di Gianluca Padovan
Senso della Storia. L’attuale senso della Storia è di farci capire per quale motivo gli episodi bellici tra nazioni siano avvenuti. Non si tratta di pulsioni patriottiche, rivendicazioni del popolo che vuole la libertà o quant’altro. Si tratta semplicemente di giochi d’interessi privati portati avanti a discapito del popolo. E questa, a tutti gli effetti, è purtroppo parte della nostra Storia.
Il popolo desidera vivere e possibilmente nel miglior modo possibile. Quindi si riveda la Storia sotto quest’ottica e l’opera di revisione sia condotta dalla gente del popolo, non da cattedratici o luminari di chissà quale scienza, i quali, nella buona percentuale, sono solo servi di partito, di corrente o, peggio, servi e basta. Basta che li si paghi, li si faccia viver bene e via così. Loro, diligentemente, ci cancellano dalla Storia. E ci privano della nostra Cultura.
Studiato stato dolente. Persone che hanno studiato (o che hanno fatto studiare, ma la sostanza non muta) e sono giunte a ricoprire posti definiti importanti in seno ad uno Stato, sono innanzitutto mantenute da questo Stato. Lo Stato le mantiene con i soldi versati da ogni cittadino nelle cosiddette “casse dello Stato”, tramite innanzitutto le tasse. Se queste persone non fanno gli interessi dello Stato che le mantiene, ovvero non fanno l’interesse dei cittadini, come si deve definirle? Perché le si deve mantenere?
Se queste persone fanno solo ed esclusivamente gli interessi di ben note congreghe io ho un solo modo per definirle: traditori e ladri. Sono innanzitutto l’antitesi dell’onesto cittadino.
Tramite tasse esose, a cui non vi è riscontro in servizi sociali, servizi culturali, sicurezza e in tutte le altre cose che fanno di uno stato “lo Stato”, si fa in modo che il cittadino si disaffezioni al suo Stato. Primo passo per avere una sempre minore partecipazione, almeno emotiva, alle vicende dello Stato.
E, qui, sto parlando di Stato, quello vero, non dell’attuale “non-stato”. Quindi, dimentichiamoci che c’è stato un “colpo-di-stato”, preceduto da un secolo e mezzo di “massoneria-di-stato-di-fatto”.
Mi disaffeziono quindi sono. L’operazione di disaffezionare alle proprie origini, alla propria Storia, ai propri miti e ai propri simboli, nonché l’operazione di deculturazione, sono condotte da personaggini che sono riusciti ad ottenere posti di rilievo in seno alla nostra cultura. O, meglio, il programma di deculturazione (o “qulturazione”) è riuscito a piazzare in determinati posti i propri personaggini. Si tratta di individui dall’animo gretto e meschino, che servono una causa tesa a governare e avere potere e quindi anche soldi, con la minore fatica possibile, semplicemente vivendo una vita da zecche succhiatrici e null’altro.
Quindi, mi dico, noi si paga due volte: per mantenerli e per essere annullati. Bella soddisfazione.
Da disaffezionato mi rendo conto che l’alternativa all’essere una caccola di babbuino che vagola nelle acque reflue del sottobosco statale è rimanere fedele alla mia disaffezione, potendo andare così a recuperare ciò che in realtà io sono: Cittadino di uno Stato. E se lo Stato non c’è… allora è proprio la volta buona per crearlo!