci siamo avvicinati al “crollo dei ei massimi sistemi”. Quel che stupisce e allarma è che il gestore non avesse una rete di emergenza per entrare in funzione e sostituire anche solo provvisoriamente la rete principale in caso di simili incidenti, come dovrebbe essere. Evidentemente una guaio del genere non era stato proprio preventivato e si era impreparati: è auspicabile che quanto avvenuto faccia provvedere in merito. Le molte cause di risarcimento danni che gli pioveranno addosso saranno un buon memento.
E’ vero, la posta elettronica è gestita anche da Gmail, Yahoo, Hotmail e così via, ma l’apprensione, se non una vera e propria ondata di panico, è stata molto diffusa se non si aveva una email di ricambio o da affiancare. Si è provato su una certa scala quel che potrebbe succedere su scala globale se si bloccasse tutto ilo sistema mondiale dei computer. Allora veramente cadremmo in un “medioevo” come profetizzato da Vacca negli anni Settanta del Novecento.
Oggi tutto, ma veramente tutto quel che serve a mandare avanti una nazione è gestito dai computer: dal traffico degli aerei (sempre a gennaio 2023 si sono fermati per un giorno tutti in voli negli Stati Uniti proprio per un evento di questo tipo) a quello ferroviario; tutte le banche funzio0nano così e i nostri conti correnti li gestiscono i computer: e se non si potessero più ritirare i nostri soldi con i bancomat o agli sportelli? Lo steso varrebbe per la Banca d’Italia. E sempre lo stesso vale per i ministeri e la pubblica amministrazione: e se il governo non riuscisse più a far funzionare alcunché di sua competenza? Poste, scuole e università non sono da meno, e le forze dell’ordine e le forze armate idem. Insomma, non c’è assolutamente niente nella vita pubblica che non abbia un rapporto di dipendenza coi PC.
E di fronte a simili situazioni non se ne esce perché non esiste più un ricambio, un qualcosa che supplisca in caso di crisi perché semplicemente non lo abbiamo previsto! Non c’è, come quando se ne va la corrente elettrica, e nei grandi complessi entra in funzione un generatore di emergenza che la ripristini in attesa che sia riparato il giusto generale.
E non ci abbiamo pensato perché nessuno ha mai creduto possibile una emergenza di tale portata, fidandoci ciecamente dei computer e dell’elettronica. E del resto che si potrebbe fare in alternativa? Tornare alla macchina da scrivere? Tirar fuori carta e penna? Fare i conti a mano? Ricominciare a buttar giù lettere e affidarle alle patrie Poste?
Siamo ormai da decenni troppo abituati alla velocità e immediatezza delle comunicazioni, sarebbe quasi impossibile a livello personale e a livello collettivo non è esagerato dire che tutto si basa sui computer. Se si spegnessero tutti i PC non è azzardato dire che crollerebbe una civiltà e si avvererebbe la profezia dell’ingegner Roberto Vacca (e di altri prima di lui che ad esempio avevano immaginato la “scomparsa” della elettricità).
Senza voler essere menagramo sarebbe il caso di pensarci, anche se le soluzioni sono alquanto problematiche… Una messa in guardia, però, l’abbiamo avuta.
Gianfranco de Turris