“La coscienza abituale degli uomini è lunare, cioè riflessa, e vivente di
riflessi (coscienza di fenomeni).”[Nota di UR al De Pharmaco Catholico]
Pater. Figlio, i Maggiori nostri dissero sublunare la stirpe degli uomini, poichè vivente di impressioni e sussistente per luce riflessa. “Fenomeno” è detto dai Greci ciò che si manifesta ai sensi degli uomini: ciò che puoi toccare con le tue mani, vedere con i tuoi occhi fisici, gustare col palato, udire con le tue orecchie, sentire per tramite delle tue facoltà olfattive è Forma rivestita da un’Idea all’atto della propria individuazione. Tali sono i termini in cui impostò il tema il divino Platone, eccelso tra gli uomini.
Quando il Padre Giove volgendosi al Padre Giano coglie una Idea e la plasma, per successivamente proiettarla a mezzo della sacra Saetta, essa assume un grado sempre crescente di densità, fino alla completa cristallizzazione in quello che i Filosofi figli di Ermete dissero “Sale”, e “Piombo”, ed “Oro inverso”.
Le leggi di questo piano astringono chi vi dimora ad una forma limitata di coscienza, legata per forza di cose alla logica del riflesso: come la Luna regina del Cielo si illumina per irradiazione della Luce scaturente dal divino Astro solare, forza eccelsa del Padre ignoto, scaturigine dei sensi; così la Mens (Meus-Ens) nell’uomo si illumina per irradiazione della Luce scaturente dalla Divina Mente Palladia, progenie diletta di Giove O.M.
E tuttavia, un eccesso di luce, figlio, arde il fico rigoglioso riducendolo a tronco secco ed avvizzito; allo stesso modo, la Luce Palladia dev’essere filtrata e controllata, previa adeguata meticolosa ponderata preparazione, onde evitare che la fertile pianura del tuo cuore si converta in deserto per esposizione incauta alla Fonte di ogni bene.
Non esiste il “senso unico” in Natura, ogni ente ha qualità peculiari ed opposte dalla cui dialettica scaturisce una sintesi che noi chiamiamo aequilibrium ed aurea mediocritas: se non conosci l’Arte del Bilanciamento di cui furono vivente immagine i Maggiori nostri e la verità della Dialettica insegnata dal divino Platone per bocca di Socrate suo Maestro, se non ti fai specchio e ricettacolo di quella Aequanimitas che già fu ragione e guida della esistenza tutta del divo Marco Aurelio e del divo Giuliano, come pensi di reggerti in piedi, e di reggere il mondo, e di accedere alla Coscienza superiore contemplante?
Onde filtrare la Luce è necessaria la ferrea Disciplina ricordata dalle Armi di Pallade, i cui riflessi abbagliano ed incutono giusto timore. Essa devi interiorizzare, affinchè allumi e pervada tutto l’essere tuo. Ma per far ciò, devi prima allinearti, ed al contempo conoscere il Mundus e te stesso: per vedere con occhi diversi irradianti quella Luce, devi prima avere piena coscienza del tuo stato attuale. La Coscienza Palladia non puoi coglierla se prima non padroneggi la modalità sublunare di quella medesima Coscienza a te connaturale. Dicono i Saggi dunque, che in quel momento la tua Mente, la tua coscienza, la tua stessa vita diverranno traslucide, e tra il mondo della veglia e quello del sonno non vi sarà soluzione di continuità. Se padroneggerai la volatilità peculiare di questo stato e fisserai il Mercurio di cui parlano i Filosofi, allora gradualmente, essendo sempre vigile al regime del Fuoco, tu entrerai a far parte del Divino Consesso.
Consule te ipsum, noscas temet, et ambula ab intra. Gradualmente, e senza fretta alcuna ma neanche adagiandoti sugli allori di una gloria effimera, poichè se siedi non vai.
“Il Divino Platone descrive la Reggia dei Numi nel Convivio facendo conoscere le dignità Filosofiche che stabiliscono il cardine della nostra Sapienza Palladia:
La Reggia Sovrana Imperante dei Numi è nell’Arcano stabilita. Il Giove n’è l’Organo: ossia la Mente di Pallade Minerva Dea della Sapienza, come splendido Sole, con tratti di Luce illumina la Mente degli Uomini, cui impera. Nell’Ara Arcana è l’Aula Suprema Olimpica dei Numi, il Senato Supremo. Questa è la Divina Cetra del Tabernacolo del Nume che comprende ogni Divina Dottrina sulla Natura del Giove. Nel Senato Supremo dei Numi è il Trono occulto nei luoghi più remoti[Domenico Bocchini]”
Limes Romae
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