«Vieni col flauto e la zampogna! … Fai ciò che vuoi come può fare un dio … manichino, fanciulla, ninfa, uomo … nella forza di Pan …»
(A. Crowley)
I. Crowley assunse pseudonimi altisonanti, come l’identità de La Bestia 666, profetizzata dall’Apocalisse. Con questa voleva identificarsi con l’Anticristo che avrebbe soppiantato il Cristianesimo. Nell’attuale mondo della magia cerimoniale Crowley è spesso “inquadrato” nel satanismo, anche se non può essere considerato un satanista nel senso ortodosso del termine, a causa del suo dichiarato ateismo che lo induce a non credere né in Dio, né in Satana. Nel suo Giuramento di Fedeltà c’è: «Io consegno il mio sangue nelle mani di Satana». A lui affida il corpo, la mente, l’anima. Il demonio diviene sinonimo dello spirito creativo dell’essere.
II. La formula dell’incarnazione di un dio, secondo antiche tradizioni magiche, passano attraverso l’unione della bestia con la donna. Crowley osserva, al riguardo, che le mitologie contengono il mistero della donna come nucleo centrale del culto. La formula della Bestia, congiunta con la Donna, è in relazione con l’undicesima chiave dei Tarocchi, chiamata Lussuria: questa mostra la Donna Scarlatta. Il suo culto religioso è ripreso dagli adoratori del Sole, soprattutto per estrinsecare pratiche erotiche naturalistiche, in cui Grande Sacerdotessa è la Donna Scarlatta. Nella ricerca di un ambiente magico, Crowley s’interessa ai riti luciferini che attraversano la magia sessuale. Proprio su quest’ultima estensione fonda un movimento di cui diviene protagonista a Londra: l’O.T.O. Questi rituali non vogliono essere, infatti, un pretesto per praticare la sessualità orgiastica, ma, secondo l’influenza tantrica, vogliono divenire un efficace strumento di magia per cercare l’unione con l’universo. Crowley è iniziato alle pratiche più oscure dello Yoga, conosciute genericamente come Tantrismo, che includono la pratica della sessualità. Scrive Kennet Grant sulle basi metafisiche di questa magia sessuale: «la forza fallica opera indipendentemente dal suo possessore e spesso in modo diverso; opera capricciosamente senza tener conto dell’individuo. Essa possiede l’individuo, non viceversa. Nel caso dell’iniziato, invece, la posizione è rovesciata. (…) L’esaltazione mentale generata da un orgasmo controllato magicamente viene a costituire una finestra luminosa (…). Nel rituale segreto dell’O.T.O., denominato De arte magica, si fa riferimento a una “morte nell’orgasmo”, chiamata mors justi. Vengono evocate e “fissate” immagini specifiche che istantaneamente diventano vive». La tecnica indicata, nel rituale, è quella dell’eccesso e dell’ebbrezza. In questo la sessualità, attraversando il piacere o il dolore, fa raggiungere all’essere il limite dell’esaurimento e della frenesia, che conduce a quello compatibile con il poter continuare a vivere. Questo momento diviene quello della lucidità magica, in cui la trance diviene veggenza nell’uomo e nella donna. Così le donne “entrano” in un stato erotico talvolta frenetico, altre volte vicino a una calma profonda, difficilmente distinguibile dalla trance profetica: per cui esse cominciano a descrivere ciò che vedono. Anche Crowley crede nella possibilità di trasformare il veleno in nutrimento. Invita pertanto a «cercare quelle cose che per te sono veleni, anzi veleni in massimo grado, per farle tue mediante l’amore»: ciò serve a destrutturare i condizionamenti insiti nella propria natura. In genere si mira a superare «le tensioni della Diade mediante le nozze degli opposti», integrando continuamente la propria natura attraverso nuove nozze degli opposti e «mediante nuove spose (mates) su ogni piano dell’essere». Questa personale predisposizione psichica, al limite dell’eccezionale, deve essere insita anche nelle stesse compagne. Nell’Introduzione alla Magia scrive: «Noi prendiamo cose diverse e opposte e le congiungiamo, tanto da costringerle a formare una sola cosa; a mediare questa unione è una estasi, in tal guisa, che l’elemento inferiore si sciolga in quello superiore». Ogni connubio è destinato «a sciogliere un complesso più materiale creandone uno meno materiale; e questa è la nostra via dell’amore, che si eleva di estasi in estasi». Ciò si applica attraverso l’uso specifico del sesso, in cui può risultare una condizione negativa quella di assuefarsi a una esclusiva donna.
Il concetto della Donna Scarlatta è una seduttiva “contaminazione” dell’antica tradizione magica di cui, fuori dai luoghi dell’iniziazione, la prostituzione templare risulta l’unica forma ricordata. Lo scopo dei rituali effettuati da Crowley è diretto a fini spirituali. La Donna Scarlatta, per quanto riguarda l’uso mistico della donna, agisce in trance profonda, in cui l’uso magico agisce a livello di sogno: metodo derivato da un rituale sumero. Per Crowley l’uso di sesso, droga e danza, può essere un ausilio per chi non riesce a destare, dal sonno, la consapevolezza primordiale dell’energia kundalini. Questa deve essere “risvegliata” per vitalizzare e integrare gli stati di coscienza superiore. Crowley sottolinea l’importanza di una partner adatta per i rituali sessuali: «Non credo che i tipi (di donne) raffinati siano i più adatti; mi paiono migliori i tipi volgari, persone i cui istinti procreativi sono naturalmente eccessivi, ma sono stati trasformati dalle circostanze in canali di voluttà ed estrema libidine. Intendo il termine libidine nel suo senso più ampio: un’intensa ed istintiva concupiscenza per oggetti vari». Nel secondo capitolo del Libro della Legge descrive sommariamente il tipo di assistente adatta al ruolo di Donna Scarlatta: «Magnifiche bestie femmine con arti massicci, fuoco e luce negli occhi coperti da masse di capelli fiammeggianti…». In termini tantrici la Donna Scarlatta, rappresentazione di Nuit, è “la Signora dal dolce profumo” del Cerchio Mistico, formato per ottenere oracoli ed essenze. Anticamente, adempirono a simili funzioni sacerdotesse predisposte: come quelle di Delfi e di Eleusi. Nel linguaggio tantrico il risveglio del Potere del Serpente (kundalini) è una forma di controllo della coscienza, che può essere pericolosa se praticata senza un’adeguata iniziazione: «Io sono il Serpente Segreto avvolto alla sorgente: nella mia spirale è la gioia. (…) In me è grande il pericolo, poiché chi non comprende queste rune subirà una grande perdita». Quando l’energia della kundalini (situata alla base della spina dorsale) è in attività, stimola i chakra nel corpo della Donna Scarlatta, generando vibrazioni che influenzano la composizione chimica delle sue secrezioni. Nella letteratura tantrica il corpo della sacerdotessa possiede zone di energia occulta, intimamente correlata con le ghiandole endocrine. Queste generano fluidi e vibrazioni che fuoriescono dall’apertura genitale.
III. Le critiche integraliste del pensiero verso il possibile “uso satanico” del sesso e della ricerca del dio in noi sono presenti oggi sotto varie spoglie. Come verso Crowley in dialettica con Evola. Ciò l’ho rintracciato, per esempio, su un testo uscito sul sito dell’edizione Effedieffe: espressione del tradizionalismo cattolico, che si propone di “combattere la battaglia”, formativa e informativa, per la difesa del Cattolicesimo e della Chiesa. Lo scritto in questione è Il Virus Evola (parte 2, 3 gen. 2015), che assembla realtà romanzate, chiacchiericci, elementi oggettivi talvolta però decontestualizzati. L’estensore è Roberto Dal Bosco, autore anche del libro-crociata Contro il Buddismo. Il volto oscuro di una dottrina arcana. A ciò ho risposto indirettamente con miei testi, tra cui: Salviamo Evola dalle letture degli integralisti su ‘Barbadillo.it’ (2015); Eros nel Virus-Evola: fra immaginazioni integraliste su ‘Studi Evoliani 2013’ (2015). In questi “attraverso” le considerazioni espresse sulle possibili vicinanze sataniche tra Crowley ed Evola. Un possibile collegamento sarebbe la presunta ammirazione per Crowley di Evola, che in Metafisica del Sesso ne parla come di un uomo possedente una forza reale che chi entrava in rapporto con lui avvertiva. Ma risulta assente un’indicazione successiva chiarificatrice: quella che proprio «tale circostanza crea una pregiudiziale nei riguardi dei suoi insegnamenti, nel senso che è difficile stabilire in che misura certi eventuali risultati erano dovuti a procedimenti oggettivi e fino a che punto avevano invece per condizione» il suo particolare magnetismo. Un’ulteriore assonanza lussuriosa-luceferina, tra i due, è intravista nella comparazione di due quadri: La genitrice dell’universo (1968-70) di Evola con un’immagine del pittore Lorenzo Alessandri, definito para-satanista, che è stata scelta per la copertina de La figlia della Luna, romanzo di Crowley (1929), per l’edizione italiana (Arktos, 1983). Il rapporto, contenutistico e simbolico, ne evidenzia viceversa le diverse visioni. La donna evoliana è un manifesto visivo delle peculiarità dell’eros femminile: ha le gambe immerse fino alle ginocchia, dentro l’ondulazione orizzontale dell’acqua, simbolo dell’archetipo femminile, opposto a quello verticale del maschile. L’azzurro acqueo trascende schiarendosi verso il cielo: all’interno di un grande sconfinato triangolo, che si amplifica gradualmente verso l’alto, partendo dal triangolo ricavato dalle linee del pube, il cui segno arcaico è quello della Donna e Dea o Grande Madre. Questi triangoli vogliono rappresentar la luminosità della forza ascetica. Il nudo della ragazza dipinta da Lorenzo Alessandri (1927-2000) per il libro di Crowley, con i suoi simboli oscuri e lunari, è l’espressione di un artista fantastico e surrealista che amava attraversare il macabro e l’occulto. Questi giocava spesso con il satanico, forse anche per far lievitare il prezzo dei suoi quadri. La cronaca racconta che fosse fedele di Padre Pio e Madre Teresa di Calcutta e che donasse in beneficenza parti della vendita dei suoi lavori. L’integralismo del pensiero può leggere come satanico il sesso magico, anche se espresso nella pittura.
Vitaldo Conte
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