Come avete già visto, in questa serie di articoli ho cercato di riassumere il senso di una collaborazione che dura ormai da decenni con “Ereticamente”. Per motivi che vi saranno chiari, per non creare doppioni, ho finito per concentrarmi soprattutto sul materiale che avevo predisposto e che è andato perduto nella “storica” formattazione del dicembre 2018 che ha segnato uno spiacevole “prima” e “dopo” non solo riguardo alle mie collaborazioni con “Ereticamente” ma anche nella mia attività di narrativa. Ma ora non vi parlerò di questo.
Riguardo alle cose destinate a “Ereticamente”, vi ho già raccontato quasi tutto quello che la memoria mi ha permesso di ricostruire. Quasi tutto. C’è qualcosa di cui ancora non vi ho parlato. Anni fa mi capitò di leggere il libro di Piergiorgio Oddifreddi Perché non possiamo essere cristiani e meno che mai cattolici. Devo dire che certe sue osservazioni mi colpirono come estremamente acute ed argute, come quella che la definizione che la Chiesa cattolica da della propria dottrina, quod ubique, quod semper, quod ab omnium creditur, ciò che è stato creduto dovunque, sempre e da tutti, in realtà si conviene solo alle proposizioni dell’aritmetica. Che due più due fa quattro e affermazioni della stessa natura, sono forse l’unica cosa su cui gli uomini sempre e dovunque sono stati d’accordo.
Per altri versi, però, la lettura di questo libro mi lasciò profondamente insoddisfatto. Sulla pars destruens, non potevo che essere d’accordo, che il cristianesimo imposto con la violenza al mondo romano dagli imperatori rinnegati Costantino e Teodosio, da qui diffusosi in tutta Europa come un’infezione, e che alcuni si ostinano a volerci spacciare come la nostra tradizione non sia affatto tale, che sia qualcosa di inaccettabile, è qualcosa su cui non nutro il minimo dubbio, ma non è che il testo di Oddifreddi dica questo.
I motivi per non essere cristiani e tanto meno cattolici, per Oddifreddi sono il fatto che la bibbia a una lettura non distratta si presenta come tutto fuorché l’opera di Dio, che non ci sono riscontri storici alla vicenda di Gesù raccontata dai vangeli (il famoso Testimonium Flaviamum, un brano negli scritti dello storico Flavio Giuseppe che parlerebbe di Gesù e delle comunità cristiane delle origini, è oggi generalmente riconosciuto come un falso del III secolo interpolato negli scritti dello storico), che la pretesa del vescovo di Roma di regnare sulla cristianità non trova riscontro né lì né altrove.
Riguardo a Gesù, Oddifreddi osserva che il primo secolo dell’Era Volgare era certamente un’epoca evoluta e colta dove le informazioni correvano. Era mai possibile che se in Palestina vi fosse stato davvero un prodigioso taumaturgo in grado di praticare guarigioni su scala industriale, cambiare l’acqua in vino, moltiplicare pesci e pani, perfino resuscitare i morti, nessuno al di fuori dei vangeli ne abbia fatto menzione? Non è più probabile che al riguardo non è stato riportato nulla perché non vi era nulla del genere da riportare?
Se non parlassimo di una materia che ha assunto la rilevanza che potete comprendere, sarebbe quasi umoristico citare un articolo che mi capitò di leggere poco tempo dopo, dello scrittore cattolico Maurizio Blondet, che era appunto una recensione del libro di Oddifreddi, e che notava che che: “Per fortuna, Oddifreddi non si è accorto” che esiste, oltre a quello rappresentato dai vangeli un problema analogo riguardo all’antico testamento: a leggerlo, sembrerebbe che l’Israele, diciamo dei tempi di Salomone, fosse quanto meno una media potenza dell’area mediorientale. Allora come si spiega il fatto che nei testi babilonesi, assiri, ittiti, elamiti, non si trova alcuna menzione di Israele, e ci sia solo un riferimento molto ambiguo, che potrebbe anche riferirsi ad altro, in una stele egizia?
Quello che per un credente è un problema, per chi non lo è, è semplicemente un fatto: così come i vangeli non si possono considerare un documento storico, l’antico testamento è con ogni probabilità una raccolta di fanfaronate scritte per gratificare l’ego di un popolo convinto di essere “eletto da Dio”, ma che in realtà fino all’Era Volgare non ha avuto sulla scena del mondo nessuna importanza.
Detto questo, devo però rimarcare che per un altro verso la lettura del libro di Oddifreddi mi lasciò insoddisfatto. I motivi più importanti per cui noi, noi Italiani in particolare, non possiamo o non dovremmo essere cristiani, e meno che mai cattolici, a mio parere sono sostanzialmente altri: gli effetti disastrosi che il cristianesimo e poi la Chiesa cattolica hanno avuto sulla nostra storia.
Con quella che, a posteriori lo riconosco, è stata una tremenda ingenuità, mi misi a buttare giù un testo: Altri motivi per non essere cristiani e meno che mai cattolici, che in breve superò il centinaio di pagine e raggiunse la dimensione di un libro.
Solo dopo averlo scritto, mi posi il problema: si poteva pubblicare, e dove? Non era fare il verso ad altri testi come, oltre che a Oddifreddi, alla Storia criminale del cristianesimo di Deschner, all’Illusione di Dio di Dawkins, soprattutto non c’era il rischio di accodarmi/essere scambiato per tanto anticlericalismo di sinistra?
Ancora di più, non era un discorso nettamente controproducente? A questo riguardo ho dovuto mettermi, come si dice, una mano sulla coscienza. Nei nostri ambienti c’è indubbiamente una non piccola componente cattolica. Se non fosse per il fatto che molti concepiscono cristianesimo e cattolicesimo come la nostra tradizione semplicemente perché sono stati educati in questa ottica e non hanno mai sottoposto la questione ad alcun vaglio critico, sarebbe incomprensibile come si pensi di conciliare il cristianesimo con una visione che privilegia la stirpe, il sangue, l’identità etnica, ma tant’è, queste persone esistono e non sono poche, almeno rapportate alla dimensione dei nostri ambienti. Se ci si ritrova stretti spalla a spalla a difendere una precaria trincea, ha senso spararsi addosso?
Specialmente oggi, dopo il Concilio Vaticano II e ora che sul soglio di Pietro siede Bergoglio, un comunista in tonaca che ha fatto del favoreggiamento dell’immigrazione clandestina il centro del suo magistero pastorale, non so cosa si possa provare verso i cattolici tradizionalisti altro che un senso di compatimento, anche per i funambolismi mentali, le arrampicate sugli specchi cui si costringono per non vedere la realtà della Chiesa di oggi.
Altri motivi è rimasto nel limbo del mio hard disk per anni finché non è stato cancellato dalla storica formattazione che ho subito nel dicembre 2018.
Rivedendo parecchio a posteriori tutta la faccenda, mi è apparsa chiara ed evidente, una cosa che allora mi era sfuggita o non avevo considerato con sufficiente attenzione. Se il libro di Oddifreddi mi aveva lasciato insoddisfatto, se per me i motivi per non essere cristiani e meno che mai cattolici erano totalmente altri da quelli da lui proposti era perché, premesso l’accordo sulla pars destruens del discorso, la nostra rispettiva pars construens è del tutto differente.
Tralasciamo pure il fatto che il libro di Oddifreddi presenta parecchie cadute di stile, di quelle che proprio non ci si aspetterebbe da un docente universitario, affibbiando ai credenti termini come “credini” e “iddioti”, e non è insultandolo che si può persuadere chi ha un’opinione diversa dalla propria.
Quelli che a mio parere sono gli altri motivi per non essere cristiani e meno che mai cattolici, ve li ho spiegati più volte, sono inerenti alla sorte non certo benigna che la religione del Discorso della Montagna ha riservato e continua a riservare alla nostra gente. Partendo dal fatto che la diffusione e l’imposizione manu militari, vale a dire con una violenza inaudita che il più delle volte gli storici evitano di raccontare, del cristianesimo da parte degli imperatori rinnegati Costantino e Teodosio sono state cause dirette e niente affatto secondarie della caduta dell’impero romano, che ci ha condannati per quindici secoli a passare dall’essere i signori del mondo allora conosciuto a “un volgo disperso che nome non ha”, privo di unità nazionale e facile preda di invasori e dominatori stranieri.
Nell’arco di questi quindici secoli, per mantenere un potere politico, uno staterello costruito con l’inganno, si veda l’ingannevole donazione di Sutri e la falsa donazione di Costantino, la Chiesa cattolica e i suoi pontefici non hanno mai esitato a chiamare in Italia nuovi invasori e dominatori stranieri, da Carlo Magno a Carlo d’Angiò, a Napoleone III. Tralasciamo gli orrori dell’inquisizione, della caccia agli eretici e alle presunte streghe. A partire dalla Controriforma, con il rogo di Giordano Bruno e la condanna di Galileo, la Chiesa ha arrestato lo sviluppo intellettuale dell’Italia e messo la pietra tombale sopra il Rinascimento.
Nell’epoca moderna, essa si è tenacemente opposta al nostro Risorgimento e alla nostra ritrovata unità nazionale, e oggi fa a gara con la sinistra nel favoreggiamento dell’immigrazione clandestina che rischia di farci sparire come popolo, e d’altra parte non sono certo io il primo a notare che è precisamente dai non proprio magnanimi lombi del cristianesimo che si può rintracciare l’origine del marxismo.
Nella mitologia giudaico-cristiana c’è il “popolo eletto”, gli ebrei, ma a quanto pare nella pratica c’è anche il popolo iellato, ed è inutile illudersi, quel popolo iellato siamo noi, gli Italiani.
Di tutto questo, nel libro di Oddifreddi non si trova praticamente nulla, questi “altri motivi” non devono neppure essergli venuti in mente, perché il docente dell’Università di Torino appartiene alla parrocchia dei sedicenti “liberi pensatori” di sinistra per i quali la nazione intesa come comunità etnica, è una preoccupazione del tutto estranea.
Se avete letto con attenzione gli scritti in cui mi sono occupato di religione in questi anni, avrete notato che non sono stato tenero neppure verso atei e “liberi pensatori”. Faccio riferimento in particolare a tre articoli in cui me ne sono occupato, uno sull’Ateismo, poi Libero pensiero o pensiero libero, e La degenerazione del sacro nel mondo occidentale contemporaneo.
Nel primo facevo notare che l’ateismo difficilmente potrebbe avere un contenuto positivo, un contenuto qualsiasi al di là dell’affermazione che “Dio non esiste”, se non fosse storicamente associato con il marxismo, e prima della diffusione delle idee di Marx, esso non ha mai rappresentato un fenomeno di massa.
Da un certo punto di vista, in effetti, il marxismo si potrebbe considerare una forma laicizzata di cristianesimo, con la dialettica immanente della storia al posto di Dio, con un Gesù collettivo rappresentato dal proletariato, col partito al posto della Chiesa, con la realizzazione finale della società socialista senza classi in luogo del paradiso, e ha avuto una storia non dissimile fatta di odio per gli infedeli, inquisizione, eresie, scismi, sì che si può dire che i marxisti non meno dei cristiani abbiano coltivato l’arte di odiarsi a vicenda.
Nel secondo, vi ho raccontato dell’esperienza da me fatta con il CICAP. Gruppo a cui mi ero accostato per il lavoro assolutamente meritorio di esso nello smascheramento di medium, santoni e falsi fenomeni paranormali, tuttavia, non mi è stato certo difficile notare che quello spirito critico che costoro dimostrano nello studio dei fenomeni paranormali, si azzera completamente quando si tratta di politica, e che costoro si ritrovano invariabilmente nella tribù radicale (o +europea, che è lo stesso). In campo politico, si rivelano di un’incredibile cecità o dogmatismo: metteteli davanti alle prove che gli USA sono nostri padroni e non nostri amici, che la UE è una truffa finanziaria ai danni dei popoli europei, che la politica di Israele verso i Palestinesi si può solo definire genocida, state certi che non le vedranno.
Ufficiosamente collegata al CICAP è l’UAAR (Unione Atei e Agnostici Razionalisti). Io mi sono interrogato sul significato di quella R finale, infatti, dire che atei e agnostici sono razionalisti, è un pleonasmo. Forse una sigla fatta solo di vocali sembrava brutta, oppure…oppure sappiamo che c’è una corrente di pensiero anticlericale non di sinistra falsamente accusata di irrazionalismo che si ispira a Nietzsche, forse è quest’ultima che vogliono escludere, come dire “atei e agnostici ci vanno bene, purché di sinistra”.
Inoltre, contrariamente affermato da questa associazione anche a livello statutario, ateismo e agnosticismo non sono affatto la stessa cosa. Un ateo pretende di affermare che “Dio non esiste”, e al riguardo ha le stesse prove dei credenti in qualsiasi religione, cioè nessuna. Un agnostico sospende il giudizio, sapendo che su questioni come l’esistenza di Dio, l’aldilà, il soprannaturale, la nostra ragione è impotente a decidere.
Di solito, un agnostico è meno intransigente di un ateo, riconosce che la religione ha anche aspetti positivi, come offrire conforto alle persone nei momenti difficili della vita. Quindi la pretesa dell’UAAR di mettere assieme gli uni egli altri non ha in realtà ragion d’essere.
Ultimamente ho incontrato una persona di cui non vi faccio il nome, che ho conosciuto ai tempi della mia esperienza con il CICAP e con cui sono rimasto in amicizia, che mi ha raccontato di essere uscito dall’UAAR, perché quest’ultima associazione non fa che occuparsi di LGBT, e lui non è omosessuale.
Sembra paradossale, ma queste persone sono rimaste prigioniere di un’ottica abramitica per la quale esistono o la morale cristiana, o il totale, incontrollato soddisfacimento degli istinti che vediamo sguaiatamente scatenato nei gay pride. E’ la morale del bastone e della carota. Ci si comporta bene, si fa quella che si suppone essere la volontà di Dio per evitare la punizione e avere il premio ultraterreno. Senza questo limite, tutto diventa lecito.
L’etica non ha a che fare con la religione, ma con il senso della dignità personale, non rispettarla significa degradarsi, sminuirsi come uomo. Personalmente, ritengo la lezione di Socrate più valida della bibbia e del corano.
“Libero pensiero”, mi accorsi, non significa affatto pensiero libero, ma pensiero rigido, di fatto incanalato in una setta non meno dogmatica di qualsiasi altra, e per quanto mi riguarda, non avrei difficoltà a sottoscrivere le parole del grande Arturo Reghini: “Ai liberi pensatori mancano due cose per essere davvero tali: essere liberi ed essere pensatori”.
Questi “liberi pensatori” anticlericali non sono nemmeno troppo furbi: ad esempio, si sono divertiti a inventare pseudo-religioni per dileggiare il dogmatismo della Chiesa cattolica: il culto pastafariano, ossia del Mostro Volante Fatto Di Spaghetti, e quello dell’Invisibile Unicorno Rosa, ma non hanno tenuto conto del fatto che è impossibile inventare qualcosa di tanto assurdo da non trovare qualcuno disposto a crederci, col risultato che oggi queste religioni “di fantasia” col loro seguito di credenti, esistono davvero.
Insomma non si scappa, nel negativo possiamo concordare con Oddifreddi e gli altri “liberi pensatori” di sinistra nel non riconoscerci nel cristianesimo e nel cattolicesimo, ma nel positivo, la nostra visione del mondo è ben differente.
NOTA: nell’illustrazione, a sinistra il libro di Piergiorgio Oddifreddi Perché non possiamo essere cristiani e meno che mai cattolici , al centro e a destra altri due classici dell’ateismo, al centro L’illusione di Dio di Richard Dawkins, a destra La prova matematica dell’inesistenza di Dio di John Allen Paulos.