Åke Hultkrantz (Kalmar, 1 Aprile 1920 – Stoccolma, 12 Ottobre 2006) è stato uno dei maggiori studiosi dello sciamanesimo tra i nativi Nord Americani, coloro verso cui usualmente – ed anche impropriamente, complice l’influenza del grande Cinema Western – si ha la tendenza ad affibbiare l’appellativo di “Pellerossa”.
Questo testo, Concezioni dell’Anima tra gli Indiani del Nord America (“Soul and Native Americans”, nell’originale)
Da sempre si specula sul reale significato del concetto di anima. Essa è il soffio vitale che alimenta il corpo. Essa è però, al contempo, il medium, lo strumento attraverso cui è consentito l’accesso a una realtà “altra”, una dimensione sconosciuta in cui la stessa anima passa dall’essere presenza fantasmatica accanto al cadavere (come vedremo nel libro) alla funzione di “guida”, per l’appunto, nel viaggio verso il regno dei morti o verso altre dimore ultraterrene.
Film e romanzi come “Shining”, di Kubrick, o Poltergeist, di Tobe Hooper, hanno creato fenomenali mitologie che in maniera conscia, oppure indiretta, ripercorrono, riesumano certe teorie affini alle tradizioni dei Nativi. Case infestate da spiriti e presenze raccapriccianti rappresentano l’aspetto più inquietante e spettacolare di un’idea di anima che continua a manifestare una vita separata anche dopo la morte del corpo fisico. E che spesso vede quest’ultimo, in particolare, come un semplice “intralcio” alla sua natura eterna.